Le cose strane
capitano
Se state
leggendo questo capitolo vuol dire che avete letto
il primo e avete avuto il coraggio di continuare...BUONA LETTURA!
2.Casa salata
casa
L’Italia
ogni anno attira una grande quantità di turisti da
ogni parte del mondo e in egual misura perde cittadini che migrano in
altri
stati. Ora i turisti quando devono andare in Italia hanno un ampia
scelta di
città da visitare ognuna con le proprie
peculiarità. Tra queste però
c’è ne una
che spicca su tutte le altre per tre elementi: il mare, la pizza e il
senso
dell’umorismo. Questa città, si trova un
po’ fuori posto in Italia anzi si
troverebbe fuori posto in qualsiasi stato. Bisognerebbe che questa
città
formasse un proprio stato a se stante perché è
troppo peculiare per qualsiasi
cosa e non può essere paragonata a nulla. La
città in questione è la bella,
controversa e bizzarra Napoli. Napoli è la città
del fuoco e dell’acqua e si
narra che la sua bellezza sia dovuta al fatto che sia stata costruita
su una
sirena morta. Quindi proprio come una sirena morta questa è
bella e magnifica
ma allo stesso tempo in decomposizione e piena di vermi che deturpano
la sua
carcassa contorcendosi nelle sue membra.
In una
città come questa può vivere solo gente molto
singolare e quindi l’uomo con la valigetta grigia lunga che
si dirigeva verso
l’entrata dell’aeroporto di Capodichino non faceva
eccezione. I passanti che lo
guardavano non riuscivano a capire in che modo quell’uomo si
acconciasse i
capelli perché gli sembravano letteralmente piovuti in testa
senza che se ne
accorgesse. Nessuno però osava rivolgergli la parola essendo
profondamente
spaventati dalla sua bellezza (ci sono molte cose che possono
intimidire le persone):
tralasciando i capelli l’uomo avrebbe potuto posare per le
miglior riviste di
moda e fitness.
-Gideon!!!-urlò
un uomo con un ciuffo vertiginoso e la giacca
viola seduto su una panchina. Gideon si arrestò di colpo si
grattò il collo si
passò una mano tra i capelli “arruffati”
(definiremo così d’ora in poi i suoi
capelli anche se non è il termine più adatto) e
si avviò verso il suo partner,
non che suo migliore amico, Pain.
-E comunque Zio
Peppino mi farà avere UNICORNO direttamente
sotto casa entro domani mattina mi ha dato la sua parola che se torna
con
qualche graffio metterà una bella bomba in un container
della SeSTRASPORT. Ah
comunque dobbiamo rivedere la spartizione delle commissioni non posso
sempre
fare io i lavori noiosi! -stava spiegando Pain a Gideon che
annuì
distrattamente mentre metteva in moto la macchina e partiva a tutta
velocità.
–
Che hai ti vedo
troppo silenzioso è andata male con Marta? - chiese Pain
–Marta? A no …be’
insomma Marta è morta le ho tagliato la gola con la mia
cuccicucci. Ti giuro un
macello, non hai idea di quanto ha sporcato quella troia. -rispose
Gideon
ripensando alla scena che gli era costata la sua bellissima giacca blu
a fiori
neri.
-La gente tende
a sporcare le cose quando le si taglia la
gola, mi sorprende che tu non lo sappia
–sottolineò Pain-insomma fammi capì,
hai litigato di nuovo per quella storia dei tulipani? -.
Qualche mese fa
infatti Gideon aveva regalato dei tulipani a
Marta che offesasi aveva aggredito il suo povero fidanzato con il vaso
di sua
zia Assunta.
-Ma no,no questa
volta ho preso le rose-si giustificò Gideon
mentre scoccava una brutta occhiata ad un lavavetri che si stava
avvicinando a
pulire il parabrezza.
-Be’
allora manifestati, perché stai giù? - chiese
spazientito Pain.
Gideon
si irrigidì poi
disse –Perché sto cercando un modo per poter
uccidere qualcuno più volte e più
volte contemporaneamente-.
Pain sorrise
–Ah ma quindi stiamo andando ad ammazzare gente?
Grandioso era da tanto che non facevo un regolamento di conti vecchio
stile. Ma
racconta ch’è successo? - Gideon si
grattò il collo si passò una mano nei capelli
poi iniziò a raccontare.
La storia era
molto semplice. Gideon e Marta erano andati in
Sicilia e avevano prenotato un hotel (si intende un hotel intero
naturalmente) per
passare il weekend assieme e cercare di superare l’episodio
dei tulipani. Dopo
la prima notte di sesso calmo e riparatore, a cui Gideon si era ormai
abituato,
la situazione era sfuggita di mano.
La mattina del
giorno dopo infatti Gideon si era risvegliato
con due tizi che gli puntavano due pistole in faccia e Marta in piedi
con la
sua valigetta grigia in mano. La ragazza infatti spiegò a
Gideon (un po’ come
fanno i cattivi nei fumetti) che si vedeva già da due anni
con un giovane boss
napoletano Marco il Puma ed era entrata in rapporti
confidenziali con lui
solo per rubare la sua cuccicucci. Il piano ideato da Marco era
perfetto poiché
era risaputo della sfortunata vita amorosa di Gideon e della sua
vulnerabilità
sentimentale (si anche i ragazzi belli hanno problemi a trovare una
ragazza)
per cui aveva usato Marta per colpirlo e prendersi cuccicucci e
venderla al
mercato nero.
Però
come diceva un certo Macchiavelli, le azioni degli
uomini sono guidate per metà dal loro ingegno e per
metà dalla fortuna. Questa
volta, il caso giocò in sfavore di Marco poiché
la sua fidata collaboratrice
spinta dalla curiosità decise di aprire la valigetta grigia
per vedere
l’oggetto che il suo capo e amante desiderava tanto.
TRINITY.
Era questo il
nome inciso sul fodero nero a strisce rosse
della spada che estrasse dalla valigetta. Fin lì non ci
furono conseguenze
tranne Gideon che urlò -Puttana non toccare la mia
cuccicucci ! Brutta troia
non toccare la cosa più pura e bella al mondo! - quando
però questa estrasse la
spada dal fodero si senti un suono simile ad un pianto straziato e la
mano che
impugnava l’elsa cadde a terra in mille pezzi.
Tutti rimasero
sbigottiti dall’accaduto tranne Gideon che
corse a prendere la sua spada urlò-UNCUT- e i due bestioni
armati caddero a terra
tagliati come fettine di prosciutto. Poi Gideon si avvicinò
a Marta che stava
piangendo fissando il braccio monco,le mise un dito sulle labbra
e
lentamente le fece passare la lama sulla gola che si
squarciò andando a
sporcare la sua giacca blu a fiori neri appesa lì vicino.
-Sapevo che
Marta era cacca. Le finte bionde non la
raccontano mai giusta stanno sempre lì a tramare qualcosa
contro le vere
bionde. SONO INVIDIOSE ecco- disse Pain mentre si passava una fiammetta
viola
da una mano all’altra.
-Credevo di aver
trovato quella giusta Pain. Certo c’erano
delle incomprensioni ma provavo qualcosa per lei e ora quello stronzo
ha
rovinato tutto! - Stava dicendo Gideon con le lacrime agli occhi.
Pain si accorse
che l’amico stava piangendo e gli mise un
braccio intorno alle spalle-Veramente lei già stava con lui
e ti ha solo usato
ma…prendilo come un nuovo inizio, poteva andare peggio.
Poteva sporcarsi la tua
giacca arancione coi pappagalli gialli-Gideon sembrò
riprendersi.
La macchina si
fermò in un vicoletto davanti al quale c’era
il Bar HODIUS e i due scesero. Gideon prese TRINITY dalla valigetta e
rimase
fermo a fissare il bar, poi la sguainò. Questa volta ci fu
un acutissimo
CUCCINNN, che sembrò tagliare il silenzio circostante. La
lama, attorno alla quale
aleggiava una vivace luce rossastra, era leggermente curvata e su
questa si
muovevano dei piccoli teschi che si contorcevano e urlavano senza
però emettere
alcun suono. Pain guardò l’arma come sempre con
molta ammirazione. Era stato
proprio lui a regalarla a Gideon e per trovarla aveva dovuto scomodare
un bel
po’ di contatti giù all’inferno. Alla
fine l’aveva trovata, TRINITY la spada
taglia anime, si diceva che fosse stata forgiata con i pezzi della
mannaia
usata dal grande macellaio di Satana andati staccati dal corpo
originale
dell’arma durante la GRANDE GUERRA DELLA GRANDE CADUTA.
Pain
schioccò le dita e nella sua mano si materializzò
una
revolver nero molto vecchia con delle parole gialle in latino scritte
sulla
canna– Mostriamogli tutta la nostra passione –disse
e i due si incamminarono
verso il bar.
Quando Marco
nacque aveva sotto l’occhio un piccolo neo. A
cinque anni iniziò a formarsi una piccola macchiolina. A
dieci la macchiolina
era diventata un cerchio perfetto che si allargava fino a raggiungere
la
guancia. A dodici anni uccise Ciro un suo compagno di classe con un
paio di
forbici dalla punta arrotondata (facendo anche cattiva
pubblicità all’agenzia
produttrice di queste che si vantava della sicurezza del suo prodotto
per i bambini)
per averlo preso in giro per il suo piccolo problema estetico. Era
andato ad un
costoso e inutile centro di detenzione minorile che aveva peggiorato la
sua
condotta e quando era uscito aveva messo su una piccola banda. Col
passare
degli anni e dei reati era riuscito ad accaparrarsi una piccola fetta
di
territorio. Anche i malavitosi più anziani iniziarono a
temere quell’uomo che
ormai era noto a tutti come il Puma per via del suo temperamento
riflessivo ma
allo stesso tempo brutale (e anche per via del suo colossale neo che
gli
prendeva metà faccia).
Una volta la
settimana i membri della banda del Puma erano
soliti riunirsi per complottare e sistemare questioni interne. Quella
settimana
avevano deciso di andare all’ HODIUS e se ne stavano
lì a giocare a sette e
mezzo placidamente parlando dell’ultima partita del Napoli.
Il luogo delle
loro riunioni non era certo segreto anzi i
membri della banda lo pubblicizzavano in modo da non avere nessun
“disturbatore” tra i piedi. Per questo, quando i
due sicari arrivarono in zona
non c’era nessuno e quindi furono facilmente notati da
Alfredo che corse subito
dentro ad avvisare il capo che comunque si era già accorto
di questi essendo un
attento osservatore. Nell’edificio c’erano quindici
uomini tutti armati, sudati
e incazzati (per via della pessima giocata del Napoli) pronti al minimo
segno
di pericolo a scatenare una pioggia di piombo e distruzione.
Ad un tratto i
due si fermarono, solo allora Puma si alzò
fece segno a tre uomini di seguirlo e uscì fuori.
–Te la prendi con le ragazze
checca? Marta era una donna e tu non ci hai pensato due volte a
ucciderla, sei
un verme! Vieni, combatti con un vero uomo! - urlò Puma
cercando la pistola.
Gideon rimase
immobile e continuò a rimanere immobile anche
quando il proiettile sparato da Puma lo stava per colpire in
faccia…magicamente
però questo slittò bruscamente verso sinistra
dove si disintegrò in tatti
piccoli pezzettini di metallo. I quattro tizi rimasero sbalorditi e
rimasero
immobili.
Pain
sfruttò l’occasione, alzò la pistola e
premette il
grilletto. Una fiamma viola uscì dalla pistola e incendio
gli uomini di Marco
che riuscì a salvarsi anche se con una grave ustione al
braccio sinistro.
–
Fuoco, ammazzateli! - urlò precipitandosi col braccio
penzoloni verso il bar. Tutti i proiettili però erano
inutili poiché venivano
tutti deviati dall’aura di TRINITY. Pain aveva studiato per
molto tempo la
spada ed era riuscito a capire che il possessore poteva proiettare la
forza di
questa nello spazio circostante colpendo gli oggetti circostanti con
grande
velocità e precisione. Questo permetteva a Gideon di
mantenere i suoi vestiti
puliti dal sangue. C’erano tante altre abilità che
la spada possedeva e Pain
sapeva di aver graffiato solo la superfice per questo ogni tanto quando
aveva
tempo e nuove idee di sperimentazione se la faceva prestare per capirne
di più.
L’arma però aveva anche delle gravi limitazioni
come la portata della sua aura
e la maledizione che gravava sul suo possessore (natura della quale era
tutt’ora
sconosciuta anche se ultimamente Gideon non era stato molto fortunato
con le
ragazze).
” Cosa
diavolo sono quei due? “ pensò
Marco che stava salendo le scale per
salire sul tetto .CLIK. Pain
ripremette
il grilletto e dalla pistola uscì una nuvola di fumo nero
che andò ad esplodere
nel bar accecando gli uomini di Marco –UNCUT- e Gideon era
dentro.
In un primo
momento ci sentirono spari ed urla, poi tutto
piombo nel silenzio –UNCUT- disse Gideon e il fumo si
dissolse rivelando il
massacro appena commesso.
Anche
l’arma di Pain era strana ma a differenza di Gideon non
era questa la fonte del suo potere. Infatti la sua pistola serviva solo
per
incamerare pezzi della sua magia ad alta pressione e spararli in
diverse forme.
L’arte di Pain è molto difficile da spiegare, un
potere antico e oscuro che nel
corso dei secoli è stato controllato solo da pochi
maghi“LA FIAMMA DELLA
PASSIONE “.
-Sta sul tetto
–disse Gideon –non ho sentito il suo sangue,
è
meglio così ho altri piani per lui- si grattò il
collo, si passò una mano fra i
capelli e si avviò sulla rampa di scale seguito da Pain .
Quando
arrivarono sul tetto l’uomo che videro non era neanche
il ricordo del Puma: un uomo impaurito che si teneva il braccio
ustionato e
sanguinante piagnucolando. Alla vista dei due il Puma perse
completamente il
controllo e si fece pipì sotto.
-OH nononono
–fece Pain avvicinandosi a lui e portandosi la
sua testa al petto – non preoccuparti anch’io una
volta dopo aver fumato un
cannone d’erba svenni andai in morte bianca e mi feci pipi
sotto. E
semplicemente una funzione fisiologica naturale che non sei riuscito a
controllare -.
Gideon
alzò gli occhi al cielo –Anni e anni di terapia
vero
Pain ? Comunque spostati-. L’amico si alzò
agitò la mano e la pistola scomparve,
poi si andò a mettere in disparte lasciando un po’
di intimità a Gideon e Marco
.
–Sai
mi sono
divertito.La vendetta è molto liberatoria ti senti meglio di
quando stavi
meglio. - iniziò Gideon che mentre parlava faceva roteare la
spada – Sai il tuo
piano era perfetto. Era un po’ a cavallo di Troia,
già visto, ma poteva andare
. Il tuo problema e che hai scelto la ragazza sbagliata. Anzi il tuo
problema è
che hai scelto una ragazza – disse Gideon .
–Si,è
gay non l’avevi capito?-esordì Pain che fu zittito
da
uno sguardo tagliente di Gideon conscio che il suo amico aveva
interrotto il
momento più epico della vicenda . Quindi si
grattò il collo si passo una mano
fra i capelli e riprese- Stavo dicendo …si, il problema
è che tu hai usato una
ragazza io ho usato TRINITY. E ti posso dire che tra una donna e
TRINITY–e
dicendo questo si mise ad accarezzare la lama- scelgo tutta la vita la
mia
cuccicucci –. Poi con un movimento deciso taglio
l’aria e anche qualcos’altro.
–AAAAAAAAAA-
urlò Marco guardando la macchia di sangue che
iniziò a disegnarsi sul cavallo del suo pantalone.
–No. Non sarai frocio ma in
quanto uomo non puoi aver fatto una cosa simile – disse Pain
toccandosi le
parti intime. - Spero che senza distrazioni ora ragionerai
meglio-concluse
Gideon.
-Gideon non
è stato divertente, noi siamo cattivi ma non puoi
comportati così. Ci sono delle regole morali che perfino
Satana rispetta-stava
dicendo Pain mentre Gideon sfrecciava sulla sua Porsche sotto un sole
morente
che dopo una giornata di illuminazione si apprestava a cedere il passo
alla sua
amante luna.
-Mo’
che si fa? - chiese Gideon ignorando completamente ciò
che Pain stava cercando di dire da più di dieci minuti.
-
“Mo” manteniamo un basso profilo, niente
commissioni per un
po’,tre giorni basteranno .-rispose Pain.
- Passerai sti
giorni con Clay? - chiese Gideon a Pain che
annuì con uno strano sorrisino.
-Tu invece? -
chiese il mago –Oggi mi ubriaco cercando di
raggiungere il coma etilico e mettere fine alla mia esistenza.Se
fallisco
domani cerco di contattare qualche vecchia amica e organizzo un'uscita.
Devo
riparare il mio cuore spezzato, ci sarà bisogno di tanta
colla e tanta fatica
ma ci riuscirò. -rispose Gideon deciso.
Quando
arrivarono sotto casa di Pain questo fu sorpreso nel
vedere la sua UNICORNO lì parcheggiata in ottimo stato che
brillava del suo
rosso acceso nel buio della notte (Pain aveva alterato la vernice con
la magia
per avere quell’effetto). Il mago però non se ne
curò molto. Salutò l’amico, si
diresse velocemente verso la porta di casa, fece scattare la serratura
ed entrò
nel salone illuminato solo dalla luce del televisore. Davanti a questo
se ne
stava una donna molto magra ma incredibilmente bella sui diciannove
anni (due
in meno a Pain) a sgranocchiare una barretta dietetica tutta presa dal
TG dove
si parlava dello strano suicidio di una ricca imprenditrice del nord
Italia.
-Mi stai
trascurando ultimamente cuore vuoi abbandonarmi in
questa casa tutta sola? - disse Clay –No, meglio in
autostrada così mi tengo la
casa-disse Pain togliendosi il cappotto e sedendosi accanto alla sua
fidanzata-Dovresti smetterla di mangiare sta roba e mangiare qualcosa
di più
decente –aggiunse cercando di prenderle la barretta da mano
fallendo
miseramente.
- E tu dovresti
smetterla di tagliarti- disse Clay in tono di
sfida –Non lo faccio più lo sai ormai solo tu mi
mandi in estasi-rispose Pain
baciandola sul collo. Clay buttò la barretta
–C’è la cena sul tavolo se hai
fame – disse.
Pain la
baciò poi le sussurrò-Non ho voglia di cibo
adesso.
Ora voglio solo tutta la tua passione-. Quella notte nessuno in tutto
l’isolato
riuscì a dormire bene tranne i due amanti che si assopirono
in un caloroso e
passionale abbraccio.
Notucce
personali :)
Allora che ne
pensate? Vi è piaciuto? Vi ha cambiato la vita?
Avete cancellato il vostro account per non leggere più cose
simili? Vi siete
tagliati le vene e state morendo dissanguati in questo momento? Fatemi
sapere
le vostre impressioni con una piccola recensione:).
Nel prossimo
capitolo parleremo finalmente di Zio Peppino ed
inizieremo ad entrare nel cuore della storia. Al prossimo capitolo :D.