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Autore: matmatt98    18/01/2015    2 recensioni
"E silenziosamente fu come ballare sotto la pioggia, una danza suadente e seducente, ma nudi mettendo tutte le carte sul tavolo"
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Sfumatura
 
 
Non sentivo i colori come qualcosa di reale, come qualcosa che potesse caratterizzarmi, qualcosa che potesse farmi arrivare al culmine della felicità, del piacere o della tristezza.
Poi è arrivato lui e non vi mento, i colori me li ha mostrati tutti quanti, prima tutti insieme poi piano piano attraverso le sue mani, i suoi tocchi e poi con la sua voce con cui mi cullava prima di andare a dormire.
Il mil migliore amico mi diceva sempre che un buon abbinamento di colori può cambiarti la vita e l’ho press sempre in giro per questo, per questa follia. Come facevano i colori a renderti una persona vincente?
Lui poi mi ha mostrato ogni giorno della nostra vita insieme che i colori non devo abbinarli, non devo indossarli: Joe mi ha insegnato ad essere un colore e quando ne avevo bisogno, tutti i colori insieme.
 
Mi ha insegnato ad essere il bianco e il nero.
E mi ci ha portato nel nero facendomi provare tutte le sfumature di bianco, perché mi ha sempre detto che il bianco avesse delle sfumature: “sono tutte nella tua testa, la testa è una tavolozza di colori: creali Troy, creali con me.”
Ed è stato così che mi ha conquistato, perché prima di lui non mi piaceva nulla o forse tutto e non volevo ammetterlo.
Quando l’ho visto sorridere lì davanti a quella tela bianca, quando l’ho visto sporcarsi di quei colori così vividi e colorare la tavolozza imprimendo una leggera e poi più forte pressione volli essere la sua tavolozza con cui potesse fare quel che volesse, colorarmi dei colori che più gli piacessero.
Quando ebbe finito la tela ed ero in bagno a lavarmi, fu quello in momento in cui ci fu il primo contatto: con le mani ancora sporche di pittura rossa venne da me e con passo felino entrò in doccia dove mi stavo rilassando ad occhi chiusi pensando a lui.
Quando sentii un corpo caldo dietro di me e delle cosce contro le mie capii che fosse lui e ne ebbi la conferma quando mi sussurrò “Ho bisogno di schiarirmi le idee” e io gli risposi “Fai pure.”
Quando mi fece aprire gli occhi perché sentii la sua erezione scontrarsi contro la mia coscia capii che anche io lo volevo, volevo sentire i suoi colori, tutti.
E silenziosamente fu come ballare sotto la pioggia, una danza suadente e seducente, ma nudi mettendo tutte le carte sul tavolo.
Quella fu la prima volta in cui stemmo insieme e capii che i colori erano qualcosa di fantastico e sentirli era altrettanto bello.
Spesso quando ne avevamo voglia Joe veniva da me, io gli toglievo la maglia sporca di pittura e gli occhiali e lui faceva di me la sua tela personale, disegnando su di me mille curve, linee spezzate ma presto si annoiava e ancora sporchi di pittura facevamo l’amore.
Perché l’amore era sentire e far sentire all’altro tutti i colori, il sesso era e far sentire un singolo colore.
 
Questa è la mia storia, di quando, cinque anni fa, è iniziato tutto e ho iniziato a sentire Joe, i colori e l’intero mondo.
 
Questa è la mia storia, la storia di un semplice studente d’arte svogliato e di un suo coinquilino più grande che gli ha insegnato come prendere bei voti in disegno, mostrandogli la pratica.
 
Questa è la mia storia e quella di Joe, di due artisti incompresi e girovaghi in cerca di sfumature sempre più intense della vita.
Questa è la storia di un “Amore che stai facendo?”, di un “Niente, sto scrivendo le nostre memorie.”
Di un “Ricordati che non abbiamo molto tempo.” E di un “Vengo.”
 
  
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