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Autore: Shainareth    21/11/2008    2 recensioni
[Mai HiME - anime] Il silenzio che ne seguì convinse il giovane a stringere maggiormente la presa attorno alla caviglia della kunoichi per non ritrovarsi il naso rotto con un calcio. Akira allora mise un altro arto fuori dal letto, e in un istante materializzò nel palmo della mano un sottile pugnale a doppia lama.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akira Okuzaki, Takumi Tokiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Hatsuyume[1]

 

 

«Akira-kun!» L'esclamazione gioviale di Takumi squarciò il silenzio della stanza come un fulmine a ciel sereno preannuncia l'arrivo di un improvviso temporale estivo. Si udì quindi il rumore degli anelli che sorreggevano le tende attorno al letto di Akira scorrere sul filo che li teneva a mezz'aria, ed essi tintinnarono tra loro. Una leggera folata di vento scostò i sottili capelli scuri della ragazzina, che subito si rannicchiò sotto le coperte da capo a piedi. «Akira-kun?» ripeté il giovane, accovacciandosi in terra al suo capezzale. Un mugolio non ben definito provenne dal groviglio di lenzuola, cuscino e coperte. «Sei sveglia?»

   Si udì un grugnito, stavolta, il cui arcano significato rimase insoluto: avrebbe potuto essere un "sì", un "no" o perfino un'imprecazione.

   Ottimista nato solo quando si trattava di Akira, Takumi si convinse ad optare per una semplice risposta affermativa. «Buon anno!» annunciò allora.

   Seppure nel dormiveglia, la sua compagna di stanza tentò di ricollegare le sinapsi per un solo istante, giusto quel tanto che potesse darle la certezza che l'altro non avesse battuto la testa cadendo giù dal letto. Impresa ardua, ma le riuscì.

   Ah, già: era il primo di gennaio.

   «... Ti avevo detto di non aprire le tende senza permesso...» biascicò per dargli il buongiorno ed un appropriato augurio di buon anno nuovo.

   Takumi batté le palpebre, seriamente perplesso. «Perché, dormi nuda?» Non fece in tempo ad evitarlo, che un calcio lo colpì alla cieca sulle costole, costringendolo ad emettere un buffo suono dalla bocca e a farlo piegare in due. A metà fra il sofferente ed il divertito, il ragazzo afferrò la caviglia che l'amica aveva messo fuori dalle coperte e la strattonò per dispetto, facendola protestare con un lungo lamento dall'oscuro significato. «Cosa hai sognato, stanotte?»

   «Boh...»

   «Beh, ad ogni modo abbiamo appuntamento con Onee-chan al tempio del nonno di Shiho-san, ricordi?»

   La voce di Takumi era di nuovo tornata a fare da sottofondo al ronzio cerebrale della kunoichi. «... Vacci da solo...» rispose lei, strascicando le parole per il sonno.

   «Ma senza di te mi divertirò di meno...» fu l'obiezione che la colpì dritta al cuore, sconfiggendo la sua indolenza.

   Prese un grosso respiro. «... A che ora?»

   «Alle dieci.»

   «Che ore sono, adesso?»

   «Le sei.»

   Il silenzio che ne seguì convinse il giovane a stringere maggiormente la presa attorno alla caviglia della kunoichi per non ritrovarsi il naso rotto con un calcio. Akira allora mise un altro arto fuori dal letto, e in un istante materializzò nel palmo della mano un sottile pugnale a doppia lama.

   Takumi deglutì. «Non ti sembra di esagerare?»

   «Torna a dormire» imperò lei, facendo svanire l'arma e tornando ad impadronirsi della mobilità della propria gamba, così da coprire di nuovo ogni parte del suo corpo. Si rigirò quindi per dargli le spalle ed abbandonarsi di nuovo all'amato sonno.

   Non ricevette risposta e, sebbene questo inizialmente deliziò la sua innata pigrizia, ad un certo punto la cosa la impensierì: Takumi era così genuinamente ed involontariamente fastidioso che il saperlo muto e fermo non poteva che preoccuparla.

   Si costrinse a fare capolino da un lembo della pesante coperta invernale. «Che hai?»

   Le iridi azzurre del giovane si posarono timidamente su di lei. «Tu credi che il primo sogno dell'anno sia premonitore?»

   «Ma che ne so...» sospirò Akira, di nuovo innervosita per essersi messa in agitazione per quella che alla fine era risultata essere una sciocchezza.

   «No, perché se lo fosse, sarebbe... preoccupante...» rifletté a mezza voce l'altro, non del tutto convinto di aver usato la parola adatta per definire quanto aveva visto nei suoi viaggi onirici.

   «Hai sognato che tua sorella sposava qualcuno che non eri tu?»

   «Akira-kun!» la rimbrottò seriamente stizzito, il viso rosso. Sbuffò. Possibile che continuasse ad avere quella considerazione di lui? «Fammi posto» le ordinò all'improvviso.

   «Eh?»

   «Spostati» ripeté, sedendosi sul bordo del materasso e spingendola verso la parete a cui era accostato il letto per potersi così cacciare sotto le coperte anche lui per pura vendetta.

   «C-C-Che diav...?!» annaspò Akira, troppo basita per avere una qualche reazione. Un attimo dopo si ritrovò con la schiena poggiata contro l'intonaco freddo del muro ed un intruso nel letto che adesso le dava le spalle e le rubava gran parte della trapunta. Con il cuore che le batteva in petto come un tamburo, la kunoichi ringraziò il buio della stanza che l'aiutava a nascondere il rossore sulle gote. Quando però si rese conto di avergli obbedito come una moglie devota, anziché protestare e cacciarlo a calci fuori dal letto, masticò un'imprecazione. «Takumi!» sbottò rumorosamente, ormai del tutto sveglia, assestandogli una pedata sul fondoschiena che quasi gli fece perdere l'equilibrio. «Scendi immediatamente!»

   Lui si aggrappò al bordo del materasso con tutte le sue forze. «Mi fai cadere, così!»

   «E' proprio quello che voglio, idiota!» Akira quasi gli fece un applauso per il grande acume. Afferrò il cuscino ed iniziò a colpirlo ripetutamente sulle spalle e sul capo. «Non si scherza in questo modo!»

   «Ma hai cominciato tu!» rise il suo amico, rinfacciandole il torto e cercando di resistere strenuamente a quella tortura.

   «Imbecille» concluse comunque lei, dandogli un'ultima cuscinata sul naso.

   Parvero calmarsi. Poi Akira si issò a sedere sui talloni, pronta a scavalcare il ragazzo.

   «Dove vai?» chiese questi.

   «In bagno. Entra anche lì, e ti cambio i connotati» lo minacciò, tornando a farlo ridere.

   Il trillo di un cellulare fece sobbalzare entrambi.

   «Onee-chan!» scattò subito Takumi, senza pensare al fatto che, muovendosi repentinamente prima ancora che Akira avesse messo i piedi in terra, avrebbe senza dubbio procurato una bella caduta alla fanciulla.

   Perdendo infatti l'appoggio sul materasso per il brusco movimento, quest'ultima si appigliò alla maglia del coinquilino, anch'egli in precario equilibrio. Lo trascinò giù con sé e si ritrovarono per metà in terra e per metà con le gambe ancora sul letto, lui su di lei.

   Comprendendo subito la situazione, Takumi tentò di puntellarsi su uno dei gomiti per liberare l'amica da quella imbarazzante situazione; ma quando si sollevò dal suo petto e alzò lo sguardo su di lei, la trovò per nulla arrabbiata come invece si era aspettato. Rimase fermo nel tentativo di scorgere l'espressione confusa del suo volto, quasi invisibile per via del buio eppure troppo vicino per non avvertirne il respiro sulla pelle.

   «... Il... bacio... del sogno...» la sentì bisbigliare come fosse stata in trance.

   Il cellulare di Takumi, ormai dimenticato, smise di squillare.

   Nessuno dei due si mosse per diversi istanti.

   «... Akira... -kun?»

   L'avviso di un sms ruppe l'incanto, e Akira finalmente si rese conto di quanto appena detto. Si portò di colpo le mani davanti alla bocca, forse timorosa che qualcos'altro potesse sfuggirle, ed il suo viso si imporporò di nuovo per la vergogna.

   Lo sguardo di Takumi si raddolcì. «A quanto pare... abbiamo fatto lo stesso sogno, stanotte...» confessò, condividendo così l'imbarazzo di lei e lasciandola più spiazzata di prima. Si tirò quindi su a sedere per liberarla dal suo peso, e si diresse al di là delle tende, verso la sua scrivania, dove aveva lasciato il cellulare.

   «Che nervi... hanno sbagliato numero...» si lamentò quando controllò il display. «Ma si può svegliare una persona alle sei del mattino per dirle che stanotte ha sognato il Fujiyama[2]

   «Perché...» udì la voce malferma di Akira alle sue spalle, «...farlo per un appuntamento che avrà luogo quattro ore dopo, ti sembra meno assurdo?»

   Cancellato il messaggio dal cellulare, il giovane tornò a sbirciare in direzione dell'amica, ora seduta sul letto nella speranza di riprendere padronanza di sé. «E' che speravo indossassi il kimono.»

   La fanciulla si volse a fissarlo in malo modo. «Sei scemo?» gli chiese senza tanti peli sulla lingua, come al solito.

   «Nel mio sogno lo indossavi» le spiegò allora l'altro, serafico.

   Akira parve andare di nuovo a fuoco per il rossore. «Questo dimostra che non è un sogno premonitore» ribatté stizzita, alzandosi per andare a chiudersi frettolosamente in bagno.

   Takumi rise per la terza volta da che aveva aperto gli occhi, quella mattina: l'anno nuovo era cominciato in modo decisamente divertente.


 

[1] “Hatsuyume” è il primo sogno dell’anno.

[2] Se durante la prima notte dell’anno si sognano il Monte Fuji, una melanzana, l’alba o un falco, significa che il nuovo anno sarà fortunato.












Rieccomi finalmente con qualcosa di più leggero. So che non ne potete più delle mie storie, visto che sono monotematiche, ma l'ispirazione mi suggerisce questo, non posso farci nulla. Avendo però appena finito di vedere il terzo ed ultimo episodio di Mai-Otome S.ifr, non escludo di potermi sbizzarrire anche con questa serie, visto che adoro un po' tutti i personaggi (a parte le tipe del Garderobe, quindi prima o poi mi sa che scriverò una storia in cui lo demolirò... salvando però Miss Maria, che è la mejo).
Tornando a noi, ho presentato questa shot come una What if? perché non rispetta la time-line dell'anime. E poi anche perché c'è un altro dubbio che mi assilla e che però non vi farò presente: se lo notate, bene; se no, meglio ancora. XD
Come sempre, ringrazio coloro che leggono, le mie beta NicoDevil e AtlantisLux, Chiarucciapuccia che mi ha lasciato una recensione alla scorsa fanfic sul manga di Otome, e Hinata_chan che mi ha esposto i suoi commenti in separata sede.
Se credete possa tornarmi utile la vostra opinione su ciò che scrivo, al fine di aiutarmi a migliorare, vi prego di lasciarmi due righe, foss'anche per e-mail. ^^
Shainareth





  
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