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Autore: ina6882    19/01/2015    0 recensioni
Dopo aver aperto questa storia su DF ho deciso di proporla anche qui.. ancora non è conclusa, ma spero vi piacerà!
Christhine Grey, (Cristy per gli amici), è una ragazza franco americana di 25 anni che vive a New York. Suo padre Christopher è americano e sua madre Sarah è francese. Dopo essersi laureata con successo, scopre di aver ottenuto il lavoro che sognava da sempre, presso la migliore rivista di Parigi. All'inizio non sa se partire perchè non vuole separarsi dal suo ragazzo e dal suo amico Kentin. L'amico la incoraggia a farsi una buona carriera, mentre il " fidanzato" sembra nascondere qualcosa...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9


Il Dolce Amoris si sta rivelando un bellissimo locale e anche le persone che ci lavorano non sono niente male.
Siamo qui da mezz'ora, ma già prima di entrare avevo ammirato la bellezza dell'interno dalla grande porta a vetri. Le pareti sono di un tenue giallino che fa risaltare il contrasto con il colore del bancone di legno. Il tutto, poi, è splendidamente decorato con torte e dolcetti fatti dal pasticcere che è anche il proprietario, Leight. È un uomo alquanto distinto e particolare. Mi ha molto incuriosito il suo abbigliamento eccentrico in stile principesco. Certamente è un uomo affascinante; lo sguardo penetrante, i capelli neri e i vestiti lo fanno assomigliare veramente ad un principe delle favole e il fatto di avere al suo fianco una donna bellissima, con la quale è sposato da 5 anni, rende il tutto ancora più romantico. Rosalya, sua moglie, è alta e magra con dei lunghi capelli biondi talmente chiari da sembrare bianchi. Ha dei modi gentili e con Leight ci hanno accolto molto bene, prodigandosi per noi. Inutile dire che hanno subito pensato che io e Ken stessimo insieme, tanto che Leight ha esclamato: -Caro vecchio mio, che aspetti a fare il grande passo?
Ho subito pensato "Il grande cosa?". Questa storia del fidanzamento sta andando parecchio per le lunghe e il fatto che Ken non abbia replicato non ha fatto altro che accentuare gli ammiccamenti rivolti ai "piccioncini", come ci ha chiamati Rosa.
Ken ha cercato di cambiare il discorso e alla fine, con mio grande sollievo,  si sono messi a parlare del lavoro che lo aspetta in cucina. A quanto pare il vecchio cuoco se ne è andato e ha lasciato il locale senza qualcuno che si preoccupasse di preparare i cibi per il pranzo e Leight, essendo il pasticcere, non riesce a stare dietro a tutto contemporaneamente. All'inizio ci aveva provato, ma era subito giunto alla conclusione che aveva bisogno di un aiuto, che non poteva di certo venire da Rosa che doveva pensare anche alla casa e alla loro bambina di un anno, Sophy. 
A dare una mano nel locale ci sono anche altre persone: Castiel, un barman dai capelli rossi e un carattere alquanto schivo; Lysandro, fratello di Leight, il caposala dagli occhi ammalianti bicolore e un look singolare come il fratello. Poi ci sono anche due camerieri Alexy e Lucas, e Melany una ragazza che aiuta Leight a pulire la cucina. 
Rosa e Leight ci hanno presentato. Ho trovato tutti molto simpatici e cordiali. Spero solo di riuscire a socializzare con loro, come mi dice Ken che stranamente ha già fatto amicizia con tutti persino con Castiel che sembra quello più difficle da avvicinare.  Non ci credo, alla fine la timida sembro essere diventata io e il fatto che sto attraversando un periodo non molto facile mi rende più nervosa.
-Beh come ti sei trovata oggi? - mi chiede Ken quella sera mentre camminiamo, uno affianco all'altra, sulla strada del ritorno.
- Bene,- rispondo immersa nei miei pensieri. 
-Mi sembra, però, che c'è qualcosa che non va, vero?- continua lui cercando di sdrammatizzare con uno dei suoi soliti sorrisi.
Mi coglie sempre di sorpresa. Non so come faccia a capirmi all'istante ancor prima che io stessa riesca a capirmi da sola. Lo so, ho una testa parecchio incasinata in questo momento, ma la cosa sorprendente è che lui mi capisce comunque e cerca di tirarmi su il morale. 
-Ehi Cristy, - esclama - guarda che se hai qualcosa che ti turba ne puoi parlare con me. Sono o non sono il migliore amico del mondo?
Quest'ultima frase mi strappa un sorriso, tanto che lui continua ridendo:- Dai, dì la verita!,- poi tornato serio- dico davvero Cristy, vorrei riuscire a toglierti dal viso quell'espressione pensierosa che ti accomapagna tutto oggi. È per Dake vero che stai così? -dice facendosi cupo in volto.
-Non ti preoccupare Ken,- rispondo fermandomi d'un tratto in mezzo alla strada deserta e voltandomi a guardarlo,- Dake non centra, sono solo un po' preoccupata per il lavoro che mi attende.
-È solo questo?- chiede guardandomi coi suoi occhi verdi.
Non so come faccia, ma alla fine riesce sempre a farmi aprire e raccontargli ciò che provo. 
Faccio un lungo respiro e confesso:-E se non fossi all'altezza? Non parlo solo del lavoro, anche se è quello che mi preoccupa maggiormente,  ma se non riuscissi a socializzare con qualcuno e a vivere bene in questa nuova città? Non so Ken, forse in questo momento potrei sembrarti paranoica, ma è successo tutto così in fretta. Prima il lavoro, poi Dake, che di sicuro è stata la batosta più forte, poi il trasferimento immediato. Solo ora sto riuscendo a metabolizzare bene la cosa. Fino a questa mattina mi sembrava tutto così surreale che pensavo quasi si trattasse di un sogno. Mi dispiace ora scaricare tutte queste cose su di te e ti giuro che non lo farei, non perché non mi fidi o non ti consideri un buon amico, ma perché hai fatto così tanto per me e non vorrei caricarti di un ulteriore peso. Alla fine non sono la prima ragazza sulla Terra ad essere stata scaricata o presa in giro da un ragazzo, e non sono neanche la prima che si è dovuta trasferire per lavoro, per questo credo che non dovrei scaricare tutti i miei pensieri su di te. Cavolo, hai lasciato la tua città e il tuo lavoro per stare accanto ad una fallita come me che non riesce a tenersi neanche un finto ragazzo e che può darsi non ha le qualità adatte per lavorare nella rivista più importante di Parigi! 
Scusa sono veramente una stupida. Lo so, non riesco neanche a capire che ci sono cose ben più gravi di quelle che mi sono accadute e che non vale per questo la pena scervellarsi o mettersi a piangere come una bambina, però, non riesco a non pensarci. Andiamo Ken guardami,- dico allargando le braccia mentre le lacrime bagnano il mio volto,- sono una ragazza sola nella città dell'amore che cerca di farsi largo tra la folla per trovare un posto nella società.
Ken non ha proferito parola. Per tutto il tempo è stato fermo ad ascoltarmi e anche adesso continua a guardarmi senza parlare. 
-Lo so cosa stai pensando ora, -esclamo- sicuramente penserai che sono poco normale. 
-Non ho mai pensato questo di te Cristy e non è certo ora che inizierò a farlo. È normale che in questo momento ti senta spaesata, ma non devi perdere l'entusiasmo che ti contraddistingue. Sei sempre stata la ragazza più coraggiosa che io abbia mai conosciuto e mi dispiace veramente vederti così giù. 
Non ti devi preoccupare, -dice cingendomi le spalle con un braccio,- c'è la farai sia nel lavoro,  sia nel "trovare un posto nella società", come dici tu. Sei in gamba ragazza, non lo dimenticare, e soprattutto ricorda che non sei sola. Ci sono io qui a supportarti. E non voglio neanche che pensi che ho lasciato il lavoro per te o cose così. Ho deciso di venire a Parigi per fare una nuova esperienza e il fatto che abbia deciso di partire con te non significa che sei tu la causa per cui mi sono licenziato al fast-food. Non voglio che ti prendi colpe che non ti appartengono, e mi dispiace che ti sei portata dentro tutto questo fino ad ora. 
Forza Cristy tira fuori gli artigli come sai fare tu e non dimenticare che per qualunque cosa io ci sono, capito? 
Lo guardo col volto pieno di lacrime , facendo un cenno col capo per dire si, lui continua:- E poi non so davvero come tu faccia a considerarti una fallita. Sei veramente bella Cristy, - dice accarezzandomi i capelli, - la ragazza più bella che conosco,- il suo viso si fa più serio mentre, sussurrando, mi guarda intensamente negli occhi, - Dake è stato davvero uni stupido a farsi scappare una persona come te. Io non lo avrei mai fatto, anzi ti avrei preservata come un fiore rarissimo.
Mentre parla mi asciuga le lacrime e il suo viso si avvicina sempre di più. Mi sento quasi paralizzata, non riesco a dire nulla. Il suo respiro di fa più pesante mentre il mio cuore sta per esplodere. 
Nessuno mi aveva mai detto quelle parole e guardato nel modo in cui ora mi guarda lui. Non può essere lo stesso Ken scherzoso e giocherellone che avevo conosciuto,  quello che consideravo come un fratello e che in questo momento sta quasi per baciarmi. 
Le sue labbra si avvicinano sempre di più e una strana sensazione di anzia si sta impadronendo di me. Mi sento le gambe molli e tutto mi sembra tratto dalla scena centrale di un film.
Ad un tratto il rumore di un clacson e dei fari in lontananza ci fanno trasalire. Un'auto si ferma d'avanti a noi in mezzo alla strada deserta e una voce familiare esclama:- Ragazzi cari, stavo giusto venendo da voi per cenare insieme. Spero di non aver interrotto nulla.
-No zia, -mi affretto a rispondere, - stavamo tornando a casa per cenare,- poi cercando di cambiare argomento, -che ne dite di un take away?
-Certo ragazzi saltate a bordo. 
Io e Ken ci guardiamo,  il suo volto sembra essere tornato quello di sempre e con un sorriso risponde:- Certamente, ho una gran fame!
   
 
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