Film > Il Corvo
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Autore: S_a_r_a    14/01/2015    0 recensioni
Una notte qualunque, in una città qualunque, su una strada qualunque il buio si estende come una macchia d'olio. Solo una luce brilla nell'oscurità: un sorriso a 32 denti. Eterno. Immutabile. È il sorriso della morte.
La leggenda narra che quando una persona muore, un corvo trasporta la sua anima nell'aldilà. Però, se le circostanze della morte sono brutali e l'anima non ha pace, a volte capita che il corvo la riporti indietro a regolare i conti.
Al diavolo le leggende, il corvo è obsoleto. Questa partita se la gioca il quokka, il marsupiale più feroce e coccoloso che ci sia. Insieme a una versione quasi femminile di Eric Draven, molto più bionda e logorroica.
Una rivisitazione un po' particolare – forse molto particolare - del film ispirato all'opera di James O'Barr.
Genere: Comico, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: Gender Bender
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Everybody needs somebody



 

“E voi cosa ci fate qui??”. Il sergente era allibito e incuriosito allo stesso tempo.

“Corpo di mille marsupiali, questa è sfiga!”, sbottò Norman incredulo.

“Sembra proprio che per una volta la notte del diavolo porti miracoli. Avevo bisogno di voi ed eccovi qui. Stavolta sarà meglio che non fuggiate da nessuna parte o dovrò arrestarvi per resistenza ad un pubblico ufficiale!”. Oddio, ho sempre desiderato dirlo, pensò Roy gongolante. Ci fu un attimo di silenzio, seguito da un fruscio del pelo di Norman che tentò di lanciarsi verso le scale, ma venne placcato all'istante dal sergente, buttatosi a terra con uno slancio degno di un vero giocatore di football. Fu allora che Regina decise di optare per il buon senso. Si avvicinò a Roy e disse “sergente, lei è un uomo davvero affascinante, lo sa?”, per poi improvvisare un grottesco balletto sexy, usandolo come palo da lap dance.

“Che accidenti stai facendo? Non ve la caverete certo con questi metodi!”. Fitzroy si scostò inorridito, cercando di nascondere il rigonfiamento che era spuntato nei pantaloni della sua onorevole divisa da incorruttibile poliziotto. Che disonore, era pur sempre stata uomo!

“Mi scusi, non so cosa mi sia preso, è solo che non voglio finire nei guai! Io sono una brava ragazza, mi creda. Lei non ha idea di quello che ho passato! Se ci arresta sarà anche peggio, quello che le ha detto Norman è la verità, abbiamo una missione! E lei potrebbe aiutarci! Le spiego meglio...”

“Ehi, frena frena frena. Come faccio a crederti? Finora non ci sono grandi elementi a tuo favore”. Fitzroy adorava usare il gergo poliziesco con i sospetti per mostrare tutta la sua autorevolezza ed estorcere confessioni. Ma non lo prendevano mai molto sul serio.

“Perché non dico mai bugie, io! Mamma ha sempre detto che la verità è la via della vita”.

Ed ecco che Fitzroy ebbe un'idea. “Questo è tuo?”, disse porgendo a Regina un piccolo foglietto stropicciato.

“Non ci posso credere, l'avevo dimenticato! Questa è una delle tante poesie che ho scritto per Michael...ma non ho mai avuto il coraggio di fargliele avere, avrebbe pensato che sono una pazza!” rise istericamente Regina un po' affranta. Roy le gettò un'occhiata da capo a piedi, ma soprattutto al viso, così malamente conciato. Non sembrava pazza, solo appena fuggita da qualche casa di cura.

“Quindi sei davvero tu la ragazza che morì l'anno scorso! Mi sembra incredibile...e quel pappagallino? Non ho mai capito cosa c'entrasse”.

“Il mio Yogurt! Tanto caro, ha spirato insieme a me. Sento già la sua mancanza, non mi separo mai più di un giorno da lui”, sospirò Regina.

“Allora le vittime di stanotte sono collegate con tutto questo?”, finalmente veniva fuori l'intuizione dell'investigatore che tanto rendeva Roy fiero di se stesso.

“Certo genio, te l'ho detto io prima che finissimo intrappolati in questo posto! - ah già, pensò Fitzroy - Sono solo dei balordi che non hanno aiutato Regina in un momento cruciale, meritano una bella lezione! Anche se in realtà li abbiamo sistemati quasi tutti”, confessò Norman con una punta di orgoglio.

“Il destino è stato crudele con noi, non ci meritavamo tanta sofferenza. Voglio Yogurt, sono stanca di tutta questa storia!”

Regina fu sopraffatta da tutto il peso della nottata. Non aveva avuto il tempo di scaldare un po' la tomba che già veniva ricatapultata tra i vivi per fare cose che mai si sarebbe sognata. Ora rischiava persino di sporcare la fedina penale e vivere...o meglio, riposare in pace dietro le sbarre. Tutto ciò non era tollerabile per una creatura delicata come lei. Pianse dal cuore gettandosi in ginocchio, riuscì persino a intenerire un pochino Norman, per davvero. Preso dallo spirito d'avventura che da sempre lo accompagnava, rischiava di dimenticare lo scopo di quella che doveva essere la più grande di tutte: risanare anime la cui tragedia era d'esempio. Con zampate goffe, andò ad appoggiarsi sulle cosce di Regina, per la prima volta senza nemmeno un accenno di sorriso sul volto da quokka. Roy non potè trattenere una lacrima e si chinò ad abbracciare Regina. Il suo lavoro lo costringeva a dover fare i conti col peggio dell'umanità il più delle volte. Ma quando i più deboli invocavano l'aiuto di un salvatore, ecco che la professione lo premiava lautamente. In quell'esatto momento capì che doveva fare qualcosa e aiutare Regina. Aveva aspettato un anno per poter risolvere un mistero il cui segreto ora custodiva tra le braccia. Era arrivato il suo momento.

“Va bene, adesso però calmati. Vi darò una mano”.

“Dice davvero?”. Regina lo guardò come se fosse un piccolo cucciolo di gatto quando emette il suo primo miagolio stridulo. Il suo sguardo dolce faceva a pugni con le sbavature di trucco che le incorniciavano i lineamenti felici.

“Certo, ho bisogno di qualche spiegazione in più però...e devo andare un momento al bagno, scusatemi”, farfugliò imbarazzato il sergente.

“Lei è davvero un uomo gentile e buono, grazie di cuore”

“Dammi del tu per favore Regina, ormai non c'è più bisogno di formalità”, e si avviò.

“Aspetta un momento”. Regina lo guardò intensamente per qualche istante. Roy cominciò ad arrossire, un po' perché la maledizione addormentata stava risvegliandosi e voleva fuggire un momento e un po' perché gli sembrava di essere mangiato con gli occhi. Cavolo, non si era mai accorto di fare quell'effetto alle donne! O alle donne mezze uomini!

“Devo avere un aspetto orribile, potresti portarmi un pettine?”







Nuovo anno, nuovo capitolo! Restate sintonizzati per vedere come va a finire questa avventura, che barcolla ma non molla! Thanks for reading, come si dice :)

  
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