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Autore: jacksonrauhl    31/01/2015    1 recensioni
"Era un uragano"
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'Uragano
 



 
L'aria era impregna di medicinali da tre anni ormai. Le finestre, venivano aperte solo durante quelle mattine solari, quelle dove persino accendere il fuoco risultava una perdita di tempo. A volte, era difficile credere al fatto che in quella casa vivesse una famiglia intera, ma poi bastava la fuoriuscita di fumo grigio intenso dal comignolo per rendersi conto che ancora c'erano, che ancora stavano aspettando.
Risultava difficile farsene una ragione, almeno per me, per noi. Ma loro sapevano: vevano capito sin dal primo giorno, sin da quando anche l'ultimo capello aveva toccato terra. 
Marianna non veniva da giorni a scuola e quello precedente, quando la vidi arrivare struccata e male andata, mi resi conto che la situazione stava degenerando. Non parlava, non rideva, se ne stava nel suo angoletto ad aspettare che l'entrata principale venisse finalmente aperta.
Quella mattina faceva caldo, più del solito. Nonostante l'allerta meteo, di neve ne avevamo vista poca e niente. Le montagne ne erano ricoperte, ma il caldo venticello che mi scompigliava i capelli quel giorno era la prova concreta che avevano sbagliato eccome. Eravamo tutti convinti che di neve, quell'inverno, non ne avremmo vista. 
Amedeo, prorpio come me, non sapeva come comportarsi, cosa dire. Era difficile vederla stare in silenzio, lei che la mattina con le sue chiacchiere, riempiva il silenzio che veniva a crearsi; sì perché alle sette e mezzo del mattino eravamo tutti talmente stanchi, che di parlare non ci andava molto. Erano mesi che non le domandavo nulla, al di fuori del contesto scolastico. 
Mia madre però me lo diceva, mi pregava la mattina di chiederle come stava Chiara, di farle capire che qualsiasi cosa, io ci sarei stata. Ma non ci riuscivo, mi bastava averla davanti per far si che anche la più piccola briciola di coraggio che mi era rimasta svanisse nel nulla. 
A volte, invece, ci si dimenticava di come stavano realmente le cose. Ma non lo facevamo apposta, veniva spontaneo smettere di pensare anche solo per qualche minuto a quello che in quei tre anni eravamo tutti stati costretti a passare, e le parole perdevano significato, pesavano di me.
Quei mesi, molto probabilmente, sono stati i peggiori di tutta la mia vita. Mi capitava sempre di meno spostare le tende viola della mia stanza e dare un'occhiata a quelle quattro mura. Il fumo quei giorni non aveva mai cessato di fuoriuscire e questo significava solo una cosa: sarebbe rimasta a casa, qualsiasi cosa sarebbe successa. Basta corse alle tre del mattino verso Roma, basta notti in bianco passate in ospedale. 
Passarono tre giorni da quella mattina, solo tre giorni. Il tempo cambiò; la neve, stranamente, aveva iniziato a farsi vedere. Aveva imbiancato tutte le campagne circostanti, ma aveva cessato tutto d'un colpo. Qualcosa stava succedendo, l'atmosfera era più che malinconica, la voce di mia madre era spezzata da un live strato di tristezza. Non capii, era impossibile farlo. Ma forse, anzi sicuramente, lei qualcosa aveva intuito. Si era affacciata più e più volte dalla finestra della mia stanza quella mattina, la quale ero rimasta a casa a causa della neve. 
Ricordo solo di essermi alzata tardi, anche troppo. Stavano già pranzando tutti, ma la presi come una dormita per ricaricare le forze che la scuola, lentamente, mi stava sottraendo. Poi, eccola arrivare ed aprire la porta finestra che dava sulla casa dei miei nonni. 
Le lacrime che le rigavano il viso, gli occhi gonfi e rossi e quelle due parole strozzate: Chiara. Morta. 
Così, quella mattina del 31 gennaio 2014, venni a sapere che Chiara, ci aveva lasciati. Non ricordo neanche cosa accadde i secondi successivi, le lacrime mi bagnarono il viso e neanche il tempo di chiudermi in camera, che già le guance ne erano ricoperte. Mi lasciai sfuggire un urlo di dolore, un no talmente forte e straziante, ma che piano piano scomparve, lasciando spazio a lievi singhiozzi.

Se vi dicessi che una notizia del genere non me l'aspettassi, mentirei. Dopo tre anni, ti rendi conto che di miracoli, è inutile aspettarli. Chiara, in un modo o nell'altro, mi ha cambiato la vita. Mi ha resa una persona migliore, mi ha fatto capire tante di quelle cose che molto probabilmente, da sola, non avrei mai potuto capire. Quella ragazza, era un uragano.
Vederla quelle poche volte ogni tanto, mi dava quella speranza che noi tutti esseri umani abbiamo dentro di noi. Quella che finché un qualcosa non finisce per davvero, non ti abbandona mai. Sapete cosa faceva ogni volta che la incontravo? Rideva, scherzava sulla sua malattia. 
I capelli le erano ricresciuti, dopo mesi erano riusciti ad accerchiarle nuovamente quel dolcissimo viso. Ma, nonostante ciò, erano bastati pochi giorni per vederli nuovamente cadere a terra.
Mi ci sono voluti mesi per accettare la realtà, ho impiegato giorni per rendermi conto che prima o poi, sarebbe volata via. Ma adesso che realmente ci ha lasciati tutti, mi rendo conto che per quanto si possa rendersi conto di tutto, è inutile arrivati al capolinea.
Adesso il cielo ha un angelo in più, il più bello anche senza capelli, anche se magrissima. Sarà la stella che di notte brillerà più di tutte, sarà la forza dei tuoni che riempiranno le giornate grigie, sarà la fresca pioggia, sarà le soffici nuvole. Sarà il fiore più bello in un campo di margherite, sarà per sempre un uragano. L'uragano più forte. 

Giace nel suo letto, quello che l'ha cullata per giorni. Chiude gli occhi, è immobile mentre la madre le stringe forte la mano, mentre il padre cerca di farsi forte, mentre la sorella piange sul suo corpo inerme. È difficile vederla così quando hai passato una vita insieme a lei, quando l'hai sempre vista sorridere, parlarti del più e del meno, cambiarti la vita nel suo piccolo. 
E se è vero che di vita ne abbiamo solo una, allora una parte di me continuerà a vivere per lei, sempre.

R.I.P Chiara.



 
♦♦
Questo piccolo scritto di poche righe, l'ho voluto dedicare ad una mia cara amica che proprio oggi, ha deciso di lasciarci. Per chi mi segue e per chi ho letto la mia biografia su efp, ha subito capito chi è Chiara. Beh, non basterebbe un libro per descrivere quella meravigliosa ragazza, diventata
l'angelo più bello. Ho scritto queste poche righe avvolta nel silenzio di casa, perché non ce l'ho fatta ad andare a trovarla. Voglio ricordarla con il sorriso, non su un letto, immobile. Ed  è così che la ricorderò, una ragazza sorridere, una ragazza piena di forze, un uragano. Sapete perché ho voluto dedicarle proprio questo? Perché
è grazie a lei, che mi sono appassionata alla scrittura. Chiara, mi ha aperto le porte di questo fantastico mondo ed è solo grazie a lei, che oggi faccio quello che amo
di più. Qualche giorno fa, è stato pubblicato un libro con un capitolo interamente scritto da lei. Sapeste com'era felice, aveva realizzato finalmente il suo
sogno. Sto piangendo mentre scrivo tutto ciò, credetemi. Non prendetemi per pazza, non credete assolutamente al fatto che sia un'egoista che
si diverte a scrivere certe cose solo per delle recensioni. Io non l'ho fatto per le recensioni, me ne frego, ma  per renderle omaggio in un qualche modo, per renderle omaggio
con la passione che chi ha accomunate per anni. Niente, tutto qui, ho ricominciato a piangere e credo proprio che sia arrivato il momento di smettere.
La ringrazio ancora un volta per avermi cambiato la vita.
La ringrazio ancora una volta per averne fatto parte.
La ringrazio ancora di esserci sempre stata.
La ringrazio per i sorrisi.
Per i ricordi.
Per la passione che mi ha trasmesso.
Per la forza che mi ha dato.
Per le notti passate a divertirci.
Per i consigli che era solita a darmi ogni giorno.
Per tutto.


-Giulia


RIP.


 
 

 

 
 

 
   
 
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