Storie originali > Commedia
Ricorda la storia  |       
Autore: Tota22    06/02/2015    2 recensioni
Una villetta nella zona residenziale di un'anonima cittadina americana diventa teatro dello scontro tra due ragazze. Prima sfidante: Cherry una sedicenne punk, egocentrica e affetta da ribellione adolescenziale cronica. Seconda sfidante: Lynn, un'altra sedicenne, snob e con una sindrome ossessiva compulsiva per ordine, pulizia e organizzazione. I pazzi eventi di un weekend di fine agosto saranno inspiegabilmente innescati da delle merendine, dei dolcetti allegri e un dessert.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La saga delle merendine

Capitolo 1

Le statistiche non sbagliano mai


Un dolore al fianco svegliò Lynn di soprassalto. Trattenendo un grugnito, la ragazza aprì gli occhi opachi di sonno tentando di mettere a fuoco l'ambiente intorno a lei. Di sicuro non era il suo letto, considerando la presenza di rivestimenti in eco pelle consumata, il tettuccio smangiato e lo scrocchio di briciole e snack dimenticati sotto il suo corpo irrigidito. Cercando sotto di sè individuò la causa del suo risveglio, un soldatino lego con tanto di spada appuntita che aveva avuto la brillante idea di trafiggerla nel sonno, probabilmente mentre di rigirava sullo scomodo sedile posteriore dell'auto di sua zia.
Lynn si mise seduta, imprecando tra i denti contro i suoi cuginetti che lasciavano in giro qualsiasi cosa di loro proprietà su qualunque superficie libera della casa o qualsivoglia luogo dove posassero i loro piedi, mani o deretani, portando più scompiglio di Attila nei suoi anni migliori.
 Mentre inventava colorite maledizioni nella sua mente scrocchiò il collo, sbattendo le braccia contro il tettuccio della macchina, stirandole nel vano tentativo di riavviare la circolazione negli arti. Finalmente, impegnata a districare i lunghi capelli castano spento dalle pieghe del sedile, i pensieri si stavano schiarendo e Lynn iniziò a ricordare il motivo per il quale aveva passato quella notte afosa di fine agosto in garage, barricata nella vecchia ford di zia Gwen, con tanto di sicura innescata. 

(Inizio flashback)

Era tutta colpa delle merendine Twinky-Pop.
I suoi cugini Phil e Miles, gemelli iperattivi di anni sei, avevano un'insana passione per quegli odiosi concentrati di zuccheri e grassi al sapore di crema al latte.
Una volta Lynn ne aveva assaggiata una per curiosità e il suo palato era stato attaccato violentemente da un'ondata di zucchero con retrogusto di plastica. Un morso era stato sufficiente per lei, mentre il resto non era certo andato sprecato, ma spazzolato in un baleno da due bocche voraci mezze piene di denti da latte.

Zia Gwen e zio George, dopo aver scoperto l'enorme potere di questo cibo immondo sui loro figli minori, usavano le merendine come arma di persuasione o ricatto cercando di tenere a bada le due pesti con promesse di  dolcetti zuccherosi.

ll risultato: triliardi di confezioni di merendine Twinky-Pop  venivano acquistate settimanalmente, quindi le probabilità che la famiglia Bell vincesse il premio di due giorni a Disneyland messo in palio dalla casa produttrice Twinky-Pop, fabbrica di carie e diabete infantili, erano altissime. 

Lynn era stata sempre dell'idea che non bisogna mai dubitare delle statistiche.

Infatti in una soffocante mattina di luglio, Phil aveva trovato il biglietto vincente nella confezione di rotelle al doppio cioccolato Twinky-Pop e non erano bastate le gocce di valeriana nel latte, né le urla raggelanti della loro sorella maggiore Cherry per calmare i due gemelli impazziti.

Stremati da suppliche e minacce di dare fuoco alla casa se non li avessero accontentati, zia Gwen e zio George avevano acconsentito di partire, programmando l'uscita per l'ultimo weekend di agosto.

Quando la notizia della partenza fu comunicata alla famiglia, Lynn non poté fare a meno di notare una luce malefica negli occhi verdi di sua cugina Cherry. Casa libera per un intero weekend era un evento più unico che raro e qualcosa suggeriva a Lynn che Cherry non si sarebbe limitata a un pigiama party con le amiche.

Cherry e Lynn, entrambe sedicenni nel fiore dei loro teen years, non potevano essere più diverse. La prima era definita da Lynn "punk egocentrica affetta dalla sindrome di ribellione adolescenziale cronica", la seconda era dolcemente chiamata da Cherry " bigotta snob con un palo ficcato su per il posteriore". Sin dal primo giorno della loro convivenza forzata, quando Lynn si era trasferita permanentemente a casa dei suoi zii all'inizio dell'estate, l'aria tra le ragazze si poteva tagliare con un coltello.

Non aiutava il fatto che le due fossero costrette a condividere la camera di Cherry. Quest'ultima si era vista invadere il suo santuario impenetrabile da una maniaca compulsiva dell'ordine e della pulizia con qualche tara mentale.  La cugina invece, di certo non più entusiasta dell'altra di respirare la stessa aria a suo dire piena di germi e spore,  si era limitata ad occupare il minor spazio possibile ( vale a dire il volume occupato dalla sua brandina in un angolo di quell'antro tappezzato di poster macabri, vestiti borchiati e oggetti abbandonati a terra a mo di tappeto), dopo aver accuratamente disinfettato le superfici ovviamente.
Fortunatamente la soluzione sarebbe dovuta essere temporanea, poiché Lynn si era offerta di svuotare una delle stanze del sottotetto adibita a deposito e farne la sua camera.
Era meno della metà della stanza di Cherry ma non si lamentava, avrebbe fatto di tutto per avere una camera sua perfettamente in ordine e disinfettata con regolarità. 

Tutto sommato le interazioni giornaliere tra le due durante l'intera estate, principalmente costituite da insulti e occhiatacce, erano ridotte al minimo poiché una era impegnata costantemente nella ristrutturazione della soffitta, l'altra si teneva il più possibile lontano da casa uscendo con gli amici o, se era costretta a tornare all'ovile,  rintanandosi in taverna a suonare la sua amata batteria.

Se già le previsioni prodotte da una ragazza ansiosa, maniaca dell'ordine e del rispetto delle regole quale Lynn, riguardo all'ultimo weekend di agosto non fossero già abbastanza funeste e ricche di guai, un'ulteriore disgrazia si stava per abbattere sulla sua esistenza.

L'evento drammatico era la cena di fine estate con i colleghi di zio George, combinata con la scarsa memoria a breve termine di zia Gwen, la quale scordava puntualmente gli impegni fissando cene assolutamente incancellabili nei giorni più sbagliati.

Traduzione: l'allegra riunione aziendale era stata fissata la domenica dell'ultimo weekend di agosto, a casa loro ovviamente, il giorno in cui gli zii, Phil e Miles sarebbero tornati da Disneyland.

Per tutto il mese successivo nella testa di Lynn suonava incessantemente un verso di una canzone di una bionda cantante pop " Trouble Trouble Trouble" come un costante campanello di allarme. Il ritornello aumentava di volume, nella sua testa, man mano che i giorni passavano e la zia si profondeva in mille raccomandazioni tartassando lei e Cherry con frasi del tipo: " Mi raccomando lasciate tutto in ordine" ,"Niente feste e festini" ,"La sera prima passerà il fattorino con la torta, i soldi sono nel barattolo sulla dispensa" ," Noi torniamo nel primo pomeriggio siate responsabili", Rricordatevi di dare da mangiare ai pesci e al gatto". 

Cherry si limitava ad annuire svogliatamente prima di rinfilarsi nelle orecchie le cuffiette e giocherellare con una ciocca dei suoi capelli rosa shocking.  Lynn invece, che già da due settimana sentiva sua cugina parlare a telefono con amici avvertendoli di tenersi liberi nel weekend incriminato e preparasi alla festa del secolo, sentiva lo stomaco annodarsi sempre di più. 

Si vedeva sull'orlo di un precipizio con alle calcagna un branco di lupi e l'unica scelta possibile era come preferisse morire. 

Se avesse sabotato la festa di Cherry ed esposto il piano agli zii, di certo la cena sarebbe filata liscia, ma avrebbe costretto i bambini a rinunciare al viaggio a Disneyland e sua cugina le avrebbe reso la vita un inferno. Se invece fosse rimasta in silenzio omertoso come minimo la casa sarebbe esplosa, conoscendo gli amici di Cherry, e i suoi zii le avrebbero sepolte in casa per tutto l'anno scolastico con permesso di uscita vigilata solo per andare a scuola. Perché doveva essere tutto così complicato, continuava a pensare. L'unica cosa che chiedeva era di essere lasciata in pace.

 Lynn non negava di essere "leggermente" ossessiva, la sua vita era stata sempre dettata da una routine ferrea, precisa, rispettosa di regole stabilite. C'era chi la bollava come noiosa e psicopatica, ma era il suo unico modo di rimanere stabile. 

Almeno così le aveva detto il suo Psicologo, il Dottor Drew.  Doveva rimanere stabile, controllare i pensieri negativi, tenersi impegnata e attiva.  Certo la faceva facile lui, quel pallone gonfiato a cui aveva mollato un sacco di bigliettoni per stare seduta un paio di volte a settimana su una sedia di pelle nera, pure scomoda.

 Adattarsi in una famiglia caotica e fuori dagli schemi come quella dei suoi zii non era facile per lei. Doveva però riconoscere che Gwen e George si erano dimostrati pazienti e avevano cercato il più possibile di assecondare le sue manie di ordine e organizzazione anche se con scarsi risultati. 

Si rendeva conto di dover essere più aperta nei confronti delle esigenze di tutti e scendere a compromessi. 
Tuttavia prendere parte a un festino apocalittico, senza possibilità di sottrarsi, non era proprio il concetto di compromesso che Lynn immaginava... e mai lo sarebbe stato in tutta la sua vita, ne era certa.
***

 
A Lynn vennero palesate le già chiare intenzioni di Cherry riguardo al venerdì e sabato sera, da Cherry in persona. Precisamente il giovedì pomeriggio della stessa settimana.

 Lynn era riuscita finalmente a sgombrare la stanzetta nel sottotetto e a ridipingerla con cura maniacale di un bel bianco candido. Aveva persino restaurato un vecchio armadio, trovato nella stessa stanza e un tavolo da convertire in scrivania. Stava giusto osservando il muro bianco indecisa su come decorarlo quando la porta della stanza si era spalancata. Cherry era lì in tutto il suo splendore: annunciata da passi pachidermici su per le scale, brillante di adolescenza punk scazzata, stretta in un paio di shorts di jeans strappati, anfibi e una maglietta dei Clash, il tutto farcito da un ghigno malefico sulle sue labbra di un rosa acceso come i suoi capelli. 
Charlotte, aka Cherry da quando si era tinta i suoi capelli color miele di quella nuance che Lynn giudicava scellerata, le si avvicinò a braccia incrociate e sguardo malvagio.
- Wow, bianco! Come sei originale Lynette. Oh guarda che anche  negli ospedali fanno i muri più colorati di così, ma in effetti non che mi aspettavo niente di allegro da te. -

Cherry sapeva benissimo che Lynn odiava essere chiamata con il suo nome intero e adorava punzecchiarla ad ogni occasione.
- Non che mi aspettassi.. - 

La corresse la cugina con voce atona dandole le spalle e tornando a fissare il muro, cercando di ignorarla.

- Sisi come ti pare. - 

Rispose Cherry per niente impressionata appoggiandosi allo stipite della porta con fare svogliato. Lynn sentiva il suo sguardo sulla nuca e cominciava a percepire una fastidiosa sensazione di irritazione formicolarle sulla pelle delle mani, quindi si decise ad arrivare subito al punto.

- Senti, so benissimo che non ti sei sprecata a fare due rampe di scale solo per criticare il mio gusto nell'arredamento, quindi sputa il rospo.Vuoi parlarmi della festa di sabato sera? -

- Per essere una bacchettona, asociale e guastafeste sei piuttosto sveglia. Come mai non sei già andata a fare la spia da Zia Gwen?- ribattè Cherry mimando con le mani strette a pugno il pianto di un bambino capriccioso.

- Aspettavo che tu venissi da me, cara Charlotte, a supplicarmi di non mandare a monte il tuo pigiama party un po' allargato. Sono pronta a concedere il mio magnanimo aiuto in cambio di alcune condizioni. -

Un grugnito derisorio uscì dalle labbra di Cherry.
- Sentiamole queste condizioni, principessa delle frigide... -

Lynn ignorò il commento pungente della ragazza dai capelli rosa e iniziò a contare con le dita : - Uno, non più di 20 persone -

Uno sbuffo incredulo raggiunse le orecchie di Lynn che continuò imperterrita.

- Due, musica a volume ragionevole. Tre, niente droga. Chiuderò un occhio sull'alcol tanto so che è in evitabile. -

Una smorfia incurvò le labbra di Cherry.

- Quattro, finisce tutto all'una e cinque questa stanza è offlimits. - finì Lyn mostrandole il palmo aperto. Cherry la guardò come se fosse una povera pazza appena uscita da un ospedale psichiatrico, per poi risponderle serafica.

- Venti persone? Tu stai fuori non esiste, la musica sarà a livelli decenti, tanto sappiamo che i vicini non sono un simbolo di tolleranza, non vogliamo di certo chiamate al 911 dal signor Burton. Poi... - 

fece il segno delle virgolette con le dita per sottolineare la parola:
- Droga, ma quanti anni hai? Al massimo è tutta roba naturale, dovresti farti due tiri di bamba così ti rilassi zia. -

Lynn roteò gli occhi e sbattè il palmo sulla fronte, chiedendosi che senso avesse discutere con lei. 

  - Comunque non ti preoccupare niente roba pesante... non mi faccio di quello schifo anche se non garantisco di poter controllare tutta la gente che entra. -

Di certo questo commento non aveva rincuorato Lynn che la fissava incredula mentre Cherry scimmiottava la conta delle dita della cugina.

  - Alle due e mezza tutti fuori non un minuto prima e di questa stanza non frega niente a nessuno.. quindi chi te la tocca. O così o niente principessa. - terminò la ragazza dai capelli rosa con uno schioccò della lingua, sicura di avere la vittoria in pugno.

- Chi ti dice che io accetti? - replicò esausta Lynn.

Cherry frugò nella borsa di pezza che stava appesa sulla sua spalla ricoperta di rete, tirò fuori un piccolo quaderno dalla copertina nera, si leccò le labbra e iniziò a sfogliarlo in modo teatrale. Gli occhi castani di Lynn divennero due fessure che emettevano lampi irati verso quella "strega dai capelli rosa".

- Restituiscimelo. Subito -  la voce di Lynn era così gelida da ghiacciare l'aria afosa del  primo pomeriggio.

- Oh.. dove ero rimasta a leggere questo patetico diario.. ah sì quando parli della tua amica che ti ha soffiato il ragazzo perché non gliela davi... davvero divertente.. - disse Cherry con un ghigno sornione.

- Ho detto restituiscimelo, sono informazioni private non hai il diritto di leggerle! - il tono leggermente tremante di Lynn tradiva la rabbia e l'umiliazione, si stava pericolosamente avvicinando alla linea rossa che il Dottor Drew le aveva raccomandato di non superare più. Inspira, espira, conta fino a cinque. Inspira, espira, conta fino a cinque.  Inspira, espira, conta fino a cinque.

- Ehi non ti agitare, quando respiri così sembri un castoro in iperventilazione. Lo farò Lynette, ma fino a quel momento questo - indicò Cherry stringendo la presa sul quaderno - è il mio salvacondotto per il tuo silenzio. Dato che ci tieni tanto a questa stanza potresti barricarti dentro domani e dopodomani e nessuno verrà a darti fastidio. Per il resto non ti impicciare della mia festa e se fai la brava domenica mattina sarà tutto finito e avrai indietro il tuo prezioso diario. Allora accetti?-

Lynn la fisso per tre minuti buoni come se stesse cercando di farle esplodere il cervello con la forza del pensiero, infine sospirò e sibilò:

- Sparisci! -

Cherry lo prese come un sì.








Note autrice
Ciao a tutti! Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. La storia sarà abbastanza breve, tre o quattro capitoli al massimo. Non so quando aggiornerò,spero presto. Grazie a tutti coloro che hanno letto, se vi va lasciate una recensione; questa è la mia prima storia e mi piacerebbe avere del feedback per migliorare.
Sayonara 
Tota
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Tota22