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Autore: _DangerDays_    27/01/2015    7 recensioni
[Nico e i suoi pensieri.]
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Perché era quello che sapeva fare meglio: sparire. Scomparire di fronte alle difficoltà. Fuggire nell'ombra. Aveva sempre preferito i morti ai vivi. Perché in fondo, i morti erano come lui.
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Buona Lettura!
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Annabeth Chase, Bianca di Angelo, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola considerazione: ultimamente mi piace fare Drabble. Di sicuro questa non è delle più originali, lo ammetto, ma spero possa piacervi. E se volete, lasciate un commentino alla storia.

 

Like in a night without moon.”

Da quando era uscito dalla sua ultima scuola, tutto era cambiato per Nico.

Aveva incontrato Percy, e Annabeth si era in qualche modo “sacrificata” per salvare lui e sua sorella, saltando su quel mostro.

Sua sorella... gli era stata tanto vicina, da quando erano piccoli. Da quando la loro madre era morta e li avevano portati al Lotus. Erano stati così uniti... Poi lei era diventata cacciatrice. In qualche modo il fratellino si era sentito escluso... escluso da quella persona che aveva detto di amarlo.

Ma aveva incontrato Percy, che all'inizio per lui era come un sostituto della sorella.

Sembrava quasi impossibile paragonare il Nico appena arrivato al campo, tutto giocoso, allegro e felice, quello che giocava a Mitomagia, al Nico di ora. Così tetro, triste... Quando era morta Bianca, lui si era arrabbiato tanto con Percy non solo perché pensava che lui l'avesse fatta morire, ma anche perché aveva visto nel figlio di Poseidone un'ancora, e scoprire che l'ancora aveva fatto affondare sua sorella e lo aveva tradito... Non era bello. Aveva riposto in lui tutta la sua fiducia. Aveva riposto in lui sua sorella. Praticamente tutto quello che aveva. E lì aveva iniziato a provare qualcosa. All'inizio non lo voleva accettare, pensava solo di avere una simpatia innata. In fondo, lui era nato negli anni quaranta, con il razzismo e tutte queste cose...

Ma poi aveva capito. Quando Percy l'aveva invitato a mangiare la torta blu, aveva capito. Lo osservava, e piano piano una certezza si pendeva possesso di Nico. Capiva di provare più di una semplice simpatia. Non aveva smesso di provare quel sentimento quando aveva detto di odiarlo. Lo provava più accentuato, lo faceva soffrire. All'inizio, si vergognava di sé. Andava in giro a cercare le tracce del suo passato, ma cercava anche di evitare di più Percy.

Poi aveva capito. Aveva capito che non c'era da vergognarsi di essere se stessi, di essere quel che si è. Prima dell'orientamento c'erano altre mille cose. La simpatia, il carattere, i sentimenti.

Ma continuava a fare male. Vedeva come Percy guardava Annabeth, come la osservava mentre faceva ogni minimo gesto. E ancora quando si erano baciati, ogni volta che si baciavano. Sapeva bene che il ragazzo non sarebbe mai stato suo. Che sarebbe sempre stato legato alla figlia di Atena. Si era rassegnato a questo.

Sì, si era rassegnato. Ma non perché si era rassegnato, faceva meno male. Aveva solo accettato passivamente quella cosa. E i sentimenti erano così forti da sembrare ovattati. Da sembrare meno impetuosi. Era perfino arrivato, in uno di quei periodi assurdi, tristi, a non provare nulla. Non provare nulla perché provava troppo.

Ma ogni volta, ogni fottuta volta, che si soffermava a pensare soltanto al suo malessere, al suo peso, a quel ragazzo tanto bello quanto irraggiungibile, i ricordi tornavano. I ricordi dei sentimenti. I ricordi dei suoi familiari morti. Tutto lo sovrastava così impetuosamente, così velocemente, da non lasciargli scampo. Si chiudeva in se stesso, si raggomitolava in un angolo e piangeva. Piangeva tutte le sue lacrime, piangeva fino a non avere più forze. E si addormentava. E pareva morto. Ma forse era già morto, dentro di lui lo sapeva. In fondo era il figlio degli Inferi. Si era abituato a questo. Si era abituato alle persone che lo snobbavano. Si era abituato alle persone che lo evitavano per paura. Aveva sempre saputo di essere solo. Non serviva che qualcuno glielo ricordasse. Lo sapeva e basta. Le persone tendono a aver paura delle differenze.

Anche per questo non aveva potuto dire della sua cotta per Percy.

Anche per questo non era mai stato felice di stare al Campo.

Oramai la sua vita andava avanti a stenti. Era come se zoppicasse in un percorso a ostacoli. Non sapeva proprio cosa farne, di quel percorso. Avrebbe semplicemente voluto abbandonarlo. Avrebbe semplicemente voluto sparire.

Perché era quello che sapeva fare meglio: sparire. Scomparire di fronte alle difficoltà. Fuggire nell'ombra. Aveva sempre preferito i morti ai vivi. Perché in fondo, i morti erano come lui. Anime vaganti alla ricerca vana della felicità, ormai sicuri, e rassegnati al fatto, che non sarebbero mai riusciti a trovarla, ma con il costante bisogno di essa.

Per Nico, era come trovarsi nel bel mezzo della notte.

E infatti, era come in una notte, una notte buia.

Come in una notte senza luna.

 

  
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