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Autore: itachiforever    04/02/2015    4 recensioni
[-Creepypasta-]
Dieci ragazze. Una grande villa con un mostro al suo interno e un terribile segreto.
La storia è ambientata nella prima metà dell'ottocento.
Gli annunci sono già stati appesi, chi saranno le prossime vittime del suo fascino?
Un patto demoniaco è stato fatto, nessuna riuscirà a resistergli...
Questa è la mia prima fan fiction in questa sezione e di questo genere.
Spero che l'idea vi piaccia.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo 1


Gli zoccoli dei cavalli scalpitavano sul terreno non edificato del bosco, il viaggio era durato molte ore e gli animali, per quanto potessero essere resistenti, erano ormai esausti.
Il cocchiere continuava a spronarli con il frustino, mentre all’interno della carrozza che gli equini trainavano era seduta tranquilla una ragazza: il suo abito azzurro era lungo fino ai piedi, con il corpetto decorato con un grande fiocco blu allo scollo e finendo il tutto con vari nastrini sulle tonalità dell’ indaco; sulle sue spalle era legato un mantello bianco crema, che le sarebbe dovuto servire per ripararsi dal freddo. Al collo portava una collana di perle e i capelli castani erano acconciati in una semplice treccia, a cui avevano aggiunto dei nastrini azzurri e intrecciati insieme a delle piccole pietre preziose.
I suoi occhi blu erano concentrati sulle pagine di un libro che stava finendo di leggere; lei aveva sempre amato la lettura, fin da quando era piccola. Attraverso quei libri poteva andare ovunque, sentirsi partecipe del mondo intero e non costretta a subire una prigionia indotta dai suoi stessi genitori. Non la lasciavano mai uscire da sola, tranne in rarissime occasioni in cui riusciva chissà come a convincerli a concederle un paio d’ore di libertà.
“Oooooh buoni belli!” la voce del cocchiere la riscosse dalla sua lettura, la carrozza si era fermata.
La ragazza sbuffò, chiudendo il libro di scatto e roteando gli occhi.
“Bene, eccomi arrivata alla mia nuova prigione.” Pensò con amarezza.
L’uomo aprì la portiera della carrozza e tese una mano per aiutarla a scendere.
“Signorina Anna, mi dispiace moltissimo ma non ho potuto fare niente… se i padroni scoprissero che vi ho lasciata in un posto diverso da quello prefissato, perderei il lavoro.” Disse lui mortificato. Anna gli sorrise cercando di rassicurarlo.
“Stai tranquillo Edward, non è colpa tua.” Edward le sorrise appena, aiutandola a tirare giù il suo bagaglio dalla carrozza, poi risalì su di essa.
“Che Dio sia con voi, signorina Anna.” Le disse per poi dare un colpo di frusta facendo ripartire i cavalli e sparendo nel fitto del bosco.
La ragazza sospirò voltandosi verso quella che sarebbe stata da quel giorno la sua nuova casa, un imponente cancello di ferro battuto impediva l’accesso ad un’enorme villa con un grande giardino. Si avvicinò ad esso e si stava domandando come poteva superarlo, quand’ecco che le ante si aprirono da sole, consentendole di entrare.
Si trovò davanti ad un immenso giardino, pieno di piante dei tipi più svariati. C’erano molti salici piangenti e fiori di tutte le specie, ma la pianta più diffusa era la rosa. Erano presenti rose di vari colori, anche i più impensabili. Il giardino era anche decorato da varie statue marmoree rappresentanti donne nude o quasi, probabilmente dee, e altre raffiguranti strani esseri simili a demoni o gargoyle.  L’ampio viale ghiaioso conduceva prima ad una grande fontana bianca e poi ala scalinata della villa.
Anna lo attraversò, portandosi dietro le sue due valige e la custodia del suo amato violino. Salì le scale arrivando davanti all’imponente porta d’ingresso. Appoggiò a terra i bagagli e bussò, attendendo paziente che qualcuno arrivasse ad aprirle.
Poco dopo una donna aprì la porta. Aveva i capelli biondo scuro, probabilmente lunghi, raccolti in uno chignon che le lasciava ricadere un ciuffo lungo il viso. Portava una lunga gonna color porpora e una camicetta bianca a maniche lunghe, alla cui fine c’era del pizzo, che richiamava quello dello scollo e della gonna. In vita aveva legata una fascia grigia con una rosa scarlatta e al collo portava un gioiello in oro bianco con un rubino incastonato al centro. Sul volto aveva un’espressione che dava l’impressione di freddezza e indifferenza. Anna si presentò.
“Buondì. Il mio nome è Anna Richmore. Sono qui per volontà di mio padre e di mia madre, per l’alloggio fisso e il posto da governante.” La donna le si presentò come Arc e la fece entrare nel palazzo.
La prima cosa che Anna poté notare fu il grande atrio sul quale si aprivano varie porte. Una  doppia scalinata portava ai piani superiori della villa, che a quanto aveva visto la ragazza erano complessivamente tre, più probabilmente i sotterranei e la soffitta.
Arc la condusse in un salottino, dove c’erano già altre quattro ragazze, e la fece accomodare su una delle poltrone di velluto rosso. La stanza, le cui pareti erano ricoperte da carta da parati beige con gigli grigi sopra,  era illuminata da due grandi finestre che davano sul giardino anteriore. Un camino si trovava nella parete di fronte alle finestre e sopra esso era appeso un dipinto rappresentante delle donne su un prato, con un vulcano sullo sfondo. Su un mobile in mogano con uno specchio sopra si trovavano due vasi in di porcellana, contenenti mazzi di rose rosse e bianche. Un'altra porta si trovava dal lato opposto rispetto a quella che Anna aveva usato per entrare.                                                                                                                                                                                                                                   Anna sospirò, osservando il paesaggio fuori dalla finestra, sentendosi come prigioniera in una lussuosa gabbia dorata, certo era bella, ma era pur sempre una gabbia.   Arc entrò altre cinque volte, ogni volta portava con sé un’altra ragazza che si aggiungeva al piccolo gruppo che si era formato. La quinta non era una giovane donna ma una bambina di massimo dieci anni, con dei profondi occhi verdi e boccoli castani che le ricadevano disordinatamente sulle spalle.
Anna aveva l’impressione di aver già visto quella bambina, ma non ricordava dove. La piccola, visibilmente imbarazzata e probabilmente anche spaventata, guardò Anna per poi andare a sedersi su una poltrona dall’altra parte della stanza. Si poteva dedurre con facilità che la bambina aveva riconosciuto Anna, soprattutto per i frequenti e fugaci sguardi che le rivolgeva.
Dopo un po’ Arc entrò ancora una volta.
“Il Padrone è pronto a ricevervi, sarà qui a breve.”  Tutte le ragazze, e ancor più la bambina, sembrarono trattenere il fiato a quell’ avviso.
Dopo qualche minuto, anche se sembrava fossero passate ore le porte si aprirono.
 











Angolo autrici
I: *dorme sulla scrivania* u.u Zzzzzz
Anna: ...Ita? *la scuote un poco*
I: u.u...u.= ancora cinque minuti u.u Zzzzz
Anna: Ita! *la scuote un po' più forte*
I: Zzzzzzzz
Anna: *la butta giù dalla sedia* SVEGLIATI
I: *cade e apre a malapena un occhio* che c'è? -_-
Anna: Siamo in ritardo!
I: oh...giusto...per cosa?
Anna: Il capitolo -.-
I: ah.........IL CAPITOLOOOOOO!!!!!
Anna: Eh già -.-
I: *si alza e corre per tutta la stanza* gliappuntigliappuntigliappuntigliappunti!!!
Anna: *sventola una cartellina che ha in mano* Ehm... qui
I: O_O....-_- e me lo dici ora?!
Anna: Shi >:3
I:...SMEXYYYY!!!
Anna: O.o
O: *si teletrasporta lí* eh? Che c'è?
I: Anna è cattiva xc
Anna: Vero u.u
O: io dico che si merita una bella punizione C:
A: O.o”
I: già UvU ma prima il capitolo U.U
A: G-giustamente ^-^''
*lavorano per ore e ore... e ore.... e ore ... al computer*
*finiscono che hanno gli occhi rossi fuori dalle orbite*
I: f-finito! OvO
A: Yeeeeeee OuO
O: finalmente! XD
I: zitto tu che non hai fatto niente OnO
A: quindiiii adesso che si fa? Si pubblica? :3
I: Siiiiiiiiii!!!
*pubblicano dopo secoli*
A: Speriamo che il capitolo vi piaccia ragazzi u.u
I: E vi chiediamo scusa per il ritardo abnorme u.u
A: Colpa di Ita :3
I: Ehi! T.T
A: Scherzo XD È che dato che non siamo proprio vicine è diffucile organizzarsi XD
I: molto difficile u.u
A: detto questo vi salutiamo :3
I: E vi lasciamo con il quadro sul camino "Giardino inglese di Caserta" di Hackert e...
A: e cosa?
I: -_- il disegno
A: Oh giusto ^-^'' Quello è un mio disegno, o meglio dire obrobrio, per dare un immagine al personaggio di Anna :3
I: quando fai così non hai  idea di quante legnate ti darei :3
A: Più o meno sì u.u
I: bene :3 comunque sia, il disegno di Anna è bellissimo, e lo dice anche Smexy, vero?
A: Non corrisponde esattamente alla descrizione nel capitolo, era giusto per dare un idea del personaggio
O: altrochè B) è proprio un gran bel bocconcino
A: -.- Vi salutiamo perché l'angolo sta divenendo chilometrico u.u
I: già, e Smexy non vede l'ora di punire la mia socia, quindi...alla prossima! ^v^
A: alla prossima... se sarò ancora viva T^T
O: Alla prossima, petali di rosa

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