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Autore: istinto della luna    05/02/2015    0 recensioni
" Baciami. "
" Cosa? "
" Fai combaciare le tue labbra con le mie. "
- Non accontentava le sue richieste e nessuno, nemmeno lei, conosceva il vero motivo che spingeva quel ragazzo dal sorriso sprezzante a non rispondere alla provocazione.
- Loro erano due piccole gocce di pioggia che a lungo si erano rincorse, ma uno strano ostacolo aveva impedito loro di raggiungersi.
Genere: Romantico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Missing Drops

Siamo gocce di un passato, che non può più tornare;
questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile.
(Giorgia - Gocce di memoria)

Stavo camminando con le mani nelle tasche. Sapevo con certezza dove stavo andando, vedevo la mia meta spiccare fiera al centro del resto delle preoccupazioni che stavano affliggendo il mio cuore in quel momento. Sapevo alla perfezione dove avrei dovuto arrivare, ma non ero convinta che, una volta raggiunto il mio obbiettivo, mi sarei sentita meglio, realizzata.
Uno strano venticello, fin troppo amichevole nei miei confronti, mi scompigliò i capelli mentre cercavo di infilarli con forza nelle pieghe del berretto.
Era Autunno. Le foglie avevano già abbandonato i rami e ora giacevano scomposte ai piedi degli alberi riuscendo ad infondere al paesaggio maggior colore. Al paesaggio, non a me.
Ad un tratto mi arrestai di colpo. La mia meta si trovava di fronte a me. Deglutii e passai una mano sul freddo cancello arrugginito che ostacolava alla mia meta di fare uno strappo alla regola ed essere lei a correre verso di me. Sentivo i miei passi rimbombare stonati nel silenzio delle altre persone, riunite lì per il mio stesso motivo. I sassolini sotto i miei piedi saltellavano felici, mentre avanzavo. Come potevano essere così felici in quel momento?
Raggiunsi finalmente la meta. Alzai lentamente il viso, nemmeno una lacrima rigava le mie guance, né di gioia né di tristezza. La meta si rivelò completamente, colui che mi aveva dato tanto e che io, in quel momento, non riuscivo a dargli niente. Osservai ogni suo movimento al ritmo dei rametti di gelsomino che picchiettavano sulla pietra. Non sapevo cosa fare: come potevo avere ancora il coraggio di rivolgerli la parola? Non potevo sperare che rimanesse ad ascoltare le mie preoccupazioni in silenzio, non dopo essersi separato da me in quel modo.
Respirai lentamente, come se avessi la necessità di assaporare il rumoroso silenzio che canticchiava intorno a me. Mi ritrovai a respirare la sua stessa aria e un bieco sorriso affiorò dalle mie labbra per una piccola frazione di secondo.
Mi decisi e cedetti. La mia bocca si aperse e le spalle si rilassarono.
<< Baciami >> pronunciai impassibile.
<< Cosa? >>
Chiusi gli occhi e riprovai: << Fai combaciare le tue labbra con le mie. >>
Sembrava alquanto sorpreso dalla mia richiesta. Io, però, continuai impassibile.
<< Come una goccia. >>
<< Come una goccia? >>
Il suo sguardo stupefatto mi fece imprecare mentalmente. Forse avevo ragione, non mi avrebbe più capito come un tempo. Quel tempo aveva avuto fine ancor prima della mia visita.
<< Non ricordi? Come una goccia, che rincorre un'altra goccia. >>
Mi avvicinai a lui, sperando che quelle parole potessero smuoverlo. Niente da fare: non demordeva. Rimaneva lì, nella medesima posizione senza battere ciglio. No, non potevo avere ragione, non poteva abbandonarmi così. Era sempre lui, stessi capelli corvini, stessi occhi penetranti, stesso sorriso sprezzante. Perché allora non soddisfaceva le mie richieste?
Per la prima volta sentii del bagnato sul mio volto. Trattenni il fiato. Una lacrima aveva appena solcato il mio viso.
<< Avanti baciami, come facevi sempre. >>
Lo guardai meglio e cominciai a singhiozzare silenziosamente. Non mi rispondeva perché non aveva più le forze, non aveva più la possibilità di sbattere le palpebre e di provare sentimenti.
Non volevo realizzare che fosse finita per sempre. Dovevo smettere di recitare e tornare alla realtà. Lo guardai nuovamente, guardai i suoi occhi, i suoi capelli e le sue guance. Erano le stesse di ieri, di stamattina e di domani. Mi si sarebbe presentato sempre e solo così. Una foto. Una foto affissa alla dura pietra. Quando compresi che ancora una volta non avrebbe scosso la testa divertito, lo guardai con un'altra luce. Ora sembrava distaccato, piccolo, indifeso, freddo.
<< Ti ricordi quando dicevi che noi eravamo diversi dagli altri? So che è vero. Ti amo Jack, tu sei la mia goccia. >>
Seppur restia, mi allontanai dalla tomba con il capo chino. Il giorno dopo gli avrei rifatto la domanda, aspettandomi di nuovo la fatidica risposta.

Le loro gocce erano speciali. Si erano sempre rincorse, come tutte le gocce, sui finestrini delle macchine e sui vetri delle finestre. Allora che cosa le aveva rese diverse? Il fatto che una delle due, ad un tratto, aveva incontrato un ostacolo, e aveva smesso di correre. Avevano preso lo stesso percorso, ma soltanto una di esse lo concluse. Soltanto una.

Non lo sapeva Kate ma, ogni volta che lo raggiungeva, Jack le rispondeva con uno strano sorrisetto sprezzante e sguardo incantato. << Sì, siamo diversi Kate. La tua goccia raggiungerà la mia prima o poi e allora ci ricongiungeremo. >>









Angolo Autrice:
Non saprei cosa aggiungere... mi è venuta in mente questa storia durante una delle mie tanti notti insonni.  
La presenza delle gocce allude al fatto che i protagonisti tante volte hanno cercato di "incastrarsi" in una relazione senza effettivamente esserci riusciti. Ho inserito anche due versi della bellissima canzone di Giorgia, " Gocce di Memoria" per sottolinearne l'importanza. Questa è una delle mie canzoni preferite, nonostante sia un po' " vecchiotta ".
Spero che vi sia piaciuta e che lasciate una recensione,
Grazie per aver letto il mio testo.
A presto,
Martina.
   
 
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