«Shikamaru, come ti sembrano i miei capelli?».
L’interpellato sbadigliò sonoramente e riaprì gli occhi, risvegliandosi dallo stato di piacevole torpore in cui era scivolato mentre attendeva che Temari terminasse di prepararsi. Quando sollevò lo sguardo sul volto della ragazza, notò che la sua complessa acconciatura aveva lasciato il posto a due semplici codini ordinati che pendevano ai lati della testa.
«Biondi?», chiese con tono ironico.
Temari inarcò un sopracciglio, lo sguardo vagamente omicida. «Spiritoso».
Shikamaru si lasciò sfuggire un sospiro stanco mentre si alzava dal divano e si parava di fronte alla figura slanciata di Temari.
Allungò un braccio per prendere uno dei due codini tra le dita ma, anche osservandolo con attenzione quasi maniacale, tutto ciò che riuscì a pensare, ancora, fu che i capelli di Temari erano biondi. Non biondissimi, semplicemente biondi.
Ma non poteva ridirglielo o si sarebbe incazzata sul serio.
Inclinò il codino alla ricerca di qualche nuovo dettaglio quando, all’improvviso, notò un rapido brillio dettato dai raggi del sole che penetravano attraverso la finestra. Shikamaru si rese conto che i capelli di Temari erano lucenti, di sicuro li aveva appena lavati. Non lucentissimi, solo lucenti.
Ma a Temari quello non sarebbe bastato.
Allora infilò le dita nel codino e, partendo dall’elastico, lo percorse in tutta la sua lunghezza fino alle punte. Questa volta, saggiandone la consistenza, gli vennero in mente due altri aggettivi: lisci, non liscissimi, e morbidi, ma non morbidissimi.
Tuttavia Shikamaru sapeva che Temari non si sarebbe accontentata.
Rimaneva solo una cosa da fare: odorarli. Si portò il codino vicino al viso e ne inspirò il profumo a pieni polmoni, scoprendo che la ragazza aveva usato uno shampoo diverso dal solito: i suoi capelli, quel giorno, emanavano una fragranza lieve, piacevole. Non erano profumatissimi, solo profumati. Facendo un resoconto della situazione, i capelli di Temari erano biondi, lucenti, lisci, morbidi e profumati.
Sommando tutti quegli aggettivi, ne veniva fuori uno solo, il più adatto a definirli.
«Belli», commentò, lasciando andare il codino e facendo un passo indietro.
Quando incrociò lo sguardo di Temari, Shikamaru la vide piuttosto turbata.
Forse per l’improvviso interesse che aveva dimostrato verso i suoi capelli, forse per l’aggettivo che aveva usato.
«Belli?», ripetè lei con voce incredula.
Shikamaru chiuse gli occhi alla ricerca di un complimento più forte, più sentito, ma tutto ciò che gli venne in mente furono i lunghi capelli biondi di Ino e il fatto che nel suo caso non avrebbe avuto bisogno di accarezzarli o annusarli per poterli descrivere.
I capelli di Ino erano bellissimi.