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Autore: seddieshipper24    09/02/2015    6 recensioni
Il sogno che faceva abitualmente ogni volta che andava a dormire non tardò ad arrivare.
- era un giorno come gli altri, il cielo era sereno, neanche una nuvola che sporcava quel capolavoro.
Il resto vide confusamente.
Come al solito.
Lei, un treno, un ragazzo che partiva, lei che alza il braccio in segno di saluto, lei che cerca di asciugarsi le lacrime.
E poi una frase detta a d una sconosciuta.
“non tornerà vero?” “sai, credo proprio di no..”
E per finire un “mi dispiace”
Jade x Beck
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beck Oliver, Jade West, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Solitamente non sono una persona che ama particolarmente raccontare le storie.
Ma appena intravisi quella stramba ragazza alla stazione, ne fui talmente attratta da seguirla, aveva un certo fascino quella finta indifferenza che tentava di nascondere, anche nelle giornate più belle di primavera.
La sua storia è una di quelle che ricordo meglio, e oggi ho voglia di raccontarvela, magari potrete trarne qualche insegnamento.
Quella mattina, Jade West si era svegliata con un’insolita voglia di andare a scuola.
Non perché le piacesse, ma perché lì aveva modo di svagarsi come più le aggradava.
Le saltò in mente, un nuovo e ingegnoso modo per fargliela fare addosso a quella gatta morta di Tori Vega.
Abbozzò un sorriso mentre spostava le candide lenzuola del suo letto.
Sporse il viso fuori dalla finestra.
Quella mattina il cielo era insolitamente tinteggiato di rosa e di violetto.
Uhm…Rosa e violetto…
Si diresse verso la cucina, vacillando e tastando i muri bordoeux del corridoio.
Tanto il sonno in lei era pesante, che le palpebre le si chiudevano lentamente una dopo l’altra, pesanti, e il capo le sporgeva in avanti.
Si portò ancora un altro sorso di caffè alla bocca e poi posò la parte restante contenuta nella tazza, sul mobile più vicino.
Spalancò le ante del suo armadio, e tirò fuori un paio di collant reticolati e un vestitino di pelle nera.
Quella mattinata, non aveva prestato alcuna curo nella scelta del vestiario come solitamente faceva.
Dopo essersi ripresa da quella sorta di coma mattiniero, si mise in cammino verso la sua auto.
Iniziò a ricordare il perché del tanto sonno di quella mattina.
Era tutta colpa di Beck.
Da quando avevano rotto appariva sempre nei suoi sogni.
E nei suoi incubi.
“non mi interessa con chi esce Beck, ci siamo lasciati da un pezzo, per me lui può uscire con chi vuole”
Ma cosa diamine le era preso?
Sapeva bene che si sarebbe ritrovata a spiare nuovamente tutti i suoi appuntamenti.
Finalmente giunse fino alla sua ferrari nera metallizzata.
Aprì violentemente la portiera, e la richiuse poco dopo causando un gran fracasso.
Mise in moto, pronta per affrontare a testa alta un altro giorno alla holliwoods arts.
Appena arrivata, decise di rimanere dieci minuti a sonnecchiare dentro la sua automobile.
Si distese sopra il morbido schienale e chiuse le palpebre.
Il sogno che faceva abitualmente ogni volta che andava a dormire non tardò ad arrivare.
- era un giorno come gli altri, il cielo era sereno, neanche una nuvola che sporcava quel capolavoro.
Il resto vide confusamente.
Come al solito.
Lei, un treno, un ragazzo che partiva, lei che alza il braccio in segno di saluto, lei che cerca di asciugarsi le lacrime.
E poi una frase detta a d una sconosciuta.
“non tornerà vero?” “sai, credo proprio di no..”
E per finire un “mi dispiace”
A rovinargli la dormita fu il suono di quella stupida campanella che dava segno agli studenti di recarsi nelle aule per fare lezione.
Afferrò la sua borsa e scese.
“ciao Jade”

“ Vega”

“come fai ad avere questo umore anche oggi scusa?!”

“perché cosa ci dovrebbe essere oggi”

“ come?! Te lo sei scordato!”

“senti Vega, mi sto annoiando, o me lo ricordi tu o te ne vai in classe!”

“ok.. strega… oggi Sikowiks ha promesso di darci dei veri ruoli per il nuovo film che uscirà!”

“hm elettrizzante, ora vado”

Una volta entrate in classe presero posto.
Come era solito suo, scrutò nei minimi particolari l’aula.
Oggi, c’era qualcosa che mancava.
Qualcosa che non riusciva a capire.
Rivolse il suo sguardo alla sedia vuota accanto alla sua.
Quello era il posto di Beck.
Finalmente quello che apparentemente sembrava assente si presenta in classe.
Si siede al suo solito posto.
Un’aria affranta è calcata sul suo volto.
Jade West ascoltava il suo respiro affannoso in contrapposizione al suo, gli fece un cenno col capo mostrando un’espressione curiosa, ma altrettanto preoccupata in fondo.
“niente” – le aveva risposto solo questo.
Capiva perfettamente di non essere più in stretta confidenza con lui, ma almeno si aspettava una risposta plausibile, o più chiara.
Le ore pomeridiane passarono abbastanza velocemente per tutti gli studenti.
Tranne che per Jade, che continuava a scervellarsi sul perché Beck l’avesse invitata a uscire quella sera.
 Le si era avvicinato, l’aveva tirata per un braccio e l’aveva portata in un angolo della classe, in attesa dell’arrivo del professore di canto.

“che vuoi?!”
“volevo chiederti se stasera ti va di uscire con me” – disse con la più totale calma e sicurezza

Sentì qualcosa di diverso in lei.
Qualcosa che non aveva mai sentito così forte.
Lo guardò fisso negli occhi, e non riuscendo a trattenersi, il suo sguardo ghiacciato ricadde nuovamente a terra, troppo cattivo per incontrarsi con quello di Beck Oliver, così caldo e rassicurante.
“ok”

****************************

Jade West si stava truccando.
Un filo di mascara, una passata di rossetto rosso ed era pronta.
Scese a piedi le scale.
Abbassò lo sguardo sui gradini. Le sembrava la stessero sfidando ad andare da Beck, ogni gradino che scendeva la portava più vicina a lui.
Lo aveva trovato appoggiato al portone, a braccia conserte.
Le aveva detto solo “parto domani”
“come…?”
“mi trasferisco… ritorno in Canada”
“…”
“mi dispiace”
“…”
“ma… mi farebbe piacere se mi accompagnaste tutti in stazione”
“certo…”

Aveva gli occhi semi lucidi, eppure lei aveva la forza di trattenere le lacrime.
Quelle che l’avrebbero fatta sembrare vulnerabile.
Non importava se si erano baciati, o il fatto che lei stesse piangendo sulla scala.
Il suo respiro affannoso e ansimante, ilo suo mascara che colava, il suo capo appoggiato al muro bianco.


**********

Era come nel suo sogno.
Salutò Beck con la mano mentre il treno partiva e il fumo nero si dilagava.
Il suo sguardo gelido trapassava le pareti di quel treno, voleva vedere per l’ultima volta Beck Oliver.
Si era accorta della mia presenza che la osservata da un po’.
Non aveva detto nulla.
Si mise in cammino per casa sua, questa volta a testa bassa.
Le lacrime che le rigavano il volto pallido, e la voglia di salire in treno con lui la spinsero a girarsi verso di me.
Notai il suo sorrisetto beffardo, gli occhi ancora lucidi e rossi per il pianto.
“crede che tornerà?”- mi disse speranzosa e bisognosa di conforto.
“ sai… io credo di no” – le dissi quasi sorridendo amaramente.

 

 

 

 

 

 

 

 

Mentii.

 

   
 
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