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Autore: greenapples    18/01/2015    1 recensioni
«Sei sicuro di volerla trovare?» chiese Josh, in attesa di una risposta.
«Sì, Josh, non capisci. Lei è diversa, quella giusta. Devo assolutamente ritrovarla.»
«Allora c'è solo un modo: devi baciare le tredici ragazze sulla lista e capire qual è quella che cerchi.»
«E' un'idea stupida, ridicola e senza senso... ma è pur sempre un'idea.»

-
Se Hallie non avesse deciso di uscire per la prima volta e di baciare uno sconosciuto proprio quella sera, forse l'introverso George non avrebbe mai trovato un pretesto per cui alzarsi ogni mattina.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Shelley, Jaymi Hensley, JJ Hamblett, Josh Cuthbert, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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«Mi chiamo Riley, molto piacere.» disse lei, accompagnando la sua frase con una risatina.
Aveva i capelli rossi che portava sciolti da un lato e gli occhi che non si capiva bene se fossero azzurri o verdi, ma erano comunque molto belli ed espressivi. Era inutile dire che Hallie si sentisse in imbarazzo, stretta nei suoi jeans scuri e la sua maglietta nera, costretta a guardare il ragazzo che le piaceva baciare dolcemente Riley sulla guancia, che invece portava un vestito blu svolazzante e aveva un corpo mozzafiato.
I due si accomodarono davanti a lei, e Hallie spostò i piedi perché George potesse mettere i suoi senza pericolo d’intralcio. Laine, seduta vicino ad Hallie, non sembrò notare tutto questo disagio e salutò Riley e George come se niente fosse.
«Allora, cosa ci siamo persi?» chiese lui, di evidente buon umore.
«Non molto, a dire la verità, solo un signore che nell’uscire è andato a sbattere contro la porta.» rispose Jaymi che aveva riso per dieci minuti buoni quando il povero signore era uscito dal ristorante.
In quel momento arrivò il cameriere e i ragazzi ordinarono delle pizze con svariati condimenti.
«Che schifo la pizza con i peperoni.» disse June a JJ, che come risposta le fece la linguaccia.
Laine aveva preso ad accarezzare la schiena a Josh che si girò per baciarla, e Hallie rabbrividì inaspettatamente a quella visione. Se solo avesse potuto teletrasportarsi nel letto di casa sua ne avrebbe sicuramente approfittato.
Proprio in nel momento in cui stava per congedarsi per andare in bagno, fingendo di doverlo veramente usare per scopi utili, le arrivò un messaggio. Stupita, dato che nessuno la cercava mai se non per chiederle di copiare i compiti, tirò fuori il cellulare.
 
Da: Dylan. Ore: 8.47
Ciao Hallie! Sono Dylan, il ragazzo che hai conosciuto in campeggio quella volta che pioveva un sacco e ti ho ospitato nella mia tenda. Volevo solo dirti che ho letto l’articolo che Bonnie mi ha mandato via mail che ha pubblicato sul giornale della sua università e sono rimasto sconvolto, mi aveva raccontato qualcosa ma non credevo che la situazione fosse così complicata. Mi sono informato e ho scoperto delle cose interessanti, ti va se una volta ci vediamo e ne parliamo?
 
A: Dylan. Ore: 8.51
Dylan! Come stai? Sì, la situazione è più complicata di quello che sembra e sì, certo che mi va di sapere cosa hai scoperto! Ma non tenermi sulle spine, dimmi qualcosa adesso… sono ad una cena e farei di tutto pur di distrarmi.
 
Da: Dylan. Ore: 8.58
Ahaha d’accordo allora. Intanto sapevi che Bianca Bellwood è stata arrestata? Hanno scoperto che è stata pagata da uno studente che si chiama Jack per disattivare lei stessa gli archivi elettronici con le vostre iniziali, poi per fortuna è intervenuta la preside originale che è tornata dalle vacanze e ha recuperato gli archivi cartacei e ha messo fine a quella baggianata.
 
A: Dylan. Ore: 9.00
Non ci credo! E come mai nessuno sa ancora niente di questa storia?
 
Da: Dylan. Ore: 9.03
Nessuno vuole coinvolgere così tanti studenti, ci sarebbero un milione di persone da intervistare e soprattutto la vostre preside non ha assolutamente voglia di aumentare le brutte voci che circolano sulla vostra scuola.
 
A: Dylan. Ore: 9.05
Sono sicura che tante di quelle brutte voci siano vere. Insomma, la nostra scuola non è mai stata ben vista, sia per la zona della città, che per la gente, e anche per queste tipo di situazioni che non potevano capitare da nessun’altra parte se non da noi.
 
«Hal, vuoi smetterla di fare l’asociale?», chiese Laine, costringendo Hallie ad alzare la testa di scatto.
«Eh?» chiese lei confusa. Era appena stata informata su notizie sconvolgenti e per un momento si era sconnessa dal mondo.
«Riley ti ha fatto una domanda.» le disse l’amica sottovoce.
«Ovvero?» chiese Hallie, non ancora pienamente cosciente di quello che la circondava.
«Se sei stata promossa.» continuò a sussurrare Laine.
«Sì, promossissima.» rispose Hallie ad alta voce, incrociando lo sguardo con quello di Riley. Lei le sorrise. «Meno male.»
Hallie le sorrise brevemente e anche falsamente, prima di riportare gli occhi sull’aggeggio elettronico che teneva fra le mani che intanto aveva ripreso a vibrare, segno che Dylan le aveva risposto.
 
Da: Dylan. Ore: 9.07
Già, ma non possiamo aspettarci nulla di buono da una scuola che a quanto pare è il regno dello spaccio. Io e te non ci siamo mai incrociati però, e non è un posto enorme.
 
Hallie sorrise. Non sapeva se dirgli o no che le classi che aveva scelto lei erano di una noia infinita e non era affatto sorpresa del fatto che le frequentasse chiunque avesse una vita sociale. Alla fine optò per fargli sapere con che genere di persona noiosa stava avendo a che fare.
 
A: Dylan. Ore: 9.08
Probabilmente tu fai delle classi divertenti tipo ceramica o scrittura creativa, o magari sei un tipo sportivo che fa ginnastica. Io frequento corsi intelligenti tipo matematica e storia avanzata come divertimento quotidiano, non sono stupita del fatto che non ci siamo mai incontrati.
 
Da: Dylan. Ore: 9.09
Mi stai forse dicendo che sono ignorante?
 
A: Dylan. Ore: 9.11
Ahaha no, affatto. Sto dicendo che non hai una madre che è una pressa e ti costringe a fare materie noiose.
 
Da: Dylan. Ore: 9.12
Mh, okay. Comunque hai indovinato… ginnastica e ceramica sono alcune delle mie materie preferite. Anche teatro mi piace.
 
A: Dylan. Ore: 9.14
Davvero? Teatro è l’unica materia che ho potuto scegliere. Io adoro Mrs. Briggs! Anche se teatro alla prima ora è una fatica…
 
Da: Dylan. Ore: 9.15
Alla prima ora? Ma allora fai teatro avanzato, io sono alla quarta e sono con quelli del primo anno e non facciamo nulla ahaha
 
A: Dylan. Ore: 9.15
...ti odio ufficialmente.
 
«Cosa ridi?», chiese Laine. «È un quarto d’ora che stai lì a ridertela, se continui a fare così Riley crederà che la stai evitando.»
«Oh, e non vogliamo che questo succeda, vero?» sussurrò Hallie, così che l’amica non potesse sentirla.
«Che hai detto?»
«Niente. Va bene, ma che vuoi che le dica?»
«Ma che ne so… che ti piacciono le sue scarpe, il suo rossetto, inventati qualcosa!» la spronò Laine, congedandola poi con un gesto della mano, per tornare a parlare con Josh.
Riley stava sorridendo a George, e quella visione fece venire la nausea a Hallie, che quasi non riuscì ad aprire bocca per dire una semplice frase. «Belle scarpe, b-bel r-rossetto.» balbettò, indicando le labbra di Riley in maniera inquietante.
La rossa però non sembrò notarlo e le sorrise riconoscente.
«Mi piace molto la tua maglietta.»
Hallie spostò lo sguardo sullo straccio nero che portava indosso, e si chiese se potesse anche solo essere classificato come maglietta. Probabilmente no, ma sorrise comunque per lo sforzo di Riley nel complimento.
Era una situazione talmente imbarazzante che l’avrebbe potuta trasformare in uno sketch comico, solo che in quel momento non rideva nessuno. Non sapendo cosa fare, Hallie abbassò nuovamente lo sguardo per vedere se Dylan le avesse scritto qualcosa.
 
Da: Dylan. Ore: 9.20
Ahaha no che non mi odi. Allora, domani sei libera?
 
A Hallie si strinse un pochino la gola; non sapeva cosa doveva rispondere.
 
A: Dylan. Ore: 9.22
Certo che sì.
 
Da: Dylan. Ore: 9.23
Alle undici alla pineta?
 
A: Dylan. Ore: 9.24
Va bene! Devo andare adesso, sono a una cena, ci vediamo.
 
Da: Dylan. Ore: 9.25
A domani!
 
Non doveva veramente da nessuna parte, ma gli sguardi acidi da parte di Laine la stavano sciogliendo e da un lato sapeva di star facendo la maleducata, ma non c’era nulla che nessuno potesse fare per farla sentire a suo agio in quella situazione. La pizza ormai le si era raffreddata davanti al naso, tutti avevano ormai finito, mentre la sua pizza fredda era ancora intatta lì sul tavolo. Ma nel guardare la sua triste pizza intoccata le venne un’illuminazione: stare mare per George e Riley era la cosa più stupida che le fosse mai capitata. Cos’era stare male per un ragazzo qualunque in confronto ai veri problemi che affrontava la gente ogni giorno nel mondo?
Hallie rimase talmente folgorata da quel pensiero che lasciò dei soldi sul tavolo per pagare la cena, si alzò in piedi, e scusandosi con tutti, uscì dal ristorante. 
«Mamma mi ha appena chiamato e devo andare a casa subito!» esclamò di fretta. Tutti conoscevano la madre di Hallie, e se chiamava, bisognava rispondere immediatamente. Hallie la usava di rado come scusa, ma le era sembrata una genialata in quel momento. Prese il telefono in mano e chiamò Dylan.
«Ehi, io sono libera anche adesso, tu puoi scendere?»
Hallie sapeva dove abitava Dylan a causa di una conversazione molto imbarazzante avvenuta in campeggio. Dylan le aveva raccontato di come dalla sua finestra potesse spiare la ragazza che le piaceva andare a correre al parco. Hallie aveva riso come una matta a quell’affermazione, ma il ragazzo ne sembrava piuttosto imbarazzato. Si era giustificato con un “a quattordici anni gli ormoni fanno brutti scherzi”. “Eh già, gli ormoni…” aveva risposto Hallie, continuando a ridere.
Si trovava proprio di fronte al parco, e l’unica casa che pareva abitabile doveva essere quella gialla. Non era troppo grande, ma decisamente non piccola quanto quella di Hallie, e il tetto era di un rosso mattone sbiadito.
«Certo, sono appena tornato dal bowling. Sono sotto in un attimo.»
Hallie si avvicinò alla casa gialla e attese che Dylan arrivasse. Per un nanosecondo pensò di aver fatto una cavolata enorme nell’aver lasciato i suoi amici al ristorante e poi aver chiamato Dylan un po’ a caso. Però non avrebbe potuto resistere un altro secondo seduta di fronte a Riley. Insomma, come poteva Laine non capire che la metteva a disagio. Oltre ad essere bellissima, si era rivelata anche molto intelligente, senza contare che George era innamorato di lei dall’era dei tempi, e che le aveva perdonato un tradimento, un trasferimento e quant’altro.
«Credevo che tu fossi a una cena…», disse una voce che scendeva le scale.
«E io credevo che tu fossi a casa a poltrire, e invece scrivevi a me invece di stare con i tuoi amici.» rispose Hallie, con gli occhi che cominciavano ad abituarsi al buio.
«Diciamo che non mi stavo divertendo.»
«Sì, ti capisco. Poi la pizza faceva schifo.»
Dylan rise, e si passò una mano fra i capelli. Proprio nel modo in cui lo faceva George, e Hallie glielo stava quasi per dire, ma poi cambiò idea.
«Allora, io non ho molta voglia di parlare di cose tristi perché la cena mi è già bastata per la depressione di un mese intero, quindi possiamo fare qualcosa che non sia parlare del furto a scuola o di qualche altra cosa dolorosa?» chiese Hallie, più affermando che domandando in realtà.
«E io che stavo quasi per chiederti di Laine.» ribatté Dylan scherzoso.
La mora gli diede un colpetto con la mano sul braccio, spingendolo amichevolmente. «È felicemente fidanzata, grazie. Adesso cambiamo argomento.»
«Beh, io conosco un locale giusto qui dietro dove possiamo andare quando inizierà a piovere.»
«Piovere?» domandò Hallie confusa.
«Tu fidati.»
Proprio in quel momento, un gocciolone enorme cascò sul naso della ragazza, che fece una smorfia.
«Okay, ma facciamo in fretta che ho sete.»
Si accorse di non aver toccato né cibo né acqua al locale, e cominciava a sentirne le ripercussioni.
Dylan sorrise nuovamente. Sembrava che sorridere fosse quello che faceva di mestiere. Stando con lui, Hallie non aveva voglia di parlare di cose tristi, né sentiva il bisogno di sfogarsi parlando di George, o di sua madre, o di qualunque altra cosa.
Entrarono nel locale e subito furono investiti da un’aria asciutta e calda. I due si avviarono verso il bancone, e Dylan ordinò due drink.
«Giusto perché sembra che tu abbia avuto una giornata no.» spiegò, porgendole una bevanda verde, che era molto forte, ma era comunque molto buona.
Quella era la seconda volta che beveva in tutta la sua vita, dopo quello che era successo quando aveva bevuto in discoteca con Laine aveva detto basta agli alcolici, ma le pareva maleducato rifiutare l’offerta di Dylan.
«Anche la mia giornata ha fatto schifo.»
«Davvero?»
Dylan cominciò a parlare di molte cose, della scuola, dei suoi genitori, dei suoi fratelli, dello sport, di ragazze, e Hallie non si perse nemmeno una parola del suo discorso. senza accorgersene i due avevano cominciato a scolarsi un drink dopo l’altro e ben presto non riuscivano a dire nemmeno una parola che scoppiavano a ridere. Hallie si sentiva bene, e la risata di Dylan era genuina, e si rese conto di quanto fosse fortunata Laine ad avere due ragazzi dalla personalità magnifica che gli andavano dietro. Ovviamente, Hallie pensò di dirlo a Dylan dato il suo stato mentale.
Il ragazzo in risposta cominciò a ridere. «Non puoi mettermi allo stesso livello di Josh, dai, le mie battute fanno molto più ridere, e poi tratterei Laine molto meglio di come la tratta lui. George è solo uno stronzo per non volerla.»
«George?», chiese Hallie. «Non stavamo parlando di Josh?»
«Eh, cos’ho detto io?» rispose lui, strascicando molto le parole. Hallie si lasciò andare in una risatina e batté la mano sul bancone.
«George… hai detto George!»
«Ah, beh, anche lui è uno stronzo patentato. Si rimette con Riley quando sei tu quella con cui dovrebbe stare.»
Hallie era sempre più confusa, così Dylan si spiegò. «Ho visto come lo guardi, fatto sta che ti meriti di meglio.»
«Lo so, credimi. Per questo ho deciso che ho chiuso con lo starci male per lui.» disse convinta Hallie.
«Sono contento per te, davvero, buon per te, davvero.»
La ragazza aveva l’impressione che Dylan non sapesse più nemmeno cosa stesse dicendo, così decise di chiamare un taxi che li portasse a casa. Non avrebbe lasciato che qualcuno di sconosciuto la trascinasse fuori dal locale, dato che Dylan sembrava stare peggio di lei.
«Ho dimenticato le chiavi.» disse, una volta sul marciapiede, mentre aspettavano il taxi. Si ricordò che sarebbe dovuta andare a dormire da Laine, ma era decisamente troppo tardi per chiamarla o per presentarsi a casa tua, senza contare che probabilmente era andata da Josh approfittando dell’assenza di Hallie.
Si sbatté una mano in testa e poi si sedette su uno scalino, che era ancora bagnato per la pioggia che aveva smesso solo poco prima.
Dylan era in piedi, con la testa appoggiata a un palo della luce.
«Puoi venire da me se vuoi. I miei sono in Grecia per almeno un altro mese, e Lucy e Bryan sono dalla nonna finché i miei non tornano, giusto se avevi paura che qualcuno potesse vederti in casa mia.»
«Grazie… sei sicuro?»
Dylan le fece vedere il pollice rivolto verso l’alto. Poco dopo si ritrovarono nel taxi, ma Hallie si ricordò molto poco del tragitto e della casa di Dylan.
Quando si svegliò però, aveva un mal di testa che era uno di quelli che non è facile da dimenticare.




_____



Ciau melinde!
Non mi odiate, non mi uccidete. Sto facendo il semestre negli stati uniti ed EFP non l'ho cagato neanche per scherzo.
Vi adoro, non mi ammazzate.

Baci,


Apple.

 

 
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«No, davvero. Sto dicendo la verità. E non ridere!»

 
   
 
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