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Autore: lullublu    16/01/2015    0 recensioni
Era una giornata piovosa in Culonia, ed un vecchio di nome Ponda se ne stava annoiato sulla sua sedia di vimini a sfogliare il suo vecchio diario.
Tanti anni, ormai erano passati da tutte le storie che teneva annotate, appunti di giorni ormai lontani.
Credeva che null'altro gli sarebbe potuto succedere, ne aveva passate di cotte e di crude nella sua lunga vita ed ormai, era quasi giunto al termine.
Non sapeva però, che presto avrebbe affrontato la sua ultima grande sfida.
Genere: Azione, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Ryouta Kise, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: Cross-over, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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le avventure di Ponda 2 "Visto che sono così importante da essere ruolato da due persone diverse consecutivamente, dovrei guidare io la jeep-giallacchi"  disse Kise in tono contento, subito dopo aver chiesto se c'era qualcuno che sapesse guidare.
Gli altri si guardarono un po' indecisi, non credevano che affidare la guida a Kise fosse una buona idea.
Fu Kuroko a farsi avanti e dargli il suo appoggio: "Mi fido di te, Kise-kun. Per favore, non ucciderci tutti".
Visto che nessuno voleva comunque muoversi, Ponda li caricò tutti in macchina.
Le portiere dell'auto si richiusero ed il modello biondo riuscì a mettere in moto il veicolo.
Stranamente, le chiavi erano già inserite, come se qualcuno volesse che la jeep gialla venisse usata proprio da loro.
Come aveva detto Ponda.
"Pondacchi, dove dobbiamo andare-ssu?" chiese Kise.
"Andiamo a scoprire perchè mi hanno congelato".
I nostri poco adatti eroi partirono verso il liceo che Ponda e Su-san avevano frequentato da ragazzi: il Palazzi.
Ma qualcuno non voleva che arrivassero sani e salvi.
Da dietro la jeep gialla, comparve una pelata.
Ponda riconobbe subito quella testa, era un suo ex-professore di nome Aldo.
"P-A-P-P-A-G-A-L-L-O  C-O-L-O-R-A-T-O".
Il suo sorriso inquietante, unito alla sua mancanza di capelli, rendevano il professore un nemico temibile.
"Buongiorno prof. ...ma se io sono vecchio, lei non dovrebbe essere morto?" osservò Ponda.
"Ho venduto la mia anima e i miei capelli a..."
"Al diavolo?" chiese Kuroko.
"No! A Scotto" esclamò Aldo.
Scotto era una persona molto malvagia, non si sapeva molto su di lui e sul suo maligno assistente Cesco, si vociferava che fossero demoni usciti dagli inferi, e che lavoressero per i produttori di carta.
"Quindi ora sei cattivo" ammiccò Su-san completamente a caso.
Aldo estrasse dei pennelli dalle tasche e li lanciò contro il gruppo come fossero degli shuriken.
Un pennello scompigliò la perfetta capigliatura di Kise che seccato disse: "Aldocchi, non rovinare la mia bellissima acconciatura".
Aomine, tempestivamente afferrò il volante che Ryota aveva lasciato per pettinarsi i capelli mentre si guardava dallo specchietto retrovisore.
La jeep sbandò e quasi Aldo cadde, ma puntando i suoi pennelli contro la portiera, riuscì a rimanere aggrappato.
Daiki continuò a guidare velocemente, cercando un modo per sbarazzarsi del professore.
"Tetsu! Abbiamo bisogno di te, confondilo!" chiese alla sua ombra, ma prima che Kuroko potesse intervenire, Kise pensò di fare la sua parte.
"Ci penso io! Quanto fa 3x3+3?".
"DO-DI-CI" rispose il pelato con la sua voce inquietante.
Alzò la mano armata di pennello e pugnalò Kasamatsu, uccidendolo sul colpo.
Il capitano del Kaijou esalò l'ultimo respiro e Ponda, da buon leader quale non era, pronunciò delle parole in suo onore: "Meno uno...vabbè, era poco importante".
"SENPAAAAAAAAAAI" urlò Kise piangendo.
Le sue lacrime, come cristalli lucenti scivolarono sul corpo inerte di Kasamatsu.
I capelli biondi s'illuminarono divenendo ancora più lisci e setosi.
Grazie alla sua disperazione, Kise divenne potentissimo e in un solo colpo riuscì a sconfiggere Aldo.
Poco dopo, ritornò ad essere il solito Kise, e per tutto il resto del viaggio si mise a piagnucolare.

Arrivarono ad un autogrill e la jeep si fermò.
"Mi è venuto il mal di testa! Stupido Kise" si lamentò Aomine picchiando il diretto interessato.
Ponda prese le redini della situazione.
"Tu, tizio abbronzato vai a fare benzina. Anna, fai una foto ricordo. Tizio invisibile sbarazzati del cadavere senza farti notare. Su-san, dammi un bacio ed andiamo a fare scorte di cibo!".
Kise, sentendo che non aveva ricevuto nessun ordine, decise di copiare Kuroko e sbarazzarsi del corpo del suo senpai.
Ma, non avendo il dono della misdirection, subito venne scoperto da due poliziotti che passavano di lì.
"Sono appena ritornato dal Giappone e mi hanno fatto poliziotto" disse contento il poliziotto di nome Alessandro.
Aveva un aspetto decisamente tamarro con la sua abbronzatura arancione e le pacchiane collane che portava al collo.
L'altro poliziotto, invece era alto ed aveva i capelli rossi con delle ciocche nere alla base, si chiamava Kagami Taiga.
Stava pensando a che razza di collega gli fosse capitato, quando vide una figura fastidiosamente familiare.
"Ma quello è Kise!".
Il biondo, vedendo Taiga, sorrise contento e senza pensare che fosse un poliziotto, lo salutò.
"Ciao Kagamicchi! Dammi una mano, il senpai ha bisogno di essere buttato nel cassonetto più vicino" e nel dire quelle parole, ricordò che Kasamatsu era morto e la sua guancia perfettamente curata venne bagnata da una patetica lacrimuccia.
Il rosso osservò meglio il corpo che il modello stava trasportando e si allarmò.
"Quello è il tuo capitano o sbaglio? ...Ma è morto!".
"Il senpai si è sacrificato coraggiosamente" mentì Kise.
"Per quanto mi faccia schifo la prospettiva, credo di doverti fare alcune domande" disse Kagami.
E con suo grande stupore, vide il viso del biondo, un attimo prima triste, illuminarsi e tornare sorridente.
"Annacchi, Kagamicchi mi vuole fare un'intervista. Immortala il momento".
A quanto pareva, non aveva capito granchè, come al solito.
Intanto, Kuroko approfittò di quel momento di distrazione da parte di Kagami per far sparire il cadavere.
Nessuno mai ritrovò il corpo di Kasamatsu.
                                                                                                        ***
All'interno dell'autogrill, nel reparto cibo, la mente di Su-san era attraversata da un grande dubbio.
"Ponda, abbiamo un tizio di colore. Pensi che posso prendere i Ringo, o sono volgare?".
"Sì, ma prendili alla vaniglia" gli rispose Ponda "Io intanto prendo da bere" disse, afferrando una bottiglia di Negroni.
"Kise mi ha detto che mangia solo probiotico, cosa gli prendo?" chiese ancora Su-san.
"Prendigli un Mellin".
"Ok, manca qualcosa per Anna e penso che prenderò uno yogurt per me".

Intanto, Aomine...
"E a me il lavoro più noioso, che palle!".
Il benzinaio, che era un napoletano si girò verso Aomine.
"We, ma tu si chillu guaglion di Kuroko n'Baskèt?" gli chiese, riconoscendolo.
Il moro, che anche se quasi nessuno ne era a conoscenza, era anche lui di origini napoletane.
Sua madre infatti, la signora Carmela, aveva abitato nei quartieri spagnoli fino a quando non si era sposata, trasferendosi poi in Giappone, dove era nato Aomine.
Da piccolo Daiki andava in vacanza dai suoi nonni a Napoli, quindi conosceva alla perfezione il dialetto, si poteva quasi dire che fosse la sua seconda lingua.
"Song propr ih. I m' batt sul'ih" rispose a tono.
Ma la sua citazione preferita, non rendeva molto bene in napoletano,ed infatti, il benzinaio fraintese.
"Ma truovt na' bella guaglion. Pervertito!".

E nel mente, Kagami, insieme al suo inutile collega Alessandro. trascinò Kise in centrale.

"Ho preso Ringo per tutti!" affermò Ponda, ritornando vicino alla jeep gialla.
C'erano quasi tutti, quasi.
"Ma Tetsu dov'è?" chiese Aomine.
"In centrale" rispose Anna col suo tono candido.
"Anche Kise?" domandò Su-san "ha dimenticato gli occhiali da sole!".
"E anche gli smalti!" fece eco Ponda, nascondendo le proprie unghie smaltate.
"Non che me ne importi di Kise... ma andiamo a recuperare Tetsu" disse Aomine, improvvisamente combattivo.
Ma Ponda, era stanco di perdere tempo.
"Aspetta. Siamo partiti per una ragione, non possiamo stare dietro a tutti i  morti e i dispersi".
Quelle parole, fecere arrabbiare Daiki che in uno scatto d'ira afferrò il vecchio Ponda  per il colletto della maglia e lo strattonò con forza.
"Portaci in centrale o ti ammazzò!" gli ringhiò contro.
"Non picchiare il mio Ponda!" intervenne Su-san.
Probabilmente sarebbe iniziata una rissa in piena regola, se la persona più calma e ragionevole di quello strambo gruppo, non fosse intervenuta proprio in quel momento a placare la situazione.
"Calmatevi tutti. Andiamo in centrale e poi proseguiremo" disse Anna.
Tutti si bloccarono a quelle sagge parole.
"Hai ragione!" disse Ponda.
E così dicendo, rientrarono in macchina per dirigersi in centrale.





  
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