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Autore: The Lady of His Heart 23    11/02/2015    1 recensioni
Susan Shoa è una giovane ragazza di diciannove anni, entusiasta nell'iniziare la sua nuova vita da studentessa nel prestigioso Campus della State University dell'Alabama, ma data la sfavorevole situazione economica del padre è costretta a rinunciare.
Sotto consiglio della sua cara amica Melissa, accetta un lavoro come cameriera presso la villa di un importante marchese per mantenersi da sola gli studi.
Qui incontrerà il viziatissimo e misterioso Edward Lancaster, giovane,bello e ricco, ragazzo di appena vent'anni con uno oscuro segreto da nascondere.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Un bel sorriso?” dice il fotografo da sotto la tendina. Mi affretto a sorridere sollevando il più possibile la cornice col diploma che reggevo in mano.
Clic.
Una polvere giallastra scoppietta in alto avvolta da tante piccole scintille, mentre un odore tremendo di zolfo invade l’aria circostante.
“Susan?”sento qualcuno chiamarmi in lontananza mi volto sorridendo.
“Melissa!”dico abbracciando la mia migliore amica.
“Ma ci pensi? Siamo finalmente diplomate ma è stupendo. Io con il mio bel ragazzo … tu con il tuo piano di studi universitari”dice lei.
“Ecco… a dire il vero …”dico io.
“Non dirmi che tuo padre non ti ci manda?”domanda lei.
“Non è questo e che, non posso permettermi tutte le spese di un campus universitario.”
“Cosa? Susan ma sei impazzita? Tu devi andarci, sei la ragazza più in gamba che conosca”dice lei.
“Melissa io …” balbetto.
“Niente Melissa in tono lamentoso e balbettante. Tu ci andrai. Sei stata scelta tra tantissime persone perché rifiutare”
“Non lo so … non voglio che mio padre si faccia carico di tutte le spese, hanno già un sacco di problemi”dico.
“E tu trovati un lavoro”dice lei.
“Un lavoro?”
“Ma si, un lavoretto part time. Che ne so, babysitter, cameriera, commessa … una roba del genere”dice lei.
“Si, ma pur supponendo che il lavoro lo trovi, non riuscirei mai a conciliare gli studi con esso”dico.
“Mmmm… ma certo, ho trovato” esclama lei.
“Cosa?”domando spaventata dal suo tono.
“Oh, ma perché non ci ho pensato prima che stupida” dice lei battendosi un colpetto di mano sulla fronte.
“Melissa stai bene?”le domando mentre l’osservo frugare nella sua borsa alla ricerca di qualcosa.
“Perché non provi questo”dice passandomi un foglio.
“L’altro giorno cercavo qualche lavoro su internet per fare un favore alla figlia di un’amica di mia madre, ma a te serve di più”dice. Leggo il foglietto. L’annuncio cercava una donna delle pulizie per una casa.
“Donna delle pulizie … ?”domando scettica.
“E’ un inizio”dice lei con un sorrisino.
“Quanto pagano?” domando.
“Devi chiamare e richiedere un appuntamento. Qui c’è il numero”dice lei indicandomi la fine del foglietto.
“Non lo so io …”balbetto nuovamente.
“Perché no? Insomma leggi qua. L’indirizzo di questa casa è praticamente nelle vicinanze dell’università. Si dice che appartenga a un famoso marchese dell’epoca barocca. Inoltre ho saputo che il comune voleva anche farlo diventare una specie di museo per ciò che contiene. Vedi tutti i vantaggi della situazione, potrai lavorare, studiare lettere e al tempo stesso essere in contatto con tanta roba vecchia e insignificante ma di valore storico che a te piace tanto”
“Un marchese? Museo? No. E se rompo qualcosa? Lo sai che sono sbadata”le dico.
“Suvvia è solo fino a che non ti laurei, poi sarà tutto finito”dice lei. Sospiro.
Quello stesso pomeriggio, dopo la festa in giardino a casa di Melissa mi recai nella mia stanza chiudendo a chiave la porta. Tentennai incerta saltellando sulle punte dei piedi. Nella mano destra impugnavo il telefono e nella sinistra il foglio che mi aveva dato Melissa poche ore fa.
Non essere codarda. Quel campus è il tuo sogno. Non puoi far spendere tanto a tuo padre. Ripetevo a me stessa
E se rompo qualcosa? – maledetta coscienza.
No. Andrà tutto per il meglio. Ripeto nuovamente a me stessa.
Mi faci coraggio e digitai il numero al telefono.
Tuuu.
Tuuu.
Tuuu.
Stavo quasi per chiudere la chiamata quando …
“Pronto?”disse una voce femminile dall’altro capo del telefono.
“Eh-eh… ehmm, salve”dissi io a voce tremante.
“Salve, desidera?”
“Ecco io … la chiamo per l’annuncio, cercavate una donna delle pulizie?”domando.
“Cameriera”dice la voce all’altro capo dell’apparecchio.
“Em, si… ecco io sono, cioè sarò, il punto e che io …”
“Senta ho molte cosa da fare …”
“No. La prego”dico io quasi urlando. Dal’altro capo non si sente niente.
“Continui”dice lei semplicemente.
“Ecco vede, io sono una studentessa. Mi sono diplomata da poco e andare al Campus della State University è il mio sogno, ma mio padre non ha i mezzi necessari per potermi mandare dato che costa un po’ troppo quindi è per questo che la chiamo. Ho davvero tanto bisogno di quel lavoro. La prego.”dico con gli occhi ormai lucidi.
“Okay. E’ assunta.”mi dice.
“Come? Di già?”domando stupita.
“Vuole che la licenzi ancor prima di incominciare?” dice la donna.
“N-no, certo che no. E solo … ecco mi chiedevo come mai così presto, non devo affrontare una specie di selezione prima?”domando con un filo di dubbio nella mia voce. In fin dei conti non sapevo come andavano queste cose.
“Abbiamo un posto libero e un urgente bisogno di un rimpiazzo e dato che lei è l’unica che ha risposto all’annuncio …”dice lei lasciando il discorso in sospeso.
“Perfetto, la ringrazio”dico.
“Ha dimestichezza nei lavori domestici?”mi domanda.
“Ehm… me la cavo”dico.
“Perfetto. Inizierà a settembre. Il suo nome?” mi domanda.
“Susan. Susan Shoa.”dico.
“Perfetto. Ci vediamo per il dodici di settembre, buona giornata”dice la donna. Non faccio neanche in tempo a dirle grazie che la linea cade.
Ripongo l’iphone sul comodino e mi dirigo in bagno. Mi infilo sotto la doccia e mi insapono per bene. Le goccioline dell’acqua che scorrono sul mio corpo sciolgono ogni nodo del mio corpo. Le mie spalle si rilassano e tutto si addolcisce. L’inebriante bagnoschiuma al miele e vaniglia mi avvolge, e lo shampoo alle mandole dolci è a dir poco inebriante. Esco dalla doccia completamente bollente. Mi asciugo bene i capelli, stirandoli prima con l’asciugamano e poi col phone. Infine mi infilo il caldo pigiama di flanella e scendo al piano di sotto per prepararmi una tazza fumante di te caldo ai fiori di ciliegio.
“Ciao papà”dico baciandogli la fronte. Era seduto sul divano e leggeva il suo amatissimo giornale.
“Ciao cucciola”
“Novità?” domando mentre mi dirigo in cucina e apro il cassetto dove tengo conservate le scatoline di te.
“Il solito, la politica è quel che è e con essa anche gli affari”
“Problemi al lavoro?”domando.
“No. Tutto magnificamente”dice. Io intanto avevo messo l’acqua a bollire sul fornello.
“Senti papà … io ”provo a dire ma non riesco a trovare le parole.
“Tesoro puoi dirmi tutto quello che vuoi”dice lui. Io intanto verso l’acqua bollente nella tazza e apro una bustina di tè mettendocela dentro.
“Ecco il punto e che .. voglio andare all’università di lettere, ma non voglio che sia tu a pagare per i miei studi”dico.
“ma tesoro, non vedo come tu possa …”
“Ho trovato un lavoro”dico veloce.
“Tu hai …?”
“Come cameriera. Per una casa importante, pensa era di proprietà di un ex marchese”dico io.
“Ex marchese? Deve essere una cosa grossa allora”dice lui.
“Si infatti”dico io prendendo un sorso di te.
“Non lo so … insomma, dovresti studiare e il lavoro ti potrebbe distrarre dal tuo obiettivo …”
“Nessuna distrazione”dico io “La casa è a pochi passi dal campus e poi, vedi il lato positivo, potrò stare a contatto con un mucchio di roba antica, delicata e di valore che io adoro”dico ripetendo le parole di Melissa.
“Ne sei davvero sicura?”mi domanda.
“Sicurissima. Quell’università è il mio sogno”dico.
“Proprio come tua madre, ostinata e decisa. Se ora fosse qui sarebbe molto orgogliosa di ciò che sei diventata, ma qualcosa mi dice che lo è”
Detto questo mi da un bacio sulla fronte e, augurandomi la buona notte, si dirige al piano di sopra dritto nella sua stanza.
Quella sera, non riuscii a chiudere occhio. Per tutta la notte pensai e ripensai al mio futuro universitario e alla mia nuova vita in quella splendida casa. Avrei alloggiato in una specie di villa, incontrato nuova gente e visitato posti fantastici, esattamente come i mistici luoghi incantati dei protagonisti dei miei tanti amati libri d’avventura. L’unico fattore negativo era lasciare solo mio padre. Ma lui era un uomo forte e coraggioso, se la sarebbe cavata alla grande.
Per tutte le vacanze estive non feci altro che allenarmi nelle faccende e pulizie domestiche. Comprai i libri e iniziai a prepararmi per tenermi al passo con gli studi. Melissa aveva ragione, se mi concentravo potevo fare tutto e lei ne era la prova vivente. Concentrandosi riusciva a conciliare lo shopping con l’estetista, gli allenamenti delle cheerleader e le uscite al cinema con il suo ragazzo.
Il dodici settembre arrivò in un lampo.
12 Settembre.
Sistemai nella beautycase tutti i miei effetti personali e sistemai i vestiti nella valigia ripiegandoli con attenzione. Chiusi la zip e con un sospiro, riguardai per l’ultima volta la mia camera da letto.
“Coraggio Susan”sussurrai a me stessa e spegnendo la luce, chiusi la porta e scesi le scale. Di fronte la soglia di casa c’era mio padre. Posai la valigia e lo abbracciai stringendolo forte a me.
“Mi mancherai tanto papà”gli dico.
“Anche tu tesoro”mi dice. Ci stacchiamo dall’abbraccio e gli sorrido. Riafferro il manico della valigia e scendo i gradini del pianerottolo del giardinetto di casa mia e, attraversando il vialetto fiorito, mi dirigo verso il taxi fermo sul bordo della strada. L’uomo mi aiuta a caricare il bagaglio nel cofano e intanto io mi accomodo sul sedile posteriore. Abbasso svelta il finestrino. Mio padre mi sorride e saluta con la mano. Lo saluto a mia volta.
“Chiamami quando arrivi”mi dice.
“Lo farò. Ti voglio bene. Ciao.”gli dico e l’autista mette in moto e parte. Una volta via, richiudo il finestrino e, infilandomi le cuffiette nere nelle orecchie mi lascio cadere all’indietro sprofondando nel morbido sedile in pelle dell’auto.
   
 
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