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Autore: Kooskia    21/01/2015    0 recensioni
[I Guardiani di Ga\'hoole]
Fanfiction dedicata ai Guardiani di Ga'hoole, con personaggi originali e solo una modestissima partecipazione di alcuni personaggi della saga dei libri. La vicenda seguirà la storia di un barbagianni figlio di archeologi e dovrà cerchare di proteggere il destino dei gufi da un antico pericolo proveniente dal misterioso passato degli Altri.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10 – Il Sole Blu

Molti gufi si sarebbero stretti il ventriglio al solo pensiero di passare troppo tempo lì sotto.
Ma Kharas si era abituato fin da piccolo alla profondità delle gallerie, alla polvere terrosa e al rimbombo dei rumori: cercò di appellarsi a questa consapevolezza quando avvertì del movimenti davanti a lui.
Il barbagianni si fece stretto contro una nicchia del tunnel e trattenne il fiato; la paura per una volta giocò a suo vantaggio perché come molti altri gufi il suo candido pelo appariva restringersi in quelle situazioni, facendolo sembrare più piccolo di quanto non fosse.
Il colore bruno terra delle piume del dorso dell’ala fecero il resto e la coppia di guerrieri lo oltrepassò senza notarlo.
Kharas si chiese se quei due fossero gli ultimi, poiché già parecchi dei loro compagni erano caduti all’esterno della montagna, sotto i colpi dell’acciaio dei Guardiani.
La speranza di avere ormai la strada libera non gli fece abbassare la guardia, specialmente quando uscì dal condotto che aveva imboccato per poi sfociare in una sala a lui già ben nota.
La grande porta di metallo, alla quale i suoi genitori avevano reagito con grande stupore e sorpresa, era stata aperta .
Kharas procedette un passo alla volta, anche perché teneva stretta nell’artiglio destro l’alabarda di suo padre.
Quel che vide lo lasciò senza parole.
Oltre la grande porta di metallo poteva vedere una caverna fatta di altro metallo e materiali di ancora più strana origine: tutto era ricoperto da uno spesso strato di polvere, ma qui e lì si notava come essa fosse stata spazzata via dai passi di gufi che erano passati di recente per quella sala.
Non ci fu nessuna sorpresa, nessun assalto, trappola o imboscata.
Kharas venne quasi tentato di chiedere ad alta voce se ci fosse qualcuno vivo là dentro ma si trattenne quando vide una sagoma muoversi.
Non l’aveva visto inizialmente, poiché gli dava le spalle: una grande civetta delle nevi si volse a guardarlo, portando sulle spalle un manto del colore della notte.
-E’ lui? E’ lui il responsabile della morte dei miei genitori?- si chiese Kharas tra sé e sé.
La civetta era grande, ma Kharas strinse forte l’alabarda con determinazione.
-Stai indietro, Sacrilego!- urlò la civetta.
-Guardie! Guardie! Venite a me!- continuò, con espressione sconvolta.
Ma nessuno venne in suo soccorso.
-E’… è troppo tardi, i Guardiani li staranno affrontando qui fuori.-
Disse Kharas, cercando di trovare un po’ di sicurezza nella voce.
-Ci siamo solo tu ed io… il figlio dei barbagianni che facesti ammazzare. Questa era la nostra casa… la nostra vita… e tu l’hai distrutta.-
Il giovane gufo si sorprese della calma nella sua stessa voce, ma si sentì ferito dallo sguardo folle della civetta.
-Sacrifici necessari! Per portare a compimento il destino di noi gufi e far conoscere al mondo la potenza e la bellezza del Sole Blu!-.
-E’ completamente pazzo… - pensò tra sé e sé il giovane Kharas.
In cuor suo provò amarezza e dolore… i suoi genitori erano morti per questo?
-Vedo che sei giovane e probabilmente farai fatica a capire, ma guarda! Guarda tu stesso!-
Si scostò, rivelando con l’ampia ala bianca qualcosa che il barbagianni non aveva notato.
Uno scheletro, grande… di un essere mai visto prima da Kharas.
-Sono i resti di uno degli Altri! Io provengo dai Regni del Nord e lì trovai un simile rifugio nascosto sotto neve e ghiaccio, mi ci sono voluti anni per riuscire a localizzare la posizione di questo secondo rifugio, che in effetti  è qualcosa di ben più importante, ma guarda tu stesso!-
La civetta si mosse su quello che sembrava essere uno strano ripiano di metallo, quindi armeggiò con gli artigli su di esso.
All’improvviso una luce si accese da quella che sembrava essere una piccola scatola di vetro incastonata nel ripiano.
-Stai per assistere all’ultimo messaggio di uno degli Altri… - disse con voce profetica la civetta.
Ed  in effetti Kharas lo vide: lo stupore di vedere quella strana creatura sul vetro era pari solo a quello di poter comprendere le sue parole.
-…  Non ho idea di quanto potrò resistere qui sotto. Il livello di radiazioni è sempre più elevato e immagino che presto ne subirò gli effetti. Almeno mi sono assicurato di impedire fughe dalla camera del reattore: nelle ultime settimane è arrivato uno di quei gufi messaggeri dalla base nord. Lì sembra che il livello delle radiazioni sia calato e i sopravvissuti stanno tentando di comunicare tramite gufi: a causa dell’effetto EMP tutte le comunicazioni esterne erano rimaste fuori uso ed è un miracolo che almeno le apparecchiature interne di questa base siano state schermate. Comunque i gufi si sono rivelati molto più affidabili di altri uccelli messaggeri e stando all’ultimo rapporto sia loro che altri animali nella zona hanno avuto dei radicali cambiamenti: sono più intelligenti e si adattano meglio ad ordini e comandi.
Ma al di là di questo ripristino delle comunicazioni credo che la colonia a nord non potrà sopravvivere ancora a lungo, stando al loro rapporto: benché lì le radiazioni stiano scemando, le risorse sono esaurite e tutti i sopravvissuti sono stati esposti per troppo tempo... –
La voce dell’uomo per qualche istante venne turbata da fruscii e rumori di natura innaturale.
-… ieri è successa una cosa incredibile!  Quel gufo messaggero ha parlato! Non ho idea se qualcuno vedrà mai questo mio messaggio, ma giuro su tutto ciò che è di più sacro che non sto impazzendo!
Anche se forse, potrebbe essere l’unica cosa che mi merito a parte la morte.
Il gufo stava morendo per le radiazioni assorbite durante il viaggio … mi ha guardato negli occhi e ha detto “Perché?” non ho saputo rispondergli in tempo.  Ora che è morto non ho più speranze di mandare un messaggio alla colonia settentrionale e non vedo il motivo per cui (ammesso che siano ancora vivi) dovrebbero mandare un secondo gufo per contattarmi… -
Altri fruscii e la voce dell’uomo cambiò nuovamente.
Sembrava resa roca da qualcosa… una qualche malattia.
-…  ho controllato e ricontrollato… il livello delle radiazioni esterne sta scendendo anche se molto lentamente. Ma sarà impossibile per me vivere ancora per poter ritornare a vedere la luce del sole.
Non ho ricevuto altri messaggi dalla colonia…  dubito che abbiano passato l’inverno.
Mi domando perché continui a restare al mio posto… potrei essere l’ultimo uomo ancora vivo sulla faccia della terra… -
L’ultimo messaggio era stato inciso tra rantoli e gemiti.
-… è giunta la fine…  forse è giusto così… abbiamo pagato per i nostri errori e le nostre follie.  Spero che chi verrà dopo di noi non commetta gli stessi errori… questo posto… è una maledizione! Se qualcuno ascolterà questo messaggio…    non utilizzate il potere che questo luogo  racchiude. E’ un potere di morte e distruzione… un potere di morte…  morte…  -
Kharas sollevò lo sguardo solo per trovare gli occhi trionfanti della civetta.
-Gli Altri perirono tutti perché erano indegni di servire il Potere del Sole Blu! Ma noi gufi siamo sopravvissuti, siamo diventati la razza dominante! E con questo potere io porterò i gufi ad uno stadio ancora più elevato!-.
Kharas afferrò saldamente l’alabarda e fece un affondo dal basso verso l’alto tentando di decapitare la civetta: il maschio però la evitò ed emise un urlo di oltraggio.
-Come osi! Come osi ora che hai visto la verità!-
Senza neanche rendersene conto, la civetta sbattendo le ali colpì i resti dello scheletro:  il teschio e le ossa caddero addosso Kharas.
-Tu non mi fermerai! I Guardiani e i Puri non mi fermeranno! Il Sole Blu saprà indicarmi la via!-
Approfittando del fatto che Kharas era ancora intrappolato dalle ossa dell’Altro, la Civetta spiccò il volo e si diresse verso un passaggio laterale: il barbagianni vide come la civetta armeggiò con gli artigli su quelli che sembravano essere bottoni colorati.
Una porta si aprì dal nulla e la civetta vi entrò.
Kharas finì di liberarsi dallo scheletro che nel frattempo andava in pezzi attorno a lui, ma non riuscì a raggiungere la porta in tempo: essa si chiuse proprio in faccia a Kharas.
La porta però sembrava fatta di vetro e il barbagianni poté vedere come la civetta stesse percorrendo un corridoio, per poi raggiungere ed aprire una seconda porta.
Il barbagianni fu tentato di sfondare il vetro a colpi di alabarda ma ripensando alle parole dell’Altro si trattenne.
Il giovane gufo fece un piccolo salto e salì dove prima si era appollaiata la civetta:  non lo aveva notato prima, ma vi era un grande vetro  a fare da muro alla stanza.
E dietro il vetro vi era una strana struttura di metallo e vetro, piena di simboli a lui sconosciuti.
Vide la civetta sostare vicino alla struttura e armeggiare su altri pannelli con i propri artigli.
La voce della civetta giunse distante attraverso il vetro, ma era udibile.
-Ora rilascerò il potere del Sole Blu! Verrete tutti distrutti!-
E il Sole Blu si accese.
La grande struttura di metallo sembrò animarsi di fredda vita, con tubi di vetro che acquisirono una strana fluorescenza bluastra.
Ma l’unico effetto che il Sole Blu fece, fu sulla stessa civetta.
Al di là dello spesso vetro, egli rise e rise… per poi spegnere il proprio sorriso con un colpo di tosse strozzato.
Kharas rimase a guardare: rapito dal terribile effetto che il Sole Blue aveva sulla civetta.
Nei minuti successivi, egli si accasciò al suolo gemendo frasi sconnesse:  bava usciva dal becco e le piume sembravano staccarsi dal corpo una dopo l’altra lasciando al loro posto la pelle nuda ricoperta di chiazze e eruzioni di sangue.
Il barbagianni indietreggiò, il cuore gonfio di tristezza e rassegnazione mentre la folle civetta si spense con un ultimo rantolo.
Kharas volse le spalle e si incamminò verso l’uscita, incrociando lo sguardo di Madaàr.
Non sapeva da quanto tempo i Guardiani  fossero arrivati ad osservare la scena.
-Usciamo da questo posto maledetto… - disse Kharas.
-Sì… è la cosa migliore da fare, faremo riempire questi tunnel di roccia e terra per poi dimenticare . Un lavoro da civette delle tane direi, dovremmo andare nel Kuneer a cercare dei volontari… -
Kharas non badò al resto delle parole del gufo comune, stava per allontanarsi da quel posto lasciandosi dietro sia i Guardiani sia la sua vita… deciso a rintanarsi in qualche buco sperduto fino alla fine dei suoi giorni.
Aveva perso tutto: la sua famiglia, la sua casa… persino la vendetta che trovò in effetti essere priva di significato.
-Lei è viva… - disse Seryan, la coraggiosa civetta nana.
-A stento, ma ce la farà… - aggiunse il tono di voce pesante di Gronok.
Gli occhi di Kharas riacquistarono luce.
  
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