Premetto che non sono brava con le
presentazioni,quindiii,dovrete accontentarvi.
Posso solo sperare che questa storia vi piaccia,spero soprattutto che
sia migliore rispetto alla mia prima storia,che è ancora in
corso, e che non aggiorno da un’ eternità(chiedo
umilmente perdono,perdono,perdono).
Comunque questo capitolo,prologo, sarà molto corto rispetto
i successivi. Ah, vorrei fare un'ultima premessa: nella mia trama
all'inizio ho messo una citazione, lo so, quindi -gentilmente- non
accusatemi di essermene appropriata, visto che l'ho appena scritto qui
;)
Vi lascio alla lettura,qualsiasi errore, svista o virgola di troppo
fatemelo notare e lo correggerò. Buona lettura.
fall into depravity
1. Prologo
È notte e il silenzio
avvolge Rakushou, la capitale dell’impero Kou.
Pochi rumori si odono a quell’ora tarda in cui
l’oscurità è l’unica cosa che
regna sovrana e incontrastata, uno di questi è il suono di
uno scalpiccio di passi, provocato da una giovane che, come tutte le
notti, si reca in una piccola radura conosciuta solo a pochi
privilegiati.
E’ molto raro, e lei lo sa bene, riuscire a trovare dei posti
di quel genere all’interno dell’impero Kou,
così tremendamente rigido, comandato da
un’imperatrice dal cuore arido come una tempesta di sabbia
nel deserto.
Chissà cosa l’ha resa così,
pensa la ragazza.
L’aveva incontrata una volta, quando era ancora schiava,
camminava a testa alta e con aria di superiorità guardava
soddisfatta i prigionieri sapendo che niente e nessuno le si poteva
opporre; però lei l’aveva notata quella piccola
scintilla nei suoi occhi, una luce di pazzia, che era fuori da ogni
convinzione e che superava le leggi della logica.
Scosse la testa incerta, di sicuro non era quello il momento di farsi
prendere da pensieri del genere.
Poi mosse un passo,un altro e un
altro ancora, in punta di piedi mentre cercava di fare meno rumore
possibile.
Avvertiva una piacevole sensazione ogni qualvolta i suoi piedi venivano
a contatto con l’erba fresca di rugiada, quella sensazione di
libertà che ti fa sentire viva nonostante tutti i problemi
del mondo. Non che lei ne avesse chissà quanti, non
fraintendiamo, non era una quelle ragazze che si lamentavano
dicendo che il loro destino era ingiusto e bla bla bla…
l’unica cosa che le pesava era non riuscire ad opporsi a chi
la faceva sentire inferiore, semplicemente, non aveva abbastanza potere.
Era per questo che ogni notte fuggiva dalla normalità di
tutti i giorni, per allenarsi, per diventare più potente,
perché un giorno li avrebbe uccisi, se fosse stato
necessario,avrebbe ucciso ogni singola persona che si sarebbe permessa
di intralciare i suoi scopi.
Persa com’era nei suoi pensieri non si era accorta di essere
arrivata presso la radura.
Come suo solito esplorò il luogo con occhi indagatori, per
riuscire a capire se qualcosa, qualsiasi cosa,
fosse stata modificata. Sospirò di sollievo vedendo che
tutto era rimasto tale e quale dalla sua ultima visita, di qualche
settimana addietro.
Si mosse come per fare un passo, ma qualcosa la bloccò.
Rimase interdetta senza sapere come
reagire a ciò che aveva di fronte, era la prima volta che le
capitava di vedere qualcuno, a quell’ora della notte, nel suo
posto preferito.
Si diede mentalmente della stupida quando si accorse di essere maledettamente attratta
da quella cosa, o meglio persona. Non nel
mondo in cui state pensando,sia chiaro, era semplicemente curiosa di
sapere chi era.
Acquattandosi per terra e
strisciando sull’erba,si sporse verso la misteriosa figura e
riuscì a capire di chi si trattava. L’aveva visto
più volte in paese durante il mercato,era il sacerdote
dell’impero Kou, o più semplicemente, il
Magi.
Adesso lui si trovava li davanti a lei, in posizione supina con le
braccia incrociate dietro la testa e
le palpebre abbassate,probabilmente si trovava li per rilassarsi e
magari osservare le stelle, come lei stessa faceva spesso,
così si era addormentato.
Si sporse ancora un po,strano, non era
da lei tutta quella curiosità. Sfortunatemente, meglio
sottolinearlo, nello sporgersi aveva appoggiato male il piede,
cadendo,anzi rotolando
come un sacco di patate, sul
soggetto della sua curiosità.
Il giovane dai capelli corvini si svegliò di soprassalto, e
alzando il busto di scatto, si guardò intorno confuso:
insomma lo avevano pur sempre svegliato nel cuore della notte.
Poi il suo sguardo si posò su di lei, che nel frattempo si
era allontanata cercando di non farsi notare.
Gli occhi taglienti del Magi si oscurarono,mentre sul suo volto
comparve un ghigno crudele.
“Le bambine come te a
quest’ora non dovrebbero essere nel mondo dei sogni
già da un bel po’?” le
domandò gelido alzando il tono della voce, si era alzato in
piedi e la stava fissando come un gatto guarda un topo.
Niente di promettente,insomma.
I suoi occhi vermigli avevano una luce piuttosto rara, tanto che lo
sguardo della giovane rimase incatenato al suo, mentre cercava di
mandar giù una sensazione che si avvicinava molto alla
rabbia.
“Come ti permetti? Almeno io non mi sono addormentata come un lattante.” esplose, non riuscendo a contenere l’ira, insomma va bene essere importanti,ma almeno un po’ di rispetto ci vuole.
Il Magi alzò il
sopracciglio contrariato e leggermente stupito, chiedendosi cosa
volesse una ragazzina del genere da lui.
Una luce sadica gli attraversò gli occhi iniettati di
sangue, facendola indietreggiare di qualche passo .
Si sarebbe vendicato per quell’affronto, dopotutto non si
faceva di certo mettere in piedi in testa da certa gente.
Sarebbe stato bello vedere il terrore risplendere nei suoi magnetici
occhi viola, pensò scomparendo dalla vista della ragazza per
poi materializzarsi nella sua stanza.
Magari un’altra volta.