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Autore: Lexie94    15/02/2015    0 recensioni
questa storia si rifà a "Midnight In Paris" di Woody Allen. la nostra protagonista Jane è in vacanza a Los Angeles e magicamente allo scoccare della mezzanotte tornerà indietro nel tempo nei favolosi anni '50. incontrerà personaggi, miti e icone. troverà anche l'amore?
un intreccio che ci riporta agli iconici anni del rock and roll, quando Hollywood aveva raggiunto il suo massimo successo e quando la vita era sicuramente più allegra.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1: Why is this happening to me? I've been back in time.


«Era tutta la vita che aspettavo di venire a Los Angeles!» aveva urlato Jane euforica mentre si affacciava dal portellone dell’aereo per dirigersi verso la scaletta. Un sorriso bellissimo le illuminava il viso e se si osservavano attentamente i suoi occhi blu si poteva vedere un luccichio di gioia.
«Ma se hai solamente ventidue anni!» aveva ribattuto sua madre dietro di lei, «Non hai aspettato così tanto in fin dei conti!».
Jane era londinese, aveva appena compiuto ventidue anni ed aveva una grande ossessione: gli anni ’50. O meglio, le sue ossessioni erano due: gli anni ‘50 e Los Angeles, che secondo lei una volta messe insieme erano un’accoppiata magnifica.  Peccato che fosse nata a più di ottomila chilometri di distanza e una quarantina di anni dopo, ovvero nel 1992. Dopo aver passato l’infanzia e l’adolescenza a Londra, era stata ammessa all’università di Cambridge, dove aveva seguito la facoltà di storia e cultura mondiale, ed ora stava preparando una tesi di laurea che aveva come argomento gli anni ’50 del 1900.
Il viaggio a Los Angeles era stato un regalo per il suo ventiduesimo compleanno da parte di sua madre, che la conosceva bene.
«Mamma, non rovinarmi questo momento!» le aveva risposto quasi ridendo Jane, e aspirando a pieni polmoni l’aria di quella città che aveva tanto sognato. Aveva poi sorriso a sua madre, ed insieme  si erano dirette verso l’aeroporto.
Una volta finiti i controlli dei documenti e ritirati i bagagli, madre e figlia si erano dirette verso l’uscita, in attesa di un taxi che le avrebbe condotte al loro hotel.
Jane guardava la città attraverso il finestrino del taxi con occhi meravigliati, mentre a bordo di esso percorrevano i grandi boulevards della città.
«È magnifica» aveva sussurrato quasi con le lacrime agli occhi mentre passavano per il Sepùlveda Boulevard.
In quell’istante era appena riuscita a coronare uno dei suoi sogni, e sentiva che quello sarebbe stato il momento più felice della sua vita. O per lo meno lo credeva.
«Chissà come sarebbe stata splendida negli anni ‘50» aveva aggiunto poi, sempre con un fil di voce. In quel preciso attimo si accorse che non sarebbe mai potuta essere felice al 100%: non avrebbe mai visto gli anni ’50. Era andata a vari festival musicali a tema anni ’50, ma di sicuro non sarebbe mai stata la stessa cosa.
Non appena arrivarono all’hotel si fecero una doccia veloce, giusto per togliersi di dosso lo sporco di più di dodici ore di viaggio.
Jane si era messa dei jeans scuri a pinocchietto e vita alta, una camicetta rossa smanicata e legata anch’essa in vita. Aveva raccolto i lunghi capelli biondi in una specie di chignon e sistematasi in testa una bandana rossa si era guardata compiaciuta allo specchio: una classica ragazza anni ’50. Aveva completato il tutto con una linea di eye-liner sugli occhi, rossetto rosso scarlatto e un paio di spardillas rosse ai piedi. Si sentiva fiera di se stessa. La madre invece l’aveva osservata e una volta portati gli occhi al cielo aveva chiesto: «Ti passerà mai questa fissa?».
«No, mai!» aveva risposto Jane sorridente.
Quello che la ragazza nutriva per gli anni ’50 era molto di più che una semplice fissa, era una vera e propria ossessione e a volte credeva di avere gli anni ’50 stampati nel DNA: lei ne faceva parte. Per questo invidiava tantissimo i suoi nonni, loro avevano la fortuna di averci vissuto, quella fortuna che lei non avrebbe mai avuto. E invidiava moltissimo anche Marty McFly di “Ritorno al Futuro”, ma quello era solamente un film…
Il suo attore preferito? James Dean. La sua attrice preferita? Marylin Monroe. Il suo film preferito? “Gioventù Bruciata”. Il suo musical preferito? “West Side Story”; però anche “Grease” le piaceva moltissimo. Il suo genere musicale preferito? Il rock and roll e il rockabilly. Il suo cantante preferito? Elvis Presley. Il suo artista preferito? Andy Warhol. Sapeva che le risposte a queste domande erano tutte molto mainstream, ma tutte quante raggruppavano in sé il vero spirito degli anni ’50, e lei è questo che si sentiva, un’anima anni ’50.
 
Jane e sua madre avevano passato il loro primo pomeriggio a Los Angeles sulla Hollywood Walk Of Fame, facendo foto alle stelle rosa incastonate nel pavimento. Aveva comprato un mazzo di fiori, e poi aveva lasciato fiori singoli sulle rispettive stelle di James Dean, Marylin Monroe, Grace Kelly, Elvis, Bobby Darin, Elizabeth Taylor e altri rappresentanti degli anni ’50.
Quella sera, dopo che erano tornate in albergo, aveva deciso di uscire di nuovo per fare un giro da sola in quella città che aveva sempre sognato di vedere.
Stava camminando da sola per i boulevards di Hollywood ed era appena scoccata la mezzanotte quando aveva visto due ragazze con ampie e lunghe gonne, capelli cotonati e scarpette eleganti. Aveva deciso di seguirle, perché entrambe sembravano uscite dagli anni ’50 e voleva riuscire a scambiarci due chiacchiere.
Avevano svoltato un paio di volte e Jane era rimasta meravigliata nel vedere scintillanti auto passarle di fianco, vecchie Cadillac e vecchie Ford. Le brillavano gli occhi.
«Ehy! Scusate…» aveva detto alle due ragazze raggiungendole.
Entrambe si erano girate a guardarla, «Sì?» aveva chiesto una delle due.
«C’è per caso un raduno da queste parti?» aveva chiesto Jane rendendosi conto che il numero di persone vestite come lei era aumentato. Anzi, non c’era più nessuno vestito come nel ventunesimo secolo.
«Un raduno?» aveva domandato la stessa ragazza di prima non capendo a cosa si riferisse Jane.
«Sì, di gente come noi…» aveva risposto Jane indicando se stessa e le due ragazze.
«Intendi dire un raduno dove si balla il rock and roll?».
A Jane si erano illuminati gli occhi.
Le due ragazze si erano presentate come Marion e Rosamund, invitandola poi a seguirla dentro un locale che trasudava anni ’50 da ogni fessura.
Le avevano spiegato di essere due giovani attrici che avevano ottenuto piccole parti in film recenti, ma grazie alle “conoscenze” di una delle due, sarebbero potute diventare famose.
«Quali conoscenze?» aveva chiesto Jane curiosa.
«Hey, non si può dire! Ma siamo a Hollywood, cosa pretendi?» le aveva risposto Marion con una risatina.
Una volta entrate nel locale gli anni ’50 avevano preso il sopravvento: una band suonava rock and roll, la gente ballava nei loro bellissimi costumi colorati e altri sorseggiavano bevande da bicchieri di cristallo. Era il miglior raduno che avesse mai visto, sembrava di essere veramente tornati indietro di sessant’anni, e questa cosa le piaceva tremendamente.
«Wow, è davvero fantastico questo posto!» aveva detto Jane alle due ragazze.
«Certo che lo è! È il meglio di tutta Los Angeles!» le aveva risposto Rosamund ammiccandole.
Avevano ballato per un po’ insieme, quando improvvisamente Marion le aveva detto: «Voglio presentarti mio cugino! È un attore anche lui e ha fatto un film, quindi è abbastanza famoso». Jane si era elettrizzata, le avrebbero fatto conoscere un attore?
Mentre Rosamund si divertiva a ballare con un suo amico, Marion aveva condotto Jane verso un tavolino dove stava seduto un ragazzo castano, magro e di bell’aspetto.
«Un momento…» aveva sussurrato Jane. Non credeva ai suoi occhi. Di fronte a lei era seduto un ragazzo identico ad Anthony Perkins che a sua volta stava parlando con un altro ragazzo.
«Come assomiglia a Perkins…» aveva commentato Jane a Marion.
La ragazza era scoppiata a ridere: «Lui è Anthony Perkins!» aveva detto marcando bene il verbo essere.
Jane l’aveva guardata incredula, ed era scoppiata in una fragorosa risata, credendo che Marion stesse scherzando.
«Anthony, voglio presentati Jane» aveva detto la ragazza all’attore.
Il ragazzo si era alzato in piedi e guardando Jane dritta negli occhi le aveva detto: «Il piacere è tutto mio!». Era stato molto garbato ed educato e aveva sorriso per tutto il tempo.
«Piacere mio, Anthony!» aveva risposto Jane restando al gioco.
Marion aveva preso nuovamente parola: «Jane ha visto il tuo film!» aveva detto a suo cugino.
Jane rimase un momento spiazzata, non aveva mai detto nulla del genere!
«Quale film, scusa?» aveva chiesto la ragazza a Marion.
Il ragazzo prese parola: «Si intitola “L’Attrice”, è uscito due anni fa, nel ‘53».
Jane rimase per un attimo senza parole, non era sicura di aver capito bene. Il ragazzo aveva veramente detto che sono passati due anni dal 1953?
Questa gente si sta immedesimando un po’ troppo per i miei gusti! Aveva pensato Jane.
«Due anni fa?» aveva domandato Jane sperando di aver capito male.
«Sì, sai, siamo ne 1955… Due anni fa era il 1953!» le aveva spiegato Marion.
Jane era confusa.
«1955?!». Jane era quasi spaventata.
«Sì, siamo nel 1955. Il nostro presidente è Eisenhower e il vicepresidente è Nixon. Sono passati dieci anni dalla fine della guerra e un paio di mesi fa la Disney ha fatto uscire un cartone animato con dei cani che parlano» aveva spiegato Anthony a Jane.
Lei lo fissava incredula e senza capire.
«S-siamo veramente nel 1955?» aveva domandato balbettando.
Non poteva crederci. Era davvero tornata indietro nel tempo? Semplicemente seguendo Marion e Rosamund? Aveva visto una cosa simile sì, ma in “Midnight In Paris”, un film! E ora stava accadendo davvero a lei?! Non poteva essere vero.
«Che cos’hai? Non ti senti bene?» le aveva chiesto Marion vedendola sbiancare.
«No, no… Tutto okay» aveva sussurrato Jane, ancora con gli occhi sbarrati dallo stupore.
Non solo era tornata indietro nel tempo, ma aveva anche conosciuto Anthony Perkins! Era il momento più bello della sua vita.
Dopo aver ballato insieme all’attore per un’ora abbondante e dopo aver recuperato Rosamund, Jane e i suoi nuovi amici avevano cambiato locale, questo era decisamente più lussuoso.
«Ci saranno attori famosi?» aveva domandato Marion a suo cugino.
«Potrebbe essere…» le aveva risposto lui, dopodiché erano entrati tutti insieme.
Una volta dentro si erano guardati attorno e in un angolo del locale, seduti ad un tavolino c’erano James Dean e Marlon Brando.
Jane, esterrefatta, aveva sbattuto violentemente gli occhi un paio di volte. Aveva il suo attore preferito davanti agli occhi: James Dean era lì in carne ed ossa.
«L’ho conosciuto, è un ragazzo simpatico» aveva detto Anthony indicandolo.
«Volete che ve lo presenti?» aveva chiesto poi alle tre ragazze.
James Dean era all’apice del successo, aveva preso parte a due grandi film e stava girando il terzo, la sua icona stava prendendo forma. Veniva considerato un sex symbol da tutte le giovani ragazze del mondo che guardando i suoi film non potevano che sospirare davanti a tanta bellezza. Marlon Brando non era da meno, anche lui si era appena affermato come sex symbol.
«Hey, James…» aveva detto un Anthony molto impacciato avvicinandosi all’attore più vecchio di un anno.
«Buonasera amico!» era esploso James scattando in piedi per salutare Anthony.
«Posso presentare a te e Marlon mia cugina e due amiche?».
«Ma sicuro!» aveva risposto il biondo sorridendo.
Anthony fece le presentazioni, mentre James si accendeva una sigaretta.
Jane era sotto shock, e dalla paura era corsa fuori dal locale. Non era psicologicamente pronta per intrattenere una conversazione con il suo mito.
Stava riprendendo fiato, girata verso la strada e dando le spalle al locale. Quando finalmente si era ripresa e si sentiva più o meno pronta, si girò verso la porta di ingresso, ma il locale era sparito e al suo posto c’era un negozio di scarpe. Era tornata nel 2014.
La ragazza si guardò attorno e scoppiò a piangere silenziosamente.
Poi nel buio della notte si avviò verso il suo albergo. 




Angolo di Alexis: 
buongiorno! non se a qualcuno interessi questa storia, quindi se volete leggerla mi farete un gradissimo piacere! 
se avete dubbi o domande non esitate a contattarmi o qui o sul mio account twitter,e sarò più che felice di ascoltare i vostri pareri! 
sarà comunque una storia corta, di pochi capitoli. 
il titolo di questo è preso dalla canzone "McFly" dei Pinkly Smooth.
a presto :)
  
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