Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Assasymphonie    28/01/2015    3 recensioni
Era una sensazione strana, non spiacevole, ma sicuramente insolita.
[ KuroFay ]
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo del capitolo: Fingertips.
Personaggi: Kurogane / Fay D. Flourite
Rating: Arancione.
Note dell'autore: One-shot / Introspettiva / Erotica / Romantica
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.

.Fingertips.

Era una sensazione strana, non spiacevole, ma sicuramente insolita. La pelle si era raffreddata a causa del sudore ormai evaporato e tirava leggermente sotto i piccoli tremori che la disturbavano; no, sicuramente non spiacevole.
Ruotò lentamente il capo sul cuscino pieno di pieghe per far sì che le labbra incrociassero i fili dorati sparsi sulla sua spalla, socchiudendo gli occhi ed inalando appena quel profumo di neve appena velato dall'acre odore del sesso che sembrava aleggiare per tutta la stanza, pareti comprese; si concesse l'ombra di un pallido e smunto sorriso, un semplice inarcare degli angoli delle labbra e lasciò che le iridi rossastre seguissero i movimenti di quel braccio magro tanto impegnato. Nonostante Fay fosse letteralmente arrampicato sul suo torso e sulle sue gambe aveva abbastanza spazio per lasciar scivolare una risata nell'incavo del petto di Kurogane, risata che andò semplicemente ad avvolgere quelle dita affusolate posate sul suo ventre.
Erano loro a provocare quella sensazione non spiacevole, ma strana; si muovevano leggere come le ali di una farfalla scura, tracciando minuscoli cerchi concentrici attorno all'ombelico del ninja, partendo da un diametro abbastanza grande da sfiorare i peli scuri del pube poco più in basso. Non c'era imbarazzo in quei tocchi e neppure malizia nelle risposte dell'uomo, Kurogane si lasciava toccare respirando piano, godendo di quel tocco così casuale eppure così intimo, famigliare.
« Ti stai divertendo? » La voce risuonò più morbida del solito, roca, piena quasi quanto il calore che provava chiuso nel petto, tanto che le dita di Fay si fermarono per un attimo, esitanti nello sfiorare l'ombelico ormai raggiunto. La risposta non fu immediata ma preceduta da un respiro carico contro la pelle scura, un movimento delle spalle per sistemarsi meglio e un nuovo sentiero aperto per le dita, risalendo lentamente i duri addominali. « Ultimamente andiamo sempre così di corsa, Kuro-sama. Non ho mai tempo di guardarti e toccarti come vorrei, siamo sempre stanchi, sempre così veloci. Ne sto approfittando. » La voce del mago quasi non gli apparteneva, lenta e costante come le fusa di un grosso gatto in un momento di pace beata; ed in effetti era così che si sentiva, coi muscoli piacevolmente indolenziti, le gambe deboli e il calore del suo uomo che lo avvolgeva come la coperta scalciata per terra qualche ora prima.
Sembrava innaturale quel momento e persino un uomo pratico come Kurogane dovette convenire a quelle parole, con un piccolo grugnito. Erano giorni, forse settimane, che non aveva il piacere di tenersi Fay addosso a quel modo, di lasciare che facesse tutto ciò che la sua mente voleva dettargli. Sospirò dunque, guardando come quelle dita affusolate riuscissero a salire e scendere dai propri addominali che contrasse apposta, volutamente, per sentire ancora meglio la pressione del tocco. « Sempre di corsa. In parte è responsabilità mia, lo so. »
Ammettere una verità che già sapeva non gli fu tanto difficile, sicuramente molto meno che liberare il braccio destro dal peso del mago, per avere almeno la parte dal gomito in giù libera di agire. Fu con lentezza, a dispetto delle loro parole, che i polpastrelli callosi del ninja toccarono la curva della schiena di Fay, provocando un brivido lungo quel corpo sottile, che si risolse in un sospiro caldo contro un pettorale fremente. La pelle di Fay era fresca come sempre, morbida come la seta dei kimoni, profumata come una notte d'inverno; il contrasto dei loro colori lo faceva sempre sentire strano, non adatto probabilmente a toccarlo in quel modo burbero che a lui veniva naturale e che a Fay piaceva tanto. Quel nuovo sfiorare, delicato come mai Kurogane era stato, aveva i connotati dell'esperimento.
« Non essere così duro, Kuro-rin. Se ci fosse stato qualcosa di sbagliato, te lo avrei detto. Non... » E si interruppe per un momento, giusto il tempo di far risalire le dita lungo lo spacco tra gli ampi pettorali, giocando con la rotondità del muscolo, attardandosi giusto sul capezzolo scuro, duro come il resto di quel muscolo grande che ne copriva un altro ancora più grande, immenso. Un cuore che batteva lento, maestoso, sul cui battito Fay finalmente fermò i polpastrelli, allargò la mano, fuse i loro cuori in un unico, grande suono.
« ... non essere severo con te stesso anche ora che possiamo stare insieme. Vuoi borbottare anche adesso? »
Non vi era rimprovero nel tono di Fay, ma Kurogane percepì troppo bene quella richiesta velata. Non era il momento di discutere, non era il momento di giocare a chi avesse la colpa e di quale tipo di colpa si trattasse. Le sopracciglia si rilassarono appena, le dita che prima scivolavano lungo l'affossamento dei reni trovarono posizione su un fianco magro, stringendolo appena, costringendo e permettendo al mago di farsi ancora più vicino. Il letto produsse un cigolio di sollievo quando fu il braccio meccanico a sollevarsi, i polpastrelli più lisci, finti ma sensibili come qualsiasi altra parte di quel corpo grande e potente; la mano, di uguale consistenza e colore ma di peso diverso, passò sopra quel dorso chiaro col palmo, seguì la piega del braccio, risalì sulla spalla morbida di Fay fino a chiudere in una piccola morsa quel mento sottile. Potè vedere il sorriso del suo uomo solo sollevandogli il volto, negli occhi le stelle e sulle guance un rossore a metà tra l'irritato e il beato.
Non sapeva come sintetizzare la marea di sentimenti che in quell'istante squassarono il suo cuore, aumentandone il battito: amore, venerazione, dipendenza, irritazione?, bisogno, famigliarità. Era tutto questo eppure nessuno: l'unica cosa certa era che anche il battito di Fay accellerò, adeguandosi al suo ritmo, e che quelle labbra sottili e rosee come pesche si schiusero, in aspettativa.
« No, adesso voglio baciarti. » E Kurogane sorrise dicendolo, premendo le labbra sulle sue in un bacio casto, puro e fresco come quei polpastrelli premuti sul suo cuore e sulla sua anima.

.Fine.

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Giuro che non sono morta ( ... )
Anche questa è dedicata alla mia donna, senza la quale probabilmente non potrei nemmeno respirare.
Il mio Fay, il mio stupido mago.
   
 
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