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Autore: Arial    30/01/2015    3 recensioni
La bocca schiusa sul graffio, la lingua che ne percorreva gentilmente i contorni, Michael sentì una lacrima scivolargli lungo la guancia e si strinse più forte a Lucifer.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lucifero, Michael
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
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“Poiché colui che vive presso le sue origini è riluttante a lasciarle.”
(L’amico ritrovato – Fred Uhlman)
 
 
 
 
Michael entrò nel salotto del piccolo appartamento che divideva col fratello, il libro ancora stretto in una mano.
Sostò un momento davanti alla libreria: uno dei ripiani si era curvato sotto il peso dei volumi – una collezione curiosa, eclettica, ordinata secondo una scrupolosa quanto maniacale disposizione cromatica. Quando si erano risvegliati lì, era vuota.
Il giovane percorse con la punta dell’indice la testolina di un gufo: aveva enormi occhi in porcellana e un’espressione severa; Lucifer l’aveva scelto come guardiano della loro biblioteca.
Gli occhi di Michael indugiarono ancora sul libro, prima di rimetterlo in mezzo agli altri. Poteva sentire il cuore battere contro le costole. Non più velocemente, ma con maggiore intensità. Il suo sangue sembrava… denso, doloroso il modo in cui si faceva strada nel corpo.
Aveva pianto a lungo, eppure aveva altre lacrime da versare: erano lì, in fondo alla gola, in attesa di un pretesto. O, più semplicemente, della sua resa.
Si girò dall’altra parte, dando le spalle ad Hans, a Konradin e alla stupida favola che tanto l’aveva scosso. Si trattava di menzogne, nient’altro che quello. Se avevano fatto breccia, era solo per stanchezza: non chiudeva occhio da giorni, colpa dei vicini e della loro sozza bestia. Un persiano dalle gonadi in fiamme.
Si trascinò fino al divano. Erano le cinque del pomeriggio, dalle finestre entravano il traffico di New York e l’inclemente sole di luglio, ma non lo snervante miagolio dell’animale eternamente respinto. Scoprì presto il perché.
Il divano era occupato: Lucifer dormiva con le labbra appena dischiuse e un braccio a coprirgli gli occhi, addosso nient’altro che una t-shirt di Super Mario e un paio di boxer logori, lo scontroso persiano placidamente accucciato sullo stomaco.
In silenzio, Michael prese la polaroid che aveva comprato qualche mese prima a una svendita di cortile. Lucifer non capiva quella sua passione e il maggiore non aveva mai fatto alcun tentativo di spiegarsi. Non si trattava di arte. Non voleva che i suoi scatti fossero tecnicamente perfetti, né esteticamente gradevoli. Erano semplici momenti sottratti allo scorrere del tempo, istanti di pace che nessuno gli avrebbe mai portato via.
Trovava l’idea molto simile al Paradiso che era stato donato agli uomini, e non facendosi illusione alcuna sul destino che sarebbe toccato a lui e a Lucifer, si era creato una propria collezione privata. Un rifugio a cui riandare nel momento in cui suo Padre avesse strappato loro ogni cosa.
Quando scattò, il vecchio otturatore fu rumoroso. Si azionò anche il flash e il gatto reagì a quelle provocazioni come ogni felino che si rispetti avrebbe fatto: con un soffio minaccioso e una zampata indignata.
Lucifer si tirò a sedere di scatto, una mano al collo, un’imprecazione sulle labbra. Ma il persiano era già saltato oltre il davanzale.
«Colpa mia» si scusò Michael, con un sorriso. «Mi spiace di aver messo fine al vostro idillio.»
«Di’ che volevi il divano tutto per te, piuttosto» rispose Lucifer, piccato.
Il maggiore scosse la testa, le labbra ancora dolcemente incurvate. Posate le mani sulle spalle dell’altro, lo fece distendere ancora. «Sono sempre più che disposto a dividere, lo sai» disse, contro la sua pelle.
La bocca schiusa sul graffio, la lingua che ne percorreva gentilmente i contorni, Michael sentì una lacrima scivolargli lungo la guancia e si strinse più forte a Lucifer. Il dolore nel suo petto si era sciolto in qualcosa di diverso, qualcosa a cui non sapeva dare nome. Era rimpianto – per gli anni perduti, per ogni ferita ricevuta e inferta – ma anche gratitudine. Sollievo.
Aveva ritrovato suo fratello prima che fosse troppo tardi.
 
 
 
Note: Questa storia riposava in un angolino del pc dallo scorso giugno, spero vivamente che non si sia trasformata in aceto! La dedico a Claudia, amante dei gufetti e degli arcangeli incestuosi. Ti voglio bene, inglesina ♥
Spero vi sia piaciuta, vorrei ampliare questo ‘verse e inserire una bella apocalisse zombie che ci sta sempre bene! Fatemi sapere =)
Mi sono resa conto dalle recensioni che per chi non ha letto l'amico ritrovato di Uhlman questa storia potrebbe non essere troppo chiara. La mia fic deve al libro in questione il titolo, la citazione iniziale e la disperazione attuale di uno degli ex arcangeli protagonisti. Che dire? Se non l'avete letto, NON LEGGETELO: vi strappa il cuore dal petto e lo tira a maiali tenuti a stecchetto da settimane!
Approfitto dell'aggiunta per ringraziare la mia beta, Alice: che ne sarebbe di me e delle mie storie, senza i tuoi consigli? ♥
   
 
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