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Autore: Shepard85    24/01/2015    0 recensioni
Un bosco, un evento misterioso, un gruppo di amici ed una trama misteriosa ambientato in un luogo reale.
Questo è il mio primo racconto di genere fantascientifico. Spero di suscitare la vostra curiosità. Buona lettura!
Genere: Dark, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ombra Notturna
 
La festa fu un successo.
Per la prima volta l'intero menù, dagli antipasti al dessert, era stato spazzolato via senza problemi.
Inoltre il fattore blackout con ulteriore passeggiata notturna nel bosco fu rilevante. Prima di quella festa si era sempre stati in casa o al limite in paese. Improvvisare il programma fu determinante e tutti furono d'accordo. Il blackout che si pensava fosse circoscritto alla zona nord-est di Varese fu invece con grande sorpresa di tutti, un blackout che coinvolse l'Italia intera. Le cause furono del tutto sconosciute. Ma un'altra sorpresa andò ad alimentare la giornata successiva alla festa. Infatti, Paolo ricevette una telefonata da Selenia e venne a sapere che a tutti gli invitati mancava qualcosa. Kiki non trovava il suo portaocchiali, Valentina non aveva le chiavi di casa. Anche Paolo non trovava il suo accendino mentre Emanuele aveva chiamato da poco il suo migliore amico proprio perché non riusciva più a ricordare dove avesse messo il suo cappello dei L.A. Lakers. Tutti oggetti che erano nelle tasche dei propri giubbotti la sera prima. Come era possibile? La soluzione fu una sola: tornare a Viggiù e chiarire.
 
L'appuntamento avvenne verso tardo pomeriggio davanti al cancello della casa di Selenia. Erano presenti tutti gli invitati tranne Matteo e Ivan. Cristiano invece era andato in Svizzera con amici, forse un tentativo di distrazione dall’evento della sera precedente.
<< Allora qual è la situazione? >> chiese Paolo rivolgendosi al gruppo.
<< A tutti manca qualcosa e a quanto pare lo abbiamo perso ieri notte mentre eravamo nel bosco >> raccontò Selenia. Emanuele disse che sicuramente fu stato nel momento in cui il gruppo scappava dalla creatura. Ma Mattia non fu dello stesso parere. << Io ho ritrovato le chiavi di casa proprio qui, sullo spiazzo davanti a casa sua. Ma ieri notte noi abbiamo cominciato a correre quando eravamo già dentro il bosco >>. I ragazzi si scambiarono uno sguardo. Nessuno aveva il coraggio di dire ciò che tutti pensavano. Poi fu Mattia a dirlo << E' stata la creatura. Ha rubato i nostri oggetti >>. Tutto sembrò avere un senso. L'essere era entrato di nascosto approfittando dell'oscurità dovuta al blackout. Poi cercò nelle tasche dei giubbotti che gli invitati avevano posato sul letto di Selenia. Una volta scoperto da
Cristiano, fuggì dalla finestra ma gli oggetti se li portò con sé. Nella fretta gli caddero le chiavi di Mattia. << E' possibile che mentre fuggiva nel bosco, altri oggetti possano esser caduti. Avrà pensato alla fuga più che al bottino >> ipotizzò Emanuele. Paolo era d'accordo e non ci fu altra soluzione che tornare nel bosco per cercare. << Il Sole è prossimo al tramonto. Sbrighiamoci! >> concluse Selenia più determinata che mai. Gli altri la seguirono. I raggi di sole penetravano tra gli alberi illuminando il bosco di una luce dorata irreale. Selenia e Mattia furono i primi della fila seguiti da Marta, Valentina e Kiki. I due ragazzi di Milano chiudevano il gruppo. A tutti pareva strano tornare nel bosco il giorno dopo anche se ogni cosa dava l'impressione di essere diversa alla luce del sole. Il tramonto era vicino e ben presto avrebbero dovuto fare i conti con il buio. Ognuno ebbe i propri pensieri per la testa. Mattia era sicuro che Cristiano stesse dicendo la verità la sera della festa e il fatto che a tutti era stato rubato un oggetto ne era la conferma. Le ragazze erano molto confuse su quanto accaduto. All'inizio pensavano che il fratello di Selenia stesse scherzando per movimentare la serata ma dopo la fuga dal bosco e il fatto degli oggetti smarriti non ne erano più sicure. Sebbene l'intero gruppo era consapevole che qualcosa fosse successo, nessuno riusciva a capire chi o cosa avesse causato tutta quella confusione. Forse erano vicini nello scoprire o forse no.
<< Ehi ragazzi venite qui presto! >> urlò Emanuele. Una volta raggiunto dagli altri, indicò le radici di un albero dove vi era rimasto incastrato un mazzo di chiavi. << Sono le mie! >> gridò di gioia Valentina. L'atmosfera era satura di ottimismo. C'era la speranza di trovare il resto degli oggetti rubati. << Dunque è questa la direzione presa dal ladro ieri notte quando è fuggito! >> concluse Paolo. Non rimase che continuare a seguire quella strada mentre l'ultimo raggio di sole illuminò ancora per poco le cime spoglie degli alberi. Il cielo era di color azzurro intenso e nel bosco la visuale diminuì notevolmente ma ancora non vi fu bisogno di usare torce o cellulari per illuminare. La temperatura scese sensibilmente mentre il gruppo continuava la ricerca ma furono solo le ragazze a lamentarsi del freddo. Paolo guardò l'orologio << Dividiamoci e copriremo più terreno anche se ormai senza la
luce del Sole le cose si complicheranno >>. Tutti furono d'accordo con lui e decisero di continuare la ricerca per un'altra mezzora. Paolo e Marta andarono nella direzione opposta a quella di Emanuele e Kiki. Subito dopo la decisione di suddividere il gruppo, Mattia trovò l'astuccio degli occhiali di Kiki. Più avanti Selenia trovò il suo orsacchiotto portachiavi. Insieme ad esso c'erano anche il cappello di Emanuele e il foulard di Marta. << Incredibile! Abbiamo trovato tutti quanti gli oggetti. E gli ultimi erano raggruppati in un unico punto! >> disse sorpreso Mattia guardando incredulo gli altri. << Questa si che è bella! Il ladro ha preferito esser più leggero nella fuga abbandonando per strada quello che ha rubato! >> concluse Emanuele. Solo l'accendino di Paolo non si trovò ma forse era solo più difficile scovarlo per via delle dimensioni.<< Beh posso farne anche a meno >> sospirò il ragazzo; << Io direi di tornare a casa! La scampagnata è finita! >>. Kiki, Valentina e le altre, dopo aver sentito le parole del loro amico, si scambiarono uno sguardo di serenità non vedendo l'ora di uscire da quel bosco mentre i ragazzi mostrarono di meno la loro euforia. Fu evidente che quel posto dava i brividi ma forse era la possibilità d'incontrare la creatura misteriosa a far preoccupare. Nessuno riuscì a capire che cosa fosse entrato a casa di Selenia. Sarebbe rimasto un mistero e loro ne avrebbero fatto una leggenda. Mattia guardò l'orologio ma quando vide che era fermo si arrabbiò e non poco:
<< Maledetto!Ti ho preso da una settimana e già hai la pila scarica! >>. Le ragazze sorrisero tentando di non farsi vedere da lui. Poi Paolo si preoccupò quando vide che pure il suo orologio non funzionava. Lo stupore fu istintivo e crebbe d'intensità quando scoprirono che tutti gli orologi erano fermi. << Mi si è spento il cellulare! >> esclamò Kiki. Subito ognuno controllò il proprio telefonino. Tutti erano spenti. << Come nel film Incontri riavvicinati del terzo tipo >> disse Emanuele a bassa voce. Mattia accese la sua torcia e notò con piacere che non aveva problemi. Fu così che continuarono la passeggiata verso casa ma nel gruppo era sceso il silenzio. Era come se avessero paura di ripetere l'esperienza della notte prima. A Paolo pareva di sentire ancora l'urlo straziante della creatura. Era particolare e terrorizzava perché nessuno aveva mai sentito un verso di animale simile a quello e come si sa non c'è nulla
di più spaventoso dell'ignoto. Il ragazzo non riuscì a togliersi dalla testa quel dannato grido ma subito ebbe una brutta sensazione e si fermò. Gli altri lo guardarono stupiti. Le ragazze cominciarono a lamentarsi ma furono subito zittite da Mattia. Paolo rabbrividì dopo aver capito che non lo stava affatto immaginando. Infatti realizzò che l'eco del grido non era nella sua mente. L'essere era ancora nel bosco. Le ragazze cominciarono ad avere paura, sicure che sarebbe andata a finire come la sera prima se non si fossero dati una mossa. Mattia guardò Paolo e chiese cosa fare. Non fu evidente solo il terrore ma anche la curiosità di capire l'origine di quel verso: chi lo emetteva? L'eco di quell'urlo agghiacciante continuava ad essere sempre più nitido, segno che la creatura si stava avvicinando. Nonostante questo, nessuno fu in grado di muoversi. Le torce si spensero: a malapena i ragazzi riuscivano a vedere le sagome delle loro amiche dietro di loro. Un rumore di passi si fece sempre più forte. Proveniva proprio dalla stessa direzione del verso misterioso. Sentivano dei rami spezzarsi e cadere dalle alte cime degli alberi. Emanuele e Paolo alzarono lo sguardo ma non videro niente di anomalo. Mattia intravide qualcosa muoversi velocemente ai piedi degli alberi. << Eccolo! >> disse urlando indicando davanti a sé. Tutti si strinsero uno all'altro con l'idea di difendersi meglio ma da cosa ancora era un mistero. I rumori provenivano sia dai cespugli che dalle cime degli alberi. In entrambi i casi si fecero sempre più chiari. << Non capisco >> sussurrò Paolo a Mattia << E' tra gli alberi o tra i cespugli? >>. La risposta non si fece attendere. Di fronte a loro vi era un albero e proprio dietro quel tronco, fecero capolino due luci rosse quasi accecanti. Selenia urlò a squarciagola spaventando a morte gli altri.
<< E' la creatura che mi ha inseguito l'altra sera! >>. Tutti i presenti erano nel terrore più totale mentre l'essere si scostò lentamente dal suo nascondiglio. Era piegato su se stesso come se volesse difendersi. Aveva paura? La sagoma era a malapena visibile: non si capiva come fosse fisicamente.
<< Che cos'è? Non sembra umano! >> disse con un filo di voce Emanuele. Mattia fu ancora più esplicito << Non sembra terrestre! >>. La creatura si mosse con cautela e dopo aver capito che non c'era nessun pericolo si alzò in piedi. Era alta un metro e sessanta circa ma fu l'unica caratteristica visibile mentre il resto continuò a essere irriconoscibile. Le emozioni cambiarono improvvisamente passando dalla paura alla curiosità lasciando posto anche alla tenerezza. Era alieno ciò che si mostrava agli occhi dei ragazzi? Quelle sfere luccicanti parevano luci di un laser. Potevano dare un senso di terrore ma anche allo stesso tempo di tranquillità. Qual'era la sensazione giusta da provare in quel momento? L'essere cominciò a muoversi verso i ragazzi. Ormai era ad un paio di metri da loro. Mattia era il più vicino e poté sentire il suo respiro mentre cominciò ad intravedersi qualcosa di più della semplice sagoma. Rimasero stupiti nel vedere quanto sottile fosse. Il busto era strettissimo, la metà di un essere umano. Poteva sicuramente trapassare il cancello di casa senza alcun problema. I ragazzi furono come stregati dallo sguardo misterioso. Le braccia della creatura erano rivolte verso il gruppo. Sembrava volesse invitare i presenti a seguirla. Non essendoci nessun movimento come risposta, sempre con fare pacifico, portò le sue mani a pochi centimetri dal volto di Mattia. Gli arti erano davvero lunghi rispetto al resto del corpo. Mattia indietreggiò e nel farlo cadde per terra. Alzò lo sguardo facendo una scoperta terribile. Un'altra creatura stava sui più alti rami di un albero e silenziosamente stava scendendo verso i ragazzi. Fu così che apparve la verità ai suoi occhi.
Il primo essere li attirava facendoli incuriosire mentre il secondo poteva agire indisturbato. Era una classica tattica animale per catturare la preda. Quando il ragazzo si alzò lentamente, si girò verso i suoi amici e senza dare nell'occhio alla creatura disse chiaramente una sola parola a bassa voce <>. Gli altri non capirono. Ma a tradire la creatura sull'albero, fu un ramo troppo
fragile che nello spezzarsi, portò l'attenzione di tutti su di sé. Il resto avvenne in pochi istanti.
<< Correte! >> urlò questa volta Mattia. La creatura lo afferrò alle sue spalle tentando di trascinarlo via. Le mani erano come coperte da una sostanza appiccicosa ma non ebbe problema nel liberarsi e con un calcio allontanò la creatura. Il grido agghiacciante fu la risposta. Non fu mai stato cosi nitido e pulito. Un brivido fece trasalire ognuno dei ragazzi presenti. Ma questa volta la paura non li bloccò e cominciarono a correre come disperati. Paolo urlò a Mattia chiedendo cosa fossero quei due esseri. <> continuava a ripetere l'amico. Emanuele si voltò. Gli occhi rossi non li vedeva più ma i versi strazianti si sentivano nettamente. Poi guardò in alto. << Sono sugli alberi! Sono sugli alberi! >>. Saltavano da un ramo all'altro ad una velocità incredibile. Gli occhi color sangue ora mostravano la loro malvagità. Si erano sbagliati. Non erano pacifici. La fuga in piena oscurità fu davvero complicata. La stanchezza era percepibile in ognuno di loro. Ma non volevano mollare. Non sapevano chi li stava rincorrendo ma di certo non vi era intenzione di scoprirlo. Corsero senza fermarsi un solo istante. I muscoli cominciarono a indolenzirsi. << Non ce la faccio >> urlò Selenia e poco dopo cadde. Emanuele cercò di raggiungerla ma fu troppo tardi: una delle due creature le piombò addosso afferrandola per un piede. La ragazza gridava con quanto fiato avesse in gola cominciando a lacrimare. Venne presa per le braccia da Emanuele e Paolo.
<< Vi prego non mi lasciate! >> diceva con voce tremante. Cominciò a scalciare e improvvisamente la scarpa con la quale l'essere stava tentando di trattenere Selenia si sfilò liberandola. La fuga ricominciò mentre Paolo prese sulle proprie spalle la sua amica ormai sfinita. La stanchezza era tale che non si riusciva più a percepirla a differenza della paura che era sempre viva in ognuno di loro. Un unico pensiero avevano in mente i ragazzi: non fermarsi. Paolo come tutti, aveva il fiatone e non riusciva a sentire ciò che Selenia gli stava dicendo. Voltandosi, vide Emanuele fermarsi. Poi con un rapido sguardo, notò che tutti i suoi amici avevano rallentato. Fu così che decise di guardarsi le
spalle rimanendo senza parole: le creature erano scomparse. Nessun movimento dagli alberi, nessun verso, nessuna ombra malvagia. Fece scendere Selenia dalle sue spalle ma si dimenticò che le mancava una scarpa e così se la ricarico in groppa e proseguirono a piedi gli ultimi metri prima di calpestare il suolo dello spiazzo. Di fronte a loro vi era il cancello della casa di Selenia: erano finalmente usciti dal bosco. Il cielo era ormai completamente nero e solo in un secondo momento si accorsero che la luce era andata di nuovo via. I lampioni non funzionavano ma i ragazzi erano troppo sfiniti per preoccuparsi: era un problema secondario. Valentina e Marta non riuscirono a resistere e si sedettero per terra cercando di prendere fiato. Kiki era sulle spalle di Mattia; era talmente stanca, che non volle scendere. Emanuele e Paolo si scambiarono un'occhiata. Dov'erano finite le creature? Perché son rimaste nascoste nel bosco e dopo un tentativo di rapimento hanno optato per la fuga?
Solo una cosa era certa: avevano capito il vero significato del sentimento chiamato terrore.
Emanuele aiutò Valentina ad alzarsi ma proprio in quel momento sentì una lieve vibrazione. Improvvisamente una raffica di vento proveniente dal bosco, colse tutti di sorpresa. Al di la del bosco apparve una luce azzurra che rimanendo sospesa in aria puntava nella loro direzione. Era accecante e si fece sempre più grande. Il terreno tremava sempre di più mettendo quasi in difficoltà chi stava in piedi. << Il terremoto! >> esclamò Valentina ma parlò troppo presto. L'oggetto azzurro lucente passò sopra le loro teste a velocità ridotta. Le sue dimensioni erano davvero enormi: quasi come una casa. Il rumore era assordante come quello di un jet militare e mentre rimaneva fermo sfiorando le cime degli alberi al limite dello spiazzo, girava su se stesso. Poi si alzò verso il cielo e improvvisamente schizzò ad una velocità incredibile rompendo la barriera del suono in una frazione di secondo. Scomparve oltre le montagne in direzione Nord-ovest. Poco dopo, un bagliore illuminò il cielo a giorno di una luce identica a quella che rivestiva l'oggetto appena osservato dai ragazzi.
Il vento scomparve misteriosamente; come se non bastasse, i lampioni si riaccesero insieme alle luci delle case. Venne spontaneo controllare gli orologi: erano tornati a funzionare. E come per magia sia i telefonini che le torce si riaccesero automaticamente. Nessuno si mosse. Nessuno parlò. Tutti quanti rimasero immobili.
   
 
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