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Autore: Zoichi Kuronin    23/01/2015    0 recensioni
TRATTO DAL PRIMO CAPITOLO:
- Ti diverti tanto a tormentarmi?- domandò ora libera dalla sua presa. Si massaggiò la parte esposta al metallo.
- Molto- ammise accennando ad andarsene.
- Te ne vai così? Ti sei arrugginito? Mi sarei aspettata, chessò... una serata di follie, tu che mi porti a letto io che ti accoltello nel sonno...- fantasticò rallegrandosì alla fase di accoltellamento.
- Sará per un'altra volta, aspettami- ghignò facendo un baciamano - mia piccola Sumiko -
- Tua?! Questo è tutto da vedere!- sfidò chiudendosi la porta alle spalle e lasciandosi andare sul muro fino a sedersi sul pavimento - Proprio tutto da vedere Orihara- ripeté sibilante.
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izaya Orihara, Nuovo personaggio, Shinra Kishitani, Shizuo Heiwajima, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Non-con
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La nuova prof

Ryugamine Mikado si era abituato perfettamente a quel professore, si sarebbe anche potuto dire che se ne era affezionato, ma quando la notizia di una sostituzione raggiunse le sue orecchie era ormai troppo tardi per implorare un qualche dio di riportare in vita il defunto docente.
Avvertì chiaramente il ticchettio di due scarpe da donna che si avvicinavano, lui, come gli altri suoi compagni, trattenevano il fiato aspettandosi chissà quale vecchia insegnante dall’età improponibile, con due rughe tali da tenere gli occhi nascosti, le labbra truccate fin troppo per una nonna e la voce molto più simile a quella di una cornacchia che a quella di un’innocente vecchietta.
La porta aperta e dalla sua postazione la prima cosa che vide furono le scarpe col tacco poco alto, un seno grande, fin troppo per una giapponese, i capelli neri raccolti in uno chignon fatto in fretta e furia, un paio di occhiali appesi alla camicetta e una gonna attillata con lo spacco.
- Buongiorno gente, sono la vostra nuova insegnante di storia, mi chiamo Sumiko Aoki, è un piacere! -
La presentazione era stata breve e concisa, Mikado notò che Kida era particolarmente eccitato e valutava il complesso di quella che aveva più o meno vent’anni.
- Prima regola - cominciò subito - chiamatemi Sumiko; secondo, manco vi passi per l’anticamera del cervello di darmi del “lei” perché mi fa sentire vecchia; terza regola: patti chiari amicizia lunga entiendes? Voglio fare le cose in fretta quindi facciamo l’appello -
Le ragazze tra loro bisbigliavano quanto fosse bella, i ragazzi fantasticavano su quanto fosse sexy con quegli occhiali da film porno, lei li zittì lanciando solo uno sguardo e ripetendo ancora una volta la frase “patti chiari e amicizia lunga”.
- Chiedo scusa … - azzardò Mikado incerto, lei alzò le iridi grigie dai fogli togliendo gli occhiali.
- Dica … hmmm tu sei? -
- Ryugamine Mikado … volevo chiederle - sguardo di fuoco - Chiederti se andremo avanti col programma o interroghera-i … - tutti quanti lo stavano praticamente uccidendo con gli occhi.
- Secondo te? Di certo non vi interrogo oggi, rifaremo questo argomento daccapo per le teste di coccio poi faremo compito scritto come se nessuno se ne fosse andato- lo spiegò tutto con una tale naturalezza, un’incredibile fluidità tra una frase e l’altra tanto da rendere tutto facile. Era perfetta.
- Grazie … - fece incerto sedendo sollevato più che mai.

- Ah che giornata! - si stiracchiò agguantando la borsa e sistemandosi le scarpe per evitare che le vesciche sfuggissero al cerotto ormai staccato da tutte quelle ore passate a imparare nomi.
- Mi sa che mi berrò qualcosa di forte - ragionò salutando con un cenno svogliato un suo collega che la stava fissando con una certa lucetta schifosa di desiderio.
Arrivò davanti al bar dopo aver bazzicato tra i negozi, sedette al bancone cogliendo impreparato il barista che puliva gli occhiali.
- Shizuo-senpai, non pensavo che tu ignorassi i vecchi amici, mi deludi … -
L’uomo girò sui tacchi notando quella bella donna seduta con un sorrisino familiare, la sua cara kohai.
- Quando sei tornata?-
- Una settimana fa, più o meno, mi hanno dato la cattedra qua a Ikebukuro e quindi … perché non venire da qualcuno in grado di sfondarmi di alcolici fino alla tomba? Che ne dici di cominciare col farmi un bel bibitone di vodka?-
- Mi sembri esagerata, mi ricordo che quel dannato una volta ti ha detto: altro che Sumiko (bambina dai pensieri puri) dovresti chiamarti Mari (ribellione); non si potrebbe proprio dargli torto - intanto che parlava versava in un bicchiere da tavola una bella dose di alcolico mischiandolo con altra roba che di sicuro lei avrebbe apprezzato.
- Zitto, ti ricordo che l’ultima volta che lui mi ha chiamata Yori (serva del prossimo) chiedendogli di portargli la borsa l’ho fatto sanguinare, ah che bei ricordi!- si lasciò sfuggire una risatina appoggiando il palmo della mano sulla guancia mentre beveva con calma la sua “medicina anti-stress”.
- Già, piuttosto… come ti sembra Ikebukuro?- domandò.
- Uguale a prima, non sei cambiato nemmeno tu se proprio bisogna essere sinceri. Intendo i palazzi, le persone, la vita intera … direi che le facce nuove sono poche - sentenziò fredda come sempre. Terminò in pochissimi secondi il super-alcolico tanto da lasciare sulla faccia di Shizuo Heiwajima un’espressione stranita.
- D’accordo si fa tardi signorina, vuoi ti riaccompagni a casa?- guardò l’orologio al polso accorgendosi che l’orario di chiusura era passato già da un pezzo e stava cominciando a far troppo buio.
- Mi vuoi fuori dai piedi?- ironizzò.
- Se così fosse non ti avrei proposto di accompagnarti -
- Non sono manco brilla e ti preoccupi? D’altro canto fai più danni tu da sobrio che io da ubriaca fidati -
- Prudenza kohai, prudenza … - ripetè aprendo la porta facendole cenno di uscire.
- Gentlemen … - fece con voce suadente tirandogli un pugno scherzoso all’addome com’era solita fare, lui annuì sogghignando.
- Sei sicuro di voler venire a Shibuya con me? -
- Shibuya?!- trasalì ringhiando - Ti accompagno alla stazione allora … -
- Meglio che Ikebukuro sia la sola a vedere i vostri teatrini - commentò serafica accettando la sigaretta dal compare.
- E tu come lo sai? - si sorprese il biondo prendendo una cicca, armeggiando con l’accendino, accese anche per la bruna.
- Contatti senpai, contatti…- ridacchiò imitando i modi dell’uomo che poco prima dubitava della sua sobrietà e del suo autocontrollo.
- Piantala di fare tanto la misteriosa- sbuffò.
Una risata cristallina lo fece tornare indietro di alcuni anni.
- Io misteriosa? Wow, sono davvero cambiata ai tuo occhi? Bah, siamo arrivati … - sputò annoiata sperando di non doversene davvero andare da Ikebukuro.
- Ci rivediamo domani- salutò buttando a terra il mozzicone ancora a metà.
- È un appuntamento?- se era un modo nuovo di dire “passa una buona serata” era decisamente divertente.
- Certo, ciao senpai!- si dileguò tra la folla.

Sentì il campanello suonare, fece finta di nulla, ma, data l’insistenza dovette attraversare il corridoio e aprire. Appena sporta strinse la mascella e fece per richiudere.
- Mi spiace, qui non vogliamo nulla … - sorrise falsamente cercando di spingere per evitare che quello entrasse, la scarpa stazionava immobile tra lo stipite e l’anta.
- Eddai … non fai entrare un vecchio amico? -
- Forse per il “vecchio” ti darei ragione, lo sei, però non mi ricordo bene: eravamo amici? Incredibile, ora che mi hai illuminata puoi anche dileguarti -
Non era per nulla divertente, se si fosse trovata davanti Shinra magari lo avrebbe anche fatto entrare ma LUI era fuori discussione. Tempo un secondo e Sumiko era a terra e Izaya tranquillamente seduto sul divano che si gustava il panorama di una kohai infuriata.
- Ascoltami Orihara: se non levi le tue sudice chiappe dal mio divano ti faccio sanguinare, per la terza volta, entiendes? - chiarì tirandolo per il braccio incitandolo con le unghie e coi denti ad andarsene.
- Perché dovrei? La mia piccola Sumiko che ritorna è un grande evento: festeggiamo!- cinguettò facendo salire l’irritazione della ragazza a livelli osceni.
- FUORI BRUTTO PEDOFILO!-
- Due anni di differenza e mi becco un "pedofilo" come aggettivo...- si lamentò falsamente trascinando la donna sul divano con lui approfittando per chiuderla con un braccio, da quanto tempo non si divertiva a farle quelle cretinate?
- Direi che ora che sono cresciuta maniaco sia meglio vero? Che vuoi?- sospirò evitando il più possibile di farsi toccare da quel viscido maniaco.
- L'unica cosa che voglio é divertirmi- le bisbigliò all'orecchio mordendole il lobo. La mora era tentata di tirargli un ceffone tale da fargli girare la testa.
- Strano non fai nulla?- rise il ragazzo accarezzandole la coscia.
- Sinceramente mi fai schifo ... -
- Sul serio? Io pensavo di piacerti -
- Quando mai?- rise liberandosi finalmente dalle sue grinfie.
- Mi sembri preoccupata - osò bloccandola in una specie di abbraccio, un piccolo assaggio di terza liceo solo con la piccola differenza che allora era andato fino in fondo senza risparmiarsi.
- Da quando hai il diritto di toccarmi Orihara?- interrogò, non aveva decisamente bisogno di una risposta se poi era lui a doverla dare di certo non aveva alcuna voglia di ascoltare, ma in quel caso non aveva alcuna scelta se non rimanere lì. Avvertiva un qualcosa che le puntellava la schiena, riconobbe la punta di un coltello, un coltello a serramanico.
- Da quando hai aperto - sibilò poggiando le labbra sul collo della mora.
- Sei entrato da solo - gli ricordò amaramente.
- Sul serio? Non ho sentito lamentele-
- Non leggi nel pensiero?- scherzò tirandogli la frangia, da fuori poteva sembrare un gesto affettuoso però Izaya sentì la cute tirare facendogli stringere i denti.
- Ti diverti tanto a tormentarmi?- domandò ora libera dalla sua presa. Si massaggiò la parte esposta al metallo.
- Molto- ammise accennando ad andarsene.
- Te ne vai così? Ti sei arrugginito? Mi sarei aspettata, chessò... una serata di follie, tu che mi porti a letto io che ti accoltello nel sonno...- fantasticò rallegrandosì alla fase di accoltellamento.
- Sará per un'altra volta, aspettami- ghignò facendo un baciamano - mia piccola Sumiko -
- Tua?! Questo è tutto da vedere!- sfidò chiudendosi la porta alle spalle e lasciandosi andare sul muro fino a sedersi sul pavimento - Proprio tutto da vedere Orihara- ripeté sibilante.

ANGOLO DI ZOICHI:
Lettori: onno!!! anche qui!?
Zoichi: ebbene sì gente sono arrivata qui a distruggere il mondo  scrivere una ff su questo anime/light novel che amo con todo mi corazon! Occhei allora vediamo cosa dovevo dire (?) ... ah sì vi piace come inizio?
Lettori: ovvio che no *dentro un buncher anti-zoichi*
Zoichi: voi sì che sapete farmi sentire bene -.- al prossimo capitolo: "il quartetto dei deficienti ritorna!"
recensite
mi raccomando, ciao!
   
 
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