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Autore: Tomi Dark angel    02/12/2008    9 recensioni
Edward ha lasciato Bella e lei si sente morta dentro. Ma cosa succede quando qualcuno le fa visita, convincendola a seguirlo? cosa succede se Bella sceglie di farsi trasformare in qualcosa che perfino i vampiri e i licantropi temono??? e come reagirà Edward quando scoprirà la sua vera natura? e Bella che farà??? (ambientato in New Moon quando Edward se ne va)
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sono anni ormai che sei andato via. Di me non è rimasto nulla, solo un vago ricordo di quella che ero.

 

???: vieni con me.

 

Pensavo a te e piangevo. Rivedevo i tuoi occhi e mi sarei cavata i miei per non vedere altro che quelle splendide iridi d’oro fuso.

 

???: diventa una di noi. Qui non ti resta niente, solo dolore.

 

Isabella Swan? Credo di averla dimenticata. Credo di aver quasi perso il ricordo di quella debole ragazza goffa, che arrossiva ad ogni cosa. Ormai sono arrivata a chiedermi chi è, ma infondo la risposta, anche se vaga, la conosco. Ma ora lei non esiste più, è morta, com’è morta quella parte di lei che ti apparteneva. Te ne sei andato, hai lasciato che il suo animo si distruggesse nonostante avevi detto tante volte di non volerlo danneggiare.

 

???: hai sofferto abbastanza, non pensi? Rialza la testa, vieni con noi e guarda fieramente il tuo passato, ti sarà concesso se ci seguirai.

 

Quanto tempo è passato da quando ho lasciato Forks dicendo a mio padre e ai miei amici che mi ero trovata un lavoro lontano da lì? Quanto tempo è passato da quando i miei passi avevano toccato per l’ultima volta il giardino di casa mia? Tanto, troppo. Eppure io ricordo. Ricordo una ragazza dallo sguardo spento che abbracciava il padre e saltava in macchina tirandosi dietro una grossa valigia. Ricordo le lacrime versate da quella ragazza, il suo dolore, in seguito cancellato da una bruciante determinazione. Quella stessa ragazza aveva scelto. Io avevo scelto. Io sono questa. Non sono un vampiro. Non sono un licantropo. Non sono niente, ma sono anche tutto.

Quante leggende, quante apparenti favole su quelle creature enormi e sinuose che si libravano libere nel cielo, propagando nell’aria i loro ruggiti. Poveri umani, come sono ingenui. Non vedono, non sentono, ignorano l’evidenza anche se questa gli si para davanti agli occhi.

Dannazione? Sì, la conosco bene, ma allo stesso tempo mi è sconosciuta. Come sono cambiata, anche tu non mi riconosceresti, Edward. Non sono diversa solo d’aspetto.

Quando decisi che mi sarei fatta mutare, l’unico pensiero che avevo in testa era quello di dimenticare. Com’ero stata stupida. Stupida, idiota ragazzina. Ora so. Ora so che non posso dimenticare e ho imparato ad usare la mia sofferenza come arma. Ricordi i poteri supplementari dei vampiri? Beh, li abbiamo anche noi. Ma a noi non servono i poteri supplementari per abbattere un vampiro, per questo anche i Volturi ci temono. Ci temono perché noi siamo diversi da loro e da qualsiasi altra razza esistente. Noi siamo dannati e non lo siamo. Siamo figli del cielo e della terra, delle tenebre e della luce, figli del fuoco e del ghiaccio. Ci nascondiamo tra gli esseri umani che non si accorgono nemmeno di ciò che li affianca. Non si accorgono di noi, che viviamo indisturbati anche agli occhi di quasi tutti i vampiri e i licantropi.

Penso a te mentre l’aria mi sferza il volto, penso a te mentre i miei compagni si librano al mio fianco e aspettano che dica loro di cambiare formazione. Penso a te mentre ci dirigiamo verso Forks.

 

???: ho sentito dire che i Cullen sono tornati a Forks.

Bella: davvero?

???: che hai intenzione di fare?

B: cosa dovrei fare?

???: torni? Te la senti di rivederlo?

B: ci andrei comunque, sai bene che abbiamo delle faccende da sbrigare lì.

???: posso farcela anche da solo, lo sai.

B: se c’è Shruikan laggiù, laggiù devo esserci anch’io. La deve pagare.

???: …come vuoi…

 

Chissà se sei cambiato. Chissà se mi odi per essermene andata così all’improvviso senza lasciarti nemmeno una lettera nella speranza che la trovassi. Anzi, nella certezza che la trovassi. Sì, ho sempre saputo che saresti tornato, e ora so che stai soffrendo fino alla pazzia dopo che qualcuno dei miei amici o Charlie ti ha detto che sono andata via in fretta e furia.

Alex: Bella! Vedo l’insegna di Forks, sarà meglio scendere di quota o la perdiamo!

Mi riscossi dai miei pensieri. Annuii e ruggii il comando. Tutti insieme piegammo l’ala sinistra e scendemmo in picchiata. Emisi un leggero brontolio di gola e i miei compagni si ritrasformarono in umani. Cademmo da metri e metri d’altezza, ma atterrammo senza un graffio, provocando solo dei piccoli buchi nel terreno.

James: ah! ma brutta…l’hai fatto apposta!

Kairi: non mi dirai che ti sei fatto male??? ti ho colpito anche di striscio!

J: vuoi che ti colpisca di striscio anch’io, Kai????

Anubi: basta voi! Bella, ti aspettiamo qui?

Sorrisi e annusai l’aria. C’era odore di…vampiri!

B: cavolo, mi sa che siamo troppo vicini a casa Cullen!

Narì: Bella, se quelli ci attaccano ti ammazzo! Ti avevo detto NON troppo vicini a casa Cullen o a La Push!

B: scusa, Narì! È stato un riflesso condizionato. Voi restate qui mentre vado a casa… anzi, Alex, non è che…?

Alex sorrise. Nonostante la capo branco fossi io, non riuscivo a muovermi senza di lui. Era stato lui a crearmi, era come un padre per me, il mio punto di riferimento e lontana da lui in una zona che entrambi non conoscevamo bene mi rendeva nervosa.

A: fammi strada, piccola.

Annuii con un sorriso, poi mi rivolsi agli altri.

B: non vi muovete da qui, qualsiasi cosa contattatemi.

Annuirono tutti, Narì aveva già lo sguardo assassino rivolto a Kairi e James. Sospirai, sperando che in un eccesso di rabbia, non mandasse tutto a fuoco come l’ultima volta.

Io e Alex ci avviammo mano nella mano a velocità sorprendente verso casa di Charlie. Chissà se mi avrebbe riconosciuta…dopotutto non sembravo più io. I capelli rossicci e ondulati erano sempre quelli, solo più belli e lucenti. Le mani erano munite di artigli d’acciaio, i denti dieci volte più affilati e lunghi (avete presente la dentatura di un leone?) ma non sporgevano all’esterno ringraziando il cielo. Il mio corpo era parecchio più muscoloso e allenato, i tratti più felini e gli occhi identici a quelli di un gatto, di un verde abbagliante, ma dalla pupilla verticale.

A: fermiamoci qui, ti va?

Ovviamente non poteva dare ordini al capo branco e questa cosa mi metteva a disagio. A volte esagerava a trattarmi da superiore. Mi fermai sbuffando.

B: che c’è?

Alex sorrise.

A: non credi che a tuo padre venga un infarto se ti vede così? Tieni.

Mi porse delle lenti a contatto normali, e dei guanti abbastanza larghi, rivestiti di ferro tranne che alle piegature delle dita così che lei mie unghie non dessero nell’occhio.

A: ottimo! Allora, possiamo dire a tuo padre che sono tuo marito, che dici?

Per poco non mi andò di traverso la saliva.

B: eh???

A: eddai, ti faccio così ribrezzo?

Ribrezzo? Alex??? La nostra razza aveva la stessa grazia e raggiungeva al bellezza dei vampiri, solo che la nostra era un tipo di bellezza diversa, più selvatica. E Alex non era un eccezione. Capelli neri fino alle spalle e occhi da gatto azzurro cielo. Dimostrava trent’anni, dieci più di me. Fortunatamente i maschi non avevano il problemino delle unghie che abbiamo noi femmine, a lui sarebbero bastate delle semplici lentine grazie al cielo.

B: Alex, cerchiamo di non finire sulla bocca di tutti per favore!

A: ok, ricevuto. Allora che diciamo a tuo padre? “Salve, siamo due perfetti sconosciuti che si sono incontrarti per strada e hanno deciso di venire a farle visita” può andar bene?

B: Alex…

Quando faceva il sarcastico mi ricordava un po’ una certa persona…oddio, persona non proprio.

A: ok, lascia fare a me. M ricordati di non sorridere mostrando i denti e non venire molto a contatto con tuo padre o è la fine. Non sia mai lo graffi o roba simile…

Mi prese per mano e ci avviammo lentamente per le stradine di Forks. Quanti ricordi. Troppi per i miei gusti. Mi sembrava quasi di vederlo camminare per le stradine della cittadella illuminando tutti con la sua radiosa bellezza…

“Narì: ehi!!! Vi muovete o no??? io tra poco compio più di un omicidio!”

(le battute tra virgolette sono pensieri)

Scossi il capo infastidita. Accidenti e quei deficienti! Kairi non poteva fare mai a meno di infastidire James e quel cretino non poteva fare a meno di prendersela per ogni cosa! Morale: Narì dava di testa mentre Anubi risultava a dir poco inutile.

B: Alex, forse è meglio che torni indietro e tieni quei quattro sott’occhio. Qui rischiamo di mandare tutto a fuoco o peggio…

“Anubi: ragazzi, qui la situazione è tragica, Narì sta già cercando di strozzare James.”

Ovviamente era stata una genialata lasciare Anubi a controllare la situazione. Il tranquillo, pacato Anubi, che non perdeva mai la calma…ma che non faceva nient’altro se non glielo ordinavo direttamente e sapeva che odiavo dare ordini diretti!

“B: accidenti, falli calmare subito! Ci manca solo che al nostro arrivo ci scontriamo con i Cullen e incendiamo casa loro! muoviti!”

“Anubi: subito.”

B: lo odio…

Alex rise.

A: sai che Anubi ti considera più della sua stessa vita, ci tiene molto a te.

B: solo perché sono la capo branco.

A: non dire sciocchezze! Se qualcuno ti uccidesse, avrebbero ucciso anche noi. Sai meglio di me che vivere senza le persone che ami è inutile quanto il respiro per i vampiri.

Sì, lo sapevo bene. E avevo imparato a caro prezzo quella lezione. E vorrei che non fosse mai stato così. Sospirai, trattenendo le lacrime: ogni tanto quei momenti di debolezza capitavano anche a me purtroppo.

Alex mi guardò respirare affannosamente per ricacciare indietro le lacrime e mi abbracciò dolcemente.  

Ale: perdonami, Bella…non so proprio quando chiudere la bocca e sono quasi sei anni che ci conosciamo. Scusami, se vuoi arrabbiati pure con me.

Scossi il capo. Come potevo arrabbiarmi con lui? Lui che mi aveva tirato fuori dalle tenebre, lui che aveva avuto pietà di me e mi aveva permesso di stare con loro. Lui che mi aveva salvato dal nulla perpetuo.

Mi staccai lentamente da lui e riprendemmo a camminare mano nella mano. Man mano che mi avvicinavo a casa mi sentivo sempre più nervosa.

“B: accidenti, quelli lì stanno facendo un baccano infernale! Ora mi esplode la testa!”

“Ale: chiudi il contatto.”

“B: e chi li tiene d’occhio???”

“Ale: lo faccio io, non preoccuparti.”

Sorrisi e chiusi il contatto mentale con gli altri. Tirai un sospiro di sollievo mentre le imprecazioni di Narì che veniva atterrato da Anubi svanivano.

B: amen.

Ci fermammo davanti casa di Charlie. Non era cambiata per niente. Io tremai e Alex mi strinse più forte la mano.

Ale: andrà tutto bene.

Annuii e bussai.

Charlie: arrivo!

La porta si aprì e apparve mio padre. Ora aveva la barba e parecchie rughe in più. I capelli erano un po’ bianchi, ma a parte questo potevo ancora distinguere il mio Charlie, mio padre.

Lui mi guardò con un sopracciglio alzato. Sembrava non riconoscermi.

B: ehm…papà?

Lui sbarrò gli occhi e barcollò. Lo afferrai appena in tempo e, aiutata da Alex per coprire la mia forza sovrumana, lo portai in salotto. Lo facemmo accomodare sul divano.

B: papà? Tutto bene?

Lui mi guardò e posò una mano tremante sul mio volto roseo.

Cha: B…Bella?

Sorrisi debolmente e annuii. Poi mio padre spostò lo sguardo su Alex.

“Ale: stai zitta e lascia parlare me.”

“B: guai a te se combini casini.”

Ale: salve signor Swan. Io sono Alex Gray, il cugino di Isabella.

“B: cugino?!?!?!?!?!”

“Ale: avevi un’alternativa migliore???”

Charlie guardò la mano tesa di Alex e la strinse debolmente.

Cha: non ho mai sentito parlare di te…

Ale: sono un lontano cugino, Renée mi ha visto solo una volta da piccolo, non credo che se ne ricordi. Vede, Bella era andata in America a lavorare e mi ha incontrato in azienda. Da lì sono riuscito a convincerla a stare a casa mia.

“B: ma ti fai proprio i film in testa, lo sai???”

“Ale: dai, sono credibile!”

“B: ringrazia che sai fingere, perché se non fosse per le tue espressioni da perfetto attore saremmo fregati.”

Cha: ah…sicuro che è tuo cugino, Bella???

B: certo, papà. -//////////////////////////-

Ottimo, non è cambiato affatto. Alex ridacchiò.

“B: tu e io facciamo i conti dopo.”

Charlie mi guardò incerto.

Cha: Bella…sei un sogno? Non sei cambiata e sono quasi sei anni che sei andata via…

Sorrisi debolmente. Perché dovevano venirgli proprio ora le manie da osservatore??

B: ma no, papà! Sono io! ^________^””””””””””””””

Sentii la risata di Alex in testa e gli tirai una gomitata. Mi sedetti sul divano, vicino a Charlie ancora steso per riprendere fiato.

B: scusa, volevo farti una sorpresa. Non volevo spaventarti.

Lui mi abbracciò, sorprendendomi.

Cha: mi sei mancata, Bells.

Sorrisi e una lacrima mi attraversò il viso mentre ricambiavo delicatamente la stretta. Sembrava immensamente fragile.

B: papà…sono qui con il resto della mia famiglia che…ehm…ci stanno aspettando a casa. Resteremo qui per un po’, devo riprendere la scuola.

Ale: vivremo al limitare del bosco, c’è una bella casa lì.

“B: e tu quando l’avresti comprata???”

“Ale: non l’ho fatto, lo faccio domani. Non avremmo problemi a dormire nel bosco stanotte.”

Annuii impercettibilmente mentre Charlie mi sorrideva.

Cha: davvero???

B: certo. Devi conoscere gli altri, ma non oggi. Ora dobbiamo andare, ci staranno aspettando.

Cha: non rimanete a cena???

B: no, ma torneremo presto, promesso!

Charlie mi sorrise e i suoi occhi si illuminarono mentre ci accompagnava alla porta.

Quella notte non dormii, troppo intenta da assaporare fino all’ultimo il dolce odore dei vampiri. Il suo odore. L’odore del mio Edward.

 

Zalveeee!!! Rieccomi all’attacco con una new ficcy su Twilight!!! Fatemi sapere, ok? Così la continuo.

Piccolo quesito: che bestie sono diventate Bella, Alex e compagni???

  
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