Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
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Autore: DirceMichelaRivetti    31/01/2015    1 recensioni
Nick Fury non rimane certo fuori dai giochi, sebbene abbia lasciato la direzione del nuovo SHIELD a Coulson.
Fury porta avanti la sua lotta all'HYDRA: ha i mezzi per farlo e il supporto degli agenti Burton e Romanoff, all'occorrenza.
Presto scoprirà che l'HYDRA potrebbe essere ancora più pericolosa di quanto si creda; incontrerà nuovi alleati e nemici; oggetti e luoghi misteriosi e inquietanti.
Le indagini di Fury si intrecceranno con quelle del nuovo SHIELD e si rivolgerà anche a Coulson e ai suoi per poter far fronte alle varie minacce che si profilano.
Inoltre, rimane da svelare il mistero che circonda le origini di Skye.
Fitz, poi, sta cercando il proprio riscatto, il modo per tornare come prima o anche migliore.
Ho messo l'avviso "spoiler" perché seguo la serie in inglese e, quindi, ogni tanto potrebbero esserci delle anticipazioni.
Ho messo "What if" perché, pur cercando di aderire il più possibile alla serie, ho sviluppato una mia idea circa l'alieno della Guest House, circa Skye e circa le incisioni e la porterò avanti.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Fury, Nuovo personaggio, Phil Coulson, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Il quartier generale del nuovo S.H.I.E.L.D. era attraversato da mille agitazioni e dispiaceri; nonostante le forti esperienze già vissute da tutti quanti, nonostante le passate perdite di compagni, i partecipanti alla missione erano molto scossi per la scomparsa di Triplett, per le circostanze in cui era avvenuta, per ciò che quella città aveva fatto a Mack e quello che forse aveva fatto a Skye.

Quest’ultima, appena rientrata alla base, era andata in una stanzetta con Fitzsimmons per confortarsi a vicenda per la morte di Trip; per esattezza l’ingegnere era con le due ragazze soprattutto per stare vicino a Jemma e farle sentire la sua presenza.

Coulson e May, poco dopo essere scesi e dopo che il Direttore ebbe dato alcune disposizioni ai suoi collaboratori, furono intercettati da Fury, che era andato loro incontro e tutti e tre assieme andarono nell’ufficio di Phil per discutere la situazione.

Quando era stato annunciato l’atterraggio del Bus, Natasha si era alzata dalla poltroncina su cui si era rilassata ed era andata verso la zona del poligono, probabilmente per avvisare Clint.

Afdera era rimasta sola qualche momento nella sala comune, ma presto sopraggiunsero per riposarsi Hunter, Bobbi e Mack; i tre amici stavano discutendo un poco dell’accaduto e si interruppero quando il meccanico, entrando nella stanza, si accorse della giovane ed esclamò sorpreso: “E tu chi sei?”

Afdera sgranò gli occhi, si sentì un attimo in imbarazzo, scrutò qualche istante gli sconosciuti e poi disse: “Non so se posso dirlo, non ho avuto istruzioni al riguardo.”

“Beh, sei nella nostra base, una spiegazione è doverosa.” puntualizzò Bobbi, avanzandosi e fermandosi, mani ai fianchi, a un paio di metri dalla ragazza.

“Io sono stata condotta qui dal signor Fury, non so se posso rivelare chi sono, non so nemmeno se sono prigioniera oppure no.”

“No, i prigionieri li teniamo da un’altra parte.” disse Hunter, con un mezzo riso, per alleggerire il momento che stava diventando eccessivamente teso.

Fury è qui?!” esclamò, invece, Bobbi, piuttosto meravigliata.

“Sì.” rispose Afdera “Ci sono anche l’agente Romanoff e l’agente Barton.”

“Ah sì?” Bobbi era particolarmente interessata “E dove sono?”

Fury credo sia in riunione, gli altri due dovrebbero essere al poligono.”

Bobbi rifletté qualche istante poi disse: “Vado a vedere …” rapidamente si voltò e si allontanò.

Hunter rimase perplesso, la guardò andarsene senza capire, poi farfugliò: “Ma che cosa …? Così di fretta …!”

“Lance, lo sai che Bobbi e la Vedova Nera sono amiche!” gli disse Mack, ridacchiando.

Hunter scacciò lo stupore, annuì e constatò, mettendosi a sedere: “Sì, effettivamente quelle due hanno molto in comune: belle, letali e senza pietà!”

Mack scosse il capo e gli chiese retoricamente: “Non sei un poco prevenuto?”

Lance, sempre scherzoso, replicò: “Assolutamente no: il giudizio su Bobbi l’ho maturato con l’esperienza diretta, quello su Natasha l’ho formato su articoli di giornali, documenti d’archivio, fonti orali. Delle donne non ci si può fidare: sono tutte ingannatrici … quasi tutte.” aggiunse, poi, pensando ad Hartley.

“Ecco, cerca di non offendere l’intero genere femminile, almeno non quando c’è una donna in stanza.” lo prese un po’ in giro il meccanico.

“Giusto!” si scosse Hunter, volse il capo verso la ragazza e le chiese: “Allora, ci dici chi sei? Anzi, aspetta, ti ho già vista … Ma certo! Sei la nipote di Coulson! Non eri in uno scavo archeologico a Teheran?”

“Sì … e magari fossi ancora lì!”

“Che cos’è successo? Raccontaci!”

Afdera esitò, poi ribatté: “In realtà nulla di particolare, sono qui più che altro per precauzione e per una consulenza … piuttosto, ditemi voi della missione da cui siete appena tornati. È stato pericoloso?”

Hunter, così, si lasciò andare ad un fitto resoconto dei fatti degli ultimi giorni.

 

Nel frattempo, nell’ufficio di Coulson i due direttori e May stavano discutendo degli ultimi fatti.

“Quindi, ricapitoliamo” Phil stava facendo il punto della situazione “Abbiamo degli alieni non meglio definiti, purtroppo, che sono piombati sulla Terra chissà quanti secoli o millenni fa con l’intento di annientare il genere umano ma, allo stesso tempo, di formare una nuova civiltà dotando alcuni umani particolari (scelti non sappiamo con quale criterio) di poteri … almeno a detta di Raina e del padre di Skye, finora non abbiamo avuto riscontri, abbiamo visto solo gente pietrificata. Sappiamo che questa trasformazione, ammesso che avvenga, si verifica solo nel tempio della città sommersa, in cui dovrebbe essere addormentato un mostro tremendo, Cthulhu, per il momento non meglio definito, collegato con gli alieni azzurri. Mi pare che il padre di Skye abbia fatto intendere che esista gente che abbia effettuato la trasformazione, tuttavia non sappiamo in che rapporto siano costoro con l’HYDRA e quali siano i loro scopi. L’HYDRA è in un qualche modo legata a questo culto o mito o qualunque cosa sia. Non sappiamo in realtà quali siano gli scopi dell’HYDRA e quelli del padre di Skye, possiamo presumere che non coincidano, data la rivalità tra Whitehall e quell’uomo, che però è anche di natura personale. Sappiamo anche dell’esistenza di un terzo elemento, ancora più incognita per noi, ossia Kadosh; di cui non sappiamo praticamente nulla, se non che è stato il padre di Skye a metterlo in contatto con l’HYDRA. Ho dimenticato nulla? No? Allora abbiamo troppi punti oscuri, dovremo scoprire più collegamenti, per poter studiare la linea d’azione … solo che così perderemo tempo prezioso.”

Phil concluse il discorso, un po’ scoraggiato, puntò lo sguardo su Fury come a chiedergli consiglio, sebbene si vergognasse di non avere le idee chiare circa come gestire la situazione.

“Credo che tua nipote possa aiutarti a fare luce  su Kadosh: ha molte informazioni su di lui.”

Afdera?!” si stupì Coulson “Che cosa c’entra?”

“Credo che abbia molte cose da raccontarti su se stessa e le sue frequentazioni.”

“Beh, penso di sì; lavorare per lo S.H.I.E.L.D. non mi ha permesso di conoscere appieno la mia famiglia; ma a cosa si riferisce, signore?”

“Falla entrare e lo saprai subito.”

“L’ha portata qua?”

“Sì e capirai il perché.”

Afdera fu fatta entrare nell’ufficio di Coulson e, sebbene all’inizio un poco riluttante, finì col raccontare anche allo zio e a May dei propri poteri, del fatto che avesse conosciuto in passato Kadosh, di cui rivelò l’identità  e diede alcune informazioni sulle attività di maghi e streghe , parlando anche del Dottor Strange.

“Dunque secondo te quali sono le intenzioni di Kadosh e di quali forze può disporre?” domandò May, dopo aver ascoltato tutto quanto.

“Non ne ho idea.” rispose la ragazza “Da quel che ho inteso, vuole che Cthulhu venga liberato, ma non lo vuole come signore, il ché mi lascia confusa perché non capisco perché qualcuno che non ne sia seguace, voglia il risveglio di quell’essere!”

“Ci vuole, però, un allineamento cosmico per svegliarlo, giusto?” chiese Coluson “Fino a quel momento possiamo stare tranquilli. Chiederemo ai nostri astronomi, magari alla dottoressa Foster, di calcolare quando …”

“No, zio. L’allineamento è già avvenuto: Cthulhu si è già destato, sta attendendo che i suoi seguaci lo liberino.”

“Come sarebbe a dire che è già avvenuto?!” ribatté Phil incredulo “Come abbiamo potuto non accorgercene?”

“Forse eravamo troppo distratti da un’altra delle sue conseguenze!” esclamò Fury, capendo improvvisamente “L’allineamento che ha permesso a Malekhit di svegliarsi e che avrebbe causato la distruzione dell’universo, è lo stesso evento cosmico che ha ridestato Cthulhu. È così?”

“Esattamente.” disse Afdera.

 

Nel frattempo in un’altra stanzetta della base, Fitz, braccia conserte al petto, schiena appoggiata al muro, stava ascoltando Skye e Jemma che, con le lacrime agli occhi, parlavano di Triplett.

“Era gentile, sempre disponibile …” si rammaricava la scienziata.

“Già, talmente generoso nell’aiutare gli altri, che a volte era avventato …” le faceva eco Skye.

“Sì, era così coraggioso!” sospirò  Simmons, poi prese un fazzoletto e si soffio il naso, prima di riprendere: “È stato per la sua bontà e il suo coraggio che si è ritrovato là sotto e che è … che è … ch …” proruppe in un pianto che le spezzò la voce.

Fitz soffriva  a vedere l’amata in quelle condizioni, ma era anche furioso: Tripp era tanto buono e generoso …!

 

Perché io che cosa sono? Non sono buono e coraggioso anch’io? Sono stato IO, IO, a staccarmi dal gruppo per andare a piazzare il timer più lontano, quando sembrava ci fosse poco tempo, ma questo se lo sono già dimenticati! Sì, capisco che Trip è morto e quindi è naturale che parlino di lui e che lo elogino però … Parlavano sempre bene di lui anche da vivo, se io fossi morto non parlerebbero così di me! Di me dicono “è un ragazzo simpatico, bravo, gli si può parlare di ogni cosa” e basta, mentre di Triplet o altri ne parlano come se fossero degli eroi. Forse lo sono, non lo so. In fondo sono addestrati a questo: se ciascuno che compia il proprio dovere dovrebbe essere considerato un eroe, allora in molti lo sarebbero … o forse no … Effettivamente, sembra raro trovare qualcuno che ponga il proprio dovere al di sopra del proprio piacere o dei propri interessi … Basta dunque il senso di responsabilità e l’altruismo a rendere un uomo un eroe? O c’è qualcos’altro?

In realtà si dice: sfortunato il paese in cui chi compie il proprio dovere è considerato un eroe.

Essere ligi ai propri compiti dovrebbe essere la norma, non un’eccezione positiva.

Allora, che cos’è che rende un eroe tale?

Il coraggio? Allora ogni uomo può essere un eroe in base alle proprie possibilità: un poliziotto che disarma un ladro è un poliziotto, un cittadino comune che disarma un delinquente è un eroe.

Ecco, forse l’eroe è riuscire ad andare oltre ai propri doveri, essere qualcosa di più …

Bah, ma perché sto ragionando di questo? Che senso ha?

Ah, giusto, evitare di sentire le lacrime di Jemma per un uomo che non sono io …

 

Aprì la porta in quel momento Mack, che diede una rapida occhiata prima di dire: “Skye, Coulson ti vuole nel suo ufficio.”

“Vado subito.” la ragazza si asciugò le lacrime, appoggiò una mano sulla spalla dell’amica, dicendole:  “Fatti forza. Torno appena posso.” infine uscì.

Mack guardò Fitz, che gli fece cenno d’andare e lasciarlo solo con Simmons. Appena l’uscio si richiuse, l’ingegnere si avvicinò alla donna, le prese le mani, la guardò e disse: “Jemma …” poi si interruppe, perché non aveva idea di cosa dire.

Fitz … non devi …” farfugliò lei, dopo qualche momento “ … non sentirti obbligato a …”

“A confortarti?” la interruppe bruscamente il giovane “E cosa dovrei fare? Lasciarti qui a piangere?”

“Sì … Vedermi soffrire, fa soffrire anche te, lo so … e so anche che ti infastidisce il motivo per cui piango … quindi …”

“Taci!” esclamò Fitz, incredulo e alterato “Si può sapere che cosa ti sta attraversando la testa? Credi davvero che  io … che io possa disprezzare il tuo dolore o qualsiasi cosa di te? A me non importa per quale motivo soffri, voglio esserti vicino e non lasciarti sola, mai! Qualsiasi cosa possa accadere! Nel bene e nel male, condividendo o disapprovando le tue scelte, non mi importa! Io voglio fare sempre e comunque tutto ciò che è necessario per te!”

Jemma rimase colpita da quelle parole, quasi si commosse; si asciugò le lacrime e sforzò un mezzosorriso nel mormorare: “Grazie …”

Apprezzava l’amicizia di Fitz, le sue premure e la sua costanza, tuttavia, allo stesso tempo, era anche infastidita da quell’affetto incondizionato che la metteva estremamente a disagio. Sapere che lui ci sarebbe stato sempre per lei, da una parte la confortava, dall’altra la faceva sentire come ingrata o sporca.

Mentre la scienziata rimaneva immobile, persa in questi pensieri, Fitz la prese tra le proprie braccia e la strinse come aveva fatto poche ore prime, durante il terremoto. Rimasero entrambi in silenzio.

 

Nel frattempo, Skye era al lavoro col computer: Coulson le aveva chiesto di cercare nuove informazioni su Kadosh, questa volta basandosi sul suo vero nome: Duca Ipsas Vlad Dragos Bathory di Nagyecsed.

Skye trovò un gran numero di articoli su quotidiani e riviste online della Romania e qualcuno Ungherese. Scoprì dunque che Kadosh era nato il 27 aprile del 1979 da una famiglia nobile, tra gli antenati poteva vantare principi di Transilvania, un re di Polonia e una serial killer, Erzbeth, che aveva ucciso almeno cento ragazze per usare il loro sangue per mantenersi giovane.

Quest’ultimo dettaglio inorridì particolarmente Skye, che ritenne fosse meglio concentrarsi su Kadosh e lasciare perdere le parentele, almeno al momento.

Dunque, si era laureato a pieni voti in Storia e Relazioni internazionali presso la Pietru Maior University di Targu Mures. Era stato più volte campione nazionale di scherma (moderna e medievale) e anche di pancrazio; nello sci e nel canottaggio, invece, non era agonista. Appassionato di storia e arte, era stato un mecenate e aveva pubblicato alcuni articoli e saggi. Era apparso numerosissime volte sui giornali o per delle iniziative culturali e di impegno sociale, oppure per eventi mondani, o con degli articoli, o anche con alcune delle sue esperienze da diplomatico. Negli ultimi due anni, tuttavia, sembrava sparito dalle cronache; era apparso solo in occasione di alcune cerimonie per festività nazionali ed era stato citato un paio di volte per il suo lavoro: nient’altro.

Skye trovò interessante questo elemento e si domandò perché mai il Duca Bathory si fosse improvvisamente messo in disparte; eppure non aveva scandali o denunce a suo carico. Che cosa era accaduto da spingerlo a ritirarsi dalle scene o, per essere più corretti, ritirare il proprio volto e il proprio nome, comprendo il primo con una maschera e cambiando il secondo in Kadosh?

La scomparsa mediatica di Bathory coincideva con la nascita del personaggio che spopolava su youtube; che cosa aveva trasformato i suoi saggi sulla storia, l’arte e le culture in farneticazioni complottiste?

Skye voleva capire! Era sicura che comprendere quel passaggio avrebbe chiarito molte cose sulla figura del loro nuovo nemico. La ragazza continuava pazientemente la propria ricerca, sperando di riuscire a trovare qualche altra differenza tra tutto ciò che Bathory era stato prima e ciò che, invece, era negli ultimi due anni. Hackerò la sua cartella clinica per controllare se fosse stato colpito da qualche strana malattia o se gli fosse stato iniettato o somministrato qualche farmaco insolito, ma  non trovò nulla al riguardo, quindi controllò se avesse soggiornato o visitato qualche luogo strano, magari dall’oscura fama: nulla.

Dopo varie ore di ricerca, Skye arrivò alla conclusione che l’unica cosa cambiata nella vita di Bathory era che dai ventisette ai trentatre anni aveva avuto una fidanzata che, poi, probabilmente aveva o lo aveva lasciato, in quanto non compariva più al suo fianco negli eventi mondani.

Che Kadosh si sia dato al male per una delusione d’amore? –Si chiese Skye, stupendosi lei stessa di formulare un’ipotesi così assurda e romanzesca. Decise comunque di fare una rapida ricerca sulla giovane di cui, prima, non si era affatto curata.

Appena guardò meglio una delle foto in cui Bathory appariva con la fidanzata, Skye ebbe un sussulto e si affrettò a ricercarne il nome per avere una conferma che non tardò. Decise che doveva avvisare Coulson immediatamente.

Quindici minuti più tardi, Afdera era seduta su una seggiola di fronte alla scrivania di Coulson che la guardava con rammaricata severità; in piedi, in un angolo, c’era Fury, il cui occhio incuteva terrore; infine c’era anche Skye con il tablet tra le mani.

Afdera …” esordì Coulson “C’è qualcosa che hai omesso di dirci su Kadosh?”

La ragazza rifletté, forse intuendo in parte la situazione; rispose freddamente: “Nulla di rilevante.”

“Sicura?” la incalzò lo zio “Nulla nemmeno sul rapporto tra voi due?”

Lo sguardo di Afdera fu come attraversato da un fulmine; iniziò a farsi triste e disse: “Tra me e Kadosh c’è sempre e solo stata guerra. Tra me e Ispas, invece, le cose erano diverse ma, ormai, non ha più importanza …”

“Io credo ne abbia.” insisté CoulsonSkye ha trovato articoli su di voi! Siete stati fidanzati per sei anni, sei! La gente dava per scontato che vi sareste sposati! Perché non l’hai detto subito? Esigo delle spiegazioni o riterrò di non potermi più fidare di te.”

“Zio …” gli occhi di Afdera si colmarono di lacrime e, trattenendo a fatica il pianto, cominciò a dire: “Avevo quindici anni quando lo conobbi, a uno dei raduni di maghi, il primo a cui partecipai. Ero sola, non conoscevo praticamente nessuno, lui mi vide smarrita e si offrì di farmi compagnia, di spiegarmi come si svolgessero le cose, mi presentò alcune persone e mi stette accanto per tutti i giorni del raduno. Rimanemmo in contatto, scrivendoci lettere e riuscendo anche a vederci qualche volta e questo andò avanti per un paio d’anni, durante i quali ci innamorammo l’uno dell’altra e, così, alla fine, decidemmo di fidanzarci. Certo la nostra relazione non era delle più consuete ma, nonostante la distanza e il vederci solo per qualche mese all’anno, durò. Due anni fa, attendevo con ansia il raduno di maghi, poiché da tre mesi non vedevo Ispas e sapevo che ci saremmo incontrati lì; nelle ultime lettere aveva manifestato grande felicità per alcuni progressi fatti nelle arti occulte e mi annunciava che aveva in serbo una sorpresa per il raduno. Quando venne il giorno, però, le cose non furono come me le aspettavo. Ispas arrivò … o, meglio, si presentò Kadosh. Farneticò sul potere, sulla dignità e la grandezza di chi sa usare la magia e molte altre cose. Si pose come una sorta di profeta, dando una dimostrazione pratica del proprio potere su chi osò contraddirlo. Anch’io lo affrontai, volendo farlo ragionare, ma non esitò a farmi del male. Quella notte, probabilmente, avrebbe guadagnato molti seguaci, se non fosse intervenuto il Dottor Strange.” fece una lunga pausa “Da allora per me divenne una questione personale frappormi tra Kadosh e i suoi obbiettivi. Io mi ripeto spesso che Kadosh non è realmente Ispas, che deve essere stato posseduto da qualche spirito o che so io … tuttavia  non ho nemmeno un indizio che possa avvalorare la mia tesi. È sempre stato un uomo ambizioso, desideroso di mostrare la sua abilità, però … Io non gli ero vicina quando da Ispas si è trasformato in Kadosh, io non so cosa gli sia accaduto …” era affranta, stava quasi per abbandonarsi al pianto, mai poi bruscamente si ricompose e disse con decisione: “Non c’è dubbio, però, che per me Kadosh sia un nemico! Io agisco in armonia con l’ordine universale, sono al servizio di Maat; lui, al contrario, ha deciso di pensare solo al potere, nella sua forma più pura, ossia il kaos, il Nun.”

“Quest’ultima faccenda non mi è chiara, ma il resto sì.” disse Coulson, dopo aver ascoltato attentamente “Ti darò ancora fiducia, ma non devi più nasconderci nulla, intesi?!”

“Sì … grazie …”

Afdera si alzò e uscì dall’ufficio; Fury la seguì e le chiese: “Perché non mi hai detto tutto, subito?”

“Non è piacevole ricordare ed è una verità che ancora fatico ad accettare.”

“È stato difficile, per te, rivederlo, l’altro giorno?”

“Sì, com’è sempre difficile pensare a lui. Io, nella mia mente, ho nettamente separato Ispas da Kadosh, ma non so se questa distinzione esista davvero e, quando me lo trovo davanti, sono ancora affascinata, intenerita …”

“Ti senti in colpa per non esserti accorta prima di quel che stava accadendo, di quello che era realmente?”

“Abbastanza …” ammise la ragazza, sconsolata, continuando a camminare per i corridoi, senza sapere dove andare.

“È questo senso di colpa che ti ha spinta a combatterlo?”

“Anche.”

“Tu pensa che io non mi ero accorto che oltre metà dei miei collaboratori, anche quello che per me era un amico da decenni, erano in realtà agenti dell’HYDRA che non hanno esitato a cercare di uccidermi!” cercò Fury di sdrammatizzare in un qualche modo “Non mi sono però demoralizzato e ho continuato la mia battaglia … Tu stai facendo altrettanto. Pensa al presente e al futuro e non piangere il passato. Gli errori devono essere ricordati e farci da monito, ma i rimorsi debbono essere scacciati, poiché non fanno altro che appesantirci, provocarci dolore e quindi ci distraggono dai nostri obbiettivi, ci rendono meno lucidi e non ci permettono di affrontare al meglio le nuove sfide. Il passato deve insegnare, non condizionare. Devi accettare quanto accaduto e parlarne se ti aiuta a superare il dolore e il rimorso. Pensaci; se hai voglia di parlare, Phil ti ascolterà di certo … e anch’io.”

   
 
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