«Goodbye blue Sky»
Vita scivolata tra le dita
Era felice, Dag: era il compleanno di Colette e quasi saltellando si stava dirigendo alla
dimore dei Drussel.
Tra le mani, il
fiocco di pizzo bianco.
Entrò nella dimora e…
-TU! Tu, piccola
ladra! Ridammi il diamante! Ridammi
il mio diamante!-
La voce di Serge era altissima, gli feriva le orecchie.
-Signorino, la
prego, mi lasci anda-YYAA!-
Dag sentì il sangue gelarglisi nelle vene: Colette stava urlando.
« … da quando è morta la signora,
il signorino Serge ha cominciato ad avere degli
attacchi isterici.
…
Da quel giorno, ha iniziato a
sfogare il suo dolore su tutto il personale di servizio…
»
Irruppe nella villa
come una furia e raggiunse il salone in un attimo.
Ma troppo tardi.
Colette ormai aveva
gli occhi - sbarrati dal terrore - vuoti e spenti, le labbra dischiuse con un
sottile rivolo di saliva che scorreva lungo la linea del mento e le braccia
abbandonate a terra.
Ferme, immobili.
Dag si pietrificò all’istante e –
come una marionetta controllata da un burattinaio ubriaco –traballando raggiunse il corpo esanime della bimba.
-Colette… ?- sussurrò, scuotendola piano.
Riprovò un po’ più
forte, ma niente: la ragazzina rimase immobile.
Morta.
Scoppiò a piangere.
-Colette… ? Colette, ti prego… - singhiozzò.
La prese
delicatamente in braccio – com’era leggera e delicata: Dag
si convinse che, con un minimo di forza in più, si sarebbe sbriciolata e gli
sarebbe scivolata tra le dita - e lentamente uscì dalla villa, il viso rigato
dalle lacrime.
Nella testa, mille
pensieri.
Era fredda umida,
l’erba davanti alla statua, quando appoggiò il corpo senza vita di Colette ai
piedi della Dea dell’Alba.
Pianse, Dag. Pianse tutte le lacrime che aveva.
Urlò, e le sue urla
di dolore parevano quelle di una bestia ferita.
“Perché- pensava –Perché proprio lei? Perché l’hanno portata via? Dio non esiste! E se
esiste è crudele! Lavi combatte per un Dio crudele, un Dio che ha permesso che
una ragazzina innocente come Colette morisse in un modo così atroce!”
-Ridammela!- urlò alla statua -Riportala
qui, anche solo per un momento! Ti prego, portala qui!- urlò ancora senza
smettere di piangere.
Sapeva che avrebbe
attirato lui.
Ma, infondo, forse
era quello che voleva.
Infatti non si stupì
di vederlo apparire dal nulla, con il suo buffo cappello a cilindro in testa e
il sorriso raccapricciante.
-Vogliamo far
tornare in vita la piccola Colette?-
-Sì! Sì! Ti prego,
riportala qui!-
-Allora, chiamala.
Urla il suo nome più forte che puoi.-
-Colette… Colette…
! COLETTE!-
Un bagliore. Una
voce metallica.
-Dag?-
-Sì, Colette. Stai
tranquilla, va tutto bene: da adesso in poi saremo sempre insieme.-
Sorrise.
E la vita gli
scivolò tra le dita.
D.P.P: Deliri Post Partum.
I… I… IO. Sono troppo sconvolta et triste anche solo per dire ‘beh’.
Ma qualcosa devo pur dirlo.
Posso dire che ‘Reverse 2’ mi ha distrutta inside peggio dei libri di John Green. O della fine di Book of Circus. E il che è tutto dire.
Posso dire che Dag e Colette erano meravigliosi e che ci sono rimasta talmente dimmerda che ‘sta cosa è stata scritta di getto mentre urlavo et squittivo et piangevo.
Posso dire che ora posso pure accartocciarmi in un angolino a piangere mangiando cioccolata. E che non riuscirò più a guardare Lavi sotto la stessa luce di prima.
Posso dire che adesso me ne vado davvero.
Grazie a tutti, lasciate due righette di commento e mi fareste immensamente felice.
Hasta luego.
Maki