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Autore: Lavi Bookman    18/01/2015    1 recensioni
Doveva essere una storia a caso, è diventata una grande cazzata.
Due amiche A CASISSIMO, MH-MH, vivono insieme, a Roma.
No, non ci provo neanche a scriverla un'introduzione per sta cosa. Renderebbe tutto troppo serio (...).
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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"Adottiamo un bambino."
Questa era la frase con cui quel giorno Rev aveva deciso di interrompere la logica sequenza di pensieri che avrebbe poi portato Rabi a fare qualsiasi cosa avesse intenzione di fare. Molto probabilmente dormire. O andare a sedersi sul divano con una birra.
"In Africa?"
Rabi alzò gli occhi verso di lei, allontanandoli dal display del cellulare. Era una cosa che capitava raramente ed in quei casi aveva senso sentirsi improvvisamente onorati della sua attenzione. Rev non capiva come non fosse ancora finita sotto una macchina, ma poi si ricordava che quanto meno aveva visto l'altra andare a sbattere contro ogni mobile della casa un'infinità di volte.
"Ma anche nelle favelas..."
"E lo portiamo qui?"
"... Che, vuoi lasciarlo a pascolare?"
In quel preciso istante Rabi si chiese se ci fossero delle favelas in Sardegna. Poi corruciò la fronte pensando di non dover fare discriminazioni. Rilassò i muscoli facciali rispondendosi che, beh, non aveva mica colpa se pascolavano pecore in Sardegna... Scrollò le spalle.
"No, ma magari volevi quella cosa a distanza."
"Quella cosa chiamata 'affidamento'?"
Non ricevette risposta.
"Oi, Rev, oggi andiamo a prendere le uova?"
"Da quando mangiamo sano?"
Altra scrollata di spalle.
La vide poggiare la propria guancia sulla mano, con il gomito a sua volta sulla superficie del tavolo.


"Rev, Rev, Rev, Rev!"
Probabilmente il tono nella voce con cui era stata richiamata all'ordine, o semplicemente il fatto che conosceva l'altra abbastanza da potersi permettere una manata in faccia preventiva, la fecero spazientire prima ancora di ascoltarla.
"Eh?"
"Ci sono casini!"
Avrebbe voluto risponderle che era ovvio fosse così, finché continuava a rendere la propria vita sentimentale pari a quella di un gigolò. Si limitò ad alzare un sopracciglio fissandola male.
"Che?"
"Ricordi di quella ragazza con c---"
"No."
"Ma non sai neanche di ch---"
"Quando metterai loro un numerino e le chiamerai con quello, allora forse me ne ricorderò."
"Mi fai sentire molto Auschwitz, sai?"
"... Più o meno non ne escono meglio."
"Denutrite...?"
Rev si alzò, andandole davanti. Dovette resistere a due tentazioni: mettersi in punta di piedi per sentirsi un po' più alta e tirarle una testata. Soprattutto la seconda la trovò invitante.
"A volte mi chiedo se davvero sei così cogliona o ti impegni."
Espressione stranita in risposta.
Illuminazione: era davvero così cogliona.



 

Più vado avanti a scrivere questa cosa, più mi rendo conto della sua inutilità. Ne sono tremendamente fiera /cries
  
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