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Autore: chemicalju    16/02/2015    0 recensioni
Per un momento si perse ad osservare il viso del compagno nonostante lo conoscesse alla perfezione, la limpidezza degli occhi e la serenità che sprigionavano gli mozzarono il respiro.
“Sei bellissimo.” Gli soffiò sulle labbra prima di farle combaciare alle proprie con tenerezza.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Under Your Spell
 

 
 
Le dita stavano tracciando cerchi immaginari su quella pelle diafana da tempo immemore, cambiando percorso di tanto in tanto per accaparrarsi un altro lembo di pelle su cui potessero spaziare liberamente.
Gli ultimi residui di luce solare illuminavano flebilmente la stanza con sfumature dorate, donando ai corpi nudi ed intrecciati sul letto un’aria surreale.
 
Frank socchiuse lievemente gli occhi poggiando la testa sulla testiera del letto assaporando la perfezione di quegli attimi, sperando che Gerard si fosse assopito così da poter godere di quella silenziosa tranquillità il più possibile.
Un sorriso si fece spazio sulle sue labbra mentre ripensava alle urla di piacere del moro che erano rimbombate poco prima tra quelle mura, in netto contrasto con la quiete che li avvolgeva in quel momento.
Il viso concentrato, il respiro ansimante, la ricerca ossessiva degli occhi dell’altro, la voracità con cui Gerard l’aveva penetrato ululando il suo nome gli ritornarono vividi in mente procurandogli un piacevole brivido lungo la spina dorsale seguito da un sospiro soddisfatto.
Ma neanche il più paradisiaco degli orgasmi era paragonabile al piacere che provava quando il più grande si accoccolava sul suo petto esausto, promettendo di riposare solamente cinque minuti che puntualmente si protraevano per un’ora o più. Raramente Frank aveva seguito il suo esempio addormentandosi, restava immobile ad ascoltare il respiro del moro regolarsi fino a diventare un flebile soffio, esplorava la sua pelle con lo sguardo e con il tocco leggero delle dita, si perdeva ad osservare ogni impercettibile movimento, sorridendo alle espressioni buffe che Gerard assumeva da addormentato.
Poteva orgogliosamente affermare di conoscere ogni millimetro del corpo dell’altro, ogni singola espressione che assumeva il suo viso, la più piccola sfumatura del suo carattere, ogni pensiero che gli attraversava lo sguardo e tutte le possibili incrinature di quella voce che gli ronzava nelle orecchie anche quando non gli era vicino.
Scosse leggermente la testa come a voler scacciare ogni pensiero che riguardasse anche solo erroneamente Gerard Way, eppure i ricordi lo rincorsero sovrastando la sua flebile forza di volontà.
A dirla tutta, Frank non ricordava esattamente quando aveva incominciato a guardare le labbra del moro da un’altra prospettiva o quando si era ritrovato a pensarlo con fare trasognato, non ricordava nemmeno quando Gerard aveva incominciato a lanciargli occhiate languide, tuttavia aveva impresso a fuoco nella memoria la sera in cui era entrato sfacciatamente nel suo camerino, l’aveva spinto contro il muro e gli aveva letteralmente violentato la bocca, costatando con una nota di compiacimento che il cantante non ne era per nulla infastidito.
Lentamente il resto era venuto da sé, tanti piccoli traguardi che gli avevano permesso di essere in quella stanza a saziarsi gli occhi alla vista della schiena nuda di Gerard.
 
Un mugolio lo trascinò alla realtà, il moro che fino ad allora dormiva di spalle coricato sopra di lui si attorcigliò su se stesso per volgere un’occhiata assonnata al più piccolo, Frank che aveva già prontamente riaperto gli occhi gli rispose con un sorriso affettuoso. Le dita che erano state bruscamente interrotte durante il loro tragitto raggiunsero il viso di Gerard sfiorandone i tratti delicati.
 
“Frankie?”
“Sì?”
“Che ore sono?”
“Abbastanza tardi da dirti di alzarti così preparo qualcosa da mangiare.” Gerard tornò nella stessa posizione di prima portando le mani attorno alle gambe dell’altro stringendole vigorosamente, palesando la sua intenzione di non liberarlo.
“Mh-mh.”
“Oppure vuoi che prenda te a morsi?” Il tono malizioso stuzzicò le orecchie del più grande che dimenticò la sua presa di posizione di poco prima e con qualche movimento goffo riuscì a sbrogliare le gambe dalle lenzuola e a raggiungere gattonando il viso di Frank. Si puntellò sulle ginocchia così da avere le braccia libere che prontamente portò dietro la nuca dell’altro. Per un momento si perse ad osservare il viso del compagno nonostante lo conoscesse alla perfezione, la limpidezza degli occhi e la serenità che sprigionavano gli mozzarono il respiro.
“Sei bellissimo.” Gli soffiò sulle labbra prima di farle combaciare alle proprie con tenerezza. Frank si aggrappò ai suoi fianchi attirandolo a sé impulsivamente e approfondì il bacio accarezzando la lingua di Gerard con la propria.
L’improvviso contatto con la pelle fresca del più grande lo fece sussultare piacevolmente incentivandolo ad approfondire quel contatto, mentre le loro lingue giocherellavano liberamente lo trascinò di peso sulle sue gambe e lo rinchiuse in un abbraccio.
 
Quando ad entrambi sembrò di essersi coccolati abbastanza si separarono e Frank appoggiò la fronte sul petto di Gerard, sospirando. Respirò a pieni polmoni l’odore dolciastro che emanava la pelle del suo compagno, maledicendolo mentalmente per la forza attrattiva che esercitava sui suoi ormoni. Sentì le dita del più grande scorrergli lungo la schiena e lasciò che i muscoli si rilassassero sotto quel tocco tenue finché un sussurro non gli riempì le orecchie.
 
“Anche oggi non hai dormito, vero?”
“Come potrei?”
“A volte me ne accorgo, sai, e mi sento terribilmente nudo.”
“Spesso lo sei davvero.” A quell’affermazione entrambi ridacchiarono sommessamente, ma Frank intuì quale sarebbe stata la prossima domanda di Gerard e alzò la testa in attesa che l’altro parlasse.
“Che cosa ci trovi di bello?” Un guizzo di malinconia gli sfrecciò nello sguardo e il più piccolo rimediò con un bacio sulla fronte sporgendosi leggermente verso l’altro per tornare poi a guardarlo negli occhi.
“Ti guardo che dormi e mi basta.” Gerard gli sorrise grato, di tanto in tanto aveva bisogno che Frank gli ricordasse che nonostante tutto lo accettava per quel che era.
Malgrado facesse costantemente a pugni con la sua coscienza e non potesse guardarsi allo specchio senza che i conati di vomito lo assalissero, si sforzava di credere che non era dannato, dopotutto.
Non avrebbe mai debellato i demoni annidati tra i suoi pensieri, poteva solamente sedarli con la presenza costante del chitarrista, ma sapeva che sarebbe bastata la minima distrazione per esserne assalito, un errore che non poteva permettersi se non voleva perdere anche l’ultima ragione per cui appigliarsi alla vita.
La momentanea tristezza lasciò spazio ad uno sguardo offeso, mentre incrociava le braccia al petto con fare falsamente indispettito.
“Potresti anche ammettere che mi preferisci da addormentato piuttosto che da sveglio.”  
“Oh sì, da addormentato non spari stronzate!” Il chitarrista gli indirizzò una pernacchia prima di scoppiare a ridere rumorosamente contagiando anche il compagno.
 
 
 
“Beh, ti alzi o no? L’idea di dover cenare con un tuo polpaccio non mi alletta neanche un po’.” Gerard si era disteso ancora una volta sulle gambe dell’altro per riprendere fiato dopo aver riso di gusto per quella che sembrava un’eternità.
“Potresti cenare con qualcos’altro, Frankie. Il polpaccio non è il mio lato migliore.”
“Ma per quello abbiamo tempo.” Frank si leccò le labbra rivolgendogli un’occhiata divertita, “E anche tu dovresti mettere qualcosa sotto i denti.”.
Aiutandosi con le braccia riuscì a spostare di peso il più grande guadagnandosi la libertà. Alzandosi dal letto intercettò un paio di boxer sul pavimento e se li infilò, lanciò una veloce occhiata a Gerard che lo osservava contrariato per poi trascinarsi verso la cucina.
Dopo aver acceso la luce nella stanza incominciò a trafficare sui fornelli,
versò una quantità ingente di latte nel bollitore, preparò il caffè e dopo aver recuperato un vassoio ci adagiò sopra una scatola di cereali, varie brioche e due tazze, infine aspettò che entrambe le bevande fossero pronte per poi versarle nei piccoli recipienti. Abbandonò velocemente le vesti di cuoco improvvisato e ritornò nella stanza da letto con il vassoio tra le mani.
 
Gerard era rimasto nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato, le gambe divaricate sul letto e le braccia giunte sul petto, aveva gli occhi chiusi ma Frank poté notare dalla cadenza del respiro che non stava dormendo.
Poggiò il vassoio sul comodino e si sedette accanto alla sua testa, si chinò sul suo viso e gli lasciò un bacio umido sulle labbra prima di spostare l’attenzione sul suo stomaco che brontolava ferocemente.
Versò i cereali nella tazza e accese il piccolo televisore di fronte il letto con il telecomando che si trovava vicino il vassoio, si sistemò con la schiena contro la testiera del letto ed incominciò a mangiare guardando distrattamente un notiziario.
Dopo aver aperto gli occhi e aver osservato le mosse del più piccolo, il moro si mise a sedere sul materasso e si girò per prendere la tazza che gli spettava, dopodiché cercò di scavalcare Frank senza inondare le lenzuola con il suo latte e caffè ed andò ad accoccolarsi sulla sua spalla, in silenzio.
C’era qualcosa nel modo di mangiare di Frank che non gli permetteva di togliergli gli occhi di dosso, e mentre la presentatrice del notiziario spiegava come gli americani riuscissero a fronteggiare la crisi lui provava a spiegare al suo cervello che no, non c’era niente di eccitante nel chitarrista che mangiava cereali, eppure non riuscì a trattenersi dall’avvicinarsi all’orecchio dell’altro con la bocca e ad accarezzare dolcemente il lobo con la lingua.
“Sei un infarto con i capelli tinti di nero.” la voce gli uscì sotto forma di sussurro roco provocando un brivido lungo la spina dorsale di Frank che
piacevolmente sorpreso per le attenzioni di poco prima, alzò un sopracciglio nell’udire quelle parole.
“Come sai che mi tingo i capelli?”
“Possiamo parlarne più tardi?”
Senza aspettare una risposta, gli rubò la tazza dalle mani e la posò insieme alla sua ai piedi del letto, si mise a cavalcioni sopra di lui e incominciò a posargli baci umidi sul petto stringendogli i fianchi tra le mani.
Sentendo Frank mugolare di piacere risalì il petto lasciando baci distratti sui lembi di pelle che incontrava sul suo cammino, infine poggiò le labbra sul collo ed incominciò a succhiare dolcemente alternando sporadici morsi sulla zona interessata.
 
Il più piccolo afferrò Gerard per i capelli e lo costrinse ad alzare il viso, gli sfiorò dolcemente le labbra con le proprie e gli rivolse uno sguardo apprensivo.
“Vorrei davvero farti capire quello che sei. Non devi evitarti. Non puoi trattarti come se non ti meritassi di essere a questo mondo. Non essere così duro con te stesso, Gee.”
Gerard incurvò le spalle e puntò gli occhi sul torace di Frank, sospirando.
“Non posso farci niente. Lotto continuamente con quello che c’è nella mia testa, e quando sembra avermi dato una tregua è solo per assalirmi con più violenza. Ho sacrificato qualsiasi cosa avessi per averti qui, ma non mi sembra mai abbastanza. A volte vorrei avere la forza per andarmene, per lasciarti vivere la vita che meriti.”
Frank circondò l’esile corpo del cantante con le proprie braccia e lo attirò a sé stringendolo con forza, gli baciò ripetutamente i capelli prima di prendere un respiro profondo.
“Questo è il tuo posto, così come lo è il mio affianco a te. È una promessa, ricordi?”
Sentì Gerard sorridere contro la sua pelle. Portò un braccio sotto il mento dell’altro e gli alzò dolcemente il viso per poi guardarlo negli occhi, Gerard gli posò un bacio sulla fronte, si rannicchiò contro il suo petto e rilassò le gambe in tensione per la posizione.
 
“Frank, dureremo per sempre?”
“Intendi dire per sempre sempre? Sicuro.”
“Dio, lo spero.”
“Anch’io.”






 
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Voilà! Poche parole da dire a riguardo, era da un po' che avevo questa one-shot pronta solo che non mi ero mai decisa a pubblicarla, stasera l'ho rivista e dopo qualche ritocchino qua e là ho pensato che potesse essere almeno decente. Ci sono riferimenti a varie canzoni nel testo,  il titolo stesso si chiama come una canzone dei Desire ed il dialogo finale è preso dalla stessa canzone. Fatemi sapere cosa ne pensate, ci sono molto affezionata anche se non è chissà quale opera d'arte.

Hope you enjoy it, killjoys!
chemicalju
  
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