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Autore: wiston87    13/02/2015    2 recensioni
Una nave spaziale mercantile passa accanto ad un sistema planetario inesplorato. Uno dei Mutanti-Veggenti che compongono l'equipaggio lancia un grido terrificante svegliando tutti gli altri. Ha previsto L'Apocalisse e occorre intervenire quanto prima per evitare che avvenga...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’immensa astronave mercantile capitanata da Tom Six stava traversando la zona sud orientale della galassia di Orione quando un grido terrifico svegliò tutto l’equipaggio. Era tanto sguaiato, quell’urlo, che pareva che chi l’aveva invocato avesse visto coi proprio occhi oltre il portone dell’Inferno, e fosse poi riuscito a sopravvivere abbastanza a lungo per venirlo a raccontare.
“Che succede? Chi è che turba il nostro sonno irrequieto?!”, gridò il capitano Tom Six fuori di sé. Era uno di quei soggetti con un sonno molto leggero, che impiegano due ore ad addormentarsi e che si svegliano anche col più lieve fruscio; figurarsi con un urlo di quel tipo! La sua insonnia aveva buonissime ragioni: la nave mercantile alla ricerca della Droga Assoluta non ne trovava da sei mesi, e se la ricerca fosse risultata vana anche nel proseguo sarebbero stati tutti costretti a chiudere baracca; e lui che era il capitano ad assumersi tutte le responsabilità.
Tom Six discese la scalinata furibondo e raggiunse il boccaporto sotterraneo, appena sotto la pancia della nave spaziale, da dove proveniva quell’urlo.
Non appena entrato capì subito chi l’aveva invocato. Il Mutante-Veggente Bob Canan era rotolato fuori dal suo letto, trascinandosi dietro le coperte ed il materasso di cartongesso. I suoi colleghi sottoposti gli stavano tutti attorno con l’aria preoccupata, forse più per l’imminente reazione del capitano che per la sua salute mentale.
“Allora, pezzo d’imbecille che non sei altro, vuoi spiegarmi che diavolo ti prende?”.
Bob Canan tremò come in un lago di ghiaccio e si sforzò di alzarsi. Si appoggiò allo stipite del letto per farsi forza e balbettò qualcosa di confuso come: “l’ho vista! L’ho vista! Giuro che l’ho vista!”.
“Che cosa hai visto, per Dio? La fringuella spaccata della tua futura sposa? O una stella nana fagocitata dal buio galattico? In un caso come nell’altro renditi conto che era soltanto un sogno, rimettiti a dormire e non scassarci più i cosiddetti, o sarò costretto ad espellerti dal foro di espulsione missilistica!”
Tom Six fece per girarsi per avviarsi verso la sala di comando (non gli sarebbe più riuscito di addormentarsi) ma Bob Canan lo anticipò gridando ancora più sgolato.
“No, peggio, molto peggio! Io ho appena visto… la fine del mondo!”.
“La fine… del mondo?!”, rispose Tom correndogli incontro furioso, quasi con l’intenzione di mollargli un calcio negli stinchi. “Mi pare che il mondo sia ancora maledettamente tutt’attorno a noi; e che noi ci stiamo ancora dentro, immersi da capo a piedi in esso come in un’enorme botte di sterco; ti pare che sia finito?! Datti una scrollata alle meningi e torna a dormire, questo è l’ultimo avvertimento!”.
“No… non ho visto la fine in diretta, ma quella che avverrà tra non molto… se non interveniamo!”.
Tutti nella stanza lo fissarono inquieti. O Bob aveva ragione oppure era completamente impazzito; in un caso come nell’altro non c’erano buone notizie in vista.
“Ha presente il sistema planetario Ganky Ottavo che abbiamo traversato non più di cinque minuti fa? Contiene un pianeta ancora inespolorato dalla nostra civiltà… è su quello che avverrà il patatrac! Qualcuno azionerà dei congegni diabolici e addio universo, addio vita e tutto quanto! Dobbiamo atterrare e fermarli… prima che sia troppo tardi!”.
Il capitano si fece pensoso. Era quasi certo che Bob stesse farneticando, ma era suo dovere indagare. Magari aveva davvero visto qualcosa di interessante, e solo per colpa di una cattiva interpretazione l’aveva confuso con l’Apocalisse. Non doveva dimenticare che il Mutante Bob Canan era pur sempre un veggente, e che ne aveva azzeccate parecchie nella sua vita. Specie quando occorreva trovare i rarissimi giacimenti di Droga Assoluta dispersi per le galassie. D’altronde era proprio quello il suo scopo principale.
“Sei in grado di dirci che cosa avverrà precisamente su quel pianeta?”.
“I miei poteri non me lo consentono. Non ancora, almeno. Non siamo abbastanza vicini all’epicentro del disastro. Dobbiamo riavvicinarci e atterrare, poi potremo saperne di più!”.
Tom Six aveva sperato in una risposta diversa ma intimamente sapeva che non era possibile. I poteri del Veggente-Mutante non potevano giungere all’onniscienza. Se così fosse stato sarebbero riusciti a trovare tutta la stramaledetta Droga Assoluta del mondo, invece di essere costretti a girovagare le galassie come dei mendicati, con solo dei vaghi presagi a disposizione per stabilire la rotta più favorevole per la nave spaziale
“Quante sono le possibilità che avvenga il disastro totale? Dammi delle percentuali il più possibile verosimili”, tornò a chiedere il capitano.
“Beh…”, Bob si ritirò in se stesso cercando di concentrarsi il più possibile. Durante quel processo di meditazione fulminea le sue antenne ondeggiarono irrequiete e trasmisero delle spaurite colorazioni elettriche gialle e viola. Infine rispose: “le probabilità di distruzione totale sono del 65%, ma non so dirle i motivi. Probabilmente quel congegno che potrebbe condurre all’Apocalisse non è infallibile”.
Uno degli addetti alla sala macchine tirò Tom per la manica delle camicia richiamando la sua attenzione. “Allora, capo, che si fa? Torniamo indietro e ci avviamo verso il pianeta in questione?”.
Tom non sapeva cosa rispondere. Mai in vita sua gli era capitata un indecisione tanto stringente. Non sarebbe stata così grande se non fosse stato in presenza di un Mutante-Veggente che già molte volte in passato aveva dato grande prova delle sue doti. Certo, poteva anche darsi che fosse completamente ammattito, ma la posta in gioco era troppo alta per rischiare. Se avesse sbagliato avrebbe sfanculato tutto il futuro; non solo il proprio ma pure quello di altre miliardi di civiltà.
Perché doveva capitare proprio a me, che di certo non sono un principe di virtù, l’ingrato compito di salvare o meno un mondo che ho sempre disprezzato fino al midollo!? Sono il più grande contrabbandiere di Droga Assoluta dell’universo, non certo un salvatore o un eroe o uno che ama sacrificarsi per il prossimo!
A quel punto s’intromise Caster Lance, il vice comandante del reparto di difesa. “Signor capitano, la prego! Con tutto il rispetto, non vorrà mica dare ascolto a queste farneticazioni? Stiamo già messi da schifo con il recupero della Droga Assoluta, sono mesi che le stive sono quasi completamente vuote, non possiamo permetterci un’ulteriore deviazione con annesso spreco di carburante!”.
Il Veggente-Mutante lo guardò dall’alto in basso con aria di disprezzo ma senza rabbia, come quando si ha a che fare con un essere troppo ottuso per capire le nostre ragioni. Gli rispose stizzito: “E se andiamo avanti e poi si scopre che avevo ragione io? Ce ne faremo ben poco del carburante che avremo risparmiato!”.
“Ha ragione!”, disse finalmente il capitano. Poi rivolse al comandante della sala macchine. “Dia ordine ai suoi uomini di invertire la rotta”.
 
 
 
Non più venti minuti più tardi atterrarono sul pianeta inesplorato.
L’aria era azzurra e stantia, il cielo era viola come il ventre di una piovra morente, tant’è che pareva contaminato da uno strano strato di smog protoplasmatico. La terra era cosparsa di fango melenso e piccoli acquitrini luminescenti, nei quali si spandevano ondeggianti i colori di un arcobaleno sbiadito.
“Allora, mio caro Bob”, disse il capitano al Veggente-Mutante, “questa distesa è grande almeno quanto la nostra disperazione. Se ci mettiamo a girovagare a caso per trovare il luogo del misfatto finisce che l’Apocalisse ci coglie impreparati. Sei in grado di condurci in anticipo nel luogo ove dovrebbe avvenire il patatrac?”.
“Seguitemi, da questa parte”, rispose Bob raggiate. Per tutto il tempo del viaggio di ritorno era stato immerso in uno stato di trance euforica, come cercasse di trovare una nuova immagine di se stesso nelle vesti di salvatore del mondo. Poi si era concentrato per far atterrare l’astronave nel luogo più vicino possibile all’epicentro del disastro imminente. Dall’astronave erano discesi in dodici: il capitano Tom Six, il Mutante-Veggente Bob Canan, il vice-comandante Caster Lance, ed un’altra manciata di mutanti e sottoposti dotati pesanti armi di difesa.
La squadriglia azionò i razzi a reazione e dopo un quarto d’ora di trasvolata giunsero in seno ad una distesa desertica che conteneva un’enorme rientranza. Sembrava il cratere lasciato da un meteorite. La sabbia tutt’attorno era di un arancione acceso, come i mattoni arsi dalla calura di una fornace a reazione.
“Bob,”, disse il capitano, “è questo il luogo? Ne sei assolutamente certo?”.
“Di certa c’è solo la morte”, rispose il Veggente-Mutante con un sogghigno saccente. “Ritengo tuttavia che ci siano ottime probabilità che sia questo il luogo”.
“Di certa c’è solo la tua di morte!”, disse Caster Lance prendendolo di soppiatto. “Sappi che se ci hai fatto venir qui per niente ti sotterriamo fino al collo, e la tua testa cuocerà al Sole per tutta la prossima settimana. Dico male, signor capitano?”.
“Per questa volta potrei essere d’accordo con te”.
“Se invece ho ragione e il mondo se ne va davvero a fanculo non mi spetterà alcun premio!”, soggiunse il Veggente-Mutante cantilenante. “Ahimè, che gran sfiga, sapevo che l’Apocalisse non è una cena di gala ma qui si esagera!”.
La squadriglia abbassò la portata dei reattori a razzo e tutti si posarono sul cratere.
“E adesso che cosa dovrebbe succedere di preciso?”, domandò Caster Lance strafottente. “Aspettiamo che i tuoi amici Distruttori Galattici ci piombino addosso come per incanto?”.
In quel momento il Veggente-Mutante sperò davvero che l’Apocalisse arrivasse all’istante e li facesse tutti quanti secchi. Almeno avrebbe avuto il piacere di vederli dargli ragione. E lui lì avrebbe irrisi con l’indice puntato mentre morivano come dei porci scotennati…
“Se proprio vuoi saperlo… si. È proprio quello che dobbiamo fare. Stiamo all’erta e aspettiamo. Tenete le armi in pugno per sparare ad eventuali malintenzionati che dovessero avvicinarsi, e soprattutto…”
Fu allora che la terra incominciò a tremare.
Il fremito non riguardava tutta la zona circostante; solo il cratere su cui stavano adagiati. Era come se nel centro del pianeta fossero esplose venti bombe atomiche in contemporanea, e la scossa sismica fosse stata trasmessa soltanto su quel punto.
“Ehi, che diavolo succede?!”, gridò Caster Lance impaurito.
“Evidentemente… sta succedendo quello che stavamo aspettando!”, rispose il Mutante-Veggente. Lui ed il capitano si scambiarono un tacito segno di assenso.
“Pezzo di merda!”, rispose Cater Lance correndogli incontro. “Incosciente che non sei altro! Ci hai portato qua a morire! Il mondo non finirà ma la nostra vita certamente sì ”.
“Abbi la pazienza di attendere il proseguo, uomo di poca fede!”.
Nel tempo di una frazione di secondo l’ambiente circostante divenne l’anticamera dell’Inferno.
Dal centro del cratere iniziò a spandersi un vortice di sabbia mostruoso. Come lo scarico di un immenso cesso cosmico. Prima che potessero farsi una vaga idea di che diavolo stava succedendo si era già allargato al punto tale da inghiottirli.
Furono tutti trascinati nel turbine della sabbia e sotterrati nelle profondità abissali di quella terra friabile. Più d’uno dei membri di quella folle spedizione, mentre affondava, fu folgorato dal pensiero che in fondo il veggente ci aveva un po’ azzeccato: aveva previsto la fine del mondo almeno per loro, che sarebbero morti soffocati come dei veri e propri babbei. Ma questa tragica constatazione durò ben poco: soltanto fino a quando non sbucarono dall’altra parte. Sotto i quindici metri di sabbia di quel deserto di sale…
 
 
 
“Credevo davvero che fosse la fine!”, disse il capitano non appena si fu ripreso.
“A chi lo dici!”, rispose il Cater Lance mentre si puliva schifato i chili di sabbia che gli si era attaccata ai vestiti. “L’unico mio rimpianto mentre affondavo era di non poter strozzare questo infingardo che ci aveva portato direttamente nella bocca del lupo!”.
“A quanto pare ci ho azzeccato, però”, rispose il Mutante-Veggente. “Qui c’è qualcosa di maledettamente strano!”.
Si guardarono attorno. Erano in un ampio corridoio ricolmo di chip e schede madri, LED e fusibili. Sembrava stessero all’interno di un gigantesco computer, o di un sistema abitativo molto all’avanguardia.
Avanzarono oltre il corridoio e giunsero in una grande stanza con caratteristiche simili, anche se meno accentuate. Era presente anche un po’ di mobilio. Un paio di tavoli, delle sedie, una credenza ricolma di bicchieri di cristallo.
“E ora che si fa?”, domandò Cater Lance.
“Stessa cosa di prima. Attendiamo e qualcosa succederà”, rispose il Veggente-Mutante.
Quasi a volergli dar subito la risposta, qualcosa accadde immediatamente. Anche se, visto il proseguo, avrebbero ben preferito che la quiete si fosse protratta ad oltranza.
La porta da cui erano entrati si chiuse all’istante, bloccando ogni possibilità di uscita.
Le luci si spensero e dai quattro angoli della stanza spuntarono altrettanti allarmi che iniziarono a suonare come sirene sgolate, spandendo luci psichedeliche rosse e verdi sulle pareti.
Contemporaneamente, il soffitto iniziò ad abbassarsi lentamente, producendo un sibilo cigolante come di meccanismi vecchi di secoli. Da lì a meno di un minuto ne sarebbero stati inesorabilmente schiacciati.
“Bob! Che succede?”, disse Cater Lance, che non si era ancora ripreso dal terrore di poc’anzi.
“Io… non lo so! Intanto cerchi di stare calmo, la prego!”.
Il capitano osservò atterrito il soffitto che si abbassava ancora e ancora e ancora; afferrò il fucile al plasma e sparò un colpo secco all’angolo. Niente, vuoto totale: le pareti erano costruite di materiale super infrangibile. Erano in una botte di ferro.
Fuggire era ancora possibile, ma urgeva una soluzione estrema.
“Voi Mutanti!”, disse il capitano con voce roca. “Utilizzate l’abilità Alfa! Ripeto: abilità Alfa!”.
Quelle parole furono come macigni. E tutti, nessuno escluso, furono percorsi da un fremito animalesco, ancora peggiore di quello provato dinnanzi alla paura della morte per soffocamento, o dal terrore del soffitto che si stava abbassando imperterrito. Perché quella tecnica consisteva nella morte volontaria dei propri compagni, nel loro martirio per salvarli.
Abilità Alfa.
Questa bizzarra tecnica era un eredità dei tempi arcaici in cui i Mutanti erano segregati nei sotterranei imperiali del sistema stellare Theta e occorreva un metodo estremo per riuscire a fuggire. Consisteva precisamente nell’implementazione infinita delle proprie energie interne e nella conseguente liberazione lampo. L’esplosione che ne derivava era letteralmente in grado di far macerie dell’ambiente circostante. Se si fosse messo un mutante nel nucleo centrale della luna, sarebbe stato in grado di spaccarla in due. Se fossero stati almeno in tre, avrebbero addirittura potuto polverizzarla. Naturalmente esisteva il rovescio della medaglia: i soggetti in questione venivano frantumati con l’esplosione interna; erano dunque martiri che si sacrificavano per i compagni fuggiaschi, e in loro memoria venivano celebrate feste e ringraziamenti e ai loro parenti donati terreni fertili da coltivare.
“Ne è proprio sicuro, mio capitano? Non le pare una soluzione un po’ drastica”, domandò Cater Lance sempre più febbricitante. Sembrava sull’orlo di un collasso nervoso. Se fosse stato un Mutante avrebbe potuto esplodere anche lui, ma a causa della tensione interna.
“Assolutamente si!”, rimbeccò il capitano. “Vedi forse altre opzioni!?”.
Cater Lance si asciugò un fiotto di sudore ghiacciato che gli colava dalla fronte. “Almeno avrò la soddisfazione di veder schiattare questo cretino”, disse indicando il Veggente-Mutante.
“Ma dove hai la testa? Lui no; Bob è proprio l’unico che non deve farsi esplodere. Potremmo averne bisogno nel proseguo”.
Si rivolse agli altri mutanti: “orsù miei fidati compagni; avete sentito? È malauguratamente giunta l’ora dell’addio. Fate quel che vi è stato chiesto e guadagnatevi il paradiso!”
Immediatamente i mutanti si sedettero a gambe incrociate e avviarono la procedura che avrebbe condotto all’esplosone. Esteriormente, li si sarebbe potuti scambiare per monaci impegnati a recitare una preghiera. Il loro colorito di fece giallo fosforescente via via più acceso. Erano tristi ma in fin dei conti soddisfatti di potersi sacrificare per i compagni. Da quel momento il processo era irreversibile e non avrebbero più potuto tornare indietro nemmeno volendolo.
Gli altri premettero l’apposito pulsante sulla cintura multiuso e ne scaturì un aura che li avrebbe protetti dall’esplosione. Più che logico: il piano non avrebbe avuto senso se ne fossero stati tutti ammazzati!
Fu allora che avvenne il patatrac vero e proprio.
Dagli altoparlanti in alto iniziò a fuoriuscire una voce metallica e impersonale, simile a quella dei messaggi preregistrati prodotti dai sistemi elettronici.
 
QUESTA E’ UNA REGISTRAZIONE. NON TENTATE DI RISPONDERE O DI INVOCARE PIETA’, NON SERVIRA’ A NULLA!
NEL CASO VI STESTE CHIEDENDO IL MOTIVO PER CUI SIETE STATI RINCHIUSI E CONDANNATI A MORTE, AVETE SOLO DA GUARDARE DENTRO VOI STESSI E TROVERETE LA RISPOSTA.
AVETE CINUE SECONDI DI TEMPO PER SPUTARLA FUORI! GRIDATELA AL MONDO E VI SENTIRETE SUBITO MEGLIO!
 
Dagli altoparlanti iniziarono a fuoriuscire dei BIP-BIP-BIP fastidiosissimi per scandire i secondi che passavano.
I presenti si scambiarono degli sguardi assolutamente attoniti. Davvero non sapevano cosa rispondere. I mutanti invece erano un po’ più tranquilli, poiché, essendo partiti con il loro processo di concentrazione pre-esplosione, avevano perso gran parte del contatto con la realtà.
Cater Lance li osservava assordo, ma sembrava perso in ben altri strani e personalissimi pensieri.
Il soffitto continuava ad abbassarsi cigolante, possente, lento ma inesorabile.
Durante quegli interminabili attimi di silenzio collettivo, il capitano ebbe il sentore che fossero intrappolati da un gioco a quiz macabro, e che se non avessero dato uno straccio di risposta degna di nota avrebbero potuto finir peggio che schiacciati. S’immaginò una schiera di lanciafiamme che sbucavano dalle pareti e li trasformavano in cenere prima che avessero il tempo di dirsi addio.
Poi gli altoparlanti ripresero a parlare.
 
ESATTO: SIETE STATI RINCHIUSI PER PRESERVARE IL BENESSERE DELL’UNIVERSO! SIAPPIAMO CHE ERA VOSTRA INTENZIONE DISTUGGERLO, E QUESTA TRAPPOLA E’ STATA PROGETTATA APPUNTO ALLO SCOPO DI CATTURARE I MALINTENZIONATI COSMICI!
MANCA MENO DI UN MINUTO ALL’ORA DELLA VOSTRA MORTE. E’ BEN POCO, D’ACCORDO, MA AVETE ANCORA TUTTO IL TEMPO PER PENTIRVI DELLE VOSTRE CATTIVE INTENZIONI!
 
“Ma che diavolo sta dicendo?!”, gridò il capitano al Mutante-Veggente.
“La trappola deve averci confuso con i distruttori che stavamo inseguendo… ma proprio non riesco a capirne il motivo! Deve trattarsi di un guasto al sistema di riconoscimento elettronico!”.
La registrazione riprese a parlare per l’ultima missiva. Sembrava quasi che quelle pause fossero state messe apposta per permettere ai presenti di perdersi in eventuali commenti.
 
UN ULTIMO MONITO. NON TENTATE DI FUGGIRE UTILIZZANDO ARMI O ESPLOSIONI DI VARIA NATURA. TUTTO IL PERIMETRO DELLA TRAPPOLA E’ DISSEMINATA DI URONIO-88 PER DECINE DI CHILOMETRI CIRCOSTANTI: OGNI TENTATIVO DI FUGA CONDURREBBE ALL’INESORABILE ESPLOSIONE DELLA BASE!
CORDIALMENTE, BUONA MORTE A TUTTI, CHIUNQUE VOI SIATE!
 
“Uronio-88?!?!?”, gridò il capitano fuori di sé. “Non è possibile, cazzo, ci deve essere un errore!”.
“Di cosa si tratta?”, domandò Bob Canan.
“Si vede che non hai studiato nulla all’accademia! È uno dei più micidiali esplosivi dell’universo, ma questo è il problema minore. Il fatto è che… che…”
“Che a contatto con le esplosioni dei Mutanti genera una reazione nucleare tale da far collassate l’universo su se stesso in men che non si dica!”, rispose il Mutante-Veggente per lui.
“Ne è proprio sicuro? Perché mai i costruttori di questo stabile avrebbero dovuto essere tanto sciocchi da creare un sistema tanto pericoloso?”, ribatté Bob Canan.
“Evidentemente non conoscevano le proprietà esplosive dei Mutanti, né le caratteristiche fisiche che si sarebbero generate al contatto dei due differenti composti. La loro intenzione era di scongiurare qualsiasi tentativo di distruzione della trappola, dal momento che ognuna delle civiltà che fosse caduta al suo interno avrebbe pure avuto  marchingegni necessari per appurare che la minaccia non era una bufala, e che le riserve di Uriono-88 c’erano davvero…”
“E allora faccia questo controllo, dobbiamo averne la certezza!”
Il capitano estrasse un palmare ultrapiatto e pigiò qualche tasto in rapida sequenza.“Ho controllato, ne siamo circondati. E non conosce ancora la parte peggiore. Crede forse che gli eventuali rinchiusi potessero farsi spaventare da una minaccia così risicata? Che rinuncerebbero a tentare una via di fuga solo per il rischio che tutti salti per aria, loro compresi? Non dimentichi che questo buco è destinato ai presunti distruttori del mondo, gente guerrigliera e senza scrupoli! No, qui la resistenza a far detonare tutto è ben più stringente, e deriva dal fatto che… l’Uronio-88 genera delle escoriazioni cutanee a dir poco dolorosissime. E il tempo viene rallentato, cosicché un esplosione di una frazione di secondo può sembrare della durata di un secolo! Ora capisce perché qualsiasi essere vagamente ragionevole non si azzarderebbe neanche per scherzo a far saltare in aria questa cazzo di tomba?!”.
Bob Canan non ascoltava più. Stava guardando i mutanti con un senso di vergogna spasmodica, come se tutto quel gran guaio fosse in fin dei conti soltanto colpa sua.
Il capitano ed il Mutante-Veggente seguirono il suo sguardo accigliato soffermandosi anch’essi sui Mutanti in fase di concentrazione e…
Che cosa non videro!
La Droga Assoluta, quella rarissima sostanza che avevano cercato per intere galassie negli ultimi mesi…
Stava colando a tocchi dalla pancia dei mutanti!
“Che sta succedendo adesso?”, disse il capitano quasi piangendo. “Che ci fa lì la Droga Assoluta?”.
Il vice tacque.
Si grattò il capo decisamente imbarazzato.
 “Rispondo io per lui, dato che se non si da una mossa e rischiamo di crepare nell’ignoranza. Io credo che il qui presente Bob Canan abbia ben pensato di rubare le riserve di Droga Assoluta racimolata durante le spedizioni e nasconderla nella ventre dei Mutanti miei compagni. Ecco, lo vede? Adesso sta colando anche dal mio ventre!”.
“Ecco perché non ne trovavamo più! Ed ecco perché il Bob Canan non voleva tornare indietro; voleva avvicinarsi quanto prima al centro di smercio galattico in modo che potesse sbarazzarsene prima di essere scoperto! Ma per quale motivo la Droga Assoluta sta colando fuori proprio adesso?!”.
“Si tratta di una reazione fisica alla paura. Paura della morte e della distruzione assoluta!”.
“Ma perché mai i Mutanti dovrebbero aver paura? Sono addestrati per sopportare cinicamente la loro morte per esplosione!”.
“Non è quella che temono, ma la morte dell’intero mondo. Il fatto è che hanno appena capito quel che ho appena capito anch’io. Mio caro capitano… proprio non ci arriva a carpire la verità?”.
Tom Six scrollò il capo.
“Ha presente quando le dissi che c’era il 65% di possibilità che il mondo venisse distrutto? Ebbene, ora che ci stiamo avvicinando alla fine so che ce ne sono altrettante che noi atterrassimo su questo pianeta. Lo sa cosa significa questo?”.
Una scintilla malsana scattò nel cervello del capitano.
Una consapevolezza assolutamente folle.
Come si fosse reso conto all’improvviso d’essere la causa scatenante dello sterminio dei propri avi. E tutti i tasselli di quel puzzle mortale si riunirono come per incanto.
Quella trappola mortale volta a catturare gli eventuali distruttori dell’universo aveva funzionato alla perfezione… non c’era stato nessun errore di calcolo nei suoi circuiti elettronici. Ma erano loro stessi i distruttori cosmici che stavano inseguendo, non esisteva nessun altro bastardo al di fuori della loro piccola cerchia di ignari!
“Allora, ho da darle una notizia buona e una cattiva”, disse il Mutante-Veggente, vedendo che non si accingeva a parlare.
“Mi dica quella buona…”
La cattiva ormai la conosceva già.
“Guardi quanta Droga Assoluta”, rispose il Mutante prendendone un tocco e passandosela sulla lingua. “Sarà un’Apocalisse da sballo!".

 
  
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