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Autore: BrokenArrow    15/01/2015    4 recensioni
Nella fioca luce della roulotte, Jenna scrutò il suo viso e quei grandi occhi blu che la fissavano imperturbabili. Nonostante si avvicinasse alla sessantina era ancora un bell'uomo. Il suo viso portava i segni spietati del tempo certo, ma aveva ancora un fascino atipico che Jenna raramente aveva visto negli uomini della sua età.
"Non mi hai ancora detto che ti è successo." Disse pacatamente, iniziando a strofinargli con dolcezza i riccioli ancora gocciolanti.
"Beh, è una cosa un po' imbarazzante ma... Prometti di non ridere?"
"Prometto." Rispose in tono serio, ma Peter sembrava poco convinto.
"Okay… Poco fa mi sono svegliato e avevo fame, così sono andato a cercare del cibo ma poi ho visto un grosso pulsante rosso e..." Lasciò la frase in sospeso, così Jenna allontanò l’asciugamano dai suoi capelli per guardarlo negli occhi.
"E?" Per qualche strano motivo aveva già un'idea di come sarebbe finita.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jenna-Louise Coleman, Peter Capaldi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, Whovians! Eccomi qui con la mia prima Colepaldi :)
Inutile dire quanto li shippi, mi piacciono troppo insieme… E sì, lo so che lui è sposato e ha una figlia ma niente mi impedisce di shipparli in un mondo parallelo in cui loro non esistono u.u
Questa piccola os è ispirata a un fatto realmente accaduto a Peter. Non so quanti di voi conoscano la storia di Peter e del pulsante rosso sul set di Doctor Who, quindi ve la dico. Praticamente da quanto dice Jenna, Peter ha l’abitudine di gironzolare per il set e una notte che stavano girando fino a tardi si è allontanato e nessuno riusciva a trovarlo. Quando si è ripresentato era bagnato fradicio dalla testa ai piedi e ha raccontato di avere visto un pulsante rosso, di averlo spinto e di essersi reso conto che era una doccia (?) :’D
Mi sono immaginata troppo questa scena buffissima e ho fantasticato su altre circostanze in cui sarebbe potuto accadere una cosa del genere… In circostanze Colepaldi, per intenderci ;) Ed ecco cosa mi sono immaginata. Spero vi piaccia ^^
 
BUONA LETTURA
 
 
 
 ~ Of big red buttons and lovers ~





 
   
 


 

Jenna, sospesa tra il sonno e la veglia, sentì qualcuno bussare alla porta della sua roulotte. Tre colpi sommessi. Pensò di stare ancora sognando, così si voltò dall'altra parte, sotterrandosi sempre di più sotto le coperte. Ma qualche secondo dopo i colpi si ripeterono, facendosi più forti e insistenti. Fece una smorfia, stropicciandosi le palpebre pesanti come piombo ed esalò un lungo sospiro. Incespicando nel buio, accese la lampada sul comò e controllò l'ora. Le 3 spaccate. Quella era solo un'altra notte di un altro estenuante giorno di riprese e l'idea di alzarsi dal letto a quell’ora non la allettava affatto. Eppure c'era qualcosa di insistente in quei colpi contro la sua porta nel bel mezzo della notte che non poteva ignorare. Così scalciò le coperte da un lato, infilò pantofole e accappatoio (senza allacciarselo) e si diresse barcollando verso la porta per vedere chi fosse.
Quando l'aprì una matassa di capelli ricci entrarono nel suo campo visivo. Peter era di fronte a lei, bagnato fradicio dalla testa ai piedi, le mani strette contro il petto, tremante per il freddo. Lo sguardo di lui scivolò lungo la sua camicia da notte, che a malapena le copriva le ginocchia, per poi ritornare subito verso i suoi occhi.
   "Perdonami per averti svegliato a quest'ora della notte ma-"
Jenna lo interruppe, troppo stupita e confusa.
   "Peter, ma che cos- Che ti è successo?" Lui però ignorò la sua domanda.
   "Vestiti, ho bisogno di vestiti asciutti! Presto!" Esclamò agitato, sbattendo violentemente i denti per il freddo. Jenna ubbidì e lo fece entrare dentro, nel calore confortante della stanza angusta. Chiuse la porta dietro di sé guardandolo mentre lasciava una scia di gocce d'acqua sulla moquette al suo passaggio.
   "Non potevi andare nella tua roulotte? Io qui non ho vestiti da uomo o della tua taglia!" Gli disse in una mezza risata e leggermente imbarazzata per la situazione. Si sentiva a disagio ad averlo lì, nella sua roulotte, in uno spazio così piccolo e intimo.
   "Lo avrei fatto se solo non avessi perso la chiave della roulotte mentre ero fuori. Accidenti a me!" Si maledisse, in tono esasperato. E a Jenna venne in mente un'idea.
   "L'unica cosa che forse potresti metterti è il mio accappatoio..." Suggerì, indicando quello che aveva addosso e all'idea che lui potesse indossare qualcosa di suo, sentì il sangue affluirle alle guance. Sperò che, nella penombra della stanza, non l'avesse notato.
   "Andrà benissimo." E in men che non si dica Peter aveva già iniziato a sbottonarsi la camicia bagnata del pigiama davanti a lei, a meno di un metro di distanza. Jenna iniziò quindi a sfilarsi l'accappatoio e si rese improvvisamente conto che si stavano spogliando entrambi nello stesso momento. Si domandò se anche lui, mentre la guardava togliersi l'accappatoio, stesse pensando la stessa identica cosa. Ma il suo viso sembrava indecifrabile, come se su di esso non trasparisse nessuna emozione, o forse erano così tante da non riuscire a coglierne una sola. Jenna non lo sapeva. Gli porse velocemente l'indumento con un gesto nervoso, cercando di distogliere lo sguardo dal suo torso nudo. Si voltò d'istinto sentendosi a disagio e poi incrociò le braccia, in attesa. Sentì un fruscio di vestiti dietro di lei e le ci volle un'estrema forza di volontà per non voltarsi e sbirciare il suo corpo nudo. Almeno poteva usare l'immaginazione... e lo fece.
Dopo qualche secondo Peter tossì per attirare la sua attenzione e Jenna si voltò all'istante verso di lui.
Si guardarono, per un breve momento rimasero immobili, senza dire una sola parola. Poi gli occhi di lei scivolarono sull'orlo dell'accappatoio che, corto com'era su di lui, era in grado di coprirgli le cosce nude solo per metà. Non aveva pensato che, data la consistente differenza di altezza, su di lui il suo accappatoio sarebbe stato ridicolosamente corto. La gola le si fece secca all’improvviso e il suo cuore iniziò ad accelerare violentemente. Il suo sguardo ritornò veloce verso il suo viso.
   "Hai ancora i capelli bagnati..." Disse debolmente, accennando un sorriso, per rompere quel silenzio che si era fatto alquanto imbarazzante tra di loro. "Siediti che li asciughiamo un po'."
Peter ubbidì silenziosamente e si adagiò sul bordo del letto.
Jenna andò a prendere dal bagno un asciugamano pulito e si sedette accanto a lui. Ora erano vicini, pericolosamente vicini. Nella fioca luce della roulotte, Jenna scrutò il suo viso e quei grandi occhi blu che la fissavano imperturbabili.
Nonostante si avvicinasse alla sessantina era ancora un bell'uomo. Il suo viso portava i segni spietati del tempo certo, ma aveva ancora un fascino atipico che Jenna raramente aveva visto negli uomini della sua età.
   "Non mi hai ancora detto che ti è successo." Disse pacatamente, iniziando a strofinargli con dolcezza i riccioli ancora gocciolanti.
   "Beh, è una cosa un po' imbarazzante ma... Prometti di non ridere?"
   "Prometto." Rispose in tono serio, ma Peter sembrava poco convinto.
   "Okay… Poco fa mi sono svegliato e avevo fame, così sono andato a cercare del cibo ma poi ho visto un grosso pulsante rosso e..." Lasciò la frase in sospeso, così Jenna allontanò l’asciugamano dai suoi capelli per guardarlo negli occhi.
   "E?" Per qualche strano motivo aveva già un'idea di come sarebbe finita.
   "Non ho resistito e l'ho spinto."
   "Cosa?!" Jenna trattenne a stento una risata.
   "L'ho spinto e ho azionato il sistema anti incendio." Continuò, abbassando lo sguardo. "Lo so, è ridicolo. Soprattutto per un vecchio decrepito come me. E' che ho sempre avuto un'irresistibile attrazione verso i pulsanti rossi fin da bambino. Soprattutto quelli enormi."
E Jenna a quel punto non resistette più e scoppiò in una fragorosa risata. Poteva perfettamente immaginarsi la scena davanti a sé ed era così buffo. Lui era così buffo. Rise così forte che la pancia iniziò a farle male.
   "Hey, avevi promesso di non ridere!" Esclamò Peter, sentendosi deriso e tradito.
   "Sapevi che lo avrei fatto, ma me l'hai detto lo stesso. Mi conosci." Rispose, con uno sguardo leggermente malizioso.
   "Oh, sì." E il modo in cui lo disse, lentamente, guardandola dritto negli occhi, sembrava nascondere qualcosa di più di una semplice affermazione. Un brivido le percorse il corpo. E Peter si avventò su di lei, la spinse contro il materasso e iniziò a farle il solletico.
   “Ora vediamo quanto ridi, Coleman!” Esclamò malefico, stuzzicandola ovunque. Jenna cacciò un urletto e si mise a scalciare per cercare di divincolandosi, ma era tutto inutile. La sua stretta e le sue mani erano troppo forti. Si infilavano dappertutto, consce di ogni punto debole del suo corpo.
   "Peter, smettila! Abbi pietà, ti prego!" Lo implorò Jenna, sentendosi mancare il respiro.
A quel punto decise che ne aveva avuto abbastanza della sua piccola vendetta e si fermò, rimanendo immobile sopra di lei, a qualche centimetro del suo viso. E in quel preciso istante si resero conto della situazione. Dei loro corpi così vicini, delle loro mani che si toccavano, dei loro sguardi incatenati, dei loro respiri affannosi. Peter le lasciò la mano e imbarazzato si rimise a sedere, mettendo spazio tra di loro. Anche Jenna si rialzò, facendo fatica a sostenere il suo sguardo. Lui iniziò a grattarsi la testa, guardandola di sbieco.
   "So che è assolutamente inappropriato ma dato che non posso entrare nella mia roulotte... potrei dormire qui stanotte?" Le chiese, imbarazzato più che mai da quella richiesta. I suoi occhi conservavano ancora la tenerezza e l’imbarazzo di un bambino.
   "Certo che sì, Peter." Gli rispose con un sorriso. “Mica sono così cattiva da lasciarti fuori a morire di freddo.” Aggiunse, accennandogli un sorriso. E il volto di lui si rilassò, visibilmente sollevato. Così Jenna allungò una mano, spense la luce della lampada e insieme si infilarono sotto le coperte.
   
"Buonanotte, Clara." Sussurrò lui, chiamandola come il suo personaggio. E Jenna non poté fare a meno di sorridere nell'oscurità.
  
 "Buonanotte, Dottore." E troppo imbarazzata per dormire verso di lui, si voltò dall'altra parte dandogli le spalle. Se nel sonno avesse assunto facce strane, o avesse spalancato la bocca che figura ci avrebbe fatto?
Fu solo quando Jenna entrò nel dormiveglia che percepì un furtivo movimento di fianco a sé. Sentì due labbra posarsi sulla sua nuca e percepì chiaramente la sua mano, che iniziò ad accarezzarle i capelli con delicatezza. Dopodiché scese in basso fino a posarsi sulla sua spalla. Leggera, quasi impercettibile, per paura di svegliarla e coglierlo sul fatto. Ma l’aveva già fatto. Il respiro caldo di lui le solleticò il collo nudo e le sue braccia gentili e delicate avvolsero completamente il suo corpo.
Pensò a cosa si sarebbero detti la mattina dopo, se si fossero svegliati abbracciati così, come lo erano in quel momento, se lei avrebbe fatto finta di nulla, se avrebbero ignorato l’accaduto. Non le importava.
Non si oppose a quel contatto. Non osava e non voleva, e alla fine si addormentò come una bambina, avvolta dal calore del suo corpo.

 


 

 
  
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