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Autore: Sara_3210    28/01/2015    2 recensioni
Seconda storia in questa sezione.
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Fili♥Sigrid
“E ti amo, ti amo, ti amo. Ma non è uno di quelli amori distruttivi, come fuoco. Io ti amo come si ama una bella giornata, un tramonto stupendo, una stella cadente in una notte di San Lorenzo. Magari spesso mi distrugge, ma compensa tutto il resto. E ti amo, ti amo troppo e se questo dovesse mai distruggermi sarò sempre convinto che ne sarà valsa la pena”
-Grey’s Anatomy
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La vide uscire di casa avvolta nella sciarpa, con indosso un cappotto di lana pesante e facendosi trascinare dalla piccola Tilda, che smaniava di raggiungere il mercato invernale.
Fili sorrise nel vedere la giovane incespicare sulla strada ghiacciata, non aveva neanche avuto il tempo di chiudersi bene il cappotto e potè scorgere la camicetta che portava sotto, l’accostamento dell’azzurro e del nero della gonna si intonava perfettamente alla sua figura, alcune ciocche biondo cenere erano sfuggite all’ acconciatura e si erano posate sulle gote arrossate dal freddo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fili ♥Sigrid

  


“E ti amo, ti amo, ti amo. Ma non è uno di quegli amori distruttivi, come fuoco. Io ti amo come si ama una bella giornata, un tramonto stupendo, una stella cadente in una notte di San Lorenzo. Magari spesso mi distrugge, ma compensa tutto il resto. E ti amo, ti amo troppo e se questo dovesse mai distruggermi sarò sempre convinto che ne sarà valsa la pena”
-Grey’s Anatomy

 

 

La vide uscire di casa avvolta nella sciarpa, con indosso un cappotto di lana pesante e facendosi trascinare dalla piccola Tilda, che smaniava di raggiungere il mercato invernale.

Fili sorrise nel vedere la giovane incespicare sulla strada ghiacciata, non aveva neanche avuto il tempo di chiudersi bene il cappotto e potè scorgere la camicetta che portava sotto, l’accostamento dell’azzurro e del nero della gonna si intonava perfettamente alla sua figura, alcune ciocche biondo cenere erano sfuggite all’ acconciatura e si erano posate sulle gote arrossate dal freddo.

 “Cerca di non correre troppo, Tilda, finirai per prendere dentro qualcuno!” la voce di Sigrid lo riportò alla realtà, la bambina trascinava la sorellona in mezzo alla grande quantità di gente, facendosi largo a suon di gomitate e di “Mi scusi!” frettolosi.

Era passato un anno dalla Battaglia delle Cinque Armate, Dale era stata ricostruita con l’aiuto dei Nani e anche degli Elfi, per la prima volta erano  riusciti a lavorare insieme senza particolari litigi, i suoi commerci si stavano rivelando proficui e Bard governava secondo giustizia ed onestà.

Adesso il nano biondo poteva camminare nelle stradine ed ammirare lo splendore sobrio della città, si recava lì ogni volta che aveva un minuto libero e sperava sempre di riuscire ad incontrare, la sua, Sigrid.

In un anno era cambiata anche lei, dalla ragazza semplice e magra che aveva conosciuto a PonteLagoLungo era diventata una principessa affabile e beneducata, quel titolo le era piombato addosso all’improvviso e si era dovuta adattare alla sua nuova posizione nella società.

Sbam!

Si ritrovò a terra con lei addosso, le bocche fin troppo vicine e gli occhi scuri della ragazza spalancati  a pochi centimetri dal viso“Oh miei Valar, non vi avevo proprio visto Fili, mi dispiace!” si scusò, senza riuscire a fermare il rossore che le stava invadendo le guance, Fili la trovò ancora più bella e si affrettò a scuotere la testa per farle capire che non era accaduto nulla di irreparabile.

“Tranquilla, la colpa è mia, non mi sarei mai dovuto piantare in mezzo alla strada” le disse, mentre si rialzavano “Lo sapete di chi è la colpa di tutto questo?” gli chiese lei, finendo di abbottonarsi quel dannato cappotto di lana “Di chi?” lei sbuffò e raccolse un po’ di neve nel palmo della mano “Dell’ inverno, ogni volta che cade la neve tutti sono più svogliati nel fare le cose e ci si incanta più facilmente” il nano rimase sorpreso, e divertito, dalla semplicità del ragionamento e scoppiò a ridere.

“Sei una strana ragazza, Sigrid!” considerò il Principe, lei fece un sorriso imbarazzato e divenne ancora più rossa “Vi ringrazio, sembra che apprezziate lo stesso la mia compagnia anche se sono strana come dite” si incamminarono verso la casa di Bard, era molto vicina al Palazzo di Giustizia.

 ʺPerché non mi sta dando del tu? Perché adesso sono ufficialmente l’erede al trono?ʺ lo intristiva il pensiero che lei non lo considerasse più un semplice amico, ma che si fosse fatta dominare dall’idea che ai principi bisognasse dare del ‘voi’, lei era sempre stata l’unica che lo avesse continuato a trattare come se fosse il buon vecchio Fili di un tempo e, di punto in bianco, gli dava del ‘voi’.

Tuttavia non osò fare domande, anche perché Tilda li raggiunse ed incominciò a parlare, Nora, la nuova compagna di Bard, si affacciò alla finestra ed urlò un saluto.

Sigrid si fermò a pochi passi dall’ingresso “Vi andrebbe di pattinare con me?” domandò, sistemandosi le ciocche ribelli nell’acconciatura “Solo se smetti di darmi del ‘voi’, sai quanto lo odi!” ribattè lui, guardandola negli occhi, lei sorrise “Scusami, lo facevo perché…no, niente, andiamo” il suo visò mutò espressione, una piccola ruga le comparve sulla fronte e strinse le labbra.
Come quando ci si trattine dal dire qualcosa.


§
 


La pista di pattinaggio era la superficie ghiacciata del lago, nonostante il casotto dei pattini fosse assediato da decine di persone, Fili riuscì a recuperare due paia delle misure giuste e, tra i due, notò che era lei quella  più esperta.

Faticarono un po’ad entrare “in pista”, era pieno di pattinatori inesperti che barcollavano sul ghiaccio, altri che compivano slanci inaspettati, travolgendo e facendo cadere qualcuno, altri camminavano a scatti, lascindo profonde incisioni sulla superficie ghiacciata.

Per i due non fu facile nemmeno passare inosservati, lei superava il metro e settantacinque e lui arrivava a male pena al metro e sessanta, qualcuno li adittò incuriosito, ma quando si accorse chi erano smise immediatamente.

Sigrid era molto più esperta del nano, ma nonostante questo la vicinanza di lui le faceva venire i brividi, ogni volta che le dita di Fili le sfioravano la vita o si aggrappavano al suo braccio avvertiva la pelle d’oca.

Lo stesso valeva per lui, quella donna Umana gli faceva battere forte il cuore, si era più volte sorpreso a desiderare di circondarle le spalle con un braccio e porgere un bacio sulle labbra scarlatte di lei.

Infondo non era venuto proprio per quello? Per farle quella domanda che capita una volta sola volta, ma non proprio, nella vita?
Era dalla prima volta in cui i suoi occhi avevano incrociato quelli di lei che si sentiva diverso, era la sensazione che lei gli avrebbe cambiato la vita, che lei fosse quella giusta.

Continuando a pattinare raggiunsero sempre di più il centro, era quasi ora di pranzo, la vecchia campana battè dodici rintocchi, e la gente cominciò a lasciare libera la pista, lentamente la folla si diradò e rimasero solo un centinaio di persone.
Fili si tastò la tasca, alla ricerca del microscopico cofanetto di legno, contenente l’oggetto che si sarebbe potuto definire il più importante della sua vita.

Siete…sei molto pensieroso oggi, qualcosa non va?” gli domandò ad un tratto Sigrid, distraendolo dai suoi pensieri “Sono solo nervoso, oggi devo fare una cosa molto importante” le disse, si stupì lui stesso della naturalezza con cui venivano fuori le parole “E quale sarebbe questa cosa?” continuò lei, con una luce curiosa negli occhi “Dichiarare il mio amore alla donna che amo!”.

Il viso di Sigrid passò a diverse espressioni in circa venti secondi di tempo, alla fine sorrise “Sono felice per te, chi è la fortunata?”.
La ragazza cercò di simulare un sorriso, era come se mille spade la trafiggessero nello stesso momento, non riusciva a respirare bene e le lacrime le ostruivano la gola.

ʺStupida, stupida ragazzina!ʺ si rimproverò ʺLo sapevi pure tu che non sarebbe mai stato tuo, e invece hai preferito crederci e adesso stai morendoʺ ci aveva messo molto a far chiarezza nel suo cuore e nei suoi sentimenti, ma alla fine aveva creduto di essere corrisposta da lui e invece era innamorato di un’altra!

Il nano biondo agì velocemente, colse al volo l’occasione, le prese la mano,estrasse la scatoletta e si inginocchiò sul ghiaccio davanti a lei.

Sigrid sbarrò gli occhi.

“Mia dolcissima Sigrid, potrei offrirti tutte le migliori ricchezze che una donna possa desiderare, ma ti donerò solo una piccola cosa: il mio cuore” fece un respiro profondo, guardandola negli occhi, e aprì la scatoletta “Oh” fu tutto quello che Sigrid riuscì a dire, era un piccolo anellino d’argento, con un diamante di taglio modesto.

“Vuoi sposarmi?”.

Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime di gioia, si premette la mano libera sulla bocca, per impedire al gridolino di gioia di uscire allo scoperto e sorrise. Sentì di star sfiorando il paradioso, pochi istanti prima si stava disprando e adesso poteva dirsi la ragazza più felice del
mondo! Rispose con una piccola, dolce e semplicissima parola;

“Sì”.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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