Frammenti
Geoffrey
Non sai nemmeno se esisterà mai
una lapide per lui.
Se lo faranno seppellire o se il suo corpo rimarrà
preda del
tempo e degli sguardi sprezzanti, senza bara e senza dignità. Un corpo
tra
tanti altri, gettati in mare per evitare in un colpo solo la peste e la
perdita
di tempo che veniva riservata solo ai vincitori.
E tu sei vivo, invece. Ancora.
Quanti altri morti devi vedere per deciderti a
seguirli?
Non avresti mai pensato che sarebbe andata a
finire così.
Avevi messo in conto che avreste potuto perdere la guerra, anzi, per
molto
tempo ne eri stato quasi certo, contro tutte le convinzioni altrui e
non
smettendo mai di combattere fino all’ultimo, basando le tue
considerazioni
sull’esperienza e sulla tua conoscenza del nemico. Ma la sua morte,
quella era
stata del tutto inaspettata.
Non ti eri mai reso conto del vuoto che avrebbe
lasciato. La
sua voce ti risuona nelle orecchie, ma sai che è un’illusione. Hai
ancora la
mano aperta sul suo fianco squarciato, il sangue inzuppa le sua veste e
la tua,
e il suo viso e il terreno intorno a te.
*
Brianna
Avrebbe potuto pensare di esserci già passata. Di
avere un
vantaggio sui tormenti che il destino le riservava.
Ma non era così. Non sentiva quel senso di
indipendenza e
d’orgoglio che aveva provato quando aveva fatto innamorare Mathieau, o
quell’ottimismo e superiorità nei confronti di tutto che aveva provato
aspettandolo, da ragazzina.
Solo un altro giorno senza Geoffrey Martewall le
avrebbe
dilaniato l’anima.
*
Geoffrey
Se solo l’avesse odiato davvero…
sarebbe stato tutto molto più facile.
Da accettare, da dimenticare, persino da capire.
Non avrebbe avuto nessun tipo di rimpianto, non
avrebbe
avuto la possibilità di mettere in dubbio la loro amicizia passata. Per
lui,
invece, aveva rinnegato i suoi stessi principi, fino in fondo perché
così era
abituato da sempre a fare le cose, aveva ceduto alla rabbia, era caduto
in
basso e sarebbe sprofondato ancora se non avesse avuto qualcosa da
salvare.
Qualcosa che, col tempo, gli ricordasse che esisteva ancora un
cavaliere dentro
di lui, per quanto si sentisse disarmato, impotente di fronte alla
decadenza
della sua anima.
Aveva perso l’onore, la comprensione delle persone
più care,
persino il rimorso per le sue azioni.
Aveva perso un amico, prima di tutto questo.
Un amico che adesso odiava. Un amico che, forse,
ma non
poteva saperlo con certezza, perché aveva pagato con la vita i suoi
errori,
forse avrebbe voluto avere un’altra occasione.
Ma Geoffrey oramai stentava a crederlo.
*
Jerome
Chiuse gli occhi, la soddisfazione di qualche
momento prima
era stata rovinata da una punta d’amarezza.
Se solo lui lo
avesse saputo, lo avrebbe considerato un tradimento personale.
Jerome scosse la testa, gli occhi bassi, ardenti.
Importava, forse?
Geoffrey non lo avrebbe mai immaginato, ma aveva
cominciato
a tradire Jerome da anni. Ogni volta che cercava di frenare la sua
natura, lo
tradiva. Ogni volta che gli faceva credere di poter essere felice senza
gloria
e potere, lo tradiva. Ogni volta che gli rimproverava ciò che era, lo
tradiva.
Da quando aveva cominciato a conoscerlo, Jerome sapeva che si sarebbero
separati per colpa sua.
Non era un tradimento,
quello?
Da anni si sentiva tradito.
Ho già pagato il
prezzo della tua delusione.
*
Geoffrey e Leowyn
Geoffrey la ricordava bambina e avrebbe voluto che
non fosse
mai cresciuta. Vedere le sue lacrime era semplicemente insopportabile.
Ricordava il suo sorriso innocente e i suoi capricci, il modo in cui
tentava di
salirgli sulle spalle quando erano piccoli, aggrappandosi al suo collo
e
venendo allontanata subito.
Leowyn era stata molte volte il suo sollievo. Era
stata lo
specchio di uno sconosciuto ottimismo verso il mondo. Le prese la mano
,
guadagnandosi un sorriso tra le lacrime.
Sua sorella gli posò il capo su una spalla e la
sua
espressione divenne più rilassata, quasi maliziosa. Geoffrey circondò
con un
braccio le sue spalle esili.
« Scusa. Mi sono messa a piangere senza pensare a
te. Ma non
temere, fratello, continuerò a guardarti le spalle per tutta la vita. »
Geoffrey comprese solo a metà il significato di
quella frase
e l’ironia con cui era stata pronunciata. Alzò un sopracciglio.
« E da quando sei tu che mi guardi le spalle?»
chiese.
«Da circa tutta la vita. » rispose Leowyn,
ostentando
allegria, asciugandosi velocemente le ultime lacrime dagli occhi.
*
Brianna
Geoffrey era un’ onda del mare d’inverno su una
scogliera.
Fredda, intensa e travolgente.
Arrivava all’improvviso e, con la stessa rapidità,
si
ritraeva. Sfuggiva allo sguardo e a qualsiasi presa.
Sapeva che Geoffrey, per quanto ancorato alla sua
libertà,
sarebbe tornato a lambire il solito scoglio. Ma vederlo andare via era
sempre
più doloroso, e il dolore sarebbe durato fino al momento in cui l’onda
avrebbe
di nuovo rianimato coi suoi riflessi una sabbia troppo secca.
*
Geoffrey e Brianna
« Non fate il bambino. » disse Brianna, con un
sorriso
malizioso.
Ricevette un’occhiata seccata.
« Ho detto che posso fare da solo. Ho curato
decine di
ferite, e gran parte erano mie. »
La donna scosse la chioma rosso fuoco, e il suo
sorriso si
macchiò appena d’irritazione.
« Immagino che abbiate avuto le mani…
utilizzabili, in quelle occasioni. Ma come potete curarvi i tagli
sui palmi senza fare affidamento sull’aiuto di un’altra persona?»
Geoffrey fece una smorfia stizzita , orgoglioso.
Brianna
poggiò le mani sui fianchi, e osservò dall’alto l’uomo seduto di fronte
a lei. Allungò
una mano, eloquente.
Geoffrey continuò a sostenere il suo sguardo in
cagnesco,
per diverso tempo, incurante delle mani brucianti posate sul panno
bianco
oramai imbrattato di sangue in più punti. Non erano ferite profonde, se
le era
procurate grazie a un attacco improvviso sul tragitto verso il suo
castello, in
un momento di rabbia disperata, deviando una spada che lo aveva preso
di
striscio e che, se non fosse stata ostacolata, avrebbe sicuramente
reciso la
trachea scoperta di suo cognato.
Il barone si rimproverò mille volte di aver
lasciato cadere
lo scudo per poter essere ancora più veloce nei movimenti. Per
affrontare
contemporaneamente due guerrieri alla volta gli sarebbe stato
senz’altro più
utile dei palmi.
Ma si pentiva di questa sua mancanza solamente
perché le
insistenze di Brianna cominciavano ad irritarlo.
« Datemi le mani. »
« Non è nulla di grave, madonna. »
Non era un amante dei viaggi noiosi,
ma questa volta non poteva fare a meno di
chiedersi perché non aveva potuto avere un viaggio tranquillo almeno da
Glenheaven fino a Dunchester. La presenza di Brianna non sarebbe
diventata
irritante.
Ma soprattutto, qual era il vero motivo della sua
reticenza?
Cominciava a pentirsi anche di aver portato la donna con se, anche se
sapeva
che Beau aveva bisogno di sua madre. Il fatto era che il più delle
volte, e in
quel momento soprattutto, non la voleva intorno.
E quando era lontana non vedeva l’ora di
rivederla.
Scosse appena la testa per accantonare i troppi
pensieri.
Brianna lo stava ancora fulminando con lo sguardo.
Nonostante lui fosse un barone e lei una serva con una reputazione
pessima.
Geoffrey sospirò tra se con un sogghigno stanco.
Come poteva
non ammirarla?
« Da solo rischiate di farvi venire l’infezione. »
insistette la donna, testarda. « Perdonatemi se vi manco di rispetto,
signore,
ma lo faccio per il vostro bene. »
« So perfettamente quale sia il mio bene. »
ribatté Geoffrey,
al culmine del fastidio.
Brianna abbassò lo sguardo con una strana
espressione cupa
sul viso. Il sottile divertimento di poco prima era svanito nel nulla,
Geoffrey
dovette constatarlo con un sussulto al cuore. Succedeva solo con lui.
Con
nessun altro Brianna arrivava ad avere quell’espressione e lui odiava
questo
fatto e si odiava per questo fatto.
Ma non avrebbe ammesso facilmente di esserne
rimasto ferito.
Meglio arrabbiato, che ferito.
Non riuscì più a guardarla in viso. Con un
sospiro, si tolse
i larghi bracciali di cuoio. Brianna lo guardò per un secondo sorpresa,
non
appena lui le porse la mano dal taglio più esteso. Se non l’avesse
fatto
esattamente in quel momento, lei lo avrebbe in sostanza costretto, pur
mantenendo quell’espressione offesa che gli si addiceva così poco,
perché non
avrebbe permesso che lui corresse il rischio di sbagliare una
fasciatura che ai
suoi occhi avrebbe dovuto essere assolutamente più che perfetta.
Però Geoffrey aveva avuto il timore che se ne
andasse e lo
lasciasse col senso di colpa per averla trattata sgarbatamente. In più,
ogni
attimo della sua rabbia era una stilettata al cuore.
« Da quando siete così paranoica?» le chiese, con
un pizzico
di desiderio di rivalsa ma anche con sincera curiosità, la voce fredda
e
sfuggente di sempre.
La donna prese le bende, candide e strette, e si
inginocchiò
di fronte a lui con un sorriso compiaciuto e divertito. Ora i loro
occhi erano
pressappoco alla stessa altezza, perché Geoffrey era ancora seduto sul
tronco
vicino al quale avevano eretto un piccolo accampamento per curare i
pochi
feriti e per attendere il crepuscolo oramai imminente. Per
un momento si perse nel verde delle sue
iridi e la risposta che prima aveva desiderato non gli interessò più.
« Non vi è nulla di male nel farsi aiutare qualche
volta,
signor barone. » lo provocò Brianna, evitando accuratamente di dare un’
effettiva spiegazione al suo comportamento.
« Non infierite. » ordinò Geoffrey, cupo,
infastidito e
scontroso.
La donna annuì e Geoffrey non riuscì a mantenere
la mascella
contratta di fronte al suo sorriso e ai suoi fugaci sguardi furbi e
maliziosi
che venivano subito ricondotti alla fasciatura.
La donna pensava a quanto le piacesse passare i
suoi momenti
con lui anche in quel modo, in silenzio, quando la tensione sbolliva.
Si sentì
felice, intensamente e completamente felice. Dimenticò per un momento
le
insicurezze che ogni giorno celava al mondo e mai a se stessa, come le
imponeva
il suo desiderio di non tradirsi e di essere onesta fino in fondo.
La seconda ferita era molto meno profonda, ma se
la spada
fosse arrivata un po’ più in basso avrebbe intaccato le vene. Brianna
si incupì
improvvisamente e Geoffrey probabilmente ne intuì il motivo, ma non
fece
commenti né imbastì alcuna espressione. Si presentò indifferente, come
in
effetti era. Ma questo non tranquillizzava affatto Brianna.
« Io sarò anche paranoica… » ammise, perché non
poteva farne
a meno. In effetti lo era più del solito in quel periodo e si sentiva
strana
solo al pensiero, considerato il fatto che lei era una donna abbastanza
tranquilla… forse era a causa di una
certa persona…
Strinse volontariamente più forte la fasciatura, Geoffrey contrasse appena la mascella dal
dolore improvviso.
« Però voi dovreste davvero stare più attento. »
sentenziò,
decisa. Geoffrey trattenne l’istinto di alzare gli occhi al cielo.
Brianna capì in uno sguardo che, se la ricompensa
era
poterlo amare, sarebbe stata disposta a sopportare anche il suo
fastidio nei
suoi confronti.
Ma sapeva anche che questo non era possibile. Che loro non avrebbero mai dovuto avere nulla
dalla vita insieme, che lei non poteva
intaccare il suo futuro,
perché lo amava e non era così egoista.
Era giusto che fosse così.
Geoffrey meritava una vita stupenda, che lo
ripagasse di
tutto ciò che gli aveva tolto. Una vita accanto ad una donna onorevole.
Sapere
di non potergliela donare era persino più frustrante di sapere di non
poterne
far parte.
Nascondendo tra i capelli lo sguardo amaro finì di
bendarlo.
« Guariranno in pochi giorni. » disse, tanto per
dire
qualcosa. Ebbe l’istinto di stringere la sua mano tra le sue, ma non lo
fece e
la lasciò andare, osservandolo annuire indifferente. Salutò
deferente ricevendo un compito e
scontroso cenno di ringraziamento.
Vi auguro tutto il
bene del mondo, mio signore.
Salve
a tutti! Grazie per aver letto fino a qui!
Allora…
queste cose sono quel genere di cosa che vengono
fuori quando non si ha nulla da fare. A volte poche righe, a volte più
lunghe,
ma in ogni caso nessuna storia vera e propria o completamente
indipendente. Adoro
questo genere di cose, questi pensieri più o meno sparsi, hanno un
certo
fascino.
Ed
è ciò che avevo promesso per farmi perdnare la mia
lunga assenza riguardo la storia “ As I Was for You”…
Oook….
E mi sono cimentata di nuovo in questi personaggi,
perché mi piace cambiare…
Sono
pessima…
Dai,
devo ripromettermi di fare una cosa simile anche per
qualche francese! Però lo devo ammettere, Geoff non mi esce mai dalla
testa…
eee adesso sta entrando anche Brianna.
Credo
che non scriverò mai di loro due felicemente
insieme. Non ne sono capace e non mi sento affatto ispirata dal lieto
fine. È già
tanto che mi è venuta fuori questa cosa, dato che non sono affatto
dedita al
romanticismo.. ( per loro sarei disposta a fare qualche altra
eccezione?)
Boh.
Spero
tanto che vi sia piaciuto ma non esitate a farmi
sapere se non è così!
Ciao
e grazie!
Tacet