Film > Lorax - Il guardiano della foresta
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Autore: Pseudonimo Letty    23/01/2015    0 recensioni
Ho scoperto Lorax soltanto adesso e me ne sono immediatamente innamorata. Come una buona fangirl, ho adorato The Once-ler e come tante altre fangirl ho pensato di scrivere anch'io una storia riguardante lui e una presunta ragazza.
Perciò partiamo subito: Dopo le vicende narrate dal film, la vita di Once-ler scorre tranquilla... Finché un frammento del suo passato torna a farsi vivo; sulle note di una canzone, i ricordi di Once-ler ritorneranno a galla e faranno luce su un frammento perduto della sua vita...
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Once-ler, Sorpresa, Ted
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAP 1: Who You Are (1)

"Basta Oncie! Va' fuori di qui! Prendi una boccata d'aria e quando avrai ritrovato la ragione vai a letto senza cena!"

"Esatto! Senza cena!"

"Già, senza cena, sgorbio. E portati dietro il tuo stupido quaderno!"

Un ammasso di ossa e pelle rotolò fuori dalla porta di una casa.

Once-ler si sedette sui gradini, spolverandosi i pantaloni. L'ultima frase dei suoi fratelli fu accompagnata da un oggetto volante che rimbalzò precisamente sulla sua testa e cadde a terra.

Scocciato e ammaccato raccolse il logoro quaderno e si avviò verso l'altro lato della strada.

Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno; e Lei era l'unica che lo avrebbe capito.

Senza un attimo di esitazione, suonò il campanello di bronzo e attese. Dopo alcuni istanti, la porta si aprì, rivelando la snella figura di ragazza che aveva aperto.

"... Oh, no... Sei davvero ridotto male"

Quelle parole e quel tono tra il canzonante e l'affettuoso lo fecero sorridere leggermente. Fissò gli occhi azzurri di Gloria, mentre quest'ultima, con una leggera spinta, apriva la porta di casa sua a lui.

"Ciao, Once"

 

"Io non capisco... Come fai a non odiarli?"

"Lo sai come sono. Non riesco a odiare nessuno, nemmeno Jeff e i suoi tirapiedi a scuola!"

"Per loro basto e avanzo io. Li odio abbastanza per entrambi, credo. Ma ancora non hai risposto alla domanda" continuò la castana, saltellando su alcuni sassi irregolari del terreno.

"Non riesco a odiarli perché... Perché sono l'unica famiglia che ho" finì il ragazzo, sedendosi a terra e osservando l'immensa distesa di erba dorata che si protendeva fino all'orizzonte.

"Vorrei solo... Vorrei solo che mi sostenessero, almeno per una volta..."

"Perché ti serve la loro approvazione?" domandò la ragazza sedendosi a gambe incrociate.

Once inspirò profondamente, prima di rispondere.

"Perché ho paura"

Gloria lo fissò attentamente; Once la fissò di rimando, senza dire alcuna parola. Si sentiva sempre strano quando Gloria lo fissava a quel modo. Era come se fosse nudo, come se lei potesse vedere ogni parte nascosta di lui, perfino l'anima. Alla fine la ragazza abbassò lo sguardo.

"Ascolta" disse allungando una mano e afferrando quella dinoccolata di Once "Non so quanto io possa aiutarti per avere l'approvazione della tua famiglia. Siamo simili dopotutto, e le nostre famiglie ci credono... Strani. Ma riguardo all'avere paura ti dico questo: Non c'è Paura se non le dai la possibilità di esistere"

"Che cosa vuoi dire?"

"Voglio dire che la paura è solo nella tua testa. Sta a te decidere se debellarla oppure serbarla nel tuo cuore. Se ti aggrappi alle tue paure resterai qui per sempre. È questo che vuoi, Oncie?"

Il ragazzo restò per un attimo a fissare il suo quaderno. Era pieno di scritte, scarabocchi, idee per invenzioni innovative e stravaganti. Era impregnato della sua fantasia e della sua essenza.

Sorrise maliziosamente verso la castana.

"Di un po', da dove viene tutto questo coraggio? Io ricordo perfettamente una piccola bambina che aveva perso la strada e piangeva nel buio di una caverna"

Gloria gli diede una lieve spinta, sorridendo.

"Il mio coraggio viene da una caverna buia. Mel'ha fatto scoprire un piccolo bambino dal sorriso sbilenco e una torcia mezza scassata"

I due ragazzi sorrisero, rincuorati a vicenda.

"Meglio due inventori stravaganti che cento persone normali"

Gloria rigirò la tracolla della chitarra.

"Hai proprio ragione! E se qualcuno dice qualcosa contro la tua natura, ricorda... Don't lose who you are in the blur of the stars, Seeing is deceiving, dreaming is believing, It's okay not to be okay"

Once-ler non poté far altro che afferrare la sua chitarra e iniziare a cantare a squarciagola.

"Sometimes it's hard to follow your heart, tears don't mean you're losing, everybody's bruising, Just be true to who you are"

Un rumore di finestre spalancate e si persone scocciate li fece fermare.
"Silenzio, adolescenti delinquenti. Qui c'è gente che vuole dormire!"

I due corsero via ridendo di gusto e continuando a strimpellare note dissonanti nel tramonto.

"Te lo prometto, Glee, riuscirò a diventare ricco e famoso. Avrò così tanti verdoni che mi vestirò interamente di verde!"

"Di verde?!"

"Esatto! Giacca, guanti e cappello verdi e neri. Farò un figurone, sarò acclamatissimo, soprattutto dalle donne!" commentò il ragazzino già vedendosi nei suoi panni da ricco magnate.

"Ahahaha, allora io sarò presente per vederti e ricordati che sei uno Spilungone!" scherzò la ragazza dandogli una spinta amichevole.

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Le foglie cadevano copiose come pioggia; i due ragazzi, imbacuccati in sciarpe e cappelli, non cedevano al vento freddo e restavano sdraiati a terra. Due matite scarabocchiavano su due quaderni senza mai fermarsi.

"Ecco! Ho finito!" esclamò Gloria mettendosi in ginocchio.

Once-ler prese il quaderno della ragazza e, mentre questa si massaggiava la mano dolorante, si mise a sfogliare le tre pagine che aveva scritto.

"Wow! Questa è... è... GENIALE!"

"Non dire così, dai, è solo un'idea sciocca che ho avuto" cercò di sminuire Gloria, aggiustandosi una ciocca di capelli sotto al cappello.

"No sul serio è geniale! Una macchina capace di purificare un terreno contaminato... È semplicemente brillante, Gloria!"

La castana arrossì visivamente, nascondendo il viso nella sciarpa per non farsi vedere dal ragazzo.

"E tu invece, cosa hai scritto?" domandò prendendo il quaderno del moro.

Sfogliò le pagine, incantata dalla spiccata fantasia che riscontrava in Once. Macchine a pedali capaci di tagliare cento alberi in pochi minuti, irrigatori che poteva annaffiare ettari interi di campi...

"E questo cos'è?" domandò incuriosita dal nome dell'invenzione.

"Il THNEED, beh è un prodotto che può sostituire mille prodotti"

"Sembra strano, ma è fico! E con cosa puoi fabbricare un Thneed?"

"Beh... Ecco... Non lo so. Ci devo ancora lavorare, è solo un'idea stramba per ora. Ma troverò il materiale perfetto per fabbricarlo" proferì con voce sicura.

Gloria sorrise a sua volta.

"Sono sicura che un giorno troverai il materiale perfetto, Once. Io ho fiducia in te" finì fissandolo negli occhi.

Il cuore di Once-ler sobbalzò, mentre il suo sorriso si distendeva e faceva compagnia a quello di Gloria.

"Ehm... beh... Perché non andiamo a fare qualche accordo con le chitarre?" domandò imbarazzato.

"Sì! Il primo che arriva a casa decide cosa suonare!" proferì la ragazza alzandosi e partendo come un razzo, seguita dal ragazzo.

   
 
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