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Autore: Rota    06/02/2015    5 recensioni
Akane lo ha sentito confuso con l'odore umido della pioggia e del cemento bagnato, la sera che si sono incontrati per la prima volta.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tsunemori, Shinya Kogami
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: Rota/margherota
*Titolo: Odore di sigaretta
*Fandom: Psycho Pass
*Personaggi: Tsunemori Akane, Shinya Kogami
*Genere: Introspettivo, Sentimentale
*Avvertimenti: Missing Moment, Flash fic
*Rating: Giallo
*Dedica: Per Prof ;3; (L)
*Settimana/Prompt COW-T: Terza settimana/Qualcosa di nuovo
*Numero parole: 625
*Note: … io questi due li amo, ma non ci ho mai scritto davvero sopra.
Spero sia una buona lettura (L)

 

 

 

 

(un tema simile è stato trattato in precedenza nella fic di Mokochan “Yūkei no Kioku – 夕景の記憶”, che io consiglio a tutti di andare a leggere ùù (L) )

 

 

 

 

Akane lo ha sentito confuso con l'odore umido della pioggia e del cemento bagnato, la sera che si sono incontrati per la prima volta – lo ha percepito a stento, tra le innumerevoli emozioni che stava provando in quel momento, ma lo ha lasciato attecchire nel proprio bagaglio di memoria senza opporre resistenza.
Lo ha riconosciuto e conosciuto poi, con il tempo e in ben altri luoghi, sempre meglio, con sempre più precisione, rimarcando di consapevolezza quelle informazioni fugaci che diventavano corpose, statiche, presenti. Ha potuto notare come accompagni la persona di lui, come la definisca e l'annunci assieme al passo deciso e alla voce chiara e diretta, ai gesti sicuri e delle movenze complete, che non finiscono solo nell'accenno e si completano in un atto concreto. Non si è spento nell'abitudine: lei è riuscita ad approfondirlo con un'iniziale punta di piacere che è cresciuto, si è sedimentato e, proprio come l'odore di sigaretta sulla pelle, le è penetrato all'interno e ha cominciato a fare parte della sua essenza.
Lo ha potuto raccogliere sulle sue labbra rosate ogni volta che si è chinato a baciarla, dall'altro – contro un tavolo, a ridosso di un muro, sopra i cuscini morbidi di un divano o di un letto, nella grazia del perdono e nella bellezza del consenso totale.
Kougami aveva quella brutta abitudine di spingere contro il viso di lei, per rubarle ogni singulto leggero di fiato, occupandole mente e attenzione solo con il movimento bagnato della lingua: si piegava, si stendeva, compiva diversi movimenti circolari e passava contro le guance, di punta e per tutta la superficie, raccogliendo le reazioni di lei impreziosite dalla sorpresa e dalla passione viva; non era brusco, ma piuttosto energico come in ogni altro suo dettaglio, preciso sia nella propria stimolazione che nel prendere tutto quello che lei gli concedeva. E aveva sempre, sempre, quel fiato veloce con cui le respirava contro gli zigomi. La inebriava, completamente, regalandole una carezza che sapeva di vero.
Ogni centimetro di pelle di lui era impregnato di quell'essenza specifica. Akane poteva sentirla anche quando si rifugiava con il naso e il viso contro il suo collo liscio, mentre le mani di lui cominciavano a vagarle sul corpo, ancora sopra il tessuto dei vestiti, e tiravano appena sui fianchi e sulle spalle, producendo non altro che frizione poco piacevole. Creava aspettativa, ansia e fretta; aspettava sempre la reazione di lei, prima di cominciare davvero.
Quando lei alzava le mani a immergere le dita tra i suoi capelli – le cui ciocche, smosse, liberavano altro odore, profumavano di una diversa gradazione tutta particolare che Akane gradiva tanto – allora le labbra di lui si chiudevano contro il mento, il collo e sempre più giù, lasciando pochi segni rossi ma tanta saliva, tanto calore, tante impronte da nascondere solo in un secondo momento. Chiudeva gli occhi mentre le dita di lui aprivano e sollevavano la camicia, si avvicinavano al reggiseno e ogni singola volta si fermavano a quell'altezza, anche dopo essersi disfatte dell'intimo, ad accarezzarla e a rubarle ogni brandello di consapevolezza. E quando erano entrambi sull'orlo tremulo del precipizio, si abbracciavano con tutto il loro vigore e riuscivano a ritrovarsi solo così.
Facevano un amore molle, per quanto ruvida potesse essere la vita che condividevano.

 

Ogni volta che lei, nell'animo spossato di chi sa di non andare avanti da solo, preleva il pacchetto dalla tasca della propria giacca per cominciare a fumare – pochi istanti, perché tanto basta a inondare le narici del giusto – è come se la bocca e le sue mani di lui fossero presenti, come se la sua vita fosse stretta dalle sue cosce esili e frementi.
Voce nel cuore e nella mente, un tutto caldo che elimina ogni tipo di bruttura.

 

   
 
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