Film > Saw - L'enigmista
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Autore: Black Deer    27/01/2015    0 recensioni
"Contro il tuo cuore c'è un congegno esplosivo. Se decidi di andartene una volta raggiunta la distanza di 20 metri da questo posto la carica salterà, distruggendo tutto ciò che è presente nella tua cassa toracica.
Oppure, puoi decidere di vivere, rimanendo qui ed aiutandomi nella mia opera... Fa la tua scelta"
Genere: Drammatico, Horror, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Kramer, Nuovo Personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Ero sempre stata una persona che odiava fare le cose di fretta, ho sempre fatto tutto con estrema calma, soprattutto quando dovevo prendere decisioni. Quindi questo tipo di situazione avrebbe messo in difficoltà chiunque, figuriamoci io.
20... 19... 18...
Avevo sempre pensato che se avessi avuto la possibilità di vendicarmi di Eric per tutto ciò che mi aveva fatto, non avrei mai indugiato. L’esitazione che avevo in quel momento mi spaventava. Stavo davvero considerando la possibilità di risparmiargli la vita ? A mente fredda la mia risposta sarebbe stata veloce, diretta e sicura: no, non l'avrei mai salvato e gli avrei augurato di morire tra atroci dolori. Premendo il bottone rosso sarei stata accontentata. Però così mi sarei abbassata al suo livello, o forse anche peggio: sarei diventata un'assassina.
10... 9... 8...
Sono un'assassina ? Sarei riuscita poi a convivere col senso di colpa per aver strappato via una vita ? Sapevo che John mi stava osservando e che tutto ciò faceva parte di un suo piano, ma cosa voleva che facessi ?
6... 5... 4...
Il tempo era ormai quasi scaduto e avevo deciso: sarebbe morto. Inclinai il telecomando in modo che anche Eric potesse vederlo. Misi entrambe i pollici sul bottone rosso. "Muori brutto bastardo !!" gli urlai, la voce carica di odio e rancore. Eric non ebbe neanche la forza per rispondere. Incrociò i miei occhi ed attese. Lo osservai meglio: pensavo che l'ultimo suo sguardo sarebbe stato carico d'odio e risentimento. Invece vidi solo una triste, silenziosa e patetica supplica. Sembrava addirittura quasi pentito per ciò che aveva fatto. Quasi...
3... 2...
"Mi dispiace..." sussurrò infine umilmente Eric, poi chiuse gli occhi.
In quel momento capii: premetti subito il pulsante verde.
 
Abbandonai Eric al suo destino, ferito, ma vivo. Proseguii, arrivando in quello che sembrava il laboratorio di John. C'erano parecchi attrezzi da lavoro, sia meccanici che chirurgici. Erano presenti anche molti schizzi di macchinari con vicino dei prototipi: uno di quelli somigliava ad una tagliola per orsi. Su un tavolo vidi un bisturi, lo misi in tasca e continuai. Da dietro una porta semi aperta vidi una tremante luce blu. Mi avvicinai facendo il minor rumore possibile: riuscivo ad intravedere John seduto di fronte ad una scrivania con sopra diversi schermi di computer, mostravano la stanza in cui si trovava Eric. Feci un passo avanti per vedere meglio, ma colpii qualcosa, che sbattendo contro la porta produsse un forte rumore metallico.
"Vieni avanti" disse calmo. Feci un respiro profondo, poggiai una mano sulla tasca per controllare che il bisturi fosse ancora lì, ed entrai: in un angolo si trovava un letto con vicino diversi macchinari medici e una teca con parecchi medicinali, c'era anche una porta aperta in cui si intravedeva quella che doveva essere una cucina. La stanza era più calda rispetto al resto del luogo. Lui si alzò lentamente e si avvicinò. Indietreggiai di qualche passo finché non mi trovai contro il muro. John allungò una mano sfiorando il mio collo nel punto in cui aveva infilato la siringa "Ti fa ancora male ?" "Non tanto" dissi piano, la voce tremante, chiaramente terrorizzata. Lui si girò ritornando alla sua postazione: mi avvicinai piano, presi il bisturi e rimasi ferma. Guardai a vuoto gli schermi. "Che intenzioni hai ?" disse senza girarsi. Subito nascosi il bisturi nella manica, ma ormai l'aveva già notato. "È inutile che provi ad uccidermi, tanto è solo una questione di tempo" lui tossì un paio di volte. Avrei voluto chiedergli spiegazioni, ma non era il momento adatto. Strinsi troppo la mano per l’ansia e mi tagliai col bisturi. Mi scappò un lieve lamento e cadde per terra.
John si girò e vide la mia mano destra sanguinante. Andò verso l’armadio dei medicinali: prese delle garze, un filo ed un ago per suturare la mia ferita. Rimasi in silenzio mentre delicatamente e con estrema abilità mi ricuciva la ferita con piccoli e regolari punti, poi mi fasciò delicatamente la mano. Andò a lavarsi via il mio sangue dalle mani e restando girato di spalle mi disse:
" Credo...di doverti delle spiegazioni, Lyn. Siediti" 
   
 
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