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Autore: istinto della luna    31/01/2015    1 recensioni
Questa storia di grande spessore morale narra la storia di due figuri: Crostone non di pane e Lucindola la lampadina rinfusa.
Dal testo:
Crostone, scosso e ansimante, parlò per la prima volta. Le " piciule " fessure che formavano la sua apertura boccale si aprirono all'unisono e, dopo aver respirato lo smog della notte, disse: " Chi sei giovane figuro? "
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Spero che vi strappi un sorriso e che vi permetta di riflettere sui valori.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’insolita proposta per conquistare una lampadina
 

Un giorno Crostone decise di cambiare vita. Tutti i suoi amici continuavano a deriderlo perché assomigliava troppo ad una crosta di pane, di conseguenza il suo nome non era originale. Ancora prima di conoscerlo, i conoscenti infatti capivano quale fosse il suo nome dal semplice scrocco con cui si cibavano delle sue membra. Fortunatamente Crostone poteva rigenerarsi grazie ad un’antica fiamma leggiadra che proveniva dalle cucine della regina Fiorsa di Pastella in Padella (per essere regina, infatti, aveva dovuto sposarsi).
Lei era la sua salvatrice e lui la ringraziava facendo danze in cui si dava fuoco urlando << ou ou... sono Crostone... ou. >>
Quel giorno, quindi, ritornando ai nostri pani quotidiani – e non a quelli del beniamino Crostone cappuccino - Crostone aveva deciso di ribaltare la situazione e di vivere al contrario. Oltre ad aver infilzato i propri alluci valghi (quella volta Fiorsa lo aveva tagliato male) nelle maniche di un maglione adirato, andò in giro di notte. La notte era una parte della notte che non aveva mai amato particolarmente perché c’era chi voleva fare il fantomatico Spuntino di Mezzanotte e lo avrebbe trucidato vivo non solo in senso figurato.

Attraversò mari e farine e arrivò dinnanzi ad un figuro con un unico occhio nel centro del corpo e un corpo di vetro soffiato soffice e paffuto che, se lo avessi toccato, ti avrebbe addolcito le giornate con una piccola scossa.
Crostone, scosso e ansimante, parlò per la prima volta. Le piciule fessure che formavano la sua apertura boccale si aprirono all’unisono e, dopo aver respirato lo smog della notte, disse: << Chi sei giovane figuro? >>
Il figuro si girò di scatto e mostrò la sua losca faccia illuminata che risplendé colpita dalla sua stessa luce. Crostone si scandalizzò: quel losco figuro non era altro che una ragazza. Il suo nome era Luciandola. Ed era una lampadina, una rinfusa lampadina.
<< Sono Lunciandola, tu crosta di pane? >>
Crostone mosse lentamente le briciole sulle occhiaie delle ginocchia. << Sono Crostone, ma non di pane. >>
Lei, smettendo di lampeggiare per una piccola frazione di secondo, lo guardò stranita.
<< Perché non di pane? >>
<< Ah non lo so, mi aiuti a scoprirlo? >>
<< Neanche morta. >>
<< Ok. >>
<< Ciao. >>

Per arrivare a 394 parole Crostone s’imbizzarrì e gridò OUOUsonoCrostoneOU.





Angolo di colei che ha dato vita a questo scempio letterario:
So che non ha senso ma... siamo tra le nonsense quindi... va bene così.
Volete scoprire perché Crostone è definito non di pane? Si? Allora dovete domandarlo a Luciandola. Non vi risponde? Allora... ciao.
A presto!
Istinto della Luna
PS: Luciandola ha akerato il mio profilo... ciao.




 
   
 
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