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Autore: Faith Grace    04/02/2015    4 recensioni
{!BabyCharacters}
Ho sempre saputo che la mia adorazione per lui oltrepassava i confini dell'amicizia.
Forse non l'ho realizzato fin da subito ma non c'era nulla di più imbarazzante dell'avere dodici anni e realizzare che, mentre gli altri amici della tua età cercavano timidamente di invitare al cinema le ragazzine di cui erano cotti, tutto quello che volevi tu non era altro che tenere per mano il tuo migliore amico.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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prag
Pragma • a tale about a long standing love •


I raggi del sole erano caldi e penetranti quella mattina, ma non erano aggressivi, bensì dolci come come petali di una rosa posati sul palmo di una mano; e quando i suoi occhi pian piano si dischiusero, subito si accorse di aver passato un'altra nottata sui libri. Leggere era l'unica cosa che lo rilassava dal suo lavoro.
L'appartamento era ancora silenzioso, lanciò un'occhiata alla sveglia e si alzò dal letto con movimenti felpati per fare un veloce salto sotto la doccia.
Le fresche lenzuola di lino erano sparpagliate come se fossero state vittime di una feroce battaglia la scorsa notte e i libri, abbandonati senza ritegno al loro interno, portavano i segnalibri nei punti in cui erano stati interrotti. Solo uno, l'unico sopravvissuto al giudizio del suo padrone, era ancora aperto a metà e appoggiato sul cuscino, giaciglio della persona che pochi istanti prima lo aveva abbandonato con la stessa velocità con cui lui stesso era stato abbandonato anni prima da tutti i suoi amici.


Ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Così per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle persone che conoscevo. Voglio dire, quale fosse l'ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati. Ovviamente ho cercato anche il mio, ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni. Allora ho smesso di cercarlo. L'ho dichiarato disperso finché l'ho visto nel cortile della scuola. Subito quell'idea si è risvegliata in me e con lui è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona.


•♦•♦•


Axel?”
Dimmi Rox”
Tu lo sai da dove vengono i bambini?”
Era un soleggiato tramonto di metà maggio e nonostante in quel momento Axel fosse davvero impegnato a terminare un importante lavoro, quando udì quella domanda così inaspettata non poté fare a meno di inarcare le sopracciglia e staccare lo sguardo dal libro che aveva davanti a sé. Spostò la sua più completa attenzione sulla piccola figura che lo aveva appena raggiunto al lato del tavolo di legno e parlò “Perché me lo chiedi?”
Rispondimi e basta”
Axel tentennò giusto un momento e si portò una mano tra i folti capelli rossi. Era solo stupito, non era mica rimasto a corto di parole perché non conosceva la risposta!
Dopotutto lui era grande. E a riprova di ciò si affrettò a rimettere il tappo sul pennarello che aveva in mano e sfoggiò un sorrisetto compiaciuto rivolto al biondino davanti a sé “Che domande, certo che lo so... e tu?”
Roxas, era questo il suo nome, annuì risoluto e Axel corrugò la fronte.
Non ci credo, sei troppo piccolo per saperlo” borbottò scrutandolo con scetticismo. Quel breve scambio gli bastò a fargli mettere da parte il libro di disegni che stavo colorando, un leone fiero e maestoso, e si girò completamente verso Roxas che era ancora in piedi accanto a lui. Questi gonfiò le guance paffute e corrucciò lo sguardo, quasi offeso dall'affermazione dell'amico più grande.
Era carino quando faceva così, Axel aveva sempre provato una strana adorazione nei suoi confronti. Forse perché lo conosceva fin da quando era in fasce e si era sentito come in dovere di proteggerlo e stargli sempre accanto, nonostante il biondo avesse comunque un fratello maggiore.
E invece sì! La mamma ha detto che ormai sono grande e devo sapere queste cose” rispose con risolutezza Roxas e il rosso appoggiò i palmi sulle sue ginocchia sbucciate.
E cosa ti avrebbe detto?” domandò a quel punto. Dal momento che era più grande non gli allettava tanto l'idea di farsi spiegare le cose da quelli piccoli, però alla fine decise di dargli almeno una possibilità perché sapeva che l'altro non avrebbe mai potuto sapere più di lui e poi perché... beh, perché era Roxas.



•♦•♦•


Un profondo sbadiglio contrasse i suoi muscoli facciali e un sospiro annoiato fuoriuscì dalle sue labbra quando constatò che l'orologio segnava appena le 23, con un tediato gesto della mano si rigirò il contenuto rosso all'interno del calice che reggeva e portò nuovamente lo sguardo fuori l'ampia finestra. I grattacieli illuminati dalle mille luci della notte conferivano un'immagine mozzafiato alla città, sebbene essa non aveva nulla di diverso rispetto a tutte le altre in cui aveva vissuto.
In quel momento si trovava in un lussuoso appartamento, circondato da una marea di gente di cui non aveva la benché minima idea di chi fosse, con un calice di Chateau Lafite Rothschild in una mano e una manciata di fortuna nell'altra.
All'età di ventisei anni si era ritrovato con un spazio di tutto rispetto nella testata giornalistica più famosa del paese, anche se in realtà si vergognava ad ammettere che il suo era solo un posto riservato alla cronaca rosa. Nulla di particolare ma gli permetteva di fare gavetta. Vedrai che otterrai di più con il tempo, si continuava a ripetere di giorno in giorno, la tua rubrica ha comunque riscosso successo.
Sebbene il lavoro di un giornalista fosse denso di oneri, qualche vantaggio lo si riusciva sempre a trovare. Ormai conosceva così tante persone influenti in società che era invitato a cene e feste una sera sì e una sera no. E nonostante sapeva che ogni volta avrebbe finito con l'annoiarsi a morte, non poteva fare a meno di accettare quegli inviti – una cena gratis era pur sempre una cena gratis! Quella sera poi era riuscito anche a strappare un servizietto a una cameriera niente male.
E così si ritrovò a sospirare per l'ennesima volta, chiedendosi fra quanto tempo la festeggiata si sarebbe decisa a tirare fuori la torta.
Un inatteso rumore di passi cadenzati però lo destò ben presto dai suoi pensieri, le luci erano spente nella stanza ma nel vetro davanti a sé riuscì comunque a scorgere il riflesso di una figura che si stava avvicinando, però non si voltò: rimase immobile, con lo sguardo puntato sul panorama. In quel momento non si sentiva particolarmente propenso a conversare con gli estranei.
Di tutte le persone che conosco, giuro che tu sei l'ultimo che mi sarei mai sognato di incontrare in un posto del genere”
La voce che provenne dal nuovo arrivato era scanzonata e sicura di sé, a giudicare dal tono doveva essere abbastanza giovane... eppure gli sembrava vagamente familiare.
Da quanto tempo non ci si vede, Axel” proseguì questi con estrema flemma e il giovane, sentendosi chiamare per nome, si voltò di scatto preso dall'estrema curiosità e per poco la sua mascella non si staccò da viso quando riconobbe la persona che gli era davanti.
Media altezza, tratti androgini, corti capelli argentei, occhi acquamarina e sorrisetto impertinente.
Riku?!”
Sono felice che ti ricordi di me” rispose l'altro prendendo a camminare nella sua direzione per avvicinarglisi ancora di più.
Axel scosse il capo e strabuzzò gli occhi, intimorito che quella forse potesse essere un'allucinazione dovuta dal troppo vino che stava buttando giù. Ma quello gli sembrava proprio Riku, non stava sbagliando, era il Riku con cui era cresciuto, il dongiovanni della spiaggia amato dalle ragazze e... ossessionato dai Pokémon.
E chi si dimenticherebbe di te” proruppe il rosso accennando una leggera risatina “Il più pignolo allenatore di Pokémon della storia”
Le gote del nuovo arrivato si imporporarono appena e abbassò lo sguardo per celare l'imbarazzo “Per piacere, non mettere in mezzo quella storia... è imbarazzante ed ero piccolo”
Dovevi sempre catturare tutti i Pokémon e allenarli fino al livello 100 per considerare un gioco finito”
Beh, tecnicamente si dovrebbe fare così”
Ma quale bambino sano di mente lo farebbe?” il tono di Axel aveva ormai assunto una nota di pura vivacità nel rinvangare certi ricordi così futili e lontani, per un momento si era rivisto nei panni di sé stesso da bambino quando passava le sue giornate d'estate a giocare in compagna di Riku e degli altri amici “Cavolo, quanti anni saranno passati”
Cinque o sei sicuro” il ragazzo dai capelli argentati abbozzò un sorriso nostalgico e invitò l'altro a sedersi su un divanetto posto accanto alla finestra. Il rosso lo seguì e appoggiò il bicchiere metà vuoto sul tavolino accanto.
Sembrano secoli” commentò lanciando un'occhiata alla folla di gente che si intravedeva dalla porta dischiusa e poi studiò attentamente il ragazzo sedutogli accanto. Indossava un abito scuro e i suoi capelli erano leggermente più corti rispetto a come li portava durante l'adolescenza, l'argenteo però doveva essersi accorto di essere scrutato perché inarcò un sopracciglio interrogativo e quindi Axel diede voce ai suoi pensieri “Che ci fai tu qui?”
Riku si piegò in avanti e poggiò le braccia sulle ginocchia, il vestito elegante che stava indossando gli era d'intralcio ma non ci badò molto “Talent scout letterario. Sono nel giro di conoscenze” mugugnò a bassa voce e poi lanciò un'occhiata al rosso “E tu?”
Giornalista”
Riku contrasse la fronte e lo scrutò con perplessità “Vivi qui?”
Axel capì al volo a cosa si stesse riferendo e si affrettò subito a dare una spiegazione “Sono stato trasferito da poco in città, prima ero una mina vacante” ridacchiò portandosi una mano tra i capelli, era un gesto automatico che faceva da sempre “Adesso vivo da Dem per dividere le spese”
Dem...” ripeté l'altro assaporando tra le labbra quelle tre lettere, non gli erano nuove, era sicuro che... e spalancò gli occhi quando immediatamente realizzò “Dem- Demyx l'iperattivo?!”
Quella reazione di puro stupore scatenò la risata di Axel, questo infatti dovette trattenersi e cercare di mantenere un contegno consono alla situazione per non scoppiare a ridere sguaiatamente “L'unico Demyx capace di sballarsi con della granita!”
Cavolo... anche lui non vedo da un'eternità” mormorò genuinamente stupito Riku “Come se la sta passando?”
Direi bene, è andato all'università – nessuno se lo sarebbe mai aspettato – e si è laureato da poco, vuole diventare insegnante”
Non lo avrei mai detto!”
Neanche io”
Era strano, pensò Axel, come una persona che non vedi da anni potesse metterti così a tuo agio in un contesto a te ostile con nient'altro che la sua presenza, proprio in quel momento però la conversazione fu interrotta da una terza voce proveniente dalla porta. Un ragazzo dai capelli color cioccolato e un piattino in mano con all'interno un misto di gamberetti e roba ignota fece capolino nello studio in cui erano rintanati i due ragazzi.
Ehi Riku sei qui?” mormorò questi scrutando nella penombra con attenzione e quella voce bastò per far scattare qualcosa nell'animo del rosso. Egli si alzò dal divano e fissò con meravigliato stupore l'inatteso arrivato “Non ci posso credere, tu sei Sora!”
Forse in fin dei conti aveva fatto bene a non rimanere a casa quella sera.
Il ragazzo dai capelli castani finalmente trovò l'interruttore per accendere la luce e rimase basito nel riconoscere la figura accanto a Riku che aveva appena parlato.
Eh? Axel sei proprio tu?” esclamò raggiungendo i due. Si fermò davanti al rosso e lo guardò con occhi luccicanti, scrutò ogni centimetro della sua persona per constatare se fosse rimasto sempre l'Axel di sempre e poi si rivolse all'argenteo “Riku hai visto?” disse indicandolo con gesti teatrali “C'è Axel! C'è il nostro Axel!”
Il ragazzo in questione roteò lo sguardo e sospirò “Grazie Sora, non lo avevo visto”
Cosa ci fai qui?”domandò il rosso sedendosi nuovamente e fu subito seguito a ruota dall'altro. Senza neanche chiedere un po' di spazio, Sora si era autoinvitato ad accomodarsi nel centro divano, tra Axel e Riku.
Oh... io faccio compagnia a Riku, si annoiava di venire da solo e così mi sono offerto come sostegno”
Che gesto altruistico il tuo” Axel scosse il capo e lanciò delle occhiatine eloquenti all'argenteo che invece se ne stava appoggiato al bracciolo e aveva assunto un'espressione a dir poco indescrivibile “Allora come ti sono andate le cose in tutti questi anni?” fece concentrandosi nuovamente su Sora che continuava a mantenere un ampio sorriso.
Direi bene, ho aperto un negozio di videogiochi proprio in centro e uhm... ho appena venduto casa quindi ho fatto tanti soldi!”
Riku però arricciò il naso e si intromise nella conversazione “Io ti ho già detto che è stata una pessima decisione”
La casa era mia e potevo farne quello che volevo!” ribadì Sora incrociando le braccia al petto e Axel sorrise nel ricordare che era rimasto identico a come era da piccolo. Sembrava che il tempo per loro si fosse fermato.
Di che state parlando?”
Sora si grattò la nuca con imbarazzo e farfugliò “Ho comprato casa con Kairi, sai si pensava alla convivenza e forse al matrimonio...”
Oh alle fine ti sei messo con lei?” domandò Axel non proprio stupito della notizia e l'altro annui ma lo bloccò subito.
Sì, siamo stati insieme tre anni... però un paio di anni fa ci siamo lasciati, non andavamo tanto d'accordo”
Axel rimase interdetto e corrucciò la fronte “Mi... mi dispiace”
Tranquillo è acqua passata” ridacchiò l'altro scuotendo una mano davanti a sé “Riku è stato tanto gentile da mettermi a disposizione casa sua per non farmi sentire solo”
In poche parole ha invaso il mio appartamento con il suo caos” intervenne quest'ultimo per confermare le parole del castano.
Beh è una bella cosa che state ancora insieme!” Axel sorrise e spostò lo sguardo da Sora a Riku ma quest'ultimo non ricambiò, aveva invece puntato le sue pozze acquamarina sui motivi intrecciati del tappeto. Il rosso non contestò il comportamento dell'altro, avendo ormai capito la situazione. Il tempo non era mai passato per loro. Così cercò di dirottare la conversazione verso argomenti meno imbarazzanti e si fece di nuovo prendere dall'entusiasmo che l'aveva colto poco prima “Sapete che dobbiamo fare? Organizzare una serata assieme a tutto il vecchio gruppo”
Gli occhi di Sora, che non avevano colto alcuna tensione nell'ara, improvvisamente si illuminarono “Sì! È un'idea fantastica!”
Possiamo organizzare da me, casa mia e di Dem è abbastanza spaziosa... però dovresti chiamare tu gli altri, io non ho il numero di nessuno”
Sora inarcò un sopracciglio e il sorriso svanì d'un tratto dal suo volto “Cosa? Credevo che tu fossi in contatto”
In realtà ho perso tutti di vista” chiarificò il rosso. Era a metà del suo primo anno di università quando aveva preso la decisione di trasferirsi il più lontano possibile dalla sua casa d'infanzia e dalla città in cui era cresciuto. Si era stancato di quell'ambiente e la sua aria profumata di salsedine gli portava alla mente troppi ricordi.
Sora lanciò un'occhiata interrogativa all'amico rimasto in silenzio fino a quel momento e poi si rivolse ad Axel, il suo sguardo ormai era totalmente perso nell'oceano di pensieri che aveva inondato la sua mente e alla fine mormorò un impercettibile “Anche io”
Che? Dici sul serio?” rispose Axel non riuscendo a credere alle proprie orecchie. Il castano era sempre stato il più espansivo e amichevole, era sempre quello che faceva di tutto per tenere il gruppo unito in ogni situazione. Crescendo però ognuno aveva intrapreso la sua sua strada e a quanto pare tutti avevano perso i rapporti, neppure il più ostinato era riuscito a mantenere tutte le estremità dei fili che li tenevano uniti.
A conferma delle sue parole Sora fece spallucce.
Questo si che è un bel guaio” sussurrò a quel punto Riku che aveva preferito rimanere nelle retrovie della conversazione in favore di un bel bicchiere di vino che si era appena procacciato “Ora come si fa?”
Ci fu un momento di silenzio tra i tre e poi Axel guardò con indignazione i due amici “Voi due che cavolo avete fatto in tutti questi anni? Con chi stavate?”
Sora tentennò giusto una frazione di secondo ma rispose comunque “Eravamo io, Riku e Kairi”
E ora che non c'è Kairi?”
Siamo io e Riku!” disse infine con entusiasmo. C'era sempre stato un che di disturbante nel comportamento iperentusiasta di Sora anche nei momenti in cui non c'era nulla per cui gioire.
Spero concludiate qualcosa almeno” borbottò sottovoce il rosso deluso del fatto che gli altri due non avessero coltivato le amicizie. La sua frecciatina, seppur sussurrata andò a buon fine e Riku, che stava bevendo un calice di vino, nell'udire la battuta del rosso per poco non si fece andare tutto di traverso e iniziò a tossire febbrilmente.
La sera giochiamo sempre a Wii Sports!” fu la risposta di Sora che annuiva soddisfatto delle loro attività.
Axel faticò a trattenere una risata e diede dei colpetti provocatori alla spalla di Riku, che stava minacciando di svenire da un momento all'altro, ma questi lo ignorò deliberatamente, anzi tentò di dirottare nuovamente il discorso “Allora niente rimpatriata?”
E come facciamo?” fece il rosso con tono lamentoso “Io non vedo gli altri da anni, non so che fine abbiano fatto e dubito che stiano ancora tutti nelle loro vecchie case” poi si voltò verso il castano “Sora hai ancora il numero di Kairi? Almeno potrei farle una telefonata”
Sora però scosse il capo.
Ha cambiato scheda, mi dispiace”
L'indirizzo di casa?”
Ce l'ho ma abita a due ore da qui”
Che?!”
Non guardarmi così!”
Il rosso si appoggiò allo schienale del divano, allargò le braccia sulla testata e puntò le pozze verdi sul soffitto “Okay allora non si può fare più niente”
Ormai aveva perso tutte le speranze di poter rintracciare in qualche modo gli altri amici, in realtà il motivo per cui ci aveva davvero sperato era di rivedere una persona in particolare ma era stato uno stupido nel credere che sarebbe stato tanto semplice. In realtà era da stupidi il pensarci ancora, ci aveva messo anni per chiudere quel capitolo della sua vita e l'inaspettato incontro con Sora e Riku, il vivo entusiasmo nei loro occhi, il modo in cui il castano parlottava animatamente e l'argenteo che lo guardava con tenerezza senza però ascoltare una minima parola di quello che stava dicendo l'altro; tutto quello stava riesumando ricordi felici ma anche memorie che avrebbero dovuto rimanere sepolte.

Riesci ad immaginare la nostra vita tra dieci anni?”

Sora sicuramente doveva avergli detto di qualcosa perché quando Axel si ridestò dai suoi pensieri si accorse che questi aveva iniziato ad agitare la mano davanti ai suoi occhi e stava parlando a macchinetta.
Che hai detto?” disse alla fine scacciando via tutti i suoi astratti cimeli, Sora aveva assunto un'espressione incuriosita.
Tu non eri super attaccatissimo a Roxas? Che fine ha fatto?”
Axel sapeva che ben presto sarebbe stato sottoposto a quel genere di domande ma il solo udire quel nome il suo stomaco si contorse, era proprio l'argomento che sperava non sarebbe stato toccato così presto e immediatamente la sua voglia di conversare sparì del tutto.
Lui è una questione chiusa” disse con estrema freddezza ma evidentemente questo non bastò a Sora perché continuò a domandare, indagare e controbattere. Roxas era stata la persona più vicina a Sora, oltre Riku, ma sapeva che il loro rapporto non era paragonabile a quello che il biondo intratteneva con Axel. Roxas aveva avuto un legame molto più profondo e intimo con Axel, una cosa che non tutti potevano capire ma il castano comprendeva, perché erano molto simili a lui e Riku. Quello di cui non riusciva a capacitarsi era di come i due avessero potuto lasciarsi andare così, da un giorno all'altro.
Axel stava negando a se stesso la verità di ciò che c'era stato tra loro perché lui in fondo sapeva, capiva, e aveva accettato.
Ho detto questione chiusa” mormorò un'ultima volta in risposta alle proteste di Sora, mentre il suo essere era in subbuglio e la sua coscienza gli urlava dell'ipocrita “È ora che vada” concluse fece per alzarsi ma Riku lo fermò con la propria voce.
Aspetta Axel”
Il rosso sospirò.
Cosa c'è?”
Tu hai detto che fai il giornalista, no?”
Si e allora?”
E vorresti riunire tutti gli amici d'infanzia vero?”
Era un'idea stupida sopraggiunta in un momento di euforia...”
Non è un'idea stupida ma una cosa carina... e fortuitamente io sono un talent scout”
E con ciò? Non credo di afferrarne il nesso”
Riku accennò un debole sorriso e lo guardò dritto negli occhi “Un libro, Axel” disse risoluto “Puoi scrivere un libro su tutte le avventure della nostra infanzia, io ti offrirei il mio aiuto e una volta pubblicato se andrà tutto per il verso giusto potrà arrivare nelle mani di qualcuno!”
Il rosso rimase basito da quell'assurda proposta e ci mise un paio di secondi per articolare una risposta che però fu prontamente troncata a metà.
Tu stai farnetican-”
Pensaci bene, Ax. Per te non dovrebbe essere un peso scrivere, è il tuo mestiere, e io così faccio anche il mio lavoro perché sono sempre alla ricerca di nuovo materiale”
È un'assurdità, chi vuoi che legga mai certe cose?”
Alle ragazze e alle casalinghe piace leggere queste cose... sai le amicizie, i primi amori, i teen drama...”
Questa cosa fa molto anni '90” ridacchiò Sora, appoggiando però l'idea di Riku.
Non è che ci sia molto da dire-” tentò invece di protestare Axel del tutto diffidente da quella proposta insensata.
Axel... eri quello sempre coinvolto in tutti i casini, sapevi tutto di tutti... non puoi dire che non c'è niente degno di nota perché avresti tanto da raccontare” lo fece ragionare Riku “Prendi solo ad esempio il campo estivo boicottato da Vanitas o a quella volta in cui le ragazze hanno rubato i vostri vestiti mentre eravate in piscina”
Okay, okay ci penserò. Però adesso non dire queste cose imbarazzanti” quando Axel avvertì il sangue defluire tutto verso le sue gote, capì che quello era il momento di arrendersi e accettare la proposta dell'amico. Dopotutto non c'era nulla di male nello scrivere qualche storiella della loro infanzia, gli bastava solo tenersi lontano da alcuni episodi. Se non fosse stato accettato dagli editori sarebbe rimasto comunque un ricordo da custodire. Dopotutto le memorie non sono altro che un modo come un altro per incontrarsi con persone ormai lontane anni luce.
Che bello! Voglio proprio leggere un libro su di me!” esultò a quel punto Sora battendo le mani e sul volto di Axel apparve un ghigno di pura malizia.
D'accordo, ci proverò. Rivelerò tutte le vostre più segrete confessioni”
Riku in quel momento si pentì quasi di aver fatto una proposta del genere.


•♦•♦•


Allora, come nascono i bambini secondo te?” domandò di nuovo Axel guardando a lungo il biondo davanti a sé e Roxas fece un lungo sospiro prima di dare la sua spiegazione.
Quando due persone si vogliono molto bene, la cicogna porta i bambini nelle case e li fa calare nei comignoli”
Tra i due bambini calò il silenzio, solo il canto delle cicale era udibile in sottofondo assieme alla dolce brezza primaverile che scuoteva le fronde degli alberi. Quasi tutti gli altri bambini erano ormai andati via e loro due, più qualcuno disperso chissà dove, erano gli ultimi rimasti a scuola.
Roxy...” pronunciò Axel riprendendo le redini del discorso e gli sorrise affettuosamente “Questa non è la vera storia di come nascono i bambini. Tu hai detto che la cicogna li porta no? Ma non ti sei chiesto la domanda più importante: da dove li prende?”
Roxas sgranò gli occhi e scosse il capo.
I bambini nascono sotto le foglie di cavolo!” spiegò subito il rossino con un ampio sorriso in volto, entusiasta di poter essere lui a spiegare una cosa al suo amico. Incrociò le braccia e proseguì con tono convinto “Dato che i grandi sono sempre a lavoro e la sera sono troppo pigri anche per cambiare canale della tv, ci pensano le cicogne a prenderli e portarglieli”
Quindi i nostri genitori sono dei cavoli?”
In un certo senso sì”
Il più piccolo ormai pendeva dalle sue labbra. Ogni volta che Axel gli diceva qualcosa sapeva che poteva fidarsi perché gli voleva bene ed era sempre stato sincero con lui, Ventus invece non gli aveva mai detto cose del genere, ripeteva sempre che era ancora troppo piccolo.
Alla fine Roxas aggrottò la fronte e abbassò lo sguardo afflitto al suolo “Mamma e papà mi piacciono ma i cavoli no”
A quel punto Axel balzò giù dalla sedia e poggiò le mani sulle spalle dell'altro e lo guardò con sguardo serio “È normale che non ti piacciano, loro sono dei tuoi simili! È un po' come se gli altri ti chiedessero di mangiare i tuoi genitori, quelli veri però... quelli che ogni domenica ti costringono ad andare in chiesa e a mangiare la verdura”
Roxas puntò di nuovo lo sguardo sul più grande, i suoi occhi erano lucidi e pieni di quella genuina innocenza che lo contraddistingueva dagli altri bambini della loro età.
Io voglio bene alla mia mamma e al mio papà, non voglio mangiarli” mormorò mogio e abbracciò forte il rosso, in cerca di affetto e rassicurazione. Axel ridacchiò e lo strinse a sé, sussurrandogli che andava tutto bene e accarezzandogli i biondi capelli.
La debole risata cristallina di Roxas si diffuse in tutto l'ambiente nell'arco di pochi istanti e poi, con un sorriso in volto e le guance leggermente rosee, alzò il capo e si specchiò nelle iridi verdi dell'amico.
Ma allora perché i grandi vogliono farci mangiare i cavoli? Non sono nati anche loro dai cavoli?”
Axel gli diede un buffetto sul naso e ghignò divertito “E chi lo sa, Rox, i grandi sono strani. Vogliono che fai quello che dicono loro, si dimenticano le cose, sono fastidiosi quando ti fanno la predica e vogliono avere sempre ragione”
Sai sempre un sacco di cose, Ax!”
La prossima volta che vuoi sapere qualcosa promettimi che verrai sempre da me”
Sì”

Eppure Roxas fu il primo ad andarsene.



•♦•♦•


{La citazione è di David Grossman - Che tu sia per me il coltello}

Ultimamente pare che io stia facendo di tutto pur di non aggiornare le vecchie storie, ma non è così (più o meno). Avevo anticipato la pubblicazione di questa fic già nell'ultimo capitolo di... viva la vida se non erro, non ricordo del tutto - comunque era in cantiere già da qualche mese però poi l'ho messa in secondo piano per aggiornare qualche altra cosa.
La storia altalenerà tra il presente e il flashback quindi dal prossimo capitolo avrete modo di vedere tutti gli altri personaggi sia in veste adulta che da infanti.
Prima di chiudere ringrazio chiunque leggerà e deciderà di lasciarmi un commentino (queste persone saranno sommerse di biscotti e del mio amore), ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto fin ora su questo sito e in questo fandom soprattutto. Questa fic la dedico al gruppo delle Super-Shippers perché sono delle ragazze dolcissime e fantastiche
   
 
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