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Autore: PGV 2    24/11/2008    2 recensioni
Soli su un'isola. Isolati dal mondo. Cadaveri che aumentano ogni giorno. Un assassino tra di loro. Commentate tutti!!!! ^^
Genere: Comico, Sovrannaturale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Trama tratta dal romanzo di Agatha Christie "10 piccoli indiani",però ironizzata e con un finale alternativo.



Capitolo 1: l’arrivo a Nigger Island

In parti diverse dei paesi, dei ninja correvano velocemente tra rami e terra.
Si era ormai fatto giorno da quando era partito e ormai la sua eccitazione era alle stelle. Aveva ricevuto una lettera da una sua vecchia amica che non vedeva da anni, e che lo invitava a casa sua.

Carissimo Tobi…da tanti anni non ho sue notizie, e ci terrei moltissimo che lei venisse a trovarmi nella mia casa a Nigger Island. L’ho comprata da pochi mesi sa, ma credo proprio che le piacerà tutta la natura da cui si è circondati. Alle 12:40 da Paddington, ci sarà un traghetto che l’aspetterà, ci vedremo sull’isola. Sempre sua,
Sakura Haruno


“Non mancherò”, si ritrovò a pensare Tobi, mentre rileggeva mentalmente la lettera. Tanta era la voglia di rivedere l’amica, che non si era fermato nemmeno un attimo da quando all’alba era partito da casa. Preferiva sempre sentire il flebile odore di muschio quando correva su e giù, aveva sempre creduto di sentirlo più forte.
Konan era intenta nel riprendere un attimo fiato dalla lunga camminata che aveva fatto. La sua meta di certo non era vicina a dove abitava lei, ma ormai era quasi giunta a destinazione. L’ansia la stava assalendo. Finalmente, dopo quello spiacevole incidente, l’avevano contattata. Aveva trovato un lavoro, era stata assunta come segretaria. Certo però, non che avesse capito bene per chi lavorava, la lettera che aveva ricevuto qualche settimana prima, le aveva lasciato parecchie domande che le svolazzavano per la mente, ma che non trovavano risposta.

Ho avuto il suo nome dall’agenzia di collocamento femminile. Vi hanno raccomandato in modo particolare ed io mi sono fidata. Le darò volentieri lo stipendio che richiede. Inizierà a lavorare per me il giorno 8 agosto, si faccia trovare alla stazione di Paddington alle 12:40, troverà qualcuno che la porterà a casa.
Una Nancy Owen


Si ricordava di aver letto sul retro della busta che la lettera veniva da Nigger Island. Nigger Island! L’isola che era stata comprata da personaggi misteriosi mai visti. I giornali non parlavano d’altro, e lei ci stava per andare, le sembrava un sogno. Era sicuramente gente importante e per questo, doveva impegnarsi nel suo lavoro, non doveva più commettere errori del genere. Davanti a lei passò veloce un giovane dai capelli arancioni e con svariati piercing in faccia. Si ritrovò ad osservarlo e a sorridere. “Che strano ragazzo, però mica male!”
Pain non aveva fatto altro che pensare all’incontro con il signor Inuzuka qualche giorno prima.

Flash back
“E quanto dovrei essere pagato per questo servigio, signor Inuzuka?” disse Pain.
“105 sterline, Pain, prendere o lasciare.” Disse beffardamente Kiba.
“Non può darmi altre informazioni?” cercò di estorcere qualche parola al moro.
“Non sono autorizzato a dirvi nulla, signore. Posso solamente dirvi che avrete le 105 sterline se vi recherete a Nigger Island, nel Devon. Prenderete un treno dalla stazione di Konoha e raggiunto Sticklehaven una lancia a motore vi porterà sull’isola. Li sarete a disposizione del mio cliente” disse sincero il moro.
“Per quanto tempo?” continuò il discorso il rosso.
“1 settimana al massimo” rispose Kiba.
“Siamo sicuri che non ci sia nulla di…illegale?” disse Pain.
“Se le verrà proposto qualcosa del genere, lei sarà libero di fare marcia indietro.” Rispose nuovamente.
“D’accordo accetto.” Concluse. Sulla faccia dell’Inuzuka apparve un sorriso malefico.
fine flash-back


In quel momento quei suoi pensieri furono interrotti alla vista di una ragazza dai capelli blu e dal viso grazioso. “uhm…carina, mica male! E mi sta pure guardando! Però, quei suoi occhi, così freddi…brr!”. Quando la ragazza scomparve dietro gli alberi, il dialogo di giorni prima con il signor Inuzuka cominciò di nuovo a tormentarlo. Si era subito pentito della sua scelta. Non sapeva la cazzata che aveva fatto.
Seduto in uno degli scompartimenti di una vecchia carrozza di legno, Hidan sedeva rigido sulla dura panchetta. Non aveva scelto certo il mezzo migliore per viaggiare, ma per lui non c’erano problemi, non aveva bisogno di niente. Per lui era scomodo viaggiare a piedi per arrivare a destinazione e così, si era ritrovato in un vagone con altri tizi che lo guardavano perplessi. In effetti, era da quando si era accomodato sulla panca ( circa 5 ore ormai) che non aveva smesso di pregare il suo Dio. Sia per il fatto che la sua religione era conosciuta solamente da pochi esseri umani e poi anche perché spesso si picchiava o si metteva a gridare “Jashin!!!!”. Ad un tratto, stanco di pregare,estrasse dalla tasca una lettera. L’aveva ricevuta qualche settimana fa’ e non riusciva ancora a venirne a capo. Chi era il mittente??

Caro Hidan,
spero si ricordi di me. Siamo state insieme al ritiro religioso a Oto qualche anno fa. Mi ricordo con piacere che noi due avevamo molte affinità. Ho creato un santuario tutto mio su un’isola sulla costa del Devon e vorrei che lei venisse a visitarla per prima. Sarei lieta se lei volesse passare l’estate qui, da me, senza alcune spese e come mio ospite, naturalmente. Perché non facciamo l’8 agosto, se per lei va bene? La sua
U.N.O.


U.N.O….U.N.O….chi poteva essere proprio non lo sapeva…forse, la O sta per Orochimaru…possibile sia lui? Beh, essendo un pedofilo, c’è da aspettarsi di tutto. Ma le prime due lettere…era inutile pensarci, poco tempo e avrebbe saputo chi era questa U.N.O…la cosa che più lo sorprendeva era il fatto che stava andando a Nigger Island! I giornali ne avevano parlato tanto, anche se non dicevano che fosse diventata un santuario. Dicevano che era stata comprata da una stella del cinema, Ino Yamanaka… beh, se si mettesse la I al posto della U… però non si spiegherebbe l’acronimo. Poi, è una femmina quella che scrive, quindi dovrebbe essere UNA…ma ancora non si spiega l’acronimo. Ad un certo punto si mise in piedi ed urlò a gran voce: ”Jashin-sama!!! Uccidi chi mi ha inviato questa lettera!!ho capito chi è!!”. continuò “Già, è uno stupido trans che si crede femmina, che pensa di adorare Jashin-sama quando invece non sa nemmeno lontanamente la grandezza del potere del mio Dio!! E che poi usa acronimi che sviano il lettore!!ma ti ho beccato! Io ti devo completare il nome,eh? Bene, mio caro mittente tu sei…UNO STRONZOOOOOOOOO!!!”
Kisame stava scendendo dal treno, per prenderne un altro. Non mancava molto ormai per arrivare a Nigger Island, era felice che finalmente qualcuno gli parlasse. Dopo quell’incidente di 30 anni fa, tutti avevano iniziato ad evitarlo. Per via di una cosa successa un secolo fa’! non aveva mai capito perché si dovesse portare tanto rancore verso una persona per così tanto tempo, anche sapendo che “il colpevole” si è pentito! ma invece proprio l’altro giorno, qualcosa di strano era successo. Gli avevano mandato una lettera, breve, ma che aveva suscitato curiosità nel pesciolino.

Si faccia trovare alla stazione di Paddington alle 12.40 dell’8 agosto.
Alcuni suoi amici verranno. Saremo felici di rievocare insieme i bei vecchi tempi.


Non sapeva quale fosse lo scopo di questo incontro, forse veramente per rincontrarsi, forse invece era una trappola per vendicarsi. Qualunque cosa stesse andando in contro, voleva affrontarla. O perlomeno vedere chi era il mittente della lettera.
Deidara guidava la sua Morris per le pianure di Salisbury. Era stanchissimo, e il viaggio era ancora lungo per arrivare là dove era fissato l’appuntamento.
Era diventato medico, e a poco a poco la sua fama andava crescendo. Molti dei suoi pazienti, lo raccomandavano come “il miglior medico in Harley Street & di tutta Londra!”, sono sempre le donne ricche che fanno questi complimenti, che influenzano la carriera altrui. E grazie a 2-3 donne ricche che aveva visitato, ora si ritrovava una grande carriera alla spalle e tanta fama. Per questo era stato contattato, per questo si ritrovava ad attraversare il Regno Unito in auto, perché un altro riccone da strapazzo chiedeva i suoi servigi. L’uomo che lo aveva contattato, diceva che sua moglie aveva dei problemi ai nervi e che doveva essere assolutamente visitata da un medico bravo, a qualunque costo. “ le donne e i nervi! Non andranno mai d’accordo! Ma io glieli faccio saltare i nervi a questa signora Owen, mi sta facendo spendere benzina a non finire, per non parlare della stanchezza del viaggio! Non credo le farò saltare solo i nervi! No, Deidara calmati, non devi assolutamente far saltare più niente!” parlava ormai da solo, stanco di quella solitudine che lo circondava da quando era partito. All’improvviso suonò bruscamente il clacson contro l’auto che gli aveva chiaramente tagliato la strada. “Oh coglione della strada! Va a cagare!!” urlò contro l’auto che sfrecciava ormai lontano.
Itachi, con la sua Dalmian Super Sport sorpassava tutte le auto davanti a lui. Con due occhiaie che gli arrivavano all’altezza del mento per la stanchezza e i capelli che svolazzavano al vento, aveva la musica ad alto volume, e sebbene questa incoraggiasse a cantare, lui rimaneva zitto pensando solo a guidare e a seguire attentamente la strada. Non aveva mai visto una giornata più calda, doveva fermarsi a bere qualcosa, almeno un gin o una vodka. Poteva prendersela comoda, tanto mancavano circa 180 kilometri alla stazione. Chi erano mai questi Owen? Sperava che non fossero gente avara di liquori e che oltre a lui avessero invitato anche qualche bella ragazza con cui flirtare durante il soggiorno, dopotutto si sa, con questo caldo, il costume non te lo toglie nessuno, e lui in costume, era un incanto. Uscì poco dopo dal ristorante con ancora la bottiglietta in mano, sfrecciò via con la sua macchina che veniva ammirata dai passanti, continuando così la sua marcia trionfale.
Sasori sedeva in uno scompartimento di un accelerato, e rileggeva veloce alcuni nomi. “Pain, Konan, Deidara, Tobi, Zetsu, Kakuzu, Hidan, Itachi e Kisame. Bene ci sono tutti. Non dovrebbe essere difficile, non penso di commettere errori. Potrei fingermi uno di Suna, si potrei darmi per Gaara! Non credo tanto che il mio cuginetto lo verrà mai a sapere.”
Sentì lo sbuffo del treno. Era ora di scendere per lui.
Scese dalla stazione, ed intravide un gruppetto di uomini, erano loro, quindi si avvicinò. Pain e Konan stavano parlando del fatto che si erano intravisti nel bosco quella mattina, Deidara insultava Itachi per la sua guida spericolata mentre quest’ultimo non ascoltava e si perdeva nei suoi pensieri bui di emo, Hidan continuava a pregare sotto lo sguardo curioso di Kisame e Tobi, mentre Sasori osservava la scena. In fretta li raggiunse un ragazzo biondo e con occhi azzurri, colui che li avrebbe accompagnati sull’isola. Li fece salire sulla lancia.
Deidara si ritrovò subito a parlare con lui, seguito a ruota da Tobi, intenzionato a diventargli amico…
“Di un po’, come ti chiami?” disse Deidara.
“Uzumaki, signore. Naruto Uzumaki.” Rispose prontamente.
“Ma noi non ci siamo già visti?” chiese perplesso.
“Ehm, no signore. In questa storia non ci siamo mai visti.” Disse un po’ imbarazzato.
“Vabbè…sarà.” Concluse poi il medico.
Dopo circa mezz’ora, arrivarono sull’isola. Ancora più bella vista dal vivo. Si incamminarono per i sentieri fangosi fino alla porta di ingresso. Là davanti trovarono due uomini ad accoglierli. Il primo sembrava una pianta con la faccia dipinta a metà nera e a metà bianca. Il secondo invece era un uomo tutto cucito. Quest’ultimo prese la parola:
“Benvenuti a Nigger Island signori. Io sono Kakuzu, e lui invece è Zetsu. Noi due siamo i maggiordomi della casa.”
“Ehm…Kakuzu…veramente saremmo in 3 a fare i maggiordomi! C’è anche Zetsu nero!!” disse la parte bianca dell’altro cameriere.
“No, Zetsu nero non volere aiutare, Zetsu nero mangiare e basta!!” disse lo Zetsu nero.
“Ecco quindi siamo di nuovo in 2.” Disse Kakuzu.
Gli invitati lo guardarono perplessi.
“Oh non vi preoccupate, ha due personalità. Sappiate che quello bianco, è quello buono, e quello nero è quello cattivo.” Rivelò il maggiordomo.
“Uhm, sarà, però comunque dove è questo Owen? Lo voglio conoscere.” Disse Deidara.
Questa sua domanda suscitò scalpore fra gli ospiti.
“Cosa? Owen? Io ho ricevuto una lettera da Sakura Haruno!” urlò Tobi.
“Allora ecco chi era U.N.O.!!! non era UNO STRONZO!!! Era Owen!!” disse Hidan.
“Beh immagino, che ci sia molto da chiarire, quindi io direi di iniziare con l’entrare e farci spiegare tutto dai padroni di casa!” disse Pain.
“Oh si certo signore, vi faccio entrare, però mi è arrivata poco fa una lettera del signor Owen dove diceva che non ci avrebbe potuto raggiungere prima di domani.” Disse Kakuzu.
“Cosa?????” gridò Kisame.
“Mi dispiace signori per l’inconveniente. Ma adesso vi conviene entrare, sta per arrivare una bella tempesta.” Concluse Kakuzu.
“Ah che palle…” disse Hidan.
“Che seccatura..” disse Deidara entrando.



Il prossimo capitolo verrà postato tra 2 giorni; intanto ricordatevi di lasciare anche un piccolo commento. Grazie e al prossimo capitolo :) :) :) :)
   
 
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