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Autore: martadr    27/01/2015    2 recensioni
la storia ha luogo a partire da tre mesi dopo gli avvenimenti del campo volo. Ho provato ad immaginare come potesse riprendere una possibile futura quarta serie, e con quali problemi si potrebbero trovare faccia a faccia i nostri pazzeschissimi. All'inizio più rapporto tra Rosa e Azzurra, poi...beh lo scopriremo insieme
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 13 – il giorno più bello

PUNTO DI VISTA DI AZZURRA
 

“Azzurra vuoi stare ferma??” Margherita continuava a lamentarsi, ma eravamo in ritardo
“ma è tardi Margherita”
“ma quale tardi??? Mancano ancora 2 ore, ma se non stai ferma, in chiesa ci vai coi capelli arruffato capito???” ma perché doveva sempre essere così malmostosa, in fin dei conti cosa stavo facendo di male? Girovagando per la stanza mentre lei cercava di acconciarmi i capelli?!?! E allora???
“sei impossibile, siediti sulla sedia e stai ferma”
“uffa”

“toc toc, si può?” alzai lo sguardo e vidi Suor Angela, ma subito mi pentii quando senti Margherita darmi un tirone ai capelli “Marghe sei violenta cavolo”
“e tu stai ferma”
Suor Angela ci guardava col sorriso, in ammirazione e mi si scaldò il cuore. Questa donna per me era stata una madre, un padre, una amica. A questa donna dovevo tutto.
“venga Suor Angela, allora che ne dice?”
Suor Angela si mise a ridere, e cosa doveva dire, ero ancora in vestaglia, struccata e coi capelli arruffati
“che sei bellissima, come sempre” si avvicinò e mi abbracciò.

“suor Angela, volevo ringraziarla” la guardai negli occhi, se dovevo piangere, meglio farlo ora mentre ero ancora senza trucco. “in questi anni lei è stata un punto fermo per me, mi ha aiutata quando io non volevo il suo aiuto, mi è stata vicina quando ne avevo bisogno, e nonostante io le dicessi di farsi i fatti suoi, lei ha sempre cercato di fare il mio bene. Senza di lei io non sarei qui oggi a sposare l’uomo che amo. Grazie Suor Angela, grazie di tutto” e le lacrime erano già sgorgate abbondantemente, ma quando lei mi rispose, diventai un fiume in piena
“Tesoro mio, tu non mi devi ringraziare. Quando sei arrivata qui beh” e mi guardò sorridendo “diciamo che eri al quanto particolare” e ci mettemmo a ridere tutte…particolare era decisamente sottostimare la cosa. “ma vedi, tutti siamo in grado di amare, tutti, a volte non amiamo nello stesso modo, ma questo non è importante. Tu pensavi di non saper amare perché non avevi mai ricevuto un tipo di amore a te comprensibile. Tu pensavi che non ti si potesse amare. Ecco perché non riuscivi a ricambiare. Ma tu vali Azzurra, tu meriti di essere amata, perché sue una persona stupenda, speciale, sei stata la mia battaglia più dura” e mi guardò, “ma anche la mia più grande soddisfazione” Margherita aveva ormai finito di tirarmi i capelli e si sedette sul letto di fianco a Suor Angela e fece un cenno col capo come a voler confermare “tutte voi ragazze per me siete come delle figlie, e io vi amo infinitamente, e non importa quanti errori facciate, io so che voi siete intelligenti e giuste a sufficienza per capire quando sbagliate e per correggervi da sole. E questo è quanto di meglio può chiedere un genitore” ormai eravamo sia io che Margherita rotte dal pianto, e ci abbracciammo, poi una voce interruppe il nostro momento.

“Suor Angela ha ragione.” Io alzai gli occhi e sulla porta vidi mio padre. Per un secondo provai gioia, subito soppiantato dal dolore appena mi ricordai il male che mi aveva fatto, ma poco dopo mi passarono per la testa le parole di suor Angela ‘abbastanza intelligenti e giuste per correggerci da sole’.

“Vi lasciamo un attimo da soli” disse Suor Angela e lei e Margherita uscirono.
“posso?” mi chiese entrando e indicando il mio letto. Io acconsentì con la testa.
Lui si sedette e mi guardò come a chiedermi il permesso di parlare. Io accennai un sorriso e lui iniziò.

“io non posso neanche immaginare il dolore che ti ho causato Azzurra, perché ad essere sinceri, nessuno si è mai comportato con me così orrendamente come io mi sono comportato con te, e il fatto che io sia tuo padre…beh rende il tutto ancora più terribile. Quello che tu hai detto ieri è vero, io non ho mai avuto abbastanza fiducia in te, non ti ho mai ritenuta all’altezza, ma tu mi hai insegnato, ormai innumerevoli volte, che tu sei migliore di me, centinaia di volte migliore di me. Io pensavo che avere un ruolo importante nella società, una laurea a pieni voti e un’immagine famigliare solida fosse tutto quello che serviva nella vita per essere felice. E invece cosa ho fatto? Ho truffato molte persone, sono finito in carcere, ti ho costretta a scegliere una carriera universitaria che non faceva per te, senza neanche preoccuparmi di chiederti cosa ti sarebbe piaciuto fare nella vita. Eri mia figlia e per me dovevi fare quello che io ritenevo giusto. Poi ho tradito tua madre, ho tradito te, ho distrutto tutto quello per cui avevo lottato nella vita. Azzurra, Suor Angela ha ragione. Tu ti meriti di essere amata perché sei speciale e io, tuo padre, non me ne sono mai neanche accorto. Quando Suor Angela ti ha chiesto di restare in convento contro la mia volontà, io l’ho odiata, mi stava rompendo i piani. Ho cercato di fare di tutto per metterle i bastoni tra le ruote, ma lei non solo ha tirato avanti, ha tirato su anche te, e senza un titolo, senza tanti soldi…solo col potere dell’amore che provava per te.” Io volevo odiarlo, ma era una vita che aspettavo di sentirmi dire queste parole da mio padre. Lui mi prese la mano e con l’altra mi accarezzò il volto “tu non dovresti aspettare che io ti dica che sono fiero di te. Sono io che dovrei supplicarti di perdonarmi un giorno e chiederti di tornare ad essere fiera di me, perché bambina mia, io non potrei essere più fiero di te di quanto lo sono in questo momento…”

Poi un rumore ci interruppe

“oh scusate, ero venuta a vedere se Azzurra era pronta per il trucco, torno dopo” e Rosa fece per uscire, ma papà la fermò
“no Rosa, aspetta un attimo, vieni qui anche tu” mi terrorizzai un po’, sperai solo che non avesse intenzione di fare una scenata.
Rosa mi guardò per un secondo un po’ come a cercare una risposta, un po’ a cercare conforto. Poi si avvicinò ma restò in piedi.

“Rosa, avevi ragione l’altro giorno, io non ti conosco. E la colpa di questo è solo mia. Quello che però ho potuto vedere in questi gironi è che persona forte e coraggiosa sei. Io con tua madre feci un errore, anzi, molti. Tradì mia moglie perché Azzurra era appena nata e lei era stanca e non aveva abbastanza attenzioni per me. Tua madre era una donna dolce e sensibile, e io da mostro qual’ero, me ne approfittai. Quando mi disse di essere incinta io non la presi bene. Per me allora l’apparenza era tutto ciò che contava, e un figlio fuori dal matrimonio avrebbe rovinato la facciata che avevo costruito. Le chiesi una cosa orribile. Le chiesi di terminare la gravidanza” io guardai Rosa. Lei era ancora ferma li, in piedi, immobile, ad ascoltare quella verità che aveva sempre cercato, ma che forse non era quello che voleva realmente sentire. Nonostante questo Rosa era forte e coraggiosa, e restò ad ascoltare. “tua madre si rifiutò e io per questo la lascia. Quando mi chiese aiuto le negai ogni appoggio sia morale che economico. Io facevo così allora ‘non fai quello che ti dico? Io ti rendo la vita impossibile’. Era il mio modo di gestire tutto nella vita, lavoro, affari…famiglia. In questi giorni però ho pensato molto. Non ti chiedo di perdonarmi, perché onestamente so che sarebbe chiedere troppo, voglio però che tu sappia che fra tutti gli errori che ho fatto nella vita, quello che ha portato a te è l’unico che rifarei” io e Rosa ci guardammo per un secondo…confusione nei nostri occhi “se io non avessi tradito la madre di Azzurra, tu non esisteresti, Azzurra non avrebbe una sorella che la ama così tanto e io… beh … io non avrei mai la possibilità di sperare di poterti conoscere un po’ di più.”
“chi le da la certezza che io voglia conoscerla?”
“nessuno, ma almeno posso sperare. Lo so che voi due ce l’avete con me, e avete le vostre buone ragioni. Spero solo che mi permettiate, a piccole dosi, di poter far parte della vostra vita.” A questo punto anche mio padre aveva le lacrime agli occhi guardando Rosa, non l’avevo mai visto piangere.

Rosa era ferma, immobile, ma lo vedevo che i suoi occhi erano lucidi. Anche lei come me combatteva tra l’odio che provava verso quest’uomo e il desiderio di conoscere quel padre che aveva sempre immaginato nei suoi sogni da bambina.

“papà, le parole che tu hai detto sono bellissime, ma purtroppo io ti ho sentito scusarti e dire che ti dispiaceva troppe volte. Non dico che non potremo mai perdonarti, ma devi capire che quello che ci hai fatto è stato davvero grave. Devi capire che avremo bisogno di tempo anche solo per tornare ad avere un semplice rapporto.” Era difficile parare col groppo in gola.

“io non so quello che succederà in futuro” continuò Rosa “ma non può aspettarsi che con Azzurra torni tutto come prima, ne che io possa far finta che non sia successo niente.”

“lo so, e qualunque cosa siate disposte a darmi, sarà sempre di più di quello che mi merito. Perciò prenderò quello che verrà, nella speranza di potervi di mostrare che, anche se a caro prezzo, ho capito i miei sbagli e voglio fare ammenda.”
Rosa abbassò lo sguardo
“Rosa so che ti chiedo molto. Ma pensi sia possibile per me abbracciarti?”
Rosa si irrigidì e mi guardò, io le sorrisi e le feci un cenno con la testa. Nostro padre non era certo un sant’uomo, ma lei sognava di incontrarlo da tutta la vita, si meritava dopo tutti questi anni di sentire l’abbraccio di suo padre. Fece un cenno con la testa. Mio padre rivolse lo sguardo verso di me e poi lasciò le mie mani. Si alzò, le andò vicino e di colpo la abbracciò. Le chiese perdono e pianse. Io guardai Rosa, che accennò appena un abbraccio, ma versò una lacrima. Anche se suo padre non era quello che lei sperava da bambina, lo aveva trovato, e forse, era arrivato il momento di provare a conoscerlo.

Dopo qualche istante entrò Nina “ragazze scusate se interrompo. Però devo finire di truccarti e devi ancora vestirti. Manca solo un quarto d’ora”
“cosaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa???? Un quarto d’ora??” urlai
Papà lasciò Rosa e si guardarono un secondo negli occhi. C’erano ancora molte cose da dire e da chiarire, ma ora sapevamo che sarebbe stato fatto.
“ok ho capito, vi ho fatto perdere tempo, scappo giù” poi si rivolse a me “non vedo l’ora di vederti entrare in quella chiesa. Sarai bellissima. Lo sei sempre stata. Ti voglio bene bambina mia.”
Mio padre fece per uscire, quando era sull’uscio lo chiamai
“papà” lui si voltò “questo non vuol dire che ti ho perdonato ma… mi vorresti accompagnare all’altare?”
Lui sorrise, ingoiò le lacrime, “sarebbe un onore” e con quello uscì lasciandomi tra le grinfie di Nina e Rosa.

Dopo circa mezz’ora ero pronta. E arrivò Margherita “allora??? Ah che lo sposo aspetta. Sei pronta?”
“certo. Andiamo” e scendemmo. Quando arrivai alla fine delle scale Margherita e Rosa andarono avanti per assicurarsi che fossero tutti in chiesa. Al loro cenno camminai verso l’ingresso dove mio padre mi aspettava. Mi diede un bacio sulla fronte e mi porse il braccio. Io lo presi e iniziammo a camminare.

Entrammo in chiesa e vidi Guido. I nostri occhi si incrociarono. Lessi nel suo sguardo un momento di confusione quando vide mio padre accompagnarmi, ma passò subito. Era bellissimo il mio sexy prof. Chi mai l’avrebbe detto che io, Azzurra Leonardi, avrei sposato un professore?. Al pensiero mi venne da sorridere e abbassai lo sguardo. Arrivammo vicino a Guido, lui e mio padre si scambiarono un breve sguardo, poi mio padre mi accarezzò la guancia e mise la mia mano in quella del mio futuro marito. Lui mi disse “sei bellissima. Ti amo” e io mi sciolsi, abbassai di nuovo lo sguardo, poi ci dirigemmo verso i nostri posti di fronte all’altare.

La musica terminò poco dopo e tutti presero posto. Il prete era di fronte a noi. La cerimonia stava per iniziare, così come la nostra vita insieme. Da oggi niente e nessuno ci avrebbero mai potuti separare.

“fratelli e sorelle, siamo qui riuniti oggi, nella casa del Signore, per celebrare il matrimonio di Guido e Azzurra….”

FINE
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bene ragazzi...ci siamo, con questo capitolo si conclude la mia prima fanfiction.
ovviamente spero vi sia piaciuta e ringrazio tutti coloro che hanno recensito, per me è stato molto importante sapere se stavo facendo bene o meno.
in testa avrei già un'atra fanfiction, ma mi prenderò del tempo per scriverla prima di iniziare a postarla
per ora vi ringrazio e vi saluto, nella speranza di ritrovarci prestissimo con le avventure dei nostri pazzeschissimi.
un abbraccio di cuore
ciao

   
 
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