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Autore: Rota    23/01/2015    3 recensioni
C'è qualcosa di leggermente strano, nell'aria.
Kuramochi ha disimparato con il tempo a percepire chiaramente e in modo tempestivo le situazioni di alterazione, avendo sviluppato l'abitudine di rivolgere la propria attenzione a qualcosa di diverso, più racchiuso in precise e delimitate regole sportive che non in un caos di strada dove niente è prevedibile. Eppure, l'istinto non è totalmente sradicato, e vi rimane traccia sparuta nelle profondità dell'animo, lì dove la ragione fatica ancora ad attecchire. E la sensibilità che sempre lo ha contraddistinto, nel bene e nel male, aiuta molto in questo, anche per le più piccole cose.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryosuke Kominato, Un po' tutti, Youichi Kuramochi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: Rota/margherota
*Titolo: Pochi secondi di felicità
*Fandom: Diamond no Ace
*Personaggi: Ryosuke Kominato, Youichi Kuramochi, Un po' tutti
*Generi: Introspettivo, Generale
*Avvertimenti: Shonen ai, Missing Moment
*Rating: Verde
*Numero parole: 685
*Settimana/Prompt Cow-T: Prima settimana/ Qualcosa di prestato
*Note: Anche qui, coppia nuova & fandom nuovo. Ho iniziato a shippare questi due da più o meno un mese ma per varie ed eventuali non avevo ancora scritto niente a riguardo xD
Il fandom è “prestato” da Shichan, che è autrice di alcune bellissime, bellissime MiyuSawa, qui su EFP (L)
Buona lettura (L)

 

 

 

 

 






 

C'è qualcosa di leggermente strano, nell'aria.
Kuramochi ha disimparato con il tempo a percepire chiaramente e in modo tempestivo le situazioni di alterazione, avendo sviluppato l'abitudine di rivolgere la propria attenzione a qualcosa di diverso, più racchiuso in precise e delimitate regole sportive che non in un caos di strada dove niente è prevedibile. Eppure, l'istinto non è totalmente sradicato, e vi rimane traccia sparuta nelle profondità dell'animo, lì dove la ragione fatica ancora ad attecchire. E la sensibilità che sempre lo ha contraddistinto, nel bene e nel male, aiuta molto in questo, anche per le più piccole cose.
La stanza di Ryo san si trova in un'ala del dormitorio diversa dalla sua, per quanto la strada sia più o meno la medesima: un pezzo dritto dagli spogliatoi all'ingresso del complesso e poi ancora diversi metri in comune. Quindi è piuttosto normale che i loro passi si accompagnino fra gli stessi sassi e con il medesimo ritmo stanco, dopo ore e ore di allenamento estenuante.
Sono presenti molti altri compagni più grandi, il capitano e anche Jun-san, qualcuno che già sbadiglia e qualcuno che li raggiunge correndo per non essere lasciato indietro dall'intero gruppo. Non conta quelli che mancano – rimasti indietro per zelo o passione che sia – e non ha bisogno di guardare troppo per sapere che Sawamura non li sta seguendo neanche quella sera.
Ride, nel proprio tratto caratteristico, a una battuta nata dalla bocca impertinente di Miyuki, ed è solo uno dei tanti che graffia il terreno con la suola di plastica delle scarpe per stanchezza e disattenzione.
Assieme alla fatica tipica di tutte le giornate, rimane appiccicata sulla pelle anche la sensazione di calore e di adeguatezza peculiare della serenità.
Ma ci sono stati dei dettagli in più, quella sera, che lui non manca di notare e di tenere per sé.
Pian piano, il gruppo si sfoltisce, le persone cominciano a rientrare nelle proprie stanze e a lasciarvi fuori tutto ciò che non serve alla notte.
Rimane, alla fine, solo il gruppo dei ragazzi del terzo anno che devono procedere di poco, e Kuramochi accanto alle scale che portano al primo piano dove si trova la sua camera.
Li saluta senza troppa considerazione, procede per le scale fino quasi a raggiungerne la fine, e rimane immobile sull'ultimo gradino a guardare il vuoto per neanche mezzo minuto, percependo tutti i suoni attorno a sé affievolirsi e poi sparire del tutto.
Ne rimane solo uno, sempre meno ovattato e indistinto.
Kuramochi scende di fretta le scale, badando poco al dolore alle cosce che gli fa tendere i muscoli e i legamenti: lui alla fine è lì, che lo attende. Non ha neanche una scusa con cui giustificarsi, ma solo un sorriso piuttosto arrogante sulle labbra e la solita giacca bianca appoggiata su una sola spalla.
Ha interpretato bene, allora, quella vicinanza eccessiva, quegli sguardi più lenti, quel passo così simile e parallelo al suo. Riuscire a captare certi segnali, così come riuscire a mandarli, permette a entrambi di godere di quei pochi attimi che si possono permettere solo tra di loro.
E c'è poco da volere, in una situazione come quella, ma Kominato è ben esplicito nell'esprimere i propri desideri: si avvicina ancora a lui e lo prende per il collo della maglia.
Non è rude e non è neanche dolce – probabilmente è lo stesso impaccio suo, della prima esperienza vera. Però, hanno imparato entrambi a rendere il bacio qualcosa di abbastanza piacevole, per quanto corto e per quanto rubato al tempo.
Occhi chiusi, respiro basso, labbra unite.
Bastano pochi secondi di felicità, che la mano di Ryo san si apre e lo allontana come lo ha bruscamente avvicinato. Il suo sorriso si è fatto appena morbido, anche se fatica ancora a essere dolce.
Fa un passo indietro e lo saluta con un cenno della mano, senza fare alcun rumore e sparendo poi nell'ombra nel medesimo modo.
Kuramochi sorride come la persona felice che è, e incassa la testa tra le proprie spalle prima di correre su per i gradini, trascinando con sé anche il più leggero grammo di gioia.

 

 

 

 

   
 
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