NdA: Prima di tutto, volevo precisare che ho scritto questa one shot prima che Blood of Olympus uscisse quindi, se c’è qualcosa di ‘sbagliato’, ora potete capire il motivo. Volevo ringraziarvi tantissimo, perché grazie tutte alle vostre recensioni questa one-shot è entrata a far parte di quelle più popolari del fandom di PJO. Merci! Ovviamente, un grandissimo ringraziamento va anche a tutti coloro che l’hanno messa tra le preferite/ricordate/ seguite e quelli che, anche solo passando a leggerla, aumentano ogni giorno le visualizzazioni. Vorrei davvero ringraziarvi tutti ma siete davvero troppi e, come ho già detto, se ne aggiunge sempre qualcuno di nuovo. Rimango quindi sul generale, ma sappiate che nello specifico so chi siete e vi mando un bacione ≈partyponies.
-D |
ai,
ripeti questa: " Credi
nell'amore a prima vista o devo uscire e rientrare in questa stanza?"
Leo
Valdez sorrise, aspettando che quelle
parole uscissero dalla bocca del piccolo Logan Jackson, il famoso
figlio di
Percy ed Annabeth che aveva appena tre anni. Il bambino lo
guardò con i
suoi grandi occhi verde mare e leccò il gelato blu che gli si era
appiccicato alle dita e con
cui si era sporcato buona parte della faccia.
- Ma
perché devo ripetere queste frasi,
zio Leo? -chiese, con sguardo interrogativo, uguale a quello di Percy
quando
era confuso. Leo adorava i bambini in generale, ma Logan era
di gran
lunga il suo preferito. Secondo Sally, la madre di Percy, il bambino
era la copia
identica del figlio di Poseidone, sia fisicamente che caratterialmente.
Logan, infatti, aveva una zazzera di capelli neri che
Annabeth cercava di
mettere in ordine, senza risultati; gli ricadevano sempre e comunque
sulla
fronte disordinatamente. Gli occhi erano grandi e color verde acqua,
proprio
come Percy. Tutti lo trovavano carino ed
effettivamente non si
poteva resistere a quel bambino, soprattutto quando faceva quella che
Percy
chiamava 'faccia da cucciolo'.
Altro
che lingua ammaliatrice! Logan riusciva ad ottenere quello che voleva
più di
quanto facesse Piper col suo potere.
Quel
giorno, Annabeth e Percy erano dovuti
restare al lavoro più del dovuto e, perciò, non
potevano occuparsi del
figlioletto. In queste situazioni, chiedevano aiuto
a Sally e Paul,
che erano sempre entusiasti di prendersi cura del loro unico nipotino. Anche loro, tuttavia, erano
impegnati; i due
sposi erano stati costretti a ricorrere
ai loro amici e, quando Leo si era offerto volontario- con una scena
che
ricordava molto la mietitura di Katniss Everdeen , Annabeth aveva
sgranato gli
occhi diffidente. Percy aveva avuto più o meno la
stessa reazione, ma
alla fine gliel'avevano lasciato non senza una lista di COSA
NON FARE da parte di Annabeth, che Leo bruciò
nell'istante
stesso in cui la bionda si chiuse la porta alle spalle.
Aveva
portato Logan da McDonald's, dove il
piccolo non era mai entrato per ordine della madre. Annabeth non voleva
che
mangiasse quella robaccia
là, altrimenti si sentirà male quando
sarà grande.
Effettivamente, la bionda poteva sembrare veramente una madre
iperprotettiva,
ma Leo sapeva che lo faceva solamente per il bene del figlio, per cui
avrebbe
dato tutta la vita.
Una
volta usciti da McDonald's, Leo aveva
in programma di tornare a casa e giocare un po' con Logan, ma
lui non la
pensava alla stessa maniera.
-Ma
ogni venerdì mamma e papà mi portano a
Central Park e tutti e tre mangiamo gelato blu!- disse il bambino,
saltellando
felice. -Per favore?- pregò, con la faccia da cucciolo.
Leo roteò gli
occhi, ma alla fine sorrise ed acconsentì.
Come non poteva, d’altronde? Era troppo carino.
Proprio mentre erano a
Central Park e Logan si sporcava tutto di gelato e Leo cercava di
pulirlo con fazzoletti che faceva apparire dalla sua cintura magica, si
erano
avvicinate parecchie ragazze per osservare quanto fosse carino Logan.
Leo era
stato molto fiero di dirgli che era suo nipote-anche se in teoria non
era vero,
ma una bugia non ha mai ucciso nessuno, giusto? Tutte le ragazze erano
veramente
affascinanti, o perlomeno così credeva lui, ma quando gli
chiedevano di prendere
in braccio il piccolo, Leo scuoteva la testa e loro se ne andavano
arrabbiate e
battendo i piedi nel terra in un gesto di stizza. Non poteva lasciare
Logan
nelle mani di qualche sconosciuta solo perché era carina.
Ed era in quel
momento che la lampadina si era accesa ed aveva esclamato qualcosa come
“eureka!”.
-Perché
- rispose Leo - puoi dire queste
frasi alla mamma.
Gli
occhi di Logan si illuminarono. Tutti
avrebbero potuto affermare quanto il piccolo adorasse i suoi genitori;
adorava
passar del tempo insieme a loro, ma renderli felice era la sensazione
migliore
che potesse mai provare. - Faranno felice mamma?
Leo non credeva che Annabeth avrebbe apprezzato, ma si sentiva in dovere di insegnare a Logan come flirtare con una ragazza. Percy non l’avrebbe mai fatto e suo figlio aveva bisogno di un buon maestro. -Ovviamente- dichiarò - Gliele dirai non appena me ne sarò andato, okay? Ora ripeti : " Spero che tu capisca qualcosa della respirazione artificiale perché mi stai rubando il fiato".
Appena
Annabeth entrò nel piccolo
appartamento in cui lei e Percy erano riusciti a trovare dello spazio
anche per Logan, si tolse le scarpe
e infilò
le pantofole.
Sentiva delle voci provenire dal salone, quindi si sporse e
notò Leo e
Logan che parlavano tra di loro animatamente. Appena suo figlio la
vide, sul
suo volto si dipinse un grandissimo sorriso. Si
alzò in piedi e, un po’
saltellando e un po’ camminando, abbracciò le
gambe di Annabeth.
-Ehy,
Logue- gli scompligliò ancora di
più i capelli neri e lui le sorrise, mostrando i
piccoli denti. - Ti sei
divertito?
-Oh
sì, mammina- le disse, prendendole una
mano. Distolse lo sguardo da suo figlio per posarlo su Leo.
-Grazie,
davvero- mormorò e il ragazzo
sorrise imbarazzato. Si grattò la nuca, ma la guardava con
un sorriso spavaldo,
quello che in genere usava per attirare l’attenzione del
gentil sesso.
- Non
è niente. Quindi, posso rifarlo?
Cioè, posso prendermi cura di lui quando tu e
Percy non ci siete?
Annabeth
lo fissò perplessa. Nel frattempo
si era messa seduta a terra e Logan aveva cominciato a giocare con i
suoi
capelli ricci. Avrebbe mentito se avesse detto che si fidava a lasciare
suo
figlio a Leo o a qualsiasi altra persona che non fosse Sally.
Nonostante tutto,
Logan era felice, perciò alzò le spalle e
rispose: -Suppongo di sì. Ti
farò sapere, grazie ancora.
Lui
salutò entrambi con la mano e si avviò
verso l'uscita. Appena Annabeth sentì la porta chiudersi, si
rivolse al figlio.
-Allora,
cosa avete fatto oggi ?
-Leo
mi ha portato da McDonald's, poi
siamo andati a Central Park e abbiamo comprato gelato blu e abbiamo
rincorso
uno scoiattolo e...- Logan non riusciva a smettere di parlare, agitando
le mani
e toccandole di tanto in tanto una guancia. Le ricordava
Percy così
tanto. Logan era praticamente la versione junior di suo marito, e lei
amava ancora di più Percy per quel regalo
che le aveva fatto.
Logan era stata assolutamente la sorpresa più
bella che le fosse mai
capitata.
-Vieni,
Logue. Hai tutte le manine
appiccicose, andiamo a lavarle, che ne dici?
-Sì!
- il piccolo batté le manine e
Annabeth lo prese in braccio. Di sicuro, nella sua vita aveva sostenuto
pesi
peggiori- il Cielo, per esempio-, ma in quel momento Logan le era
sembrato più
pesante. Stava crescendo troppo in fretta, si disse.
Ricordava
ancora il giorno in cui gliel'avevano messo tra le braccia per la prima
volta e
Percy aveva pianto così tanto per la commozione che la sua
faccia era diventata
rossissima. Poi era uscito per dire
a tutti che era nato, che era un maschietto, che...
-Mamma?-
la voce di Logan la riportò alla
realtà.
-Sì?
- Devi
essere un interruttore della
luce,ogni volta che ti vedo, mi accendi!
Annabeth
smise di lavargli le mani.
-Scusa?-
riuscì solamente a dire. Erano
poche le volte che era rimasta senza parole, e quella era
sicuramente da
annoverare tra di esse. Si vide riflessa nello specchio con la bocca
aperta in
una piccola O e gli occhi appena sgranati, come quando non riusciva a
capire
qualcosa.
- Ho
perso il mio numero, potresti
prestarmi il tuo?- continuò tuttavia il più
piccolo.
-Logan,
ma...
Suo
figlio la guardò con aria dispiaciuta.
- Non sei felice, mamma?
Annabeth
aggrottò le sopracciglia.
-Sì, è solo che...non dovresti dire
queste cose, sai...dove le hai
sentite?
Logan
le sorrise e cominciò a balbettare.
- Zio Leo mi ha detto che ti avrebbero fatto felice, quindi mi ha
insegnato
queste frasi e le ho imparate perché volevo farti felice e
perché sei bella...
Alla
bionda si fermò il cuore. -Zio Leo,
eh? -Il piccolo annuì. - Bene, Logue, rimani un attimo qui
mentre mamma va ad
uccide...emh, a fare due chiacchiere con Zio Leo, okay?
Si
rimise in fretta le scarpe e il
cappotto e spalancò la porta, urlando : -DOVE TI SEI
CACCIATO, LEO VALDEZ?! SE
TI TROVO TI UCCIDO!
Proprio
in quel momento, Percy entrò e si
spiaccicò contro la parete per evitare la furia di Annabeth.
Certo che
non si aspettava un benvenuto del genere.
Entrò
in casa e notò che suo figlio lo
fissava, confuso, con le mani piene di sapone e qualche residuo di
cioccolato
blu sulle guance. - Ehy, Logue! -disse, cercando di mostrarsi il
più disinvolto
possibile, anche se sapeva che era successo qualcosa e che in
mezzo a
tutto questo ci entrava un certo figlio di Efesto. Era anche
consapevole che
Leo non se la sarebbe passata tanto bene, considerando
l’umore di Annabeth.
- C'è un motivo particolare per cui tua madre
è uscita minacciando di
uccidere Leo?- domandò mentre si toglieva il cappotto.
Tuttavia,
suo figlio gli rispose con
un'altra domanda, che non c'entrava nulla con la sua.
-Hai
una mappa? Penso di essermi
perso nei tuoi occhi...
Percy
sgranò gli occhi.
-
...Cosa?
Revisitata
– più o meno- in
data 10/08/15