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Autore: satakyoya    18/01/2015    0 recensioni
Ebe, una ragazza angelo, e Pan, un ragazzo demone. Lei del PARADISO e lui dell'INFERNO.
Dei pretendenti per i due protagonisti. Pretendenti non desiderati ma costretti a dimostrare il loro amore davanti a tutti e tutto.
due destini che si uniscono, una maledizione che rischia di dividerli. uno scontro che cercherà di unire i due mondi.
Ce la faranno nella loro impresa??? E poi, riusciranno a vivere insieme o saranno condannati a restare divisi da una forza superiore?? Chi sarà questa forza superiore?
Lo scoprirete solo leggendolo e se vi piace recensite!!
Genere: Romantico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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La mattina seguente mi svegliai alle 8:00. Non riuscivo a dormire ero troppo felice e ansiosa che arrivassero le 18. Feci la doccia e ci impiegai circa quaranta minuti. Ero un continuo canticchiare. Una volta uscita mi vestii e aprii la porta con tutta calma. Appena aprii la porta vidi mia madre tutta indaffarata.
“Ma che fai ancora lì, tutta tranquilla! guarda che c’è Pan che ti aspetta giù!”
“Ma che ore sono?” gli dissi con tutta calma.
“Le 9:00. E smettila di essere così tranquilla!!!! Sbrigati e vai a salutarlo!”
“Grazie di avermi avvisato.” Feci un attimo di silenzio e poi dissi: “Ah, una cosa: lui resta a casa nostra tutta la giornata.” Corsi il più velocemente possibile alla mia camera, aprii la porta, tirai fuori il libro delle leggende da sotto il letto e lo appoggiai sul letto. Poi corsi con tutta fretta per il corridoio, feci le scale e arrivai in soggiorno. Era una stanza molto larga con un mobile e sopra il televisore, un divano e due scaffali pieni di libri di varia cultura. Lui era lì sul divano, ancora non mi aveva visto. Io ero vestita con la tuta e le ciabatte. Feci appena in tempo a fare due passi prima che lui si girasse verso di me e mi dicesse qualcosa:
“Buongiorno amore, buona Vigilia.” Io mi misi una mano fra i capelli e con un sorriso gli dissi: “Buongiorno, come mai sei venuto cosi in anticipo?”
Lui si avvicinò a me in silenzio e poi mi disse: “Perché non ce la facevo più ad aspettare.”
Io diventai tutta rossa. Lui mi prese la mano e me la baciò. A quel punto io gli presi il polso sinistro e lo tirai fino alla mia camera.
“Che fai! Dove mi porti? Perché tutta questa fretta?”                                                                          
“Tu seguimi  e stai zitto! Ti porto in camera mia, dobbiamo parlare di una cosa importantissima!!!”
“Ok. Ma… Di cosa si tratta?” aprii la porta e lo feci sedere sulla parte in fondo al mio letto. Io mio sedetti dall’altra parte.
“Ora ascoltami attentamente. Ieri sera prima di addormentarmi ho appuntato su questo libro una storia che voglio assolutamente che tu guardassi. Apri il libro e leggi le cose che ho sottolineato.” gli ordinai io. Si intitolava ‘IL REGNO DEL PARADISO E DELL’INFERNO’ Lui aprì il libro e lesse la prima riga che era stata sottolineata.
Diceva così: ‘Questa storia narra del regno del PARADISO e dell’INFERNO, una volta uniti ma ora divisi. Ci fu una guerra nel tredicesimo secolo che divise i due regni.’ Si fermò un attimo guardandomi.
“Vai avanti.” Gli dissi io.
“Qui dice: ‘Ci fu una città chiamata Lato, aveva pochi abitanti. Una sera un’abitazione venne incendiata all’interno vi era una famiglia composta da cinque persone più due bebè. I bambini più grandi riuscirono a salvarsi e saltarono giù dalla finestra cadendo a terra sani, salvi e vivi grazie a due ali di colore bianco apparse loro sulla schiena. I due bebè che la madre aveva in braccio si chiamavano Pan e Ebe.’ Fantastico. Ma cosa c’entra questa cosa adesso?“
“Cosa c’entra? Cosa c’entra? leggi attentamente: ‘Ebe e Pan’. Non capisci che siamo noi! La leggenda parla di noi.”
Ci fu un attimo di silenzio poi. Mamma urlò: “Ehi, piccioncini! A tavola!!”
Andammo giù in cucina e ci trovammo davanti una tavola apparecchiata per cinque con 4 piatti pieni di spaghetti e un piattino di spaghetti per la mia sorellina. Mia madre mise mia sorella su un affare attaccato al tavolo, poi si sedette anche lei e mangiammo tutti. C’era anche mio papà.
“Buon appetito!!!” Disse Pan. E mamma rispose: “Anche a te!”
Quando finimmo mia madre tirò fuori il dolce dal frigo. Era una torta al cioccolato. Ne tagliò qualche pezzo e la distribuì.
“io no grazie. Sono già piena mamma.” dissi io.
“Allora ragazzo, cosa ti piace fare di solito? Da dove vieni esattamente?” chiese mio padre.
“Mi piace uscire con gli amici e viaggiare. Io abito qui vicino da due anni, ma in realtà io sono Pan degli Inferi.”
 Papà lo guardò in modo un tantino strano. Ci fu un po’ di silenzio. Poi io mi alzai da tavola.
“Scusate ma devo andare in camera. Non sto molto bene.” dissi io. Pan mi guardò poi si alzò anche lui.
“Ti ci porto io. Tranquilli signori, veglierò su di lei.” Disse lui. Poi mi mise un braccio dietro la schiena e con l’altro sollevò le gambe. Mi portò così in camera, accese la luce e mi fece coricare su una parte del letto. Lui prese una sedia e si mise vicino a me. Io dopo un po’ mi addormentai, o almeno feci finta. Sentii lui togliersi le scarpe, girare intorno al letto e coricarsi vicino a me. Io ero tutta rossa. Rimase lì un pochino, poi si alzò a prendere il libro delle leggende e si ricoricò a fianco a me.
Mi svegliai che erano le 16:00. E lo vidi che continuava a leggere attratto dalla leggenda.
“Hai ragione, siamo proprio noi. Qui dice che una volta ogni mille anni vicino ad un lago viene aperto un varco per cui se lo si attraversa si arriva nel regno dell’INFERNO. E il lago si chiama Lago Oscuro.” Disse Pan.
“Beh, che aspetti ad andare da tuo padre che non vede l’ora di vederti!”
“Beh, allora vuol dire che verrò con te e il cugino di Imeneo. Però vorrei che venisse anche Clio con noi.”
“Sì! Così si ragiona! :) Non vedo l’ora di partire! Ok, allora verrà anche Clio.” Disse lui con espressione estremamente felice.
Arrivarono le 7 di sera ed era l’ora di cena. Arrivò mia madre in camera mia e disse: “Ehi, ragazzi è ora di cena! Venite giù!”
“Arriviamo mamma!!” esclamai io con tutta la voce che avevo.
Misi il libro delle leggende sotto il letto, presi per mano Pan e poi andammo giù insieme.
Arrivammo in cucina e c’era il pollo con patatine. Sbuffai una volta prima di iniziare a mangiare. Non avevo molta voglia di pollo ma lo mangiai lo stesso per non litigare con mamma.
Dopo cena andai all’entrata insieme a Pan, lui si mise le scarpe, mi baciò, mi salutò e se ne andò chiudendo il cancello dietro di lui.
   
 
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