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Autore: Shepard85    24/01/2015    0 recensioni
L'amore è sicuramente uno dei sentimenti più potenti che un essere umano può provare. Ma chi lo dice che lo si deve provare per forza nei confronti di un'altra persona?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione
 
Il motore del frigorifero continuava incessantemente a vibrare mentre lo sguardo di Francesco era alla ricerca di qualcosa di fresco. Infine prese due bottigliette di tè freddo al limone e si diresse in camera sua dove ad aspettarlo c’era il suo migliore amico. Il panorama dalla finestra era di grande impatto poiché si trovavano al settimo piano: era visibile gran parte del capoluogo. Ma ai ragazzi non interessava osservare la città bensì ammirare altre bellezze.
<< Trovato nulla di interessante? >> chiese dando uno sguardo al palazzo di fronte. Il telescopio era puntato sul quarto piano dove ogni sera una ragazza bionda dal corpo in carne si metteva in camicia da notte dimenticando di chiudere la finestra. Se fosse una dimenticanza voluta non era chiaro ma poco importava ai due giovani. << No, ancora niente. La vicina vuol farci attendere >> rispose sorridendo. Francesco porse la bottiglietta al suo amico che prontamente ringraziò. Poi suggerì di spostare l’obiettivo al secondo piano dello stesso palazzo. Lì ci vivevano due ragazze calabresi venute a Torino per studio e a volte si affacciavano alla finestra in reggiseno e pantaloncini anche se solo per pochi istanti.
Ma nemmeno loro erano apparse.
<< Oggi nessuna ragazza ha voglia di regalarci emozioni forti! >> concluse Antonio scrutando ogni singola finestra del condominio di fronte.
Il ragazzo sbuffò. Improvvisamente bloccò il suo respiro voltando lo sguardo verso il suo migliore amico. Francesco era concentrato su ogni singolo rumore finché non sentì una leggera vibrazione sul pavimento che si ripeteva costantemente. Fece appena in tempo a puntare il telescopio da tutt’altra parte che la sorella maggiore entrò in camera senza nemmeno bussare.
<< Che state facendo? >> chiese a braccia conserte mentre guardava prima il fratello e poi l’amico.
Antonio tentò di bere dalla bottiglietta ma per il nervosismo fece cadere del tè sul pavimento. Francesco rispose guardando il telescopio << Stiamo guardando le stelle >>. La ragazza fece cenno con la testa di aver capito. Poi sorrise. << Ma quali stelle e pianeti, maiali! Voi siete alla ricerca delle vicine esibizioniste! >>. Sentitosi scoperto dalla sorella, Francesco la spinse fuori con la scusa di andare a prendere dello Scottex per pulire il pavimento mentre per innervosirli, lei continuava a ripetere la parola “maiali” senza sosta.
Dopo aver chiuso la porta, sentirono la ragazza allontanarsi ridendo.
I due giovani si scambiarono uno sguardo. Poi il migliore amico prese di nuovo il telescopio e senza spostarlo notò che Francesco aveva inquadrato involontariamente la Mole Antonelliana che svettava dietro il palazzo interessato. Le ragazze non si erano fatte vive e quindi che male c’era a concentrare gli occhi su ben altro spettacolo? Il bianco marmo della mole veniva messo in risalto dai potenti riflettori posti ai quattro angoli del suo perimetro. L’enorme torre centrale, alta due terzi della struttura complessiva, si restringeva sempre di più diventando una guglia. Era davvero magnifica: non per nulla era l’orgoglio dei torinesi.
Qualcosa però turbò il giovane ragazzo durante la sua osservazione << Posso cambiare l’obiettivo e metterne uno più potente? C’è qualcosa che vorrei vedere meglio! >>. Pareva fosse agitato se non addirittura spaventato. << Ehi che ti prende? >> chiese Francesco preoccupato. << L’angelo in cima. Non lo vedo >> disse balbettando. L'amico rise mentre si mise a guardare tramite il telescopio la guglia della Mole. Ma subito mutò espressione.
<< Ma come è possibile? >> furono le uniche parole che riuscì a pronunciare. La statua posta sulla cima della Mole Antonelliana sembrava scomparsa. << Clelia! Corri! >> urlò il ragazzo con quanto fiato aveva in gola. La sorella accorse spaventata. I due ragazzi la spinsero a guardare tramite il telescopio mentre il fratello continuava a ripetere la stessa frase: l’angelo della Mole non c’è più. Ma quando la ragazza guardò dentro l’obiettivo rimase in silenzio. Poi lo schiaffo dato al fratello echeggiò nella camera e in corridoio. << Ma mi prendi in giro? Per poco ci credevo! Mi hai fatto prendere un infarto da come urlavi >>. Clelia se ne uscì dalla stanza furiosa. L’amico si avvicinò all’obiettivo del telescopio e delicatamente appoggiò il suo occhio al vetro. Spalancò gli occhi rimanendo immobile per qualche secondo.
<< Ora c'è! >>.
   
 
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