Mentre tornavano a casa, Jin, Rumi,
Catia e Yuogi pensavano a Miki e alla piccola creatura che
stava crescendo dentro di lei..
Erano tutti sereni e felici di tutto quello che stava accadendo, ma qualcosa
dentro di loro, se lo stavano chiedendo..
-Finalmente sappiamo come sono
andate le cose tra Miki e Yu..- disse Rumi pensierosa.. –Beh…non ci ha parlato
chiaramente di lui, però è un sollievo sapere come siano andate le cose..-
-Si…sono contenta che Miki abbai
avuto il coraggio di parlarcene..- disse Catia sorridendo..
–Mi chiedo cosa stia pensando Yuri,
perché abbia lasciato Miki.. Ero assolutamente convita che lui l’amasse
ancora…-
-Io ho un dubbio..- disse Yuogi
ragionando..
-Cioè!?- chiese Jin curioso..
-Trovo quasi impossibile che Miki
abbia potuto passare la notte con uno sconosciuto..- replicò Yuogi.. –Io sono
quasi certo che quel bambino sia di Yuri…-
-Di Yuri!?- chiesero tutti gli
altri in coro…
-Pensateci…!! Non è da Miki
comportarsi così…lo trovo assolutamente impensabile che abbia potuto passare la
notte con un uomo mai visto e conosciuto..!! Lei che è sempre stata così
diffidente e responsabile, io non ci credo…-
-In effetti lei solitamente non è
così istintiva!!- disse Rumi.. –Però perché non dirci la verità!?!-
-Perché la loro storia si è
conclusa male..- disse Jin voltandosi verso gli altri.. –Forse possiamo
arrivare anche da soli alla conclusione di questa storia…!!-
-Credo di aver capito cosa
intendi…- disse Catia affranta.. –Probabilmente quando si sono ritrovati hanno
pensato che tra di loro potesse tornare tutto come prima..-
-O almeno Miki ha pensato che
potesse essere così..- disse Yuogi.. –Poi però qualcosa deve aver distrutto le
speranze di Miki e ha finito per allontanarli.. Questo spiegherebbe anche perché
Miki non ha più avuto contatti con Yuri e perché eviti accuratamente di
nominarlo..!! Sa che comunque noi che siamo i loro genitori, saremmo feriti
dalla loro reciproca freddezza, quindi molto probabilmente ha preferito
raccontarci la verità parzialmente…-
-Pessima attrice direi..- disse
Rumi.. –Non le sa raccontare le bugie…-
-Però pensa a quanto deve soffrire
Miki se si trova in una situazione così con Yuri e lui che sa di averla ferita
molto..- disse Catia addolorata.. –Lei è così determinata, ma noi cosa dovremmo
fare per loro!?-
-Pensi di avvertire Yuri della
gravidanza di Miki!?- chiese Jin allarmato..
-Non lo so..- disse lei perplessa..
–Io non credo che quella sia una notizia da dare per telefono… Inoltre,
dovremmo anche pensare al disagio di Miki se Yuri fosse realmente il padre..-
-La questione sarebbe:
intromettersi oppure no!?- chiese Yuogi.. –Ho paura che se se Yuri non fosse il
padre, potremmo creare un autentico disastro e far precipitare ulteriormente le
cose tra di loro..!! Forse potremmo compromettere la possibilità per un ritorno
armonico delle cose tra di loro..-
-Si.. Lo credo anche io!!- disse
Rumi.. –Ma pensa quanto si arrabbierebbe Yuri se venisse a sapere che glielo
abbiamo nascosto!!!-
-Io credo che debba farlo Miki..-
disse Jin.. –Sono i nostri figli e concordo con voi che si desidererebbe sempre
proteggerli, però ci hanno dimostrato di essere cresciuti.. Io sono convinto
che faranno le scelte giuste, poi infondo Yuri verrà qui per le vacanze di
Natale e ormai non manca molto..-
-Sono preoccupata per i nostri
figli..- disse Catia sorreggendosi a Jin.. –E soprattutto per Miki e la sua
creatura.. Spero che questa possa essere una gravidanza tranquilla per lei..-
Tutti lo speravano ma si chiedevano
cosa sarebbe successo al cuore di Miki una volta che il suo amore si sarebbe
ripresentato a bussare alla porta di casa..
Catia era convinta che Yuri amasse ancora Miki, ma
ignorava il motivo per cui lui l’avesse lasciata.. Perché se era ancora
innamorato di lei, l’aveva allontanata da se!?
Lei conosceva bene suo figlio,
sapeva che se dentro di lui qualcosa si muoveva, lo avrebbe segnato e
accompagnato per tutta la vita.. Non si era mai innamorato di nessuna ragazza
nella sua vita, ma si era resa conto che aveva completamente perso la testa per
Miki..
Quando la guardava, sembrava che
non vedesse nient’altro che lei.. Sembrava che lei fosse l’aria necessaria che
gli permettesse di respirare..
Quindi…cosa aveva segnato così
profondamente i loro destini!?
Quando mi ritrovai davanti all’Havana
club, mi chiesi se non avessi fatto una mossa avventata..
Mi appoggiai al muro dello stabile
e pensai se stessi facendo le scelte giuste.. Mai come in questo momento mi
sentivo sicura di quello che stavo facendo..
Varcai la soglia del night club e
mi resi conto che il pianoforte stava suonando, quelle meravigliose note dolci
e piene d’amore che solo Ale era capace di fare rivivere..
Mi bloccai per qualche istante e il
mio cuore, cominciò a vibrare velocemente.. Era questo quello che sentivo ogni
volta che mi rendevo conto che lui era vicino a me.. Le melodie che suonava
erano struggenti, puri atti d’amore, per lo più irrealizzabili..
Eppure Ale, sapeva vivere l’amore,
era capace di donare tutto se steso senza riserve..
Quando lo vidi assorto davanti al
suo pianoforte, compresi perché mi ero innamorata di lui.. Per la sua dolcezza,
la sua bontà, la sua sensibilità, per la capacità di farmi vibrare l’anima
anche solo con un semplice abbraccio o una carezza.. Comunicava tutto quello
che sentiva attraverso quelle note melodiose e aveva una delicatezza tutta
sua.. Amavo la nostra complicità, i nostri sguardi silenziosi che dicevano
tutto.. Amavo i suoi occhi blu, che mi scrutavano vedendo tutto di me..
Ma il suo viso oggi non era
rilassato, spensierato.. C’era un ombra dentro di lui, che lo rendeva
pensieroso e quasi assente.. Subito sentii il fiato diventare più pesante.. Ero
spaventata.. Non sapevo se a lui avesse fatto piacere vedermi lì.. Era vestito
in modo casual…ed era stupendo come sempre..
I suoi jeans scuri, abbinati a quel
maglioncino a collo alto grigio chiaro lo rendevano molto affascinante e non
potevo certo biasimare le molte donne che con aria sognante lo guardavano e
sospiravano. Una di esse specialmente, era appoggiata al piano e sosteneva il
mento con la sua mano.. Le parlava, estremamente provocante e sexi.. Lui
rispondeva e sorrideva..
Pensai in quel momento che se solo
non fossi esistita, Ale avrebbe potuto liberamente condividere qualcosa con
quella ragazza.. Invece io, con la mia perenne indecisione e il mio egoismo
l’avevo imprigionato in quel meccanismo perverso, senza possibilità di
uscirne.. Lui non avrebbe mai fatto nulla per ferirmi…lui…lui era così…
Assolutamente meraviglioso!!
E…io terribilmente gelosa…!! Si, mi
dava fastidio vederlo contornato da tutte quelle donne, ma avevo le mani
legate.. Quando smise di suonare, lo vidi avviarsi con quella ragazza mora
vicino al bancone e lei si era subito appesa al suo braccio, appoggiando la
testa alla sua spalla..
In quel momento sentii una sferzata
di vento al fuoco che avevo dentro.. Si alimentava funesto, ma senza che questo
riuscisse a liberarsi dalle briglie con cui l’avevo incatenato..
Mi sentii subito a disagio vestita
sportiva, in un luogo così elegante e con donne elegantemente firmate dalla
testa ai piedi.. Molte di loro erano giovani e si erano attorniate alla figura
di Ale, che sempre con la sua eterna gentilezza ricambiava parole e
complimenti..
Quando mi vide cambiò viso, era
stupito di vedermi lì, sembrava quasi gli facesse piacere.. Ma i suoi occhi,
diventati di ghiaccio improvvisamente mi fecero sentire mancare la terra di
sotto i piedi.. Mi aggrappai al bancone lì affianco e lui sembrò allarmarsi, ma
quando mi vide nuovamente riprendere la postazione eretta si tranquillizzò e
quindi tornò a parlare con le ragazze che lo tartassavano di domande… Poi lo
vidi alzarsi e la stessa moretta di prima, le si era avvicinata,
riappropriandosi della sua posizione di prima…affianco a lui..
Quando arrivò di fronte a me, mi
guardò quasi assente.. Non so se volesse farmela pagare per tutta la sofferenza
che aveva patito a causa mia…ma se voleva punirmi, ci stava riuscendo
perfettamente…
-Che ci fai qui!?- mi disse con
freddezza..
Mi strinsi nella giacca, per non
sentire i brividi che mi stavano attraversando.. Poi presi la mia decisione..
-Volevo salutarti..- dissi con gli
occhi ancora a terra.. –Tutto qui..-
Il groppo che avevo in gola saliva
e scendeva raschiando la parete del collo.. Non sarei nemmeno dovuta essere lì,
non dovevo presentarmi in quella circostanza.. Sembravo il fenomeno da
baraccone di turno da osservare.. Mi strinsi automaticamente le braccia intorno
alla pancia e cercai di non guardare i visi di tutte quelle donne che mi
scrutavano con cattiveria..
-Non sembri godere di buona
salute…- mi disse la mora avvinghiata ad Ale.. –Bevi un goccio, magari riprendi
un pò colore..-
Tutte quante cominciarono a ridere
rumorosamente e io mi sentii completamente fuori luogo..
-No…grazie.. Non posso!!- dissi
tagliando corto il discorso..
-Sei incinta…!!- disse lei
guardandomi dal basso verso l’alto.. –è tipico di voi medio borghesi infilarsi
nel letto di un uomo, prima di indossare la fede al dito..!!- e nuovamente un
chiacchiericcio di risate si aprii
intorno a me..
Ale non diceva nulla.. E al suo
silenzio, corrispondeva la mia più completa vergogna per quella situazione in
cui mi ero cacciata..
-Beh…se non devi dirmi nulla io
vado.. Sono occupato!!! Ciao..-
Mi passò oltre, mentre vedevo i
miei occhi sempre più appannati e arsi dalle lacrime trattenute.. Nascosi la
bocca nella sciarpa che mi avvolgeva il collo e sentii una goccia fredda
percorrere le mie ciglia e intrufolarsi nell’incavo del mio naso gelato..
-Brutte vipere..- disse il
proprietario del locale raggiungendomi e guardandomi preoccupato.. –Stai
bene!?-
Rimasi ancora qualche secondo con
gli occhi chiusi..
-Posso offrirti qualcosa..!? Sei
talmente fredda…- disse sfiorandomi una mano..
-Grazie…ma va tutto bene!!- mi
affrettai a dire..
-Mi spiace per quello che è successo,
Ale non si è mai comportato così…-
-Non importa..- dissi asciugandomi
alla bene meglio il residuo di quell’unica lacrima per ora scesa.. -La
ringrazio per la gentilezza, ma ora torno a casa…-
-Figurati… E auguri se stai per
diventare mamma!!- disse teneramente..
-Grazie!! Si sto per diventare
mamma..- risposi educatamente… Feci un piccolo inchino in segno di rispetto..
–Arrivederci…!!-
Quando uscii da quel locale,
promisi a me stessa che non ci avrei mai più messo piede.. Il cielo si era
fatto di un grigio perla, la tipica atmosfera da neve.. L’aria era anche più
pungente di prima e mi rallegrai che il mio fagottino nella pancia non
soffrisse il freddo gelido di questo inverno.
Avevo freddo, cercai di avvolgere
le braccia intorno al torace e le muovevo su e giù per riscaldarmi un minimo, ma
il gelo che avevo, lo sentivo anche dentro di me.
Cominciai a guardarmi intorno,
mentre qualche piccolo fiocco gelato stava per raggiungere il suolo..
-Sta cominciando a nevicare pulcino
mio!!- dissi accarezzandomi la pancia.. –Peccato che non puoi vederla, la neve
è così bella!! Candida, bianca come il latte..-
Percorsi attentamente i pochi
gradini dell’Havana club, poi ripresi il cammino di casa.. Ormai erano le
cinque del pomeriggio e stranamente le vie di Tokyo erano deserte. Forse il
freddo, aveva consigliato alla gente di starsene a casa al riparo, accanto ai
loro caminetti a mangiare castagne arrostite o biscotti appena sfornati.
Nella penombra della notte ormai,
percorrevo quei sentieri spopolati, era come se fossi sola al mondo, i negozi
erano aperti e vuoti anch’essi, ma all’interno qualche persona si faceva
compagnia l’un l’altra. Quell’atmosfera natalizia, faceva da contorno alla loro
allegria.
Io invece, pur non sentendomi
abbandonata grazie al mio bambino, mi sentivo amareggiata.
Non sapevo cosa pensavo di fare
andando all’Havana, non mi ero mai sentita così inerme come davanti a quelle
donne che mi avevano gratuitamente schernita. E lui, non aveva detto nulla…
Lui…la pensava come loro!! Me lo
aveva detto chiaramente il giorno prima, che ero una sgualdrina.
Ultimamente avevo la lacrima
facile, di nuovo un luccicone si fece largo all’estremità del mio occhio
sinistro e scese, fece diventare gelato il percorso della goccia di pianto, che
si era fermata sul mio labbro superiore. Ero sfinita..
Mi appoggiai al muro che si ergeva
dal lato destro della strada e che costeggiava il parco, dovevo riposarmi per
qualche istante, poi sarei tornata direttamente a casa. Mi sedetti su una
panchina che giaceva riparata sotto un albero secolare era sempre stato il mio
posto preferito quello, ma quel parco aveva un sacco di ricordi dolorosi per
me.
-La mamma è un pò triste quando
viene qui..- spiegai al mio bambino.. –Ma con te sono felice. Anche se adesso
sono tanto amareggiata perché pensavo che da oggi potevo ricominciare da
zero..-
Rimasi così, senza più dire nulla.
Coccolando il mio bambino, per fargli comprendere che lui era l’unica cosa
importante per me, guardavo quel paesaggio, che nel giro di poco tempo si stava
imbiancando vistosamente. Ricordai che nella borsa avevo portato un piccolo
cappellino per proteggermi dalla pioggia, era un basco che mio padre mi aveva
regalato l’anno precedente per Natale. Mi piaceva tantissimo, era colorato e
allegro, me lo misi alla bene meglio, poi sospirai tristemente e guardai il
cielo coperto, non c’erano nemmeno le stelle, non potevo sapere quale strada mi
volessero indicare.
Ero stata capricciosa, come potevo
prendere che dopo avermi aspettato per così tanto tempo, lui decidesse di
continuare ad aspettare i miei comodi..!?
Non ne avevo assolutamente il
diritto, benché pensassi che quel tipo di donna non era adatta a lui. Dovevo
lasciarlo libero, ora che aveva deciso di staccarsi da me e questa volta non
avrei fatto nulla per riportarlo indietro. Non potevo, non dovevo!!
Continuavo a guardare il cielo,
mentre sentivo le gocce gelate depositarsi sul mio viso facendolo diventare una
maschera di ghiaccio ma sembrava fossi immune al dolore che il freddo mi
provocava!! Mi alzai dalla panchina e mi portai al bordo del sentiero che conduceva
lungo un immenso campo disseminato di alberi grandissimi e centenari. Mi
sembrava di essere in una cartolina e in quel momento, anche se solo per
qualche istante, desiderai solo essere la figura inesistente disegnata da un
pittore, ogni tanto una lacrima faceva capolino dalle mie ciglia e scendeva.
Ale…Ale…Aleeee!!! Dove
sei!?!?!?!?!?!
Quando mi voltai per riprendere
coscienza di me, la sagoma di un uomo mi si stava avvicinando a grandi passi. Aspettai
prima di dire se lo conoscessi o meno, ma quando fu a pochi passi da me e
vedendolo arrivare come una furia, compresi immediatamente che era lui, Ale…il
“mio Ale”.
Abbassai lo sguardo, non capivo
cosa facesse qui, strinsi forte con vigore gli occhi sperando che fosse solo
una visione.
-Cosa volevi!? Perché sei piombata
dove lavoravo senza avvertirmi..?!- disse lui furente..
-Mi spiace. Se avessi saputo che
eri in compagnia non mi sarei mai presentata!!- risposi decisa..
-Per colpa tua mi ha fatto un sacco
di domande, senza contare il fatto di come ti sei presentata in un locale così
raffinato!!- mi disse con sdegno..
-Raffinato!?- gli feci eco io..
–Quel locale sarà pure raffinato, ma certamente non posso dire lo stesso delle
persone che lo frequentano!!-
-Solo perché ti hanno toccata nel
vivo!! Nella verità…- disse lui gelido..
-Senti Ale cosa vuoi!?- dissi io
con la voce tremante, non riuscendo a controllarla.. –Se hai finito di
insultarmi, di umiliarmi e di dirmi cose tanto cattive, puoi tornartene pure
dalla ragazza che ti sta aspettando!! Io avrò anche sbagliato molte volte ma
non merito di essere trattata così!!- risposi voltandogli le spalle..
Lui mi aveva seguito, preso il
braccio e girato verso di lui. I suoi occhi erano glaciali dentro ai miei, che
in confusione si erano sgranati facendo vacillare per un istante la sua
determinazione.
-Che cosa volevi!!- chiese lui
minaccioso..
Tentennai per qualche istante e poi
risposi.
-Oggi ho fatto la prima ecografia…-
dissi evitando il suo sguardo.. –Volevo dirtelo…-
-Sta bene!?- disse preoccupato..
-Si, mi hanno detto che è tutto a
posto…- ma continuavo ad evitare i suoi occhi inespressivi..
-Perché non mi guardi!?- mi chiese
provocatorio.. –Hai paura di vedere nei miei occhi il riflesso di Beatrice!?-
Sgranai leggermente gli occhi. Il
mio respiro si fece impercettibilmente affannato e cercai di non lasciarmi
coinvolgere da quell’improvvisa ondata di nausea che mi aveva inghiottito lo stomaco.
-Hai paura di capire che mi piace!?
Che magari me la porterei volentieri a letto..- disse lui sempre tenendomi
stretta a lui..
-Smettila. Sei ridicolo..- dissi io
tra i denti..
-Sai è bella, un gattino che si
crede una pantera!! Con due labbra piccole e piene che dicono baciami..-
continuò lui questa volta inchiodandomi con lo sguardo…
-E allora fallo!! Non c’è bisogno
che lo dici a me!!- dissi io con sempre meno voce per dar tono alle mie
risposte..
-Cosa te lo fa pensare che io non
l’abbia ancora fatto!??!?- disse lui ridendo di gusto.. –Pensavi davvero che
sarei stato con le mani in mano, mentre aspettavo che ti decidessi a prendermi
in considerazione!?-
Questo mi ferì ancora, perché
torturarmi così!? Io avevo sbagliato con lui, ma non immaginavo di essere stata
tanto perfida per meritarmi quel trattamento.
-Io…- dissi con la gola che mi
doleva per lo sforzo di trattenere le lacrime.. –Ti avevo spiegato quanto fosse
difficile per me!! Ti avevo anche dato l’opportunità di starmi lontano…-
-Ora non ha più importanza per me
il passato!!- disse con decisione.. –La passione Miki, si accende ed è
inesorabile quando brucia dentro un uomo!! Ho scelto Beatrice, finalmente sei
solo un lontanissimo ricordo…-
Ecco, il tuffo al cuore che
aspettavo fin dall’inizio!! Ora, sapevo di aver finito di creare problemi anche
a lui. In un certo senso, mi sentii sollevata, finalmente Ale aveva preso il
volo, se n’era andato dal mio egoismo, dalla mia assurda vita di perenne
indecisa.
Dall’altro lato, sentii il mio
cuore lacerarsi ma nonostante tutto, sorrisi, dovevo farlo.
-Per quanto potrà sembrarti strano,
voglio solo che tu sia felice..- dissi sinceramente… -E se quella ragazza,
ritieni sia la persona giusta allora agisci!! Spero vorrai mantenere i contatti
con una vecchia amica..- sorrisi leggermente, vedendolo tutto appannato..
-Me ne vado..- disse solo..
Lo guardai incredula, socchiusi gli
occhi per un pò, lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Così funziona, ma non riuscii
questa volta a trattenere i lucciconi e fu liberatorio farlo!!
-Te ne vai!?- chiesi.. –Così,
all’improvviso!! Come se fosse la cosa più normale a questo mondo…-
-Non ho niente che mi trattenga
qui..- disse guardandomi negli occhi…
-I tuoi amici sono niente!?!?-
gridai arrabbiata…
-Ma che cosa vuoi da me ancora!?-
sbottò lui reagendo alla mia furia.. –Io non ti devo spiegazioni Miki!!! Tu hai
la tua vita come io ho la mia!!!-
-Si vede che a quanto pare, hai
sempre finto qualcosa che in realtà non provavi..- dissi allo stremo delle
forze.. –Se i tuoi amici non contano, significa che ti conveniva tenerteli lì
buoni!! Almeno avresti potuto essere sincero…- sibilai con cattiveria..
-Tu parli con me di sincerità!?- mi
disse guardandomi con intensità e passione..
I suoi occhi bruciavano dentro i
miei, mi stringeva talmente forte il braccio che lo sentivo indolenzito, cominciai
ad ansimare velocemente, lo guardavo in confusione, ma sapevo che la mia verità
era sempre stata gelosamente custodita dentro di me. Aveva ragione, nemmeno io
ero stata del tutto sincera!!
-Allora!? Non dici nulla…- disse
lui a un palmo dal mio viso.. –Non ho più dieci anni Miki, sono cresciuto da un
pò e sono un uomo. Continua pure a tacere, prima o poi capirai dove hai
sbagliato!! Io ho visto tutto quello che c’era da vedere..-
-Cosa avresti visto!?- dissi io
sfidandolo..
-Ho visto il tuo panico quando mi
hai visto con lei, la tua gelosia..- disse lui continuando a sostenere il mio
sguardo..
-Non è così!!- dissi in preda alla
disperazione.. –Lo dici solo per provocarmi..-
-Ah si!? E allora perché stai
piangendo!? Perché nei tuoi occhi vedo panico e dolore!? Perché sento la tua
voce tremare!? Perché mentre mi dici di essere felice con Beatrice i tuoi occhi
mi dicono di non allontanarmi da te!?-
-No, questo è quello che tu vuoi
vedere!!- gridai risentita della verità delle sue parole..
-Basta, io me ne vado..- disse con
indignazione.. –Fai quello che vuoi!! Continua a navigare nelle tue
convinzioni..- mi gridava a un palmo dal mio viso..
-Continua a vivere con gli occhi
foderati!! A credere che tutto nella vita sia al suo posto e composto. Io mi
sono stancato di questa situazione, me ne vado e questa volta è per sempre!!!-
Avevo ottenuto quello che desideravo,
salvarlo da me stessa. Eppure perché stavo così male!?
Io avevo il cuore a pezzi, mi
sentivo realmente addolorata e distrutta.
La neve confondeva la sua figura,
che si allontanava sempre di più da me e all’improvviso realizzai che se non lo
avessi fermato adesso, non ne avrei avuto più la possibilità!!
Ora era corretto chiedermi cosa
fosse giusto o sbagliato fare!?
Di una cosa ero certa, non ero mai
stata tanto consapevole come adesso, di amarlo e di sentirmi uccidere dentro al
solo pensiero di non vedere più il suo adorabile viso!!! Non so cosa scatenò in
me quella reazione, ma cominciai a piangere a dirotto come una bambina e a
singhiozzare.
-Ale…- lo chiamai..
Ma lui sembrava non sentire quel
pianto di disperazione, più lo vedevo allontanarsi, più dentro di me lo vedevo
prendere il percorso della sua vita con Beatrice.
Aveva ragione, sui miei sentimenti
nei suoi confronti, non ero mai stata sincera, né con lui né con me stessa.
Cominciai a correre leggermente, mentre la neve attutiva il rumore dei miei
passi.
-Ale…- dissi singhiozzando..
Mi sentivo totalmente assurda. Lui
si era fermato, aveva aspettato prima di voltarsi verso di me ma quando
l’avrebbe fatto, avrebbe sicuramente visto una Miki diversa. Le mie guance
erano colorate di un cremisi leggero, i miei occhi pieni di lacrime
intrattenibili, il mio orgoglio totalmente a brandelli.
Lui si voltò, questa volta il suo
viso era dolce e tenero, i suoi occhi curvati di un affetto smisurato. Con
entrambe le mani a pugni chiusi, mi asciugavo le lacrime abbondanti, più di
essere una donna adulta, mi sentivo una bambina disarmata. Sembrava intenerito,
forse per il fatto che ero totalmente inerme in quel momento, completamente in
balia dei sentimenti che provavo per lui!
-Ti prego…- dissi continuando a
raccogliere le lacrime.. –Non te ne andare Ale!! Io…-
Lui non sembrava ancora
soddisfatto, ma si era avvicinato a me di qualche passo, guardandomi con
gentilezza.
-Vuoi sapere perché mi trema la
voce!?- feci una piccola pausa poi continuai.. –Vuoi capire perché con la bocca
ti dico di incamminarti verso di lei e con gli occhi ti chiedo di non
andartene!? Vuoi sapere perché nei miei occhi vedi il dolore!?-
-Si..- disse sensuale, mentre mi si
era avvicinato e sfiorava la guancia con un dito.. –Lo voglio sapere più di
ogni altra cosa al mondo..-
-Sento che se te ne andassi, il mio
cuore si spezzerebbe e sanguinerebbe..- risposi continuando a guardarlo e a
piangere.. –Io dovrei lasciarti libero di andare, te lo devo dopo tutto quello
che hai fatto per me. Ma sono una creatura umana sostanzialmente egoista come
tutti!! Il mio cuore si può esattamente frantumare come il tuo e questo perché,
per quanto mi sia affannata a nasconderlo, mi sono innamorata di te…- guardai
immediatamente verso il basso, mentre chiudendo gli occhi, che coprii con le
mani, lasciai che la più completa disperazione si impadronisse di me..
Ma non fu come mi immaginavo, lui
non mi lasciò sola.
Sentii il suo caldo abbraccio
avvolgermi dolcemente, contro il suo torace, come sempre protetta, mi sentivo
finalmente più calma.
-Perdonami…- disse lui passionale
al mio orecchio.. –Ma questo era l’unico modo per capire se quello che vedevo era
veramente amore..-
-Io ero disperata…- dissi adesso
sciogliendo la tensione.. –Sei stato crudele, pensavo che non ti avrei mai più
visto, che mi odiassi!! Perché!? Perché lo hai fatto!?-
-Volevo che mi confessassi i tuoi
sentimenti. Volevo che mi amassi, almeno una volta nella vita!!- disse lui
prendendo il mio viso tra le sue mani calde..
Si avvicinò al mio volto ancora
arrossato, indugiava con la vicinanza tra le sue labbra e le mie, voleva
tastare e mettere alla prova il mio amore, voleva capire se fossi stata davvero
disposta a viverlo questo sentimento.
-Adesso mi rifiuterai…- disse
sorridendo, quasi convinto delle sue parole..
No, non ci sarei mai riuscita. Non
riuscivo a frenare il mio istinto mentre ero in balia dei suoi occhi
meravigliosi. Quindi senza nemmeno pensarci e cogliendolo di sorpresa, mi
avvicinai alle sue labbra, dapprima indugiando, prima avvicinandomi e poi
allontanandomi lentamente. Le sfioravo leggermente, dolcemente, per vedere se
avesse ceduto al proposito di resistermi.
Poi con decisione lo baciai con
trasporto, potei vedere i suoi occhi prima aprirsi stupiti, mentre lo baciavo
con passione, poi si allargarono in un dolcissimo sorriso e a quel punto,
convinto dei miei sentimenti, ricambiò quel bacio.
-Ti amo Miki..- mi disse mentre
aveva abbandonato momentaneamente le mie labbra.. –E amerò anche tuo figlio..-
Sorrisi emozionata, sapevo che Ale
conosceva perfettamente la mia situazione, quello che sentissi dentro, ma per
il momento non volevo farmi domande. Anche questa giornata era stata difficile
e cominciavo ad accusare la stanchezza, c’era qualcosa che prima volevo dirgli,
prima di avviarci verso casa.
-Ti amo anche io Ale..- risposi
guardandolo negli occhi..
-Si…lo vedo!! Sono i tuoi occhi a
parlare al mio cuore..- mi disse lui di nuovo stringendomi a se..
Era come se una piccola parte di me
fosse ritornata, come se dentro me stessa, esistessero due Miki. Quella di
Alessandro e…quella di Yuri!!
Sapevo che avrei dovuto lavorare su
me stessa, sapevo che continuare a tormentarmi su Yu era inutile, come era
sciocco da parte mia continuare a pensare che prima o poi lui sarebbe uscito
dalla mia vita.
E la mia pancia cresceva, stavo
bene nonostante tutto, ma l’idea di crescere questo figlio da sola mi
opprimeva. Avevo una grande responsabilità e ancora mi chiedevo cosa avessi
dovuto fare se un giorno, il padre del mio bambino mi avesse chiesto qualcosa
riguardo alla mia gravidanza.
Ma pensai solo a me in quel
momento, presi per mano Ale mentre ripercorrevamo la strada del ritorno e mi
augurai che Yuri, al di là del mondo, avesse finalmente trovato la sua meta
felice.