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Autore: darkandtwisty    23/01/2015    2 recensioni
❝ Siamo adulti. Come è successo? E quando si torna indietro? ❞
Serena Van Der Woodsen è tornata a New York dopo la sua luna di miele e, mentre i suoi amici sembrano trovarsi perfettamente a loro agio con il nuovo status da adulti, lei inizia a fronteggiare un senso di responsabilità che non le sta bene addosso, una migliore amica con cui confrontarsi e un matrimonio che non sembra andare per il verso giusto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Dan Humphrey, Nate Archibald, Serena Van Der Woodsen | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass, Blair Waldorf/Dan Humphrey, Dan Humphrey/Serena Van Der Woodsen, Jenny Humphrey/Nate Archibald, Nate Archibald/Serena Van Der Woodsen
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nel futuro
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Look at me now, I have everything.
You gave to me and my heart can sing.
I was a kid who could only drink,
dance on tables, makin' deal with devils like a drunk beauty queen.
Fighting the fantasy, hooked on the scene, but you brought me to my knees.
(...) I don't wanna lose it, I'm in love but I didn't choose it.


Il letto è vuoto e freddo quando Serena si sveglia quella mattina. Istintivamente allunga una mano verso il lato di Dan, la temperatura delle lenzuola le conferma che lui è andato via da tempo ormai. 
Richiude gli occhi, coprendoli con entrambe le mani, e solo qualche minuto dopo si costringe a trascinarsi fuori dal letto, il silenzio è assordante e può sentire i propri piedi nudi calpestare il parquet tirato a lucido dalla governante.
Beve caffè tiepido e rifiuta la fetta di torta lasciata a incattivirsi sull’isola della cucina, fare colazione da sola le fa tristezza, si sente brutta come il tempo e sapere che Dan è a lavoro la riempie di strane sensazioni, si sente improduttiva, spenta.
Fatica a ricordare chi è, chi era prima del matrimonio, addirittura prima dell'estate a Parigi, e vedere all’orizzonte i suoi complessi esistenziali marciare contro il suo attuale precario equilibrio è troppo perfino dopo la seduta di yoga del giorno precedente.
Getta un’occhiata pensierosa alla foto di lei e Dan al Ballo delle Debuttanti tenuta con cura sul comò prima di uscire.
Dieci minuti dopo Sere si lascia inghiottire dal fiume di persone che sciaborda lungo la Fifth Avenue e infila le cuffiette, tirando su il cappuccio del giaccone Burberry. Tra questa Serena e la Serena di qualche anno prima di ritorno dalla Constance l’unica differenza è la gonna in tartan, ora sostituita da un paio di pantaloni in pelle scura abbinati ai tronchetti alti. Prova lo stesso vortice incontrollato di sentimenti, sentimenti amplificati. “Odio il Natale, perché a Natale non sfuggi, non puoi scappare via dall’obbligo di essere felice, sei costretto a sentire. E per una che sente troppo di suo, la cosa diventa invivibile”, aveva confidato una volta a Georgina mentre fumavano erba sotto le fronde di una quercia a Central Park. G di tutta risposta le aveva passato un altro spinello, intimandole di finirla con le menate.
Infila le mani nelle tasche, il freddo è secco e lo sente nelle ossa, nel cuore. Cede alla provocazione delle labbra screpolate e le tortura con i denti mentre ripensa a Dan; il matrimonio, ogni volta che lo guardava durante la cerimonia non lo aveva mai sorpreso a guardarla di rimando, ricorda di aver pensato disperatamente “cosa faccio se non mi sposa?” poco prima che lui pronunciasse il fatidico sì. Ce n’erano stati di dubbi e di paure, ma era tutto sparito in luna di miele. Lui era stato dolce e l’aveva fatta ridere tanto, avevano fatto spesso l’amore e lei aveva capito di essere in competizione con un’altra donna solo quando, rientrati a New York, lui non le aveva rivolto parola per due giorni interi. Si era rintanato nello studio, il tintinnio dei tasti del suo laptop era diventato un incubo e Serena si era sentita un po’ come Wendy in “Shining” quando aveva compreso che essere la moglie di uno scrittore era come vivere un rapporto a tre.
Non si toccavano più, ogni tanto Dan le rivolgeva un sorriso, le faceva capire che voleva chiederle scusa, che quella era l’ultima volta che si rifiutava di uscire a cena fuori, ma a fine giornata dopo aver terminato un altro capitolo si accendeva una sigaretta e la fumava lentamente fissando il pavimento, sovrappensiero, senza guardarla.
Le manca ridere con lui e le manca la sua vecchia vita, perfino Gossip Girl. Forse è l’astinenza da Gossip Girl, è cambiato per questo? E’ corrucciata mentre raggiunge l’angolo con la 63esima, attraversa la strada e ora fiancheggia Central Park, le chiome spoglie degli alberi si sporgono oltre il muro basso e fanno ombra sul marciapiede, quel lato della strada l’aveva sempre fatta sentire al sicuro.
Ripensa agli anni del liceo, alle sentenze velenose della blogger che più aveva influito sulla sua vita, e al ragazzo di Brooklyn di cui si era innamorata, così genuino, capace di fare ironia su qualunque cose, attento alle sue esigenze, comprensivo con i suoi errori. Dan e Serena, Serena e Dan. Ho sposato Gossip Girl, e dirlo ha il sapore ferroso del sangue. Quelle due entità, il male e l’antidoto, si erano fuse e avevano dato vita a suo marito, il suo amato marito.
Ma cosa era successo a lei? Da quando sua madre e suo padre erano tornati insieme, “due cuori e un attico” come diceva Eric, lei non aveva più trovato rifugio nei suoi complessi paterni, ottima giustificazione per tutto il dramma di cui si era resa protagonista fino a quel momento. Aveva davvero dovuto piantarla con i colpi di testa, vivere la favola che aveva sempre voluto d’altronde, accettare l’uomo per cui aveva combattuto, colui che aveva poi contribuito al suo cambiamento rendendola responsabile e tranquilla. Tranquilla. Quanto poco le si adatta quel termine, specchiandosi in una pozza d’acqua piovana vede tutto meno che tranquillità o equilibrio.
E cosa vuole, dunque? Essere la persona che ha sempre voluto essere o tornare alla Serena di un tempo, questa volta senza scuse? All’improvviso le ombre gettate dagli alberi sul marciapiede non sono abbastanza e lei si sente esposta alla violenza di quei pensieri. Deve trovare qualcosa, un diversivo, una distrazione per evitare che tutto quel rimuginare rancoroso finisca per farle commettere qualche sciocchezza.
Mentalmente ripercorre le sue conoscenze. Blair e Chuck erano sposati adesso, e cosa più importante, erano felici; perfino Chuck era riuscito ad uccidere i suoi demoni, li aveva impiccati nell’armadio con la sua distintiva sciarpa, e perfino Blair aveva appeso al chiodo la corona per essere una buona madre e una ottima moglie. Eric era a Londra con Jenny, dove entrambi potevano essere se stessi senza complotti, yogurt in testa e guerre per il trono. Nate era diventato sindaco alla fine ed era riuscito ad abbandonare la sua reputazione da scapolo vuoto e toy-boy. Georgina continuava ad essere una puttana psicotica, d’accordo, ma era pur sempre follemente innamorata e felice, anche se con uno come Jack Bass— e il tutto è ampiamente documentato dall’invito per una cena a quattro nella mia casella email, pensa amaramente. Cosa c’è allora che non va in lei? Come può tornare a essere se stessa? E soprattutto, chi è tra le tante maschere che ha indossato la vera Serena?
 
   
 
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