Crossover
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Autore: ilcantastorie    24/11/2008    4 recensioni
Ero un normale Otaku, davvero. Un giorno andai dal mio fumettaro di fiducia e..poff! Trasportato in un'altra dimensione. E...poff!Tutte le dimensioni in cui mi avventuro vivono personaggi di anime e manga...e poff!Sono il prescelto, Chosen One che deve salvare il mondo da degli assurdi cattivi, che cercano di uccidermi...Fortuna o sfortuna? Boh, decidete un po' voi...
Genere: Commedia, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Fumetti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima cosa che feci non appena mi alzai, fu dare un pugno alla sveglia.Perché diavolo aveva suonato? Erano appena le otto, e, sopratutto, era sabato.

E allora perché? Perché quella maledetta sveglia aveva suonato?

Un segno divino? L'ennesimo scherzo crudele del mio fratello minore? O forse i miei genitori avevano deciso che mi sarei dovuto svegliare senza il loro amorevole “SVEGLIATEEEEEE!”, sostituito da gracchiare della sveglia?

Misteri.

I miei manga mi fissavano dall'alto della loro mensola con fare pretenzioso, come a canzonarmi.

Ma probabilmente era solo una mia impressione.

“Vabbè, la mattinata non è iniziata nel migliore dei modi” mi dissi alzandomi “ma non è detto che debba continuare altrettanto male...”

Andai in cucina, ma non trovai mia madre pronta a prepararmi la colazione per poi obbligarmi a fare i compiti.

Anzi, tutta la casa era completamente deserta.

Deserta.

E questo significava una sola cosa: Libertà Assoluta.

Cosa può fare un giovane di 17 anni in libertà assoluta e con una casa a disposizione?

Organizzare una festa, una mega festa, a cui avrebbe invitato metà scuola? Portarci una bella ragazza con la scusa di farle vedere la sua inesistente collezione di farfalle?

Niente di tutto questo. Significava, Manga.

Quindi, dopo un'abbondante colazione a base di cereali e latte, mi diressi in fumetteria alla ricerca delle ultime uscite.

La mia fumetteria di fiducia, probabilmente, era precedente alla creazione del mondo, o perlomeno, all'inizio del diluvio universale.

Tralasciando il fatto che cadeva a pezzi, in quella fumetteria c'erano tante di quelle cose che scommetto nessuno, tranne il commesso, si ricordava chi o cosa fossero.

Il commesso e contemporaneamente il proprietario della fumetteria era un arzillo vecchietto di nome Gianni, che faceva a gara con i fumetti e il negozio su chi fosse più vecchio.

Secondo me, la vittoria è indiscutibilmente di Gianni.

Quel giorno stava al bancone, con un registro di cassa che risaliva molto probabilmente al diciannovesimo secolo e una macchina da scrivere, grossa come un computer, forse addirittura più vecchia.

“Leonà!”mi salutò Gianni, venendomi entrare.

“Ciao Già!” lo risalutai io, con un cenno della mano “Uscito niente di nuovo?”

“Nada de Nada” mi rispose lui, con perfetto accento spagnolo.

Una volta mi aveva raccontato di esserci passato, in Spagna, dove aveva campato facendo lavoretti.

Per scappare al reclutamento, durante la prima grande guerra, mi aveva raccontato Gianni, si era imbarcato per l'America, per poi continuare a girare il mondo, prevalentemente a piedi.

Poi nel secondo dopoguerra, con il boom economico italiano, Gianni era tornato in Italia e aveva messo su questa fumetteria.

Avevo sempre sognato di fare altrettanto, e una buona volta, finito il liceo, volevo assolutamente farlo.

“Però”continuò enigmatico Gianni “C'è una specie di rivista che è arrivata...una specie di Jump”

“Jump?”pensai tra me e me “Una specie di Shonen Jump, intendi?”

“Sì” mi rispose “più o meno...”

Non so come feci, ma la notai subito: era nell'angolo riviste, e ne aveva una sola copia...

“Ma che diavolo...”dissi, prendendola in mano.

Da quanto ne sapevo, dai tempi belli di Kappa Magazine non c'erano riviste italiane sui manga, ma quella...

Sfogliandola, non trovai altro che immagini a colori di moltissimi anime e manga del passato e del presente, alcuni poco conosciuti e altri straconosciuti...

Neanche una scritta: che razza di rivista era, una senza scritte?

“Già, ma questo è un Artbook o cosa? Non ci sono scritte, non può essere una rivista!”

“Ne sei sicuro?” mi chiese, alzandosi “Mi pareva di averne vista una...”

“No guarda” gli dissi “sono sicuro...toh, eccola”

Eppure ero certo che prima non ci fosse...ma è sempre vero che sulla mia vista non ci si può far affidamento...

La scritta era in braille... come diavolo avevo fatto a non notarla?

Lessi:

“Se il mondo vuoi salvare, e al tuo vuoi tornare, questo articolo devi ritrovare...Gianni, che diavolo vuol dire?”

Ma quando mi girai per interrogare il mio fumettaro preferito, quello non c'era più.

Anzi, a dirla tutta, non c'era manco la fumetteria. E guardandosi bene intorno, dedussi di non essere nemmeno a Roma.

Ma il mio primo pensiero non si rivolse verso: il “Come sono arrivato qui?” o simili, ma fu il seguente:

“Perché ho ancora quel dannato Nokia 3330!?”

Tre persone, correvano verso di me, tre cosplayer di Lupin. Ma i cosplayer più somigliati che abbia mai visto: erano uguali spiccicati a quelli dell'anime.

“Devo assolutamente fargli delle foto!”

Ma purtroppo il mio cellulare era un vecchio 3330 (mi durava da 6 anni, da quando facevo la prima media, e scommetto mi sarebbe durato per il resto della mia vita) e non poteva fare foto...indi per cui...dovevo corrergli dietro, visto che mi avevano appena superato!

“Lupiiiiiin!”gli urlai “Fermati!”

Dannazione!

Mentre gli correvo dietro, presi dalle mani di un malcapitato, appena uscito da un negozio la sua macchina fotografica usa e getta.

“Scusi, vado di fretta!” gli urlai mentre gettavo a terra gli ultimi dieci euro del mese, come risarcimento.

Dietro di me, intanto, sentivo qualcun altro urlare:

“LUPIIIIIIIIIN! FERMATI IMMEDIATAMENTE! SEI IN ARRESTO!”

Era il cosplayer più fedele a Zenigata che io abbia mai visto, uguale in tutto e per tutto, e sbraitava “Lupiiiiin!” anche allo stesso modo.

Probabilmente ero capitato nel bel mezzo di un Live Action...ma di un Live Action fatto con i fiocchi e i controfiocchi!

Ma in fondo...chi se ne fregava! L'importante era farsi la foto con quel Lupin!

Correvo a perdifiato, ma Lupin proprio non riuscivo a raggiungerlo...quanto diavolo era veloce?

Correvo urtando persone, che mi bestemmiavano/insultavano dietro fino a che non passai vicino ad un vicolo.

Non potevo sbagliarmi, quella era una 500 color aragosta...e quante 500 color giallo chiaro potevano esserci in giro, che non fossero quelle di Lupin?

Live Action o no, se mi infilavo dentro quell'auto, prima o poi avrei incontrato quei tre cosplayer.

Scivolai dal tettino apribile dentro la 500, nei sedili posteriori.

Manco il tempo di pensare, che Lupin, Goemon e Jigen, entrarono di corsa nell'auto. Lupin e Jigen avanti e Goemon dietro, con me.

“Viaa!”Urlò Lupin, mettendo in moto.

“Ehi, Lupin” disse Jigen, prima che potessi aprire bocca, mentre l'auto sbucava su una strada principale “Chi è questo, un tuo amico?”

“Mai visto” rispose Lupin “pensavo fosse un tuo amico...”

“No..Goemon?”

“Niente da dichiarare...”rispose il samurai, sedendo a gambe incrociate.

“Beh, io vorrei semplicemente farvi una foto...”

“Sei capitato male allora!” disse Jigen, mettendosi una sigaretta in bocca “Zazà ci sta inseguendo...”

“LUPIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNN!”

Dietro, ancora un'impiegabile Zenigata li stava seguendo, agitando le manette come suo solito e intimando a Lupin di fermarsi.

E dietro di lui, mille altre volanti della polizia...

“Jigen, ci pensi tu?”chiese Lupin, mentre evitava un gruppo di persone e finiva dentro un centro commerciale.

“Nessun problema...”disse il pistolero “E tu, come ti chiami?”

“Leonardo...”

“Bene, Leonardo, visto che sei qui, renditi utile: sai usare una di queste?”disse lanciandomi una Magnum.

“No...”

“Bene, è giunto il momento di imparare! E ricorda, mira alle gomme, non vogliamo poliziotti innocenti sulla coscienza!”

Guardai prima Jigen, poi Goemon, poi Lupin e infine la Magnum e pensai che probabilmente era un sogno.

Chissà, forse mentre stavo da Gianni mi era caduta in testo la raccolta dei numeri di Detective Conan ed ero svenuto...

Quindi tanto valeva godersi il sogno finché durava!

Presi la pistola, e mi misi sul tettuccio accanto a Jigen.

Jigen era esattamente come nel cartone: barbetta, cappello calato sugli occhi e mira perfetta.

Ogni gomma scoppiava puntualmente ad ogni suo sparo, seguito dal rumore di un auto che sbandava e dall'imprecazione dei poliziotti che vi erano dentro...

“LUPIIIIIIIIN! SEI IN ARRESTO!”

...ovviamente intervallati dagli urli di Zenigata...

Provai anch'io a fare la stessa cosa: dannazione, non avevo passato tutta l'infanzia in sala giochi per niente!

Presi la mira, ma le auto si muovevano, l'auto su cui stavo si muoveva, urti da tutte le parti, e, inoltre, la magnum era bella pesante.

BANG!

Ovviamente non colpii niente, e inoltre mi feci male a causa del rinculo del revolver...

“Tieni ben ferma la pistola con due mani” mi disse Jigen “e quando spari, non irrigidire le mani, ma rilassale, così da assorbire il rinculo...”

Ma non fece in tempo a dirmi altro.

Sinceramente, non so come feci, ma vidi un riflesso di luce, provenire dalla cima un grattacielo...

“ATTENTO!”urlai a Jigen, mentre lo spingevo verso il basso,

Una pallottola fischiò sopra le nostre teste.

“Caspita! Zazà ci va giù pesante!”Sghignazzò Lupin, inclinando l'auto per evitare un palo della luce.

“Quello non era di Zazà...”commentò Jigen “Quel proiettile mirava alla testa...e Zazà non farebbe mai qualcosa del genere...”

“Già!”commentò Lupin “e non ha dato certo l'ordine di farlo ai suoi uomini...”

“E i suoi uomini preferirebbero tagliarsi una mano piuttosto che disobbedirgli...certo che i poliziotti giapponesi sono davvero encomiabili...” commentò Goemon, imperturbabile.

“E quindi” disse Jigen togliendosi il cappello “qualcun altro sta cercando di farmi la pelle...non si può certo dire che sia una novità”

Certo, il proiettile era diretto a Jigen...ma allora perché avevo l'impressione che quel proiettile fosse diretto a me?

“E vedo che se non fosse stato per Leo, ci sarebbe riuscito...”disse il ladro gentiluomo, accennando al proiettile che aveva trapassato il cappello di Jigen.

“Un 7,62 × 51 mm, direi...”disse Jigen prendendo in mano il proiettile “si può utilizzare per i fucili di precisionEEEEEEEEEEEE....”continuò, mentre cadevano da un cavalcavia, per ritrovarsi su una strada sterrata.

“Penso li abbiamo seminati...”disse Goemon, guardandosi indietro.

Ok, se quello che succedeva era un sogno, era senz'altro il sogno più realistico che abbia mai fatto.

E il più fico.

“E inizio a pensare che non sia un sogno...”dissi, scuotendo la testa, toccandomi ancora il polso, dolorante a causa del rinculo della pistola.

Ma se non lo fosse stato, che significava tutto quello che mi stava accadendo? Come ero arrivato qui? Sopratutto in compagnia di Lupin...

“Oh, eccoci a casa!” fece Lupin, risalendo una collina, mentre in lontananza si vedeva una solitaria e modesta casa in mattoni.

Sinceramente, non sapevo cosa, pensare...era in compagnia di Lupin, e avevo appena salvato la vita a Jigen, uno dei miei personaggi preferiti, tra l'altro!

“Lupiiiiin!”

“Non so più quanto volte l'ho sentito urlare, 'sto nome...”mormorai, più o meno stanco.

Dalla casa in mattoni uscì Fujiko.

Vedendola dal vero, potevo forse riuscire ad intuire perché ogni volta, nonostante lei la tradisse puntualmente, la tenesse fissa nella compagnia.

Era di un fascino dirompente.

Lunghi capelli corvini (anche se in alcuni OAV era bionda...) incorniciavano il viso, dai grandi occhi marroni.

Ma vogliamo parlare del suo petto? No, visto che non mi piacerebbe passare per un maniaco, ma posso dire che l'anime non le rendeva pienamente giustizia...aveva una quinta senza ombra di dubbio.

Fujiko abbracciò Lupin:

“Allora, Lupin caro, mi hai portato quel diamante, eh?”

“Ma certo, cherì!”sghignazzò il ladro gentiluomo arrossendo, tirando qualcosa di grosso fuori dalla giacca rossa.

“Oh, grazie, Lupin!” esclamò Fujiko, facendo per prenderlo.

“Eh, no cherì!” disse Lupin, rimettendoselo nella tasca interna della giacca “Avevi promesso che avremmo passato una bella seratina insieme...”

Fujiko sospirò: “Hai ragione...ma dobbiamo andare nel ristorante migliore della città!”

“Migliore della città? Andremo in quello migliore del mondo!” rise Lupin, saltando sulla 500 insieme a Fujiko verso chissà quale ristorante.

“E quella donna non mi ha nemmeno visto...”pensai con amarezza.

È la storia della mia vita, essere ignorato dalle donne...uff! Ma vabbè...

“A-ehm...che si fa?”chiesi, come se facessi parte di quella banda da anni.

“Beh, io avrei un po' di fame...” fece Jigen

“Allora...”dissi, prima di venir interrotto da un violento brontolio di uno stomaco...

Quello di Goemon.

“... non mangio niente da questa mattina...” si giustificò il samurai, arrossendo.

“Bene!” feci scrocchiandomi le dita in stile molto Ken Shiro“Che ne dite allora di una bella spaghettata come si fa dalle mie parti?”

“Dalle tue parti? Perché di dove sei?” chiese Jigen, curioso

“Italiano” risposi, con noncuranza

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Erano passati pochi minuti: per qualche miracolo, dentro la dispensa di quella casa c'erano degli spaghetti che non fossero di soia, dell'olio, e una pentola abbastanza profonda.

Decisi quindi per una classica spaghettata aglio e olio (leggasi: oglio).

“Come mai sei venuto qui in Giappone?” mi chiese Jigen, accendendosi una sigaretta.

I miei occhi si spalancarono in un'espressione di stupore.

“Sono in Giappone?” mi chiesi stupito “e come diavolo...è davvero tutto un sogno?”

Ma tutto quello che stavo passando era così maledettamente reale...ma allora come era possibile che fossi in compagnia di Goemon e Jigen a cucinare spaghetti?

“Così, per turismo” risposi vago, ma capii di non averli conviti: la mia espressione di poco fa era inequivocabile.

Ma il problema principale era un altro: loro erano davvero Jigen e Goemon?

“Vorrei farvi una domanda”

I due stettero in silenzio, segno che presi come un invito a proseguire.

“Voi siete davvero Goemon Ishikawa e Jigen Daisuke?”

Un secondo dopo, Jigen, tirò fuori la pistola e colpì per sei volte di fila un oggetto di ferro molto piccolo posto dall'altra parte della stanza.

Cadendo, l'oggetto passò davanti a Goemon, che sfoderando la spada e ne fece una splendida statua del Buddha.

“Puoi giudicare tu stesso” disse Jigen, dopo quella impareggiabile dimostrazione di destrezza e abilità.

Ok, adesso si poteva scartare l'ipotesi dei Cosplayer: quelli era sicuramente Jigen e Goemon.

E si poteva anche scartare l'ipotesi del sogno.

Quindi non rimaneva che l'ipotesi del...

“Leo, l'acqua sta bollendo” mi avvertì Goemon, sempre in tono serio, che però lasciava ad intendere quanto fosse affamato.

“Oh, sì scusami”

Misi del sale dentro l'acqua, per poi gettarci...

“Dite che una porzione per tre basti?”chiesi

“Sì...”mi risposero in coro Jigen e Goemon “Lupin non credo tornerà...”

“E se conosco bene Lupin” feci senza riflettere “prima spenderà un patrimonio per la cena con Fujiko, magari al chiaro di luna su un costosissimo ristorante con vista...poi tornerà qui a casa per mettere in atto in suoi propositi...e ZAC! Fujiko lo addormenta e gli prende il diamante eppoi scappa...”

I due annuirono solenni.

“E tu come fai a saperlo?”mi chiese Jigen, curioso.

Dannazione! Non potevo mica dirgli che lo sapevo perché avevo visto tutte le puntate dell'anime di cui Lupin era protagonista!

“A-ehm...la sua fama lo precede...”

“Ah ah ah!” rise Jigen “Lupin sarà contento! La sua fama di miglior ladro del mondo va a pari passo con quello di peggior corteggiatore! Ah ah ah!”

Goemon, intanto, sorrideva sotto i baffi.

“Ed ecco, qua!” dissi servendo i miei migliori spaghetti aglio e olio ai due.

Ci furono secondi di tensione.

“Buoni!” fece Jigen “era da un po' che mi ero stancato di mangiare quei Ramen istantanei e non ne potevo più...”

Altri secondi di tensione.

“La cucina italiana è pari a quella giapponese...” disse Goemon, sempre serissimo.

“Evvai!”feci tra me e me.

Sapevo benissimo che fare piacere a Goemon roba non giapponese era un'impresa epica!

Mezz'ora dopo avevamo finito di mangiare e, noi poveri scapoli, ci dividevamo i compiti nello sparecchiare e nel lavare i piatti.

Si chiacchierava amabilmente del più del meno, fino a quando non venne fuori il discorso del nostro incontro.

“Cosa avevate fatto per scappare così da Za...da quell'ispettore?”

“Come avrai capito era per rubare quel diamante...”

“Ma...”feci io

“Ma?”

“Sì ma! Voi siete i più abili ladri del mondo! Non credo andreste dietro ad un semplice diamante!”

Jigen e Goemon si scambiarono un'occhiata.

“Glielo diciamo?”

“Sì, ti ha salvato la vita, e non credo che nessuna organizzazione si servirebbe di un ragazzino...”

“Hai ragione...”fece Jigen mettendosi una sigaretta in bocca “Allora, quel diamante serve per aprire un tesoro nascosto...”


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Beh, piaciuto? L'idea è nata sul forum di EPF dalla mente di Ghew, che cercava qualcuno che scrivesse la sua storia...ed eccomi qua!

  
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