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Autore: sophiemolko    24/01/2015    1 recensioni
la storia di uno dei pilastri della band e della sorella straziata dal dolore. Il finale riserva qualcosa di spettacolare per tutti i protagonisti.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, The Rev, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il letto di uno sconosciuto, una stanza immacolata, muri bianchi, lenzuola bianche: non capisco nulla. Non ricordo nulla, nemmeno chi sono io. Ma cosa ci faccio qui? Vedo i miei vestiti mezzi strappati, vedo la mia maglietta quasi inesistente, vedo me stessa in questa stanza che sembra un manicomio, una clinica per pazzi. Capisco solo che sono nei casini, temo di essere stata violentata. I ricordi riaffiorano poco a poco e mi chiedo dove sia la mia amica Elena. Sinceramente vorrei capirci qualcosa ma se provo ad alzarmi mi fa un male cane la testa, ah, anche il fianco destro… ho un livido viola che non scherza affatto.. boh.. spero di non essere rotta o qualcosa del genere perché messa così non riuscirei ad affrontare un mio possibile aguzzino o aggressore. Mi alzo pian piano ma la serratura della porta principale scatta facendomi immobilizzare dalla paura e con lo sguardo fisso sulla maniglia che comincia a girare in senso orario. Tutto questo sembra durare una vita e nel frattempo io mi rifugio ancora sotto le coperte guardandomi attorno per vedere se riesco a trovare qualche arma con cui difendermi. Non trovo nulla, cazzo! Entra una tipa bionda, bella, con un grosso sorriso.. ma io non la conosco.. ha solo un viso familiare.
-hei ragazza!
Non rispondo ma accenno un sorriso molto pacato.
-ti va di alzarti un po’ dal letto e venire  tavola con noi?
-signorina mi scusi ma io non so chi sia lei né tantomeno dove mi trovi!!!
Mi guarda un po’ incuriosita e anche stupita, come se si aspettasse che io la conoscessi; poi aggiunge in modo molto gentile -se vuoi a tavola ti aspetta un piatto di pasta caldo, sembra che tu ne abbia bisogno. Se ti serve una mano ad alzarti sono qui- mi guarda e io la fisso, sono persa davvero.. non so che dire, non ho parole perché non capisco e di conseguenza non saprei davvero cosa rispondere.
Lei si incammina verso la porta quando io la fermo con un –SI-.. si gira verso di me.. –si, ho bisogno di aiuto nell’alzarmi, ho male al fianco e mi gira la testa
 La signorina allora mi raggiunge e mi aiuta a scendere piano piano dal letto. Mentre mi alza le gambe la guardo incuriosita, quei suoi occhi marroni e profondo, quel suo sorriso allegro come fosse nella spensieratezza più totale.. mi rassicurano e mi mettono terrore al tempo stesso.. sono la benvenuta o sono la benvenuta nei suoi giochetti più brutali? E chi è l’altra persona, o le altre persone, che fano parte di quel NOI da lei pronunciato prima? C’è anche Elena con loro?.... credo abbia capito la mia insicurezza in tutto ciò perché finalmente mi rivela il suo nome. Si chiama Valery.
Passato il corridoio con molti specchi antichi, in cui vedo una me piena di terrore e decisamente malconcia esteticamente per via dei vestiti, si apre davanti a noi una cucina immensa con una bellissima tavola e tanto cibo. A tavola però c’è un uomo. Un uomo muscoloso con una canottiera strappata sulle maniche (o forse è una ex- maglietta), pieno di tatuaggi e con i capelli rasati ma non a zero. Sembra un gangster e rallento il mio passo quasi ad opporre resistenza. Lui si mette a ridere come dire  “poraccia questa” e gli vedo due fossette sulle guance; ma chi cazzo è questo?
-mi sa che ti ha riconosciuto e non crede ai suoi occhi- disse la ragazza scoppiando a ridere.
Io ancora non capisco nulla. Ma mi siedo a tavola e il mio sguardo va alla vetrata davanti a noi. Saranno quattro metri di vetro limpidissimo da cui si può vedere all’esterno la spiaggia e il mare di un azzurro senza pari! –scusate, non vorrei essere scortese- non so chi mi trovo davanti e voglio parlare con molta cautela- ma io non capisco dove sono e sinceramente speravo di trovare la mia amica qui a tavola, voi per me siete molto gentili ma dei perfetti sconosciuti- dico senza esitare, ormai non posso nascondere la mia paura.
-come?- sbotta lui –lo sai vero che sei in California?
Guardandolo incredula come una bimba interpreto la sua risposta in modo errato e scoppio a piangere.. lui si alza con il sorriso di prima venendo verso di me e io comincio ad avere seriamente paura. Indietreggio con la sedia ma lui è troppo vicino, non posso scappare.
-Matt no!- interviene Valery – ci sono modi e modi, così la spaventi.
Lui si ferma e mi guarda, porta la sua sedia vicino a me e mi mostra le mani a pugno con due tatuaggi, due pipistrelli con un volto a teschio. –riconosci questi?
-no! Mi spiace- rispondo ancora singhiozzando – e sinceramente vorrei andarmene, ho paura…
-mi stai prendendo in giro vero?
-no signore mi spiace davvero ma io non so chi siate voi, non so perché sono in California e non so perché mi sono svegliata con i vestiti ridotti a brandelli e in questa casa così perfetta.
Valery mi rassicura dicendomi che sarò al sicuro a casa loro e che però non sa chi sia questa mia amica Elena di cui tanto parlo. Mi alzo senza aver toccato cibo e cerco di tornare in quella stanza che mi sembrava tanto sicura ma lui mi spinge giù sulla sedia semplicemente schiacciandomi con una mano la spalla sinistra. Sono nel panico e mi metto di nuovo a piangere implorandolo di non farmi del male.
-devi solo stare calma  e non agitarti, poi capirai tutto con il tempo- ora la sua voce è calma, quasi rincuorante. Quell’uomo che all’apparenza sembrava così duro ed impulsivo si sta rivelando docile come un agnellino e premuroso.  Lei nel frattempo si alza e sparisce in una stanza. Io mi calmo un po’ ma c’è qualcosa che mi tiene sempre sull’attenti. Valery torna dicendomi di seguirla, che avrei trovato un bagno caldo e dei nuovi vestiti. Anche il bagno è molto bello e tenuto bene. La vasca è grande e sembra idromassaggio, anzi, lo è ma in questo momento non sta andando.
-fai con comodo, io sto qui fuori dalla porta nella stanza di fronte. Se hai bisogno non esitare a chiamare.- e così dicendo si chiude la porta alle spalle lasciandomi in bagno. Mi guardo attorno, tutte cose lussuose. I vestiti che mi ha dato consistono in una maglietta aderente, un reggiseno nero a balconcino, un paio di slip viola e un paio di shorts di jeans. Mi sta tutto abbastanza bene, più o meno lei ha la mia costituzione. La vasca è piena d’acqua tiepida, è una goduria potersi immergere del tutto, anche i capelli. Riemergo quando sento un suono ovattato bussare alla porta e uno –stai bene cara? –
-si………. Si è tutto perfetto- cerco di rispondere in modo convincente.
Mi asciugo di fretta e metto i capelli ancora bagnati in uno chignon, mi vesto ed esco dal bagno. Lei mi raggiunge e mi obbliga ad asciugarmi i capelli quasi come fosse una mamma premurosa. –perché siete così gentili con me? E perché mi trovo qui con questo livido?-
-vedi, non so se dirtelo o no…-
La incito a continuare… e lei – ieri pomeriggio sei arrivata qui davanti a casa nostra ma un gruppo di persone non molto gentili ha cominciato e prenderti a calci e pugni perché hai oltrepassato la linea di sicurezza- intervengo io – linea di sicurezza? Ma chi siete voi? – ribatte lei sempre in modo pacato – voglio che tu lo scopra da sola, hai detto di non ricordare nulla e magari dirti chi siamo noi ti causerebbe un trauma, non vorrei mai che tu stessi male-
Se prima ero confusa ora non ci capisco proprio nulla.
A capelli finalmente asciutti decido di uscire con la scusa di prendere un po’ di aria fresca e forse anche schiarirmi le idee. Davanti alla porta mi trovo sempre questo omone enorme di cui non conosco l’esistenza ma i suoi tatuaggi mi ricordano vagamente qualcosa. Un paio di frasi.
Ti voglio bene
Eri pronto
Il dolore è forte e il desiderio sale
ci saranno altri capitoli già in fase di stesura xx Sophiemolko
  
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