Fandom: Supernatural RPF;
Pairing: Misha Collins/Jensen Ackles
(Cockles);
Rating: Giallo (ma solo per un
linguaggio leggermente colorito);
Genere: Romantico, Commedia,
Generale;
Words: 1564;
Summary: La storia dietro Jensen e
la maglia dei RandomActs indossata al SanFranciscoCon 2015. Non
c’è niente che
Jensen non farebbe per Danneel, sua figlia o Misha.
Note: Mi vergogno come una ladra di
questa fan fiction. Lol E’ piccola, insignificante, ma,
credetemi, penso che
non basterebbero un milione di parole per descrivere come si deve Misha
e
Jensen. Sono due uomini meravigliosi, due grandi attori e
(probabilmente) due
amanti dolcissimi. E’ il mio modo di dirlo al mondo, ecco, e
di ricordare a
tutti gli haters di Misha che sono probabilmente gli unici nel fottuto
universo
a dire cose cattive su una persona che è, a conti fatti,
praticamente un angelo
sceso in terra.
Ah, ovviamente il titolo riprende giocosamente la partecipazione ai
GISHWHES :)
Disclaimer: Naturalmente, MIO
MALGRADO, i personaggi non mi appartengono e la scena che racconto in
questa
piccola one-shot non è (probabilmente) mai accaduta. Oppure
avvenuta in questi
termini, chi lo sa. :P
"Ci credi che a San Francisco hanno un'enorme statua a forma di arco e
freccia?" dice Misha, rientrando finalmente nella loro camera d'albergo
dopo il jogging e lanciando via gli auricolari arancioni.
"A giudicare da quanto sei
stato via a correre potrei pensare che l'hai costruita tu solo per
venirtene a
lamentare dopo…" risponde Jensen, ancora nudo a letto a
poltrire, con la
schiena poggiata alla testiera del letto e il tablet di Misha fra le
mani. Angry
Birds è la sua nuova droga da quando ha smesso di giocare a
Ruzzle a causa di
una temibile sconfitta contro Viki: ha decisamente
troppe lauree quella donna.
Misha sorride, mostrando le
gengive rosse e le adorabili rughe di espressione - per le quali gli
è stato
affibbiato l'amabile soprannome di Mr. Zampe-Di-Gallina. Misha di
solito gli
propone in risposta uno stoico muso, che dura più o meno
trenta secondi, giusto
il tempo per Jensen di cominciare a spogliarlo e a baciargli il viso,
solco per
solco, ruga per ruga.
"Ooow... hai contato i
minuti che sono stato via? Ti sono mancato così tanto?"
insinua Misha,
sorridendo lascivo mentre, ancora sudato dalla ginnastica appena
terminata,
gattona sul letto, togliendo di mezzo il tablet e sedendosi a
cavalcioni su
Jensen.
"Dio, levati! Puzzi come una capra!" lo rimbrotta quello, con una
smorfia che gli arriccia il naso e che Misha trova seriamente stupenda,
anche
se nasconde un bel po' di lentiggini.
"Puzzo? Questo è l'odore di un vero uomo, senti un po'!" Gli
stringe
le braccia al collo, strofinandosi contro di lui e ridendo per le
proteste
dell'altro. Che durano comunque molto poco e terminano nell'esatto
momento in
cui Jensen gli mette le mani sul sedere e gli lecca via una gocciolina
di
sudore salato dal collo.
Rimangono allora così, stretti nel loro piccolo mondo, e
Misha sorride di nuovo
- non è un caso che abbia tante rughe, è colpa di
Jensen e di quanto lo fa
felice.
"Lo sai, ho twittato quell'orribile scultura a forma di arco a
Stephen..." mormora il moro e si rilassa ancora di più fra
le braccia del
compagno, che comincia a massaggiargli le natiche e Misha... oh, beh,
Misha
pensa che il piano B come fisioterapista sarebbe stato veramente
perfetto per
Jensen.
"Sì, l'ho visto. Avremo mai il piacere di avere un tuo
selfie senza
smorfie?" risponde Jensen e in automatico, come il più
logico dei riflessi,
Misha sorride ancora.
"Le mie foto senza smorfie sono solo per te, dovresti saperlo."
Jensen quindi alza il viso e cerca gli occhi di Misha. Abbozza un
ghigno e dopo
una sculacciata ben piazzata, si toglie Misha dal grembo, alzandosi in
tutta la
sua santa nudità.
"Muoviti. Ho il panel con Jared tra un'ora e voglio fare una doccia."
Si avvia così in bagno, senza nemmeno controllare se Misha
lo sta seguendo o ha
voglia di raggiungerlo sotto l'acqua calda. Sa che è
così e si chiede se c’è
abbastanza sapone da usarlo anche come lubrificante.
***
Dopo quaranta minuti sono
entrambi asciutti, profumati, sessualmente soddisfatti e ben sbarbati
("Misha, fatti la barba, sembri un fuggitivo.", "Ma Jensen…"
)
"... metti la camicia rossa." suggerisce allegro Misha, già
vestito e
intento a giocherellare su Twitter.
"Mh, con i jeans grigi? Non so..."
"Jensen, non far finta che..." una pausa. "... che non ti
stia bene tutto." mormora piano, e la voce improvvisamente si spegne e
intristisce, facendo girare Jensen.
"Che c'è?" dice, avvicinandosi e sedendosi al suo fianco
ancora a
torso nudo. Sbircia sul cellulare e due secondi dopo glielo strappa di
mano.
"Ma che..."
Decine e decine di tweet pieni di odio e insulti a Misha scorrono sotto
gli
occhi di Jensen. Intere campagne contro di lui, con tanto di relativi
hashtag,
dove c'è chi dice di non volerlo nello show o chi sostiene
addirittura con
certezza che, sia Jared che Jensen, in realtà lo odino a
morte.
"Ma sul serio? Perché perdi tempo a leggere questa merda? Lo
sai quanto
stanno fuori di testa questi tizi... scommetto che sono le stesse
persone che
insultano e minacciano Gen e Dani... lasciali perdere, sono solo
falliti".
Misha scrolla le spalle e si riprende il telefono, chiudendo l'app e
infilandoselo poi nella tasca interna della giacca.
"Non è che ci rimango male... è che non capisco.
Perché c'è così tanto
bisogno di odiare gli altri? Non è meglio, che so, fare a
gara a chi è più
gentile? Forse hanno bisogno delle attenzioni che nessuno gli
dà e per questo
insultano chiunque? Vorrei poter far qualcosa, vorrei... non so."
sospira.
Jensen allora lo guarda. A lungo. Guarda Misha, il suo profilo, il naso
dritto,
la mascella, la fossetta sul mento, gli occhi blu socchiusi e posati su
un
pavimento che non si merita il suo sguardo. E sospira, amareggiato,
ingoiando
imprecazioni verso anonimi deficienti su uno stupido social network,
mentre il
buon umore di prima lascia il posto all’irritazione di dover
affrontare ancora
una volta questo discorso a causa della conclamata idiozia altrui, di
dover
ripetere all’uomo che ama che non può salvare
tutti e che certe persone nemmeno
se lo meritano.
“Misha… sai come la penso.”
“Ok, sì, però…”
“Però niente. Mish, scrivono che Jared ti
odia… che io ti odio!
Ma non lo vedi che è assurdo?” Jensen si sporge e
gli
bacia una guancia, morbida dalla rasatura appena fatta.
“Perciò fine del
discorso. Ignorali, non meritano altro che questo. Sono la feccia dei
nostri
fan… quelli veri ci stanno aspettando giù da ore
e ti adorano. E io adoro loro
perché lo fanno. Questo è quello che
conta.”
Misha annuisce e guarda Jensen con la coda degli occhi, sorridendo
timido. “Grazie,
Jen. Sei carino quando fai così, suona molto fidanzato
premuroso.”
Certo, ovviamente adesso lo prende
in
giro e cambia discorso per nascondere il dispiacere. Molto maturo,
degno di un
personaggio di Supernatural.
Allora Jensen si alza e lo ignora, sbuffando scocciato e tornando a
vestirsi. “Mi
devi un pompino per questo ‘stasera, altro che fidanzato
premuroso!” esclama e
sente Misha ridere alle sue spalle.
Niente di più semplice per fargli tornare il buon umore, a
quanto sembra.
“Ah, Jen… la prospettiva del tuo cazzo
è sempre un ottimo incentivo per me!” Il
moro si alza dal letto e lo raggiunge, abbracciandolo da dietro e
baciandogli
la spalla nuda. “Vado giù. Sebastian mi
cercava… ci vediamo più tardi.”
Subito dopo Jensen rimane da solo, contento per aver risollevato
l’umore a
entrambi e un po’ geloso perché sa bene che
Sebastian farà il maiale con Misha
non appena lo vedrà.
Sbuffa ancora e cerca di non pensarci. E’ uno di quei momenti
in cui vorrebbe
che questa roba poliamorosa non fosse così socialmente
stramba e, volente o
nolente, c’è una parte di Jensen che vorrebbe
seriamente marchiare il
territorio e togliere ogni dubbio, mettendo a tacere haters e stupide
voci di
corridoio, fare Misha suo tanto quanto lo è Danneel.
Si volta pensoso verso la porta da cui è appena uscito
l’oggetto dei suoi
pensieri e sorride appena, grattandosi poi il mento.
In effetti un modo ci sarebbe.
****
Per un istante Jensen non vuole più farlo. Forse
è troppo, si dice, forse
invece che calmare le acque, potrebbe finire con l’avere
l’effetto contrario e
ancora più problemi.
Ma poi gira appena la testa e intravede Misha sulla sua sinistra, le
braccia
incrociate, il sorrisino che indossa sempre quando Jensen e Jared fanno
gli
stupidi davanti a decine di fangirls, e all’improvviso non
c’è niente di cui
potrebbe essere più certo.
Sbottona la camicia (quella rossa, come suggerito da Misha) e la folla
si
infiamma. Grida, strepitii, applausi e fischi. Per lo pseudo
spogliarello in
corso? No. Almeno non solo.
Jensen sa che tutti in quella sala hanno riconosciuto la maglia che
indossa e
il cappello stampato sopra. Quasi tutti, sicuramente, ne hanno una
identica,
una che sia stata ordinata insieme ad altre decina di migliaia, una che
abbia
contribuito ai prossimi atti di beneficenza di cui si occuperanno Misha
e
compagni.
L’ultima delle maglie ufficiali dei Random Acts sembra
brillare di luce propria
e così Jensen, non appena sente la band preparare una
qualche opinabile musica
da strip-tease, si alza dallo sgabello e, se possibile, le grida
aumentano.
Jared è al suo fianco ride come un matto e comincia
distrattamente a cercare
dei soldi da lanciargli. Jensen lo nota e decide di stare al gioco,
allungandogli dalla tasca posteriore dei suoi jeans delle banconote.
Comincia
poi a sculettare, cercando il più possibile di rimanere
serio perché è questo
il suo personaggio sui palchi delle convention, questo è
ciò che fa ridere i
suoi fan e questo è ciò che, apparentemente, sta
per far venire giù il soffitto
per quanto forti sono le urla nella sala.
Si ferma dopo poco, però, perché il gioco
è bello quando dura poco e quando si
piega a recuperare i soldi, dà una rapidissima occhiata a
Jared, che ancora
ride, ma che non perde tempo a fare cenno alla loro sinistra.
Misha è ancora lì, il sorriso enorme, i denti
bianchi, le rughe sugli occhi e l’espressione
felice. Jensen sorride di più e facendo finta di niente
torna a guardare la
fila di ragazze pronte con altre domande.
Non ha bisogno di guardare la reazione di Misha, sa esattamente il
premio che
gli aspetta ‘stasera. E sarà decisamente
più di un po’ di sacrosanto sesso
orale.