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Autore: sarah_elfman    24/01/2015    3 recensioni
Dal film "Il silenzio degli innocenti", l'ultimo indimenticabile scontro dialettico tra il Dottor Lecter e l'Agente Starling, prima della fuga del criminale. Ho cercato di immaginare quali potevano essere i pensieri e le sensazioni di entrambi, con una prospettiva più incentrata sul primo; mi incuriosiva approfondire il loro rapporto, così particolare. La tensione che si sente crescere tra i due, man mano che parlano, da l'idea che ci sia qualcosa di non detto, che traspare solo dai loro sguardi. Ho usato le battute del film come cornice per questo mio racconto, spero piaccia alle persone che avranno voglia di leggerlo :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarice Starling, Hannibal Lecter
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Air du Temps.. Era forse un'occasione speciale, quella?
Il dottor Lecter sentì il suo profumo ancor prima del rumore dei tacchi delle sue scarpe a buon prezzo sul parquet, ancor prima della sua voce da ragazzina del West Virginia cresciuta troppo in fretta. 
-Conosce le regole, signora?
-Sì, tenente Boyle. L'ho interrogato in precedenza.
-...Avanti.
Clarice osservò da lontano il Dottore. Era seduto nella sua nuova gabbia e le dava le spalle; sembrava stesse leggendo, uno dei pochi privilegi recentemente aquisiti grazie alla sua collaborazione per il caso Buffalo Bill. Il posto era chiaramente più confortevole, rispetto alla cella precedente, eppure una sottile ruga increspò la fronte dell'Agente Starling: nessuna finestra con vista. 
Le bugie non le erano mai piaciute.
Si avvicinò quanto più lo consentivano le transenne poste intorno alle sbarre, quanto più lo consentiva un crescente senso di disagio per aver tradito la sua parola. 
-Buona sera, Clarice.
-Ho pensato che rivolesse i suoi disegni dottore...Solo finché non ottiene la sua vista.
Lecter continuò ostinatamente a darle le spalle, apparantemente assorbito dal suo libro.
-Pensiero gentile... o Jack Crawford l'ha mandata per un' ultima moina prima che siate entrambi buttati fuori dal caso?
Il tono con cui le si rivolse fu deliberatamente sprezzante; sapeva che l'avrebbe punta sul vivo. Sapeva che, per qualche inspiegabile motivo, la considerazione che aveva nei suoi confronti era diventata importante per lei, e non aveva nulla a  che fare con la necessità di sapere la vera identità del killer. 
-No, sono venuta di mia volontà -  rispose lei in tono altrettanto duro, ostentando quella sincerità che da principio aveva risvegliato l'interesse del Dottore.
E la sincerità di quella frase lo colpì, forse per un attimo fu persino tentato di compiacersi della cosa, ma un istante dopo decise di continuare a prendersi gioco della sua giovane, affascinante interlocutrice.
-La gente dirà che siamo innamorati... 
Il suo sorriso beffardo era quello che aveva sempre esibito a Baltimora, eppure, quando la guardò, nei suoi occhi vi fu un guizzo di malizia che Clarice non aveva mai notato prima. O forse aveva finto di non vedere.
-Anthrax Island. È stata una mossa molto carina Clarice. Sua?
-Sì.
-Si... una bella cosa. Ma peccato per la povera Catherine. Tic-tac, tic-tac, tic-tac, tic-tac...
 Lui non aveva nemmeno per un attimo creduto a quell' offerta, ma si era divertito a vederla sfidare la sua intelligenza...E comunque stava per ottenere qualcosa di più di una settimana all'anno su un'isola, sotto sorveglianza.
-Lei mi stava dicendo la verità a Baltimora, signore. Per favore continui.
Clarice capì che era necessario riconquistare l'interesse del Dottore, per poter arrivare a quella povera ragazza, prima che il tempo scadesse.
-Ho letto i rapporti sul caso e tu, tutto ciò che ti serve per trovarlo è proprio lì, in quelle pagine.
-Allora mi dica come.
-Prima regola, Clarice: semplicità. Leggi Marco Aurelio, di ogni singola cosa chiedi che cos'è in sé, qual è la sua natura. Che cosa fa quest'uomo che cerchi?
Clarice non capiva, voleva un nome! Era stanca dei suoi giochetti, eppure non poteva fare a meno di stare alle sue regole. Si sentiva come se lei fosse la tigre in gabbia, e lui il suo domatore. Continuava a camminare, nervosa, mentre lui restava immobile, a fissarla, a sfidarla, continuando a guardarla negli occhi, senza mai battere ciglio. 
Lecter la girava nel palmo della mano, per autocompiacersi del potere che aveva su di lei e per un sentimento di orgoglio...Sì, sapeva che lei era intelligente e non si accontentava delle sue suppliche, voleva che lo seguisse nei suoi ragionamenti, che vedesse le cose come lui le vedeva.
-Qual è la prima, la principale cosa che fa? Uccidendo che bisogni soddisfa?
-Rabbia... Essere accettato socialmente... Frustazione sessuale signore...
Più Clarice si affannava a rispondere, più Lecter sembrava assorbito dal suo viso. 
-No. Desidera... Questo è nella sua natura. E come cominciamo a desiderare Clarice? Cerchiamo fuori le cose da desiderare? Fai uno sforzo prima di rispondere.
Le pupille di Lecter si dilatarono; il desiderio, sì, anche lui come tutti gli altri agiva nei suoi crimini perversi, spinto da un desiderio...E parlare del killer era come parlare di se stesso.
-Il desiderio nasce da quello che osserviamo ogni giorno. Non senti degli occhi che girano intorno al tuo corpo? I tuoi occhi non cercano fuori le cose che vuoi?
Clarice cercò di assecondare il Dottore, voleva mettere fine a quell'interrogatorio, arrivare alla verità; ormai non c'era più tempo per discutere. Ma il concetto di tempo per lui era diverso che per lei...Quid pro quo...E adesso lui voleva sapere cosa la tormentava nel profondo, e perchè era scappata dal ranch dei suoi zii, quando aveva solo dieci anni. Incalzata dalle domande insistenti di Lecter, Clarice tornò con la mente a quella fredda mattina, l'alba in cui il grido, quel grido spaventoso, la trascinò giù dal letto, verso la stalla. Aveva paura, ma doveva vedere con i suoi occhi cos'era quel lamento. Fu attirata come da una forza invisibile. 
Erano gli agnelli, stavano urlando. Urlavano come pazzi e sarebbero stati tutti macellati. 
Clarice voleva scappassero, così aprì il recinto; ma quelli non scappavano...Lei però poteva, non voleva rimanere lì; così prese con se uno di quegli agnelli e fuggì via, senza meta.
Venne ritrovata poco dopo dallo sceriffo, e poi spedita all'orfanotrofio Luterano a Bozeman. Non rivide mai più il ranch.
-Che ne è stato del tuo agnello, Clarice?
 Lecter ormai sapeva di aver scalfito nel profondo la corazza dell'Agente Starling; era lì, nuda, davanti a lui. Non aveva desiderato altro che questo, conoscerla a fondo nella sua vita privata, scoprire le sue più intime paure.
-Lo uccisero.
Ormai aveva le lacrime agli occhi, non ricordava neanche più il motivo per cui si trovava in quel luogo.
-Ti svegli ancora qualche volta, vero? Ti svegli al buio e senti il grido di quegli innocenti.
-Sì.
Ed era tutto in quella risposta, lui lo sapeva, che stava il senso dell'ostinazione di lei nel voler catturare il killer, prima che uccidesse ancora. Catherine era il suo agnello, l'agnello che doveva salvare per far smettere gli altri di urlare, l'unica possibilità di mettere a tacere i suoi incubi.
-Grazie, Clarice. Grazie.
La guardò più intensamente che mai, e mai prima di allora egli sentì di essersi scoperto così tanto di fronte ad un essere umano. Cosa gli stava succedendo, cos'aveva quella ragazzina che lo rendeva così incauto? Perchè provava un'attrazione così irresistibile per quell'anima afflitta? Lo faceva sentire vivo, vivo tra quelle sbarre, come se fosse nuovamente a caccia. Lei non sembrava rendersi conto del potere che inintenzionalmente si era conquistata su di lui, era troppo concentrata ad ottenere una risposta alle sue, di domande.
-Mi dica il suo nome, Dottore!
L'urgenza nelle parole indicava che il tempo ormai era scaduto. Lecter inspirò, chiuse gli occhi. 
Percepì un nuovo odore, a lui conosciuto e sgradito.
-Dottor Chilton, suppongo...Penso che vi conosciate...
-Ok, andiamo! Fuori! - intimò quest'ultimo all'Agente Starling. Due guardie la presero per le braccia, scortandola verso l'uscita.
-E' il suo turno dottore. Mi dica il suo nome!
-Coraggiosa Clarice... Me lo farai sapere quando quegli agnelli smetteranno di gridare, vero?
Il Dottor Lecter si alzò in piedi, camminando lentamente vicino alle sbarre. Sembrava davvero un felino, con i suoi passi misurati e il suo incedere elegante. Un'ultima supplica e lui si fermò.
-Clarice!...Il questionario.
Lo disse quasi sottovoce, il viso seminascosto dalle inferriate, l'espressione indecifrabile. Porse il plico di fogli verso l'esterno, verso di lei.
Clarice si liberò dalla stretta degli uomini, non aspettava altro che quello; sapeva che l'essersi esposta così tanto aveva avuto un significato: si era guadagnata il diritto di sapere. Corse verso di lui, con foga.
-Arrivederci, Clarice. 
La sua voce era dolce, umana; i suoi occhi non erano più quelli di un predatore, tradivano una sorta di malinconia. Ormai il suo gioco era finito.
Nell'attimo in cui la ragazza afferrò i documenti, Lecter le sfiorò deliberatamente, delicatamente, un dito. Fu come una carezza, che lasciava in sospeso molte questioni a cui neppure lui, l'intellettuale, il grande genio, il mostro, sapeva dare un nome.

                                                                                   *     *     *

L'agente Starling camminava sola in aereoporto, verso l'imbarco per Baltimora. Finalmente avrebbe effettuato l'arresto e messo fine a quei massacri...Ma la sua mente ora si rifiutava di concentrarsi su altro che quegli occhi blu, penetranti, che la fissavano. Cos'era successo in quella cella? Aveva avvertito un sottile cambiamento nell'atteggiamento del Dottore nei suoi confronti, ma non poteva credere davvero di aver visto affiorare la sua umanità, anche solo per un attimo. 
E lei, come si sentiva lei, nell'essersi così esposta...Gli agnelli urlavano nei suoi incubi, e ora qualcun'altro aveva potuto udire quelle urla. Qualcuno che, non sapeva in che modo, l'aveva compresa e apprezzata come mai nessuno prima...Forse solo come suo padre. Ma poteva, un mostro come quello, provare empatia per lei? 
Quel tocco delicato, sensuale, a cosa era dovuto?
Davvero, non c'era un nome per ciò che era...Solo Hannibal Lecter.

-Clarice...
Un nuovo disegno comparve tra le carte del Dottore, una giovane donna con in braccio un agnello.
Sì, ci vedremo ancora Clarice, ma non subito. Il mondo è decisamente più interessante se tu ci sei.
   
 
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