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Autore: Crystal_Snow    15/02/2015    0 recensioni
[FANFICTION CONGELATA = in coma profondo, o meglio, momentaneamente sospesa. Troppo vecchia per esserne ancora coinvolta]
Può un incontro improvviso cambiare la vita di due sconosciuti?
Può un locale intrecciare i loro destini?
Può la musica rafforzare il loro legame?
E se tutto ciò fosse dovuto ad un colpo di fulmine?
Happy Birthday Anja
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaejin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le stelle cominciavano a far capolino nel cielo ormai tinto di blu.
Anja camminava infreddolita per una delle tante vie dalle quali era passata per la centesima volta in meno di un’ora. Era partita da casa con non poco anticipo per tentare di arrivare il prima possibile in quel locale dove, con un po’ di fortuna, sarebbe riuscita ad avvicinarsi al ragazzo che, qualche ora prima, le aveva fatto girare la testa con un solo sguardo.
 
Era ormai grande e vaccinata ma poteva percepire ancora le farfalle nello stomaco al ricordo di quegli occhi scuri.
Cho-Hee le aveva propinato una cascata di domande inerenti al suo appuntamento ma Anja, da ragazza determinata, non si era lasciata sfuggire neanche un dettaglio, lasciando a bocca aperta l’amica che fremeva di curiosità. Se la principessa in rosa avesse anche solo scoperto cosa le era accaduto quel pomeriggio probabilmente a quest’ora l’intera Corea del Sud sarebbe stata a conoscenza di tutti i particolari e questo Anja non lo voleva, per niente al mondo.
 
Era appena capitata nell’ennesima strada già percorsa quando inciampò e finì lunga distesa sull’asfalto ancora umido dalla neve scesa quel giorno.
Ancora con la faccia a terra si maledisse mentalmente per la pessima figura che avrebbe fatto se ci fossero state persone nelle vicinanze.
Appurò di avere delle ferite sul volto e contò fino a trenta prima di calmarsi del tutto.
Era certa che si sarebbe messa a piangere se non avesse avuto la ferma convinzione di non voler sbavare il trucco.
Si era proprio messa in tiro per l’occasione, i capelli scuri accuratamente pettinati, le palpebre bronzee che mettevano in risalto i suoi occhi verdi, aveva persino messo un vestito e i tacchi che mai da lei qualcuno si sarebbe aspettato, ma tanto nessuno lo avrebbe scoperto. La cosa sarebbe finita quella sera, tra lei e il misterioso ragazzo, sempre se fosse riuscita a trovare il locale e soprattutto a parlarci.
 
Per quanto Anja potesse sembrare una ragazza seria e per bene, non si poteva definire tale. Era una sognatrice, leggermente fuori dalla norma, impavida e amante delle storie d’azione con “un pizzico di romanticismo alla Anja” come lo chiamava Cho-Hee, che consisteva nell’affetto silenzioso, poche smancerie e tanti significati nascosti. L’amica non riusciva a capire come potesse amare racconti simili, lei che divorava romanzi rosa (no, ma dai!) come se fosse il pollo fritto del mercoledì, che sbranava con Anja tutte le sere di quel giorno della settimana.
Tutte tranne quella.
 
La nostra protagonista era ancora a terra con una guancia sanguinante quando una figura, con passo repentino, la sorpassò lanciandole un’occhiata di sfuggita prima di girare l’angolo e ritornare qualche secondo dopo con aria allarmata.
Anja non riusciva a connettere, aveva già visto quella persona da qualche parte ma non ricordava dove.
Era così immersa nei suoi pensieri che quasi non si accorse delle forti mani che la rimisero in piedi.
«Non c’è tempo, dovrai correre, ti consiglio di toglierti le scarpe» la intimò l’individuo che indossava qualcosa di simile ad un pigiama e aggiunse «ah piacere, Hongki, saprai di certo chi sono.»
Anja avrebbe voluto rispondere un “in realtà no” ma si trattenne focalizzandosi sui suoi piedi che tra pochi attimi sarebbero rimasti nudi senza sapere il perché. La risposta arrivò chiara quando delle urla unite ad un calpestio confuso giunsero alle orecchie dei due. Qualcuno stava inseguendo il ragazzo in pigiama.
Anja fece appena in tempo a sfilarsi i tacchi che Hongki le afferrò un polso cominciando a trascinarla di peso verso un luogo apparentemente indefinito. Voleva lamentarsi, dire a quel ragazzo dall’aria strana di lasciarla andare ma non proferì parola fino a quando non raggiunsero la porta di una costruzione poco lontana da dove si trovavano.
 
«I-io av-vrei u-un a-appuntamento» balbettò mentre Hongki la spingeva oltre la porta chiudendola con forza.
«Senti, lo dico per il tuo bene, non uscire. Se quelle pazze scatenate ti vedono qui per te è la fine, ti spellano. Oh, quanto è difficile avere delle fans di questi tempi, ti giri un momento e puf! appaiono ovunque, cioè, non è proprio possibile….» gesticolava Hongki con enfasi, andando avanti e indietro per la piccola stanza dove si era chiuso insieme ad un’Anja sconvolta che lo fissava come se fosse un alieno con la pelle verde.
«Ma tu» continuò il ragazzo con una punta di preoccupazione nella voce «sei ferita» e posò le lunghe dita sul graffio ancora sanguinante su volto di Anja che sussultò al contatto ma no si mosse. Aveva appena notato le unghie smaltate del ragazzo (doveva aver assunto un’espressione tra lo stupito e lo schifato) quando il suono di un basso mosse i suoi pensieri e divenne stranamente loquace.
«Hongki, non so chi tu sia ma devo andarmene, devo trovarmi al Polar Star alle 21.30 e sono già in ritardo, grazie per avermi fatto evitare delle scarpe in faccia da parte delle tue fans, ciao» e fece per uscire quando il ragazzo scoppiò in una fragorosa risata che rimbombò per le quattro mura della stanza.
«Dove pensi di andare in quelle condizioni?» domandò indicando la guancia ancora rossa di sangue «e comunque, benvenuta al Polar Star se non te ne fossi accorta, devo dedurre che non conosci la mia fama di cantante» e mise il broncio, poi continuò «ma per tua fortuna assisterai alle performance dei mitici Five Tresure Island da un posto privilegiato.»
«Five Tresure Island come FT Island?» chiese Anja con voce tremante.
«Dannazione, devo chiedere al gestore del locale di precisare… Bah, quell’uomo, comunque si» urlò come risposta il cantante  allargando le braccia.
Anja non poteva crederci, un sorriso da orecchio a orecchio comparve sul suo volto ancora graffiato mentre nel suo cuore si faceva spazio tra gli altri sentimenti la speranza.
 
«Hongki! Muovi quel bel culetto che ti ritrovi, dobbiamo provare!» gridò qualcuno in lontananza.
«Arrivo Jonghoonino tesoro!» rispose di rimando Hongki sorridente, poi aggiunse «tranquilla, chiamerò il nostro esperto bassista Jaejin per medicarti» fece un breve occhiolino e sparì.
Anja andò nel panico, come poteva fidarsi di uno sconosciuto che l’aveva lasciata da sola in una sottospecie di sgabuzzino e che inoltre aveva appellato un certo Jaejin come “esperto”. Poteva essere un personaggio normale come un armadio quattro metri per tre.
Aveva paura così tese l’orecchio per percepire qualcosa che le assicurasse che fossero tutte brave persone.
Riconobbe solo la voce di Hongki e l’argomento di cui stava trattando con le persone con cui parlava non era per niente rassicurante.
«Era ora che arrivassi, cosa stavi facendo?»
«Con molta probabilità stava programmando la serata con Jonghoon, sicuramente la passeranno a fare cosacce»
«Ma Minnie come parli? Il termine cosacce è ormai passato, si sa che scoperanno come ricci tutta la notte»
«Ragazzi, non mi fa tutto quel piacere che voi parliate così apertamente della mia vita sessuale. Jaejin, ho bisogno che tu vada a medicare una ragazza di là, se lo faccio io mi si rovinano le unghie»
«Hongki! Dovresti smetterla di portare femmine nel backstage, Jonghoon si ingelosisce e lo sai»
«Infatti, anche se non dovrebbe visto come ti sfond-»
«SEUNGHYUN!»
«Ehm, i-io vi lascio, vado a medicare la ragazza eh ehm…»
«Grazie mille Jae, noi siamo tutti troppo impegnati a picchiare Seunghyunuccio…»
 
Anja fece appena in tempo a ritornare al centro della stanza quando accadde l’imprevisto.
Due occhi scuri fecero la loro comparsa insieme ad un sorriso che fece perdere un battito al cuoricino di Anja ma che si spense quasi subito lasciando spazio ad un’espressione di stupore sul volto arrossato del ragazzo misterioso (che non era più tale). Per un lasso di tempo indefinito nessuno dei due parlò preferendo che fossero i loro occhi a discorrere al posto della voce che era mancata ad entrambi. Fu Jaejin a spezzare il silenzio che si preannunciava imbarazzante.
«P-posso?» chiese avvicinando le mani al taglio ancora sporco sul viso di Anja che annuì vigorosamente a mo di risposta avvampando per la sua timidezza improvvisa.
Non si poteva permettere di indugiare, doveva agire, inscatolare un discorso, fare colpo!
Si schiarì la voce e cominciò a parlare mentre i suoi occhi esaminavano il pavimento, mai sembrato così interessante.
«Allora ti chiami Jaejin, io sono Anja piacere» disse con un filo di voce, temendo di disturbare il bassista che la stava medicando.
«Il piacere è tutto mio Anja, adesso ti disinfetto la guancia, non ti muovere» rispose il ragazzo spostando le lunghe dita sulla guancia ferita provocando ad Anja un brivido. Quando il graffio fu coperto da un cerotto e Jaejin si fu spostato Anja poté ricominciare a respirare regolarmente.
«Ti ringrazio Jaejin» bisbigliò con il sorriso sulle labbra mentre seguiva il bassista in chissà quale luogo.
«Figurati, è tutta colpa di Hongki, chiamami pure Jae»
E in quel momento Anja avrebbe davvero voluto dirglielo, del negozio di musica, del volantino, dello sguardo che le aveva fatto perdere la testa, ma tacque osservando la figura snella del ragazzo che proseguiva per un corridoio buio fino ad arrivare su un palco già allestito per il “concerto”.
 
Fu Hongki, che Anja capì presto essere il più esuberante, a fare le presentazioni.
Indicò come batterista un certo Minhwan che si chinò in segno di rispetto, un ragazzo con una chitarra in mano di nome Seunghyun che la salutò con un gesto della mano e quello che doveva essere il ragazzo di Hongki, poiché lo stringeva possessivo, di nome Jonghoon che guardò Anja come se avesse qualche malattia.
«…infine io sono il magnifico cantante Hongki, ma lo sai già e il tuo dolce infermiere è Jaejin» completò la frase rispondendo all’abbraccio di Jonghoon che addolcì le sue dure occhiate.
Anja si inchinò presentandosi amichevolmente inebriata dalla sensazione di essere a pochi passi dalla sua dolce meta (o metà per gli intenditori).
 
«Visto che ti ho fatto tanto penare e si da il caso che io sia una brava persona ho deciso che assisterai al nostro concerto dal backstage a meno che l’appuntamento di cui mi hai parlato sia più importante dei grandi FT ISLAND» continua Hongki ricevendo un’occhiataccia da un Jonghoon della serie “sono io il capo”.
«Penso che per i magnifici FT ISLAND il mio appuntamento si possa spostare» commenta Anja con gli occhi puntati verso un Jae alquanto indaffarato con il suo basso elettrico.
 
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Il concerto iniziò alle 21:30 come previsto e fu un tripudio di urla e applausi. La voce ferma di Hongki sembrava incendiare i cuori della bolgia che provava invano ad avvicinarsi al palco. Non erano da meno i potenti colpi di Minhwan sui piatti, le dita agili di Jaejin sul basso, il sorriso contagioso di Seunghyun e i movimenti sicuri di Jonghoon. Anja era meravigliata dall’atmosfera famigliare che quei cinque ragazzi riuscivano a provocare in poco tempo senza aver bisogno di grandi cose. Quasi li invidiava per la loro naturale simpatia e solo quando i tendoni del palco si chiusero applaudì con vigore emettendo gridolini sinceri verso la band.
«Siete stati meravigliosi ragazzi» strillò Anja completamente rapita dalla bravura del gruppo.
«Per me è stata la nostra esibizione migliore» disse Seunghyun sfoggiando un sorriso seguito da una piroetta imbarazzante.
«Dovremmo festeggiare» esordì Jonghoon dando piccole pacche sulla spalla di Hongki (ma quei due sono sempre appiccicati?) che sorrise d’accordo.
«Il proprietario del Polar Star non avrà da ridire se rimaniamo qui per qualche ora, gli abbiamo fatto guadagnare una montagna di soldi questa sera» esclamò Minhwan sbattendo per l’ennesima volta le bacchette su un piatto.
«Ne sono sicura, divertitevi!» cercò di essere felice Anja tirando le labbra in quello che doveva sembrare un sorriso.
«Ma Anja io voglio che rimanga anche tu» rispose Jae mettendo il broncio.
Ed Anja scoppiò in un urlo di gioia.
 
 
 
 
 
 
  
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