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Autore: Sundance    28/11/2008    7 recensioni
Ecco perchè sono qui, adesso, a scrivere righe su righe in una lingua straniera in modo che tutti, ovunque, possano capire che ci lasci.
Frasi che si susseguono portando pensieri e desideri mai espressi che moriranno irrealizzati, e nonostante questa lettera sia lunga, tanto e troppo lunga davvero per un messaggio così breve, ha in grembo quasi niente di quello che davvero vorrebbe significare.
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Strify
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Così, sei andato via.
Lo sapevo.
Sì, si usa spesso dire "lo sapevo" in questi casi, ma il fatto è che me lo sentivo da tanto.
Lo avevo previsto, e temuto.
Perchè?
Perchè quando ci dicesti che non potevi seguirci in Italia, in Russia, in Francia, attribuendo la colpa alle tue condizioni fisiche, restammo in silenzio, dispiaciuti, a renderci conto che probabilmente era meglio lasciarti pensare a te stesso per un pò, invece di addossarti anche lo stress del viaggio, dei concerti e così via.
Ti guardavo osservarci con occhi gentili e seri, preoccupati, che forse - mi dicevo - nascondevano un pò di irritazione e quel vago senso di ribellione che ti prende quando rinunci a qualcosa cui tieni.
Poi accadde un fatto.
Kiro alzò il capo verso di te, e con espressione ingenua - sai, quello sguardo innocente che tanto piace a tutti noi - domandò:
"Ma... se a metà del tour stai meglio, perchè non ci raggiungi? In fondo è tanto lungo, e abbiamo delle pause tra le date."
Io e Yu ci scambiammo uno sguardo improvvisamente attento ed entusiasta. Il mio sicuramente lo era.
Avevamo già discusso di Romeo, e stava bene a tutti quanti dargli il tuo ruolo per un pò, ma questa proposta cambiava ancora le cose.
Ricordo che cominciai a pensare al modo migliore di spiegare la situazione ad Eric, come pianificare le date, affrontare anche il leggero senso di colpa del dire a Romeo: "Ehi, ci vieni dietro per un pò, poi appena Luminor sta meglio ci raggiunge nuovamente e tu sei libero di andare".
Certo non gliel'avrei messa così, ma era solo un pensiero, una speranza da concretizzare, figuriamoci se avevo tempo da perdere per formularla con cortesia.
Iniziai a sorridere, nell'arco di un secondo dopo che Kiro aveva parlato, e colsi con la coda dell'occhio Shin fare lo stesso, confortato dalla nuova prospettiva.
Ma tu.
Tu rimanesti immobile ed indecifrabile.
Di ghiaccio.
Lo sguardo che posavi su Kiro scese poco a poco sulle tue gambe, ma l'espressione non mutò di un millimetro.
Intatta, come una bambola di porcellana.
Fu in quel momento che capii.
Quell'irritazione dovuta alla necessità di lasciarci andare da soli, quel senso di ribellione che avevo letto nel tuo sguardo per il non poterci seguire, li avevo creati io.
In realtà nel tuo sguardo non c'era niente di tutto ciò.
Era quello che volevo vedere io. Ero stato io a mettere nei tuoi occhi i miei pensieri.
Tu, di fatto, già avevi previsto che sarebbe accaduto.
Sorridesti appena rialzando lo sguardo e annuisti con ferma convinzione, facendo presente a Kiro e a tutti noi che sì, certo non era un'ipotesi da scartare, e Kiro sorrise, allegro, come Shin e Yu, tutti e tre così sollevati che nessuno si accorse dell'abilità con cui cambiasti discorso, facendolo scivolare su altri argomenti più sicuri.
Io però avevo colto il messaggio.
E tacqui, così certo di avere torto - forse solo disperatamente speranzoso di averne - che fino a stasera avrei rifiutato a priori l'idea, se qualcuno me l'avesse sussurrata.
Ma anche questa era solo una mia convinzione.
Ecco perchè sono qui, adesso, a scrivere righe su righe in una lingua straniera in modo che tutti, ovunque, possano capire che ci lasci.
Frasi che si susseguono portando pensieri e desideri mai espressi che moriranno irrealizzati, e nonostante questa lettera sia lunga, tanto e troppo lunga davvero per un messaggio così breve, ha in grembo quasi niente di quello che davvero vorrebbe significare.
Luminor ci lascia.
Luminor ci lascia andare. Senza di lui. Stavolta non soltanto per un tour.
E mentre lo scrivo me ne rendo sempre di più conto.
Concludo la lettera firmando anche per conto degli altri quattro, e resto ad osservare quei nomi, per la prima volta ufficialmente e realmente separati dal tuo.
Penso a Yu, nella casa dei suoi genitori, mentre prova Itoshii Hito di Miyavi e fuori nevica. A Shin, nella propria stanza, forse ad ascoltare i suoi Diru, intanto che segue con la batteria il ritmo di Cage.
Kiro so dov'è: a qualche metro da me, in camera sua. Accoccolato sul letto ad aspettare che vada da lui. Sa che ci andrò, perchè nel suo sguardo c'è la muta domanda che neppure io ho il coraggio di fare, e ha bisogno di vedere che non è il solo ad avere paura.
Finchè siamo uniti però si aggiusta tutto. E' sempre stato così.
Mi domando se anche da ora in poi sarà così, Band-papa.
E mentre invio il file ed aspetto qualche secondo perchè venga pubblicato, nonostante io sappia che la risposta è incerta o forse anche troppo precisa ed inesorabile, non posso fare a meno di chiedermi se quel quinto nome si riunirà mai agli altri.








Sì, per essere la mia quasi prima fic sui Cinema Bizarre, fa notevolmente pena. In effetti 40 minuti fa ho detto che sarei andata a dormire ed invece ho cominciato a buttare giù parole.
Chiedo scusa, davvero.
Non voglio offendere i già troppo feriti sentimenti delle fan che hanno ricevuto la notizia.
Se vi ha dato fastidio, mi dispiace immensamente; basta un fischio e la tolgo.
Ho solo scritto quello che, in termini di ispirazione, mi ha dato quel post su quel MySpace.
La voce narrante è Strify, come avrete giustamente intuito. Le cose relative agli altri membri - Yu che prova Itoshii Hito di Miyavi in casa dei suoi sotto la neve, per esempio - le ho prese pari pari dai vari MySpace.
Eric suppongo sia il nome di uno dei manager dei Cinema Bizarre, ma non ne son convinta, solo che lo ricordavo così.
E quanto alla storia in sè, purtroppo... beh, è reale. Fottutamente, direbbe Colin Farrell, reale.
Love.
  
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